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Autore: TittiGranger    04/08/2010    9 recensioni
Rose Weasley aveva preferito dissociarsi da questo ampio gruppo di giovani schiamazzanti e allegri; quell’anno aveva voluto trascorrere le vacanze a scuola, insieme ai cugini Potter. Aveva voluto godersi in pieno la magia dell’ultimo Natale ad Hogwarts.-- Storia partecipante al "Chocolate contest"--
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nick: TittiGranger

Nick: TittiGranger
Titolo: Rhum e cioccolata
Rating: Arancione
Cioccolato scelto: cioccolatino al ruhm.
Avvertimenti: nessuno.
Note: Ho scelto un’ambientazione natalizia per contrastare il caldo torrido che mi ha accompagnata nella stesura di questa storia! Buona lettura!

 

 

 

La lussuria conduce alla lascivia e la lascivia alla crudeltà. (Fëdor Mikhailovič Dostoevskij)

 

 

Era da qualche anno che non si aveva un inverno tanto freddo. La neve era caduta incessantemente per tutta l’antivigilia di Natale.

Per questo motivo, gli studenti di Hogwarts, rimasti a scuola durante le vacanze, avevano approfittato di quello spettacolo candido per scendere giù nel parco, la mattina del ventiquattro dicembre.

Ma Rose Weasley aveva preferito dissociarsi da questo ampio gruppo di giovani schiamazzanti e allegri; quell’anno aveva voluto trascorrere le vacanze a scuola, insieme ai cugini Potter.

Aveva voluto godersi  in pieno la magia dell’ultimo Natale ad Hogwarts.

 

- Sam, legali con questo… - disse tutta affaccendata, distogliendo l’attenzione dai suoi pensieri, mentre infilava una generosa spatolata di cacca di drago nel vaso della Mandragola che teneva di fronte.

Sospirò, lasciando che una nuvoletta bianca uscisse delicata dalla sua bocca. Con il dorso della mano si accarezzò la fronte, scostando un ricciolo rossiccio che era sfuggito dalla presa del suo cappellino di lana.

Era la Vigilia di Natale, ma Rose Weasley si trovava fuori dalle serre a concimare e impacchettare Mandragole. La sera precedente, il professor Paciok l’aveva fatta chiamare nel suo studio, chiedendole, anzi pregandola, di aiutarlo in quel lavoro, altrimenti le povere Mandragole sarebbero morte assiderate, considerando la tempesta inaspettata che si stava scagliando su di loro.

Le aveva spiegato che lui la mattina dopo sarebbe dovuto tornare dalla sua famiglia… e che le sarebbe stato grato se avesse provveduto a quel compito al posto suo.

Rose, sebbene non fosse il modo più piacevole per trascorrere la mattina della Vigilia, aveva accettato di buon grado… probabilmente spinta dal senso del dovere del suo ruolo di Caposcuola, dalla responsabilità di essere la più brava del corso… o più semplicemente per il fatto che il professor Paciok era da anni uno dei più grandi amici dei suoi genitori.

 

- Subito - rispose Sam Finningan, afferrando il laccio di cuoio che Rose gli stava porgendo per impedire che la Mandragola si dimenasse durante l’impacchettamento. Sam era, insieme a Rose, l’altro Caposcuola di Corvonero. Quando quella mattina aveva incontrato Rose che si stava recando alle serre, si era subito offerto di aiutarla.

Rose affondò nuovamente la spatola nel contenitore con la cacca di drago, non riuscendo a non storcere il naso nell’ispirare quell’odore disgustoso.

 

- Guarda, guarda…

Una voce fredda e tagliente arrivò dalle loro spalle. Sam fece finta di nulla, ma Rose si voltò di scatto per incontrare lo sguardo gelido e ammaliante di Scorpius Malfoy, accompagnato dal suo inseparabile collega, Nicolas Zabini.

- Malfoy… - disse Rose, con un tono quasi esasperato, tornando a concentrarsi sulle Mandragole. Una folata di vento la fece rabbrividire.  Intorno a loro, gli altri studenti continuavano a scorrazzare su e giù, tirandosi palle di neve.

- Weasley, la tua secchionaggine non si prende una pausa neanche la Vigila di Natale? - chiese Scorpius, stringendosi nel suo elegante cappotto grigio.

Rose alzò gli occhi al cielo, continuando a non guardarlo. Nel corso degli anni aveva capito che arrabbiarsi e dargli troppa attenzione serviva a peggiorare solo le cose.

