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Autore: R e d_V a m p i r e     05/08/2010    1 recensioni
Quando incrocio' il sorriso soddisfatto della piccola Haruno si concesse un singulto strozzato, che aveva del disperato. Malgrado la lontananza era riuscito a leggerle il labiale.
« Te l'avevo detto! »
[Raccolta sugli Uchiha e le sorelle Haruno, piccoli sprazzi di vita per un amicizia che dura nel tempo, e forse è qualcosa di più]
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Nuovo Personaggio, Shisui Uchiha
Note: Missing Moments, Raccolta, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie, Naruto Shippuuden
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Slice of Life

I° La prima volta che t’ho incontrata.

Itachi non ricordava di preciso quando le due effervescenti sorelline Haruno erano entrante nelle loro vite.
Forse era stato quel giorno al Parco, che Mikoto aveva voluto portare il piccolo Sasuke di nemmeno un anno a fare una passeggiatina all’aria aperta, e , in mancanza di meglio da fare – vedesi allenamenti et simili – il primogenito aveva deciso di unirsi alla madre per svagarsi un po’.
All’epoca Konoha risentiva ancora della distruzione portata avanti dal terribile cercoterio a nove code, ma, col passare del tempo, gli abitanti si erano adoperati per ricostruire quanto andato perduto alla morte del valoroso Quarto Hokage, e così il Villaggio stava lentamente tornando alla normalità.
In realtà del Parco della Foglia rimaneva ben poco, qualche alberello spaurito, terra bruciata e sporadiche panchine di legno per il riposo di chi veniva lì a passeggiare o rinvangare i bei tempi andati.
Ma l’occhio attento ed allenato del piccolo Itachi era riuscito a carpire la flebile forza vitale che si sprigionava dalle piantine da poco sotterrate, le cui foglie tenere che ondeggiavano al dolce vento senza mai staccarsi, parlavano di una nuova vita più forte della precedente, difficile da estirpare nuovamente.
Mikoto portava il passeggino in cui era rincantucciato il bebè, un ciuccio più grande del suo visino paffuto nella boccuccia e vivaci occhioni neri aperti alle meraviglie del mondo.
Poi aveva adocchiato una panchina libera e aveva fatto cenno col capo al maggiore dei suoi figli di andarsi a sedere.
Accomodato vicino alla madre, che cullava avanti e indietro il passeggino per far tranquillizzare il piccolo ospite, le gambette che dondolavano nel vuoto coi piedini che ancora non riuscivano a toccare terra, Itachi osservava serio e concentrato il visetto del fratello riempirsi di piegoline e gli occhioni restringersi, i pugnetti all’aria, tutti chiari segni di un imminente crisi di pianto.
Il bambino sapeva bene che il suo otouto quando attaccava a strillare era insopportabile, peggio di una sirena, e che, se la madre non l’avesse preso presto in braccio, quell’eventualità si sarebbe trasformata in una concreta tortura per le sue povere orecchie.
Ma, quando oramai era preparato al peggio, successe il miracolo:
il minore dei fratelli Uchiha si tranquillizzò di colpo, osservando con pacato interesse – per quanto un bebè potesse averne – l’occupante del passeggino che si era fermato accanto al suo.
La bambina, forse più grande di qualche mese, si aprì in un sorriso sdentato, i grandi occhioni di un verde impossibile coperti da qualche ciocca di un buffo rosa pastello, battendo estasiata le manine paffute alla vista del coetaneo.
La donna che portava la piccola era minuta e graziosa, dai lunghi capelli rosei come quelli della figlia e sottili occhi acqua marina, gentili.
« Gome, è occupato? »
Chiese educatamente, indicando il posto libero di fianco alla donna mora che scosse negativamente il capo con un sorriso cordiale.
L’altra mamma sorrise di rimando, sollevata, accomodandosi sulla panca.
« Arigatou, è una giornata che non mi siedo un attimo! »
Sospirò quella, accennando alla piccola che scrutava curiosa il nuovo compagno.
« Eh già, la capisco. Piacere di conoscerla, Mikoto Uchiha »
Fece la mora, porgendo la mano all’altra donna che sembrò un po’ stupita al sentire il cognome – famoso, gli Uchiha erano un clan talmente importante … – ma che ricambiò allegramente la stretta, sorridente.
« Piacere mio, Akira Haruno. E lei è la piccola Sakura … »
Fece, chinandosi ad accarezzare i sottili capelli della sua bambina, mentre si guardava perplessa intorno.
Quando poi adocchiò una figuretta che trottellava alacremente verso di loro si tranquillizzò.
« … mentre l’altra peste è Sachiko. Su Sachi, saluta »
La ragazzina ferma davanti al passeggino della sorella doveva avere giusto un anno in meno rispetto ad Itachi che la guardava con lo stesso interesse infantile che il fratello aveva riservato a Sakura.
Aveva gli stessi occhi sottili della madre, ma i capelli legati in due codine basse erano leggermente più scuri, tendenti al porpora più che al rosa.
« Konnichiwa! »
Salutò con voce squillante e un sorrisetto appena accennato.
Mikoto sorrise, entusiasta.
«Che amore di bambine! Invece questi due ometti sono Sasuke e Itachi »
Presentò a sua volta i figli, per poi girarsi verso il più grande con un sorriso.
« Su Itachi-kun che ne dici di giocare con Sachiko-chan? Potreste fare amicizia »
Aggiunse, speranzosa.
In effetti il piccolo genietto del Ventaglio non aveva molti compagni oltre il suo pestifero cugino che poi era anche il suo migliore amico.
« Lei è una genin come me »
Buttò fuori il piccolo, piccato, scrutando il sorrisetto della bambina, ora saccente, con diffidenza.
L’aveva vista di tanto in tanto in Accademia, ma non ci aveva mai fatto troppo caso. Sapeva solo che era una neo diplomata come lui, perché l’aveva incrociata tre giorni prima alla festa che c’era stata per i nuovi genin.
Mikoto, che aveva preso sulle gambe Sasuke che tirava una ciocca di capelli della piccola Sakura tutto interessato, sorrise più ampiamente.
« Oh allora vi conoscete già! Meglio, meglio »
« Demo, veramente … »
Iniziò il giovane shinobi, accigliato, provando a spiegarsi meglio visto che, evidentemente, la sua kaa-san non sembrava aver capito.
Ma venne zittito dalla parigrado che, afferrandolo per un braccio, se lo trascinò via senza troppe cerimonie, sotto lo sguardo divertito delle due donne.

