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Autore: Sonoqui87    04/08/2010    1 recensioni
Allora questa One-shot č stupida e scritta di getto, ma la volevo scrivere. Questa piccola Shot spiega come si sente Hermione dopo la morte di Fred nella mia storia. Spero che gradirete che mi farete sapere i vostri pareri. Tratto dalla One-shot: Ero stanca di piangere. I miei occhi si rifiutavano perfino di restare aperti. Avevo un immensa voglia di addormentarmi e non svegliarmi. Ma sapevo che presto lo avrei raggiunto. E sapevo che nella morte avrei ritrovato la vita.
Genere: Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia vita č finita nel esatto istante in cui quegli occhi e quel sorriso si sono spenti.

Anche a distanza d'anni, il mio cuore non riesce a battere.

Anche a distanza d'anni, il mio sorriso non vuole riaffiorare.

Anche a distanza d'anni, l'anima mia non vuole ritornare.

Quando quei crudeli ricordi riaffiorano, il mio respiro si blocca.

Storpia e Martoria la mia mente, torturandola.

Quei sorrisi, quei gesti semplici, quei baci, quelle carezze...

Tutto per me era diventato indispensabile.

Come un essere umano ha bisogno dell'ossigeno per sopravvivere, io avevo bisogno di lui per respirare.

Tutto era finito in una notte senza luna, senza stelle.

Buia come lo era diventata la mia vita.

Ogni istante la luce che illuminava i miei giorni si spegneva.

L'oblio sempre pių delicatamente mi accoglieva.

Ero stanca di piangere.

I miei occhi si rifiutavano perfino di restare aperti.

Avevo un immensa voglia di addormentarmi e non svegliarmi.

Con il cuore a pezzi e l'anima in tumulto, mandavo avanti monotona la mia vita.

Come un burattino, quei fili che mi tenevano al in piedi si erano spezzati.

Come una bambola, quella stoffa che mi faceva vivere era stata strappata.

Lacerata in pių punti.

Non potevo pių correre.

Non riuscivo a dimenticare.

Incompleta e senza vita, avevo rinunciato alla mia vita per lui.

Lui era la mia unica forza, non riuscivo ad andare avanti.

Lui era la mia unica speranza.

La mia unica pace.

La mia unica gioia.

Il mio unico amore.

Cercavo di ignorare il dolore che come un rogo mi consumava, ma era troppo forte per esser nascosto in un remoto angolo del mio cuore.

Rannicchiata su me stessa cercavo di non farmi lacerare da quella tortura instabile.

Ad occhi sbarrati cercavo di ignorare i ricordi che sfrecciavano malefici nella mia mente.

Eppure uno spiraglio di luce doveva per forza penetrare tra le mura che si erano serrate attorno al mio corpo e alla mia mente.

Nulla riusciva a risollevarmi.

Nulla riusciva a risvegliarmi da quest'incubo che tormentava le mie notti.

Lui che con il suo sorriso ha illuminato le mie giornate, ora senza, le ha spente senza pensare alle conseguenze.

Ma sapevo che presto lo avrei raggiunto.

Sapevo che presto avrei riaccarezzato quel viso perfetto.

Sapevo che presto avrei riabbracciato quel corpo stupendo.

Sapevo che presto avrei esalato il mio ultimo respiro, allontanandomi dall'agonia e rintanandomi tra le braccia pių dolci.

La morte sarebbe stata lenta e dolce.

Deliziosamente appetibile.

L'avrei aspettata paziente.

A braccia aperte l'avrei accolta.

Aspettavo solamente un piccolo cenno.

E sapevo che nella morte avrei ritrovato la vita.



   
 
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