- Potrei dire lo stesso della tua idiozia - disse semplicemente, aiutando Sam ad infilare la Mandragola nel sacco.

 

- Weasley, bada a come parli! - intervenne subito Zabini, con un tono tra l’annoiato e il minaccioso, puntando i suoi occhi scuri su di lei.

Rose sbuffò, stavolta voltandosi per guardarlo - Altrimenti cosa fai? - chiese, sollevando le sopracciglia, con un evidente tono ironico.

Tono che non sfuggì a Zabini e che servì soltanto a farlo innervosire - Mi stai provocando, Weasley?  - e così dicendo, tirò fuori la bacchetta dalla tasca del mantello.

Prima che Rose avesse il tempo di cacciare la sua, Sam si mise tra loro.

- Zabini, vedi di far sparire subito quella bacchetta… - disse serio, mentre il vento scompigliava i suoi capelli castani.

Un ghigno si disegnò sul viso perfetto di Scorpius; Zabini irruppe in una fragorosa e strafottente risata.

- Finningan… baciare la terra dove cammina la Weasley, ti rende più patetico di quanto tu non sia già… -  disse Zabini, divertito, accompagnando le sue parole con un eloquente gesto della mano.

Rose vide Finningan arrossire, fin dove la pesante sciarpa le permetteva di vedere. Per un attimo incontrò lo sguardo di ghiaccio di Scorpius…

- Ora basta, Zabini. Venti punti in meno a Serpeverde - disse risoluta, afferrando la spatola che aveva abbandonato sulla neve durante la discussione - E diventeranno cinquanta se tu e il tuo amichetto non portate subito via il vostro culo snob da qui! - aggiunse decisa, sotto lo sguardo torvo di Zabini e quello infastidito di Scorpius.

- Ma come ti permetti… - sibilò Zabini, il volto contratto - Tu non devi permetterti di parlarmi così…schifosa Mezzosangue che non …

Sam scattò in avanti per andargli addosso, ma Rose riuscì a trattenerlo, posandogli una mano sul braccio, proprio nel momento in cui…

- Basta così, Nicolas - ordinò Scorpius, l’aria indifferente e tranquilla come se ciò che fosse successo non lo riguardasse affatto.

- Ma Scorpius… - protestò Zabini.

- Ho detto… basta così - sibilò Scorpius, scandendo minacciosamente le parole. I tre presenti lo guardarono confusi e sorpresi.

 

Lui sembrò riscuotersi, recuperando la sua facciata fredda e indifferente - Andiamo, Zabini. Questa puzza appestante inizia a nausearmi. Contrariamente a Weasley e allo sfigato del suo amico, la cacca di drago non fa parte del mio… habitat naturale.

E senza dire una parola, proseguì lungo il vialetto, seguito da Zabini che aveva in poco recuperato il suo ghigno soddisfatto e irriverente.

 

*

 

- Rose… oh, Merlino quanto sei bella! - disse Lily, entusiasta - Lo sapevo che quel colore ti avrebbe donato tantissimo, lo sapevo!

Rose rise, scuotendo la testa - Lily, sarà la quattordicesima volta che lo ripeti stasera!

Erano quasi alla fine del banchetto per la festa di Natale. Subito dopo  che, con i cugini, avevano deciso di rimanere ad Hogwarts, le ragazze avevano approfittato dell’uscita ad Hogsmade per andare alla ricerca di un vestito adeguato.

E fu proprio in quell’occasione che Lily aveva praticamente obbligato Rose a comprare uno sgargiante abito viola, stretto in vita, lasciandosi persuadere dalle parole di incoraggiamento di Lily.

- Bè… è la verità! - protesto Lily - Diglielo, Albus!

Il cugino riemerse dal piatto di arrosto con glassa di prugne su cui si era fiondato, gettando un’occhiata distratta alle due ragazze che erano sedute accanto a lui - Divina, sì, sì.

Rose sorrise di nuovo, mentre Lily alzava gli occhi al cielo - Potresti anche impegnarti un pochino di più, Al.

- Ma Rose lo sa già che per me è sempre la più bella… - disse Albus, con la bocca piena, strizzando l’occhio alla cugina.

In quel momento, Hugo e Luoise interruppero il loro discorso con delle considerazioni sul Campionato di Quidditch che si stava svolgendo. Trascorsero così una piacevole serata.

Quando si furono ingozzati a sufficienza di arrosto, torte salate, sufflè, scaloppine… i bicchieri e i piatti sporchi scomparvero magicamente, lasciando il posto ai… dessert.