§

Quando Itachi riuscì a frenare l’avanzata dell’irruente ragazzina, liberando con uno strattone il suo povero braccio, questa si voltò a guardarlo, truce, le mani ai fianchi.
« Che c’è? »
Il giovane Uchiha non era mai stato un tipo di molte parole, ma ora la situazione richiedeva che desse fondo a tutta la sua inusata capacità d’eloquenza.
« Come ‘che c’è’? Sbaglio o sei tu quella che è impazzita, rapendomi? »
Una smorfia si disegnò sul viso della piccola Haruno che però non perse quell’aria marziale.
« Sbaglio o tu stai parlando un po’ troppo, Uchiha? »
« …! »
Gli zigomi affilati del bambino si tinsero appena di roseo imbarazzo misto a un vago senso di irritazione, così come capitava una volta ogni cent’anni.
Quella bambina era persino più irrispettosa e attaccabrighe – per non dire antipatica – di Shisui.
« Mpf »
Sbuffò, incrociando severamente le braccia al petto.
« Allora, cosa vuoi da me? »
L’Haruno lo guardò sorpresa, inclinando il capo di lato, improvvisamente critica.
« Giocare, come ha detto la tua kaa-san, no? »
Il genin del Ventaglio assottigliò gli occhi scuri, facendo risaltare i lunghi segni neri simili a occhiaie sotto essi – sfido, chiunque le avrebbe avute con una sirena ambulante per fratello! –.
Quella piccola, strana, kuinochi non gliela contava giusta.
« Cosa vuoi veramente »
Per un attimo credette di aver sbagliato valutazione, ma Sachiko cancellò quell’aria di angelico svagamento che la faceva sembrare quasi innocente per cedere il posto a un sorrisino di sprezzante maliziosità.
« Non per nulla sei un genio, Uchiha »
« Itachi »
La corresse nervosamente quello, senza mutare l’espressione pacata sul suo visetto fin troppo severo e adulto per i suoi sette e rotti anni.
Le fini sopracciglia della bambina guizzarono un istante, donandole un aria comicamente confusa.
« Eh? »
L’Uchiha le diede le spalle, appiattendo le labbra sottili. Gli seccava immensamente dove ripetere due volte la stessa cosa.
Già, quella Sachiko ogni secondo che passava era sempre più simile a suo cugino.
Una catastrofe.
« Ho un nome: Itachi »
Quella scrollò le spalle, indifferente.
« Come vuoi, ma sappi, Itachi, che noi due saremo nello stesso team! »
Un brivido di terrore scosse la schiena del bambino, che si voltò, impallidendo, verso la piccola genin.
« Che … chi … come lo sai? »
L’altra scosse nuovamente il capo, chiudendo gli occhi con aria di importanza.

