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Autore: MatteoMongy94    04/08/2010    1 recensioni
Quando i propri sentimenti si scontrano con la gelosia, allora non c'è nulla che possa fermare i terribili pensieri dell'animo umano.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 11: DUE OMICIDI, NESSUN COLPEVOLE

-Signor Vetri, mi conferma che la vittima è passata da lei ad avvisarla di essere a conoscenza dell’assassino di Luca Geffri?-
-Si, detective.-
-Intorno a che ora?-
-Credo fosse mezzanotte e un quarto.-
-Perfetto. Adesso un paio di domande: ha rimesso le cassette delle telecamere ieri?-
-No . In fondo non ce n’era più bisogno. Tutti eravamo in salotto. E poi Luca… - soggiunse abbassando gli occhi -… insomma, ha capito.-
-Perfetto. Un’ultima domanda: la Corsi ieri ci ha detto di non sapere dell’esistenza delle telecamere. E’ sicuro di averglielo detto?-
-Sicurissimo, detective. Se ne sarà dimenticata.-

***

-Signorina Cartoli, capiamo la sua situazione: prima muore il suo fidanzato e poi la sua migliore amica.-
-Non la chiami così. Una che si fa il fidanzato dell’altra non può essere un’amica-
-Dunque lo sapeva?-
-E come potevo non saperlo? Tutti quei messaggi che gli inviava. Ma fingevo di non saperlo. Volevo vedere fino a che punto sarebbe arrivata.-
-Stanotte la Bossi è passata in camera sua?-
-Si. Era circa mezzanotte e venti. Minuto più, minuto meno.-
-Grazie mille, signorina. Vada pure in salotto con gli altri.-
Beatrice uscì dalla stanza, lasciandola impregnata dell’inconfondibile scia di profumo dello Chanel N5.
-Che ne pensa, Blissard?- domandò Genot, sempre più confuso da quanto stava avvenendo.
-Sai cosa credo? Che il caso è più complesso di quanto potessi pensare. Meno male che ci sono io, se la polizia si fida di te è messa bene. Voglio perquisire tutte le stanze dei sospetti. Troveremo qualcosa di utile, o almeno spero. Tu, nel frattempo, guardati questi video. Non ho trovato nulla di interessante.

***

La stanza di Luca Geffri era la più grande della casa. Un armadio ad ante era situato contro la parete. Un letto matrimoniale era sul lato opposto. Un orologio giaceva sopra questo e una televisione era esattamente di fronte. A terra un grande tappeto persiano copriva la maggior parte del paavimento. Sul lato ovest giaceva una finestra dante sull’esterno, mentre un piccolo comodino giaceva a destra del letto, ove, probabilmente, dormiva la prima vittima. Un lampadario orientale illuminava la stanza.
Blissard aprì l’armadio ad ante: c’erano un paio di giacche appese, e, in un cassetto interno, diverse felpe, polo, t-shirt e jeans. L’uomo li spostò, e trovò alcune foto, che ritraevano Geffri e la Bossi a Gardaland. La data indicava che la “gita” era avvenuta l’estate precedente. In una i due si baciavano appassionatamente sulle labbra, in un’altra si tenevano per mano. In una terza i due sedevano abbracciati su una panchina. Una quarta, invece, era strappata nell’estremità di destra. Una foto di gruppo, senza dubbio. Un taglio netto, quasi a cancellare la terza persona che, con le due vittime, era andato quel giorno nel parco di divertimenti e che compariva solo in quella foto. Un personaggio senza identità. Chi aveva scattato le altre foto ed era a conoscenza della relazione dei due, tanto da immortalarli insieme?
  
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