Bignè alla crema, frutta con gelato, crostate ai gusti più fantasiosi, torta di fragole, involtini di cioccolata, crepes ai frutti di bosco, biscotti farciti, torte a cinque strati e scatole su scatole di cioccolatini dai gusti assortiti…

Insieme ai cugini, Rose osservò quella meraviglia comparire davanti ai suoi occhi, con un groppo alla gola… anche quello le sarebbe mancato di Hogwarts. In quel momento, l’orologio della Sala Grande suonò le dieci.

- Oh, Merlino! - esclamò Rose . I cugini si voltarono a guardarla.

- Che c’è Rose? - chiese Roxanne, preoccupata.

- Oh… è che… volevo fare delle foto stasera… - disse Rose, alzandosi - Con la nuova macchinetta magica che mi hanno regalato mamma e papà per il compleanno. Mi piacerebbe avere… un ricordo di Hogwarts… solo che l’ho lasciata in dormitorio - fece per alzarsi - Vado a prenderla.

Si guardò un attimo intorno, arrossendo nel notare che diverse testoline maschili si erano voltate verso di lei, quando si era alzata.

- Aspetta, Rosie… vuoi che ti accompagni? - chiese premurosa Lucy.

- No, grazie, Lucy… - le rispose sorridendo - Goditi i dolci.

- Ma così sarai tu a rischiare di perderti il dessert! - le fece notare Lily - Tieni - afferrò dal tavolo una confezione di cioccolatini ripieni - Mangiali durante il tragitto…

Rose sorrise e li afferrò, facendo ondeggiare il suo sfolgorante abitino - Come farei senza di te?

 

I corridoi erano deserti. Ovviamente, tutti gli studenti rimasti ad Hogwarts erano a festeggiare l’arrivo del Natale in Sala Grande.

L’unico rumore percepibile erano i tacchi di Rose sul pavimento di marmo, che marciavano lungo il corridoio del sesto piano. Sotto lo sguardo curioso dei personaggi dei quadri, Rose scartò la scatola di cioccolatini e ne infilò uno in bocca, assaporando il sapore del liquido che ne fuoriuscì.

Da degna Weasley, Rose era la classica persona che riusciva ad ingozzarsi in modo nauseante senza prendere un etto, come suo padre. Purtroppo, sua madre e suo fratello non avevano la stessa fortuna.

Imboccò un altro corridoio, ai cui lati vi erano statue e statue di gargoyles.

Affrettò il passo.

Il ticchettio dei suoi tacchi rimbombava in modo quasi assordante.

- Sempre di corsa, Weasley.

Rose trasalì, portandosi una mano al petto. Con il respiro affannoso, si appoggiò al muro freddo, cercando di regolarizzare il respiro.

Dall’altra parte, appoggiato anche lui al muro con nonchalance ed eleganza c’era Scorpius Malfoy, elegantemente rivestito con la sua camicia bianca, impeccabilmente stirata.

Un sorrisetto divertito stampato sul volto chiaro.

- Malfoy, ti sei impazzito! - disse Rose, un attimo dopo aver recuperato il controllo, fissandolo severa con i suoi occhi azzurri - Mi hai fatto prendere un colpo! - ringhiò - Ma ti pare questo il  modo? Sei… sei… sei un idiota! Non c’è niente da fare.

- E tu sei in ritardo.

 

Rose sbuffò, alzando gli occhi al cielo.

- Bè, non lo sarei se avessi scelto un posto leggermente più vicino, Malfoy! - sbottò lei, completamente ripresasi dallo spavento di poco prima - Ma immagino che la nostra divergenza di scelte sia legittima - disse, tagliente, senza guardarlo - D’altra parte noi non abbiamo lo stesso… habitat

Scorpius strabuzzò gli occhi, ma poi comprese - Te la sei presa per quella cosetta di stamattina?

Rose, dall’altra parte del corridoio, sbuffò sonoramente - Oh, no… scherzi? Mi fa sempre tanto piacere essere insultata da te…

Con un gesto improvviso, privo della lentezza raffinata che caratterizzava Scorpius in tutti i suoi movimenti, lui si scostò dalla parete fredda e marmorea, facendo alcuni passi verso di lei.

- Sai perfettamente che ciò che dico non è vero, Rose. Siamo d’accordo su questo - le disse, guardandosi intorno di riflesso, come se qualcuno avesse potuto ascoltare la sua confessione.

Ma il corridoio continuava ad essere deserto.

Rose percepì la sua ansia e scosse la testa, distogliendo lo sguardo - Ma fa male lo stesso, Scorpius.