« Non me l’ha detto nessuno, lo so e basta. E ora, giochiamo»

§

Mentre tornavano a casa dal Parco, Mikoto aveva sorriso a un Sasuke addormentato dopo il troppo giocare con la sua nuova amichetta, prima di voltarsi verso l’altro figlio che camminava al suo fianco, silenzioso, come un automa, improvvisamente memore di ciò che doveva dirgli.
«Akira è proprio simpatica, sai? Domani ho invitato lei è le sue bambine per un tè. Rivedrai Sachiko, non sei contento? »
Il ragazzino si era come congelato sul posto, costringendo la madre a fermarsi e voltarsi nella sua direzione, preoccupata.
« Itachi?! Itachi mi hai sentito? Ho detto … »
« H-hai, kaa-san. Sono contentissimo »
Aveva poi esalato il piccolo shinobi con un sorriso forzato e alquanto idiota stampato sul viso.
La donna aveva annuito, guardandolo critica, prima di riprendere a camminare verso il Quartiere Uchiha.
Itachi si era affrettato a raggiungerla, in mente solo un pensiero;

Quella si che era una vera catastrofe!

Angolino di R e d_V a m p i r e

Una nuova raccolta, si lo so, sto male credo si fosse capito, vero? xD
Ma oramai credo di essermi innamorata del mio OC, quindi ecco a voi una raccolta di piccoli pezzi di vita degli Uchiha ( Sasuke, Itachi e Shisui ) e le sorelline Haruno ( Sachiko e Sakura ) dagli albori della loro ‘amicizia’ passando per le varie prove, gli anni, l’evoluzione dei loro sentimenti, lo sterminio del Clan che pone fine a tutto, il tradimento di Sasuke e alla fine la morte di Itachi e tutto ciò che ne consegue.
Per far in modo che Sachiko sia parte integrante della storia, per vederla come uno dei personaggi di Kishimoto e non solo un OC ( speranza esagerata e vana òwò ).
Spero di riuscire a trattarli bene e non fare diventare Sachiko una Mary Sue.
Questa è per chi sta seguendo “Maybe a Dream” e conosce già Sachiko Haruno ( anche se qui la vedremo solo come Sachiko, e non come Sachiko/Alessia ).
Un ultima cosa, da sabato partirò per una (meritata xD) vacanza in Calabria e tornerò fra quindici giorni. Sicuramente lì non avrò possibilità di collegamento ad internet ( purtroppo non sono ancora riuscita a convincere i miei a comprarmi un portatile .___. ) quindi tra oggi e domani posterò un nuovo capitolo della raccolta, e , se c’è la faccio, anche quello nuovo della long.
Al prossimo capitolo, quindi.

Ciaossu!

   
 
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