Con uno scatto quasi nervoso, Rose aprì la scatola dei cioccolatini e ne infilò uno in bocca. Il liquido caldo che le inondò la bocca sembrò tranquillizzarla.

- Vedo che comunque, tutto questo… - Scorpius fece un ampio gesto con la mano - Non ti ha tolto l’appetito - disse, alzando le sopracciglia, divertito.

Lei lo guardò truce, masticando - Idiota.

Scorpius ridacchiò, avanzando di qualche passo, mentre i suoi occhi ricoprivano da capo a piedi la figura snella e curata della ragazza.

 

- Sei bellissima - tentò lui. Una qualsiasi altra ragazza sarebbe svenuta a quelle parole, pronunciate da quella bocca che si trovava su quella faccia.

- Non ci provare, Scorpius.

Ecco, appunto. Qualsiasi altra.

Scorpius sbuffò, passandosi una mano tra i capelli chiarissimi che tornarono all’istante al loro posto.

E’ odiosamente perfetto”, pensò Rose, in ingurgitando un altro cioccolatino.

- Andiamo, Rose… - disse lui - Non puoi tenermi il muso. E’ anche la Vigilia di Natale.

- Non mi sembra che la cosa, tra noi, comporti tanta differenza. Anche stamattina era la Vigilia di Natale! - gli  fece notare lei, scostandosi le dal muro e puntandosi le braccia sui fianchi.

Ma lui non le diede il tempo di protestare oltre. Con un gesto leggero, la respinse indietro, all’ombra del gargoyle che li sovrastava, avvicinando le sue labbra a quelle di lei, per uno dei loro baci frenetici,  quasi colpevoli. Accarezzò lentamente il fianco di lei, coperto dalla liscia seta del vestito.

Poi sorrise sulle sue labbra.

 

- Ehm… avevo notato che eri un tantino agitata stasera, Rose - le disse, senza scostarsi da lei, ma continuando a tenerla stretta alla via. Schioccò la lingue, fingendo di assaporare qualcosa - Ma non pensavo che avresti deciso di alleviare il tuo nervosismo con l’alcool. Pessima idea - aggiunse, fingendosi serio.

Lei gli tirò un piccolo schiaffo sul petto,  non riuscendo a nascondere un luccichio divertito dai suoi occhi azzurri - Non è alcool, scemo! E’ solo rhum. Sono cioccolatini al rhum! - spiegò, agitando la scatola che ancora teneva in mano - Ho bisogno di zuccheri, dopo tutta l’acidità che mi riversi addosso ogni giorno.

Scorpius sorvolò sulla frecciatina - Non è che tu sia tanto più gentile, Rose. Ma… - la bloccò, prima che lei potesse obiettare - Io ho un rimedio più dolce dello zucchero o dei cioccolatini al rhum… - disse, riavvicinandosi nuovamente alle labbra di lei, giocherellando con le sue orecchie, lasciate scoperte dalla crocchia di lei.

- Scorpius… - lo richiamò ad un certo punto lei, con tono distratto - Scorpius… perché facciamo tutto questo?

 

Il suo tono era talmente malinconico, stanco e colpevole che a Scorpius venne un brivido. La guardò dolcemente, capendo subito cosa intendesse - Lo facciamo per noi, Rosie - si scambiarono uno sguardo carico d significato - Lo facciamo per questo… - disse, posandole un bacio sulle labbra - Per questo… - uno sul collo - E per questo… - continuò, spostandole la spallina spessa dell’abito per posarne uno anche sulla spalla - E per…

Ma Rose lo bloccò, scuotendo la testa - Quindi è tutto… - disse, quasi con rabbia. Impugnò la scatola di cioccolatini come fosse un giavellotto, pronto ad essere scagliato - E’ tutta una questione di… di lussuria! - arrossì buffamente, probabilmente per la rabbia o l’imbarazzo - E’ questo che ci spinge a… a… dircene di tutti i colori! A spararci cattiverie a vicenda… è questo.

Lui aspettò la fine della sfuriata, prima di intervenire. Sapeva che ogni tanto Rose aveva bisogno dei suoi cinque minuti - Sai che non è così - le disse calmo - Non lo è, Rose. Credi che a me piaccia dirti quelle cose? Che mi piaccia sentirmi dire quelle cose da te? - disse e un lampo di amarezza attraversò i suoi begli occhi grigi - NO! Mi prenderei a pugni ogni volta! Ma… è più facile così - aggiunse, sconsolato, appoggiandosi al muro accanto a lei - Per gli altri è più facile vederci litigare. Per le nostre famiglie è più facile…per adesso. - afferrò la mano di Rose, posandole delicati baci sul dorso.

- Già - fu l’arrendevole risposta di Rose. Sapeva perfettamente che Scorpius aveva ragione.

Lui proseguì - Se potessi, lo direi a chiunque… lo scriverei sui muri… ma il mondo non è pronto per noi, Rose. E preferisco che le cose rimangano così, piuttosto che rischiare di perdere… te - pronunciò quest’ultima frase senza guardarla. Non era da Scorpius parlare in quel modo… così dolce. Rose gli strinse la mano, mordendosi le labbra.

Fece un passo in avanti e avvolse il  collo di Scorpius con le sue braccia, posando la testa sul petto muscoloso di lui. Scorpius ricambiò subito l’abbraccio.

- E lo sarà mai? - chiese teneramente lei - Il mondo sarà mai pronto per noi?

Scorpius le baciò la testa, prima di rispondere. Scosse le spalle.

- Prima o poi non ce ne fregherà più niente del mondo, Rose. E te lo sta dicendo un Malfoy… - lei ridacchiò, inspirando il buon odore della camicia pulita di Scorpius - Ma finchè ne abbiamo la possibilità, tanto vale cercare di fargli capire…- la strinse più forte . Rose annuì.

- E adesso, vedi di darmi subito uno di quei cioccolatini - le disse, per sdrammatizzare - Questo discorso mi ha risucchiato tutte le energie. Ho bisogno di rhum che scorra nelle mie vene…

 

Lei rise, scostandosi da lui e aprendo la scatola, ormai dimezzata.

Scorpius ne pescò un paio.

In quel momento, una musica lontana arrivò, attenuata, alle loro orecchie. Nella Sala Grande dovevano essersi aperte le danze. I due si scambiarono uno sguardo preoccupato, rendendosi conto solo in quel momento che doveva essere passato parecchio tempo da quando avevano lasciato il bacchetto.

Gli altri potevano cominciare ad insospettirsi.

Rose si assicurò che i capelli, tenuti in uno chignon basso, stessero apposto - Credo… che dovremmo tornare. Vado prima io, oppure… che stai facendo?

Scorpius era in piedi davanti a lei e le tendeva una mano - Balla con me.

Rose strabuzzò gli occhi, sorridendo e guardandosi incontro come se temesse che i gargoyles potessero animarsi e cominciare a ridere - Che cosa?

Lui alzò gli occhi al cielo - Se fossimo di là ti inviterei per un ballo e per i cinque successivi, se potessi - si avvicinò, mentre lei gli tendeva la mano - Quindi ti chiedo di ballare. Qui. Ora.

- Con piacere. - fu la risposta di Rose e nonostante tutti i timori e le ansie, quando lui la stinse tra le braccia, invitandola a seguirlo nei passi, sulla musica attenuata della band… mentre volteggiava leggera, stretta nella presa di Scorpius, si disse che…

Sì.

Il resto del mondo poteva aspettare.

 

 

 

- Peccato… erano buoni - disse Rose, scrollando le spalle rassegnata, osservando la scatola ormai vuota dei cioccolatini al rhum - Credi che Mielandia li abbia?

Scorpius sembrò rifletterci su, mentre ripercorrevano insieme il corridoio dei gargoyles per tornare al banchetto - Perché non chiedi a Finnigan di procurartene qualche scatola?  - disse, pungente - Sarebbe più che felice di accontentare qualche tua richiesta…

Lei lo guardò, sorridendo - Sei geloso?

Scorpius non si scompose minimamente, ma si limitò ad affrettare il passo - Semplicemente non vorrei che si trovasse per caso in uno sgabuzzino delle scope, appeso a testa in giù.

Rose impiegò alcuni secondi a metabolizzare - …Scorpius!!

 

 

Questa storielluzza è stata scritta per il contest intitolato “Chocolate contest”, indetto da Maeve_ e Mizar19 che ringrazio tantissssssssimo (anche se la storia non ha avuto grande successo :p).

 

Inoltre... lo so che vi starete chiedendo che fine abbia fatto Summer Beat. E’ da un’infinità di tempo che non la aggiorno e mi dispiace terribilmente, soprattutto perché non è da me lasciare una storia in sospeso per così tanto tempo… odio quelli che lo fanno.

E sto odiando anche me stessa, seppiatelo!

Quindi, mi impegno a promettervi che avrete il capitolo il prima possibile, anche perché per metà è già scritto!

Un bacio

 

   
 
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