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Autore: Globulo Rosso    05/08/2010    3 recensioni
Lo sapevi, vero?
Sapevi che prima o poi te l’avrebbe chiesto.
Già ti immaginavi le sue parole, dette con tono perentorio e con sguardo impassibile, cercando di convincerti a non seguirlo.
“Non ci provare, stupido.”

Tonks non vuole affrontare la guerra senza di lui.
E se proprio deve morire, vuole farlo soltanto con lui.
{Vincitrice della sfida contro westlife, all'interno il link}
Genere: Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Teddy Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimers: Harry Potter e i suoi personaggi appartengono a J.K. Rowling e alle case editrici che hanno pubblicato i sette libri. Non intendo in alcun modo avvalermi della maternità di essi.

Utilizzati senza scopo di lucro.
Premessa: questa fanfic ha vinto la sfida contro westlife (La <3) sul forum
Scrivartisti Appassionati;



No Time for Us

 

 

 

L’aria è pesante, umida, ti fa incollare i capelli alla fronte sudata.

Il cielo presagisce tempesta, di tanto in tanto tuoni rimbombano rumorosi, facendoti deglutire.

Sembrano quasi suoni di morte.

Non ti preoccupare, Tonks, non è nulla di che, la Morte.

Ad un tratto ti mancherà il respiro, il mondo cederà il passo alle tenebre, e tu non proverai più nulla.

Vedrai, non sarà doloroso. Non se c’è lui accanto a te.

Come se avesse intuito i tuoi pensieri, l’uomo ti guarda, sospirando.

Gli occhi sono più cupi del solito, e le sue occhiaie appaiono più marcate. Non c’entra assolutamente nulla la sua malattia, come lui continua a chiamarla.

Ha timore, sì, come te.

Ha paura della morte.

   “Ninfadora…”

   “Quante volte ti ho detto di chiamarmi Tonks?”

Lui sorride, un barlume di gioia gli illumina il volto spento per pochi, brevi, attimi.

Ma respiri lungamente, quasi quell’uomo, con la sua espressione rassicurante, ti avesse tolto un macigno dallo stomaco.

   “Sempre la solita, eh?” Ti accarezza stancamente il volto. La mano pallida ti sfiora il ciuffo rosa che ti cade sul viso. Lui ti bacia sulla fronte, e ti abbraccia.

Lo sapevi, vero?

Sapevi che prima o poi te l’avrebbe chiesto.

Già ti immaginavi le sue parole, dette con tono perentorio e con sguardo impassibile, cercando di convincerti a non seguirlo.

   “Non ci provare, stupido.”

Lupin ridacchia, per niente sorpreso da quella frase pronunciata con rabbia.

   “Non voglio che Ted…”

   “Non vuoi cosa? Smettila Lupin! Non voglio più sentire certe storie! Io verrò. Punto.” Ti divincoli dalle sue braccia, stizzita. Vai da lui, l’altra ragione di vita, e prendi tuo figlio in braccio.

Guardare il suo faccino tondo ti rende estremamente felice, quasi non esistesse null’altro.

Solo il piccolo dono che tieni tra le braccia e te.

Eppure li senti, i tuoni. Il loro fragore ti entra dentro e ti fa tremare di paura.

Li vuoi ignorare?

Vuoi ignorare la morte di Albus Silente? Vuoi ignorare il marchio nero, il regime di terrore che aleggia su tutto il mondo?

Lord Voldermort riesce a farti mordere le labbra, timorosa. Non sei il tipo che si rassegna davanti alle difficoltà, e non sei né codarda né sciocca.

Forse è per questo che ti rendi conto di chi hai di fronte: hai paura di lui, perché conosci il dolore che ha provocato. L’hai sentito sulla tua pelle.

Ammettilo, Tonks, quei suoni lugubri di morte che senti nella tua mente fanno vacillare le tue certezze.

Non importa se sei un Metamorfomagus, non importa se sei un Lupo Mannaro, perché nulla di tutto ciò potrà renderti immune alla furia del Mago Oscuro.

Tu senti la Morte avvicinarsi, violenta. Senti la sua presa sul tuo braccio, il suo respiro gelido sulla nuca, il suo odore di cadavere putrefatto.

In fondo te la immagini così, la Morte, giusto?

   “Tonks, per favore, io non voglio perdervi…”

Tu sbuffi, irritata.

   “Smettila immediatamente. E’ una mia scelta. E io voglio stare con te, dove sei tu.” Ti limiti ad alzare le spalle e guardarlo torva, ma di fatto non puoi nascondere a lui ciò che provi.

E sorride, di nuovo. Senti ancora quello strano tepore entrarti nelle viscere e sgravare un po’ di angoscia.

Tieni stretto il fagotto di coperte tra le braccia. Vedi il tuo bambino sonnecchiare, le mani strette in minuscoli pugnetti e la bocca aperta.

   “Se lo faccio, è per lui.” Dici, dando voce ai tuoi pensieri.

E’ vero, ma Lupin lo sa già. Non c’è nemmeno bisogno che tu glielo dica. Basta che lui ti scruti con le sue iridi chiare e già comprende tutto.

   “Anche io. Non voglio che cresca senza un genitore.”  E’ serio, lo si può notare dai suoi occhi.

Non capisci come possa chiederti una cosa simile, e nervosa, risistemi il tuo piccolo nella sua culla.

   “Lupin, io voglio stare con te.”

   “Perché, sciocca? Perché?” Lupin alza la voce, irato. Senti il gemito del tuo bambino, ma lo ignori.

   “Se morirai che senso avrà per me vivere?” Lo gridi con tutto il fiato che hai nei polmoni, le lacrime agli occhi e le braccia incrociate strette sull’addome, come se temessi che il tuo dolore fuoriesca tutto d’un colpo. Non vuoi, no.

Basta riversare la tua ansia su di lui.

Lupin sospira, stanco. Questa volta  non sfuggi dal suo abbraccio, ma lasci che le sue mani si posino sulle tue spalle.

   “Non voglio che tu muoia.” Ti sussurra in un orecchio. Tu scrolli la testa, quasi divertita dalla sua tenacia.

   “Non c’è tempo per noi. Io penso a voi, tu pensi solo a te stessa e al bambino.”

Quella frase ti lascia interdetta, non comprendi il suo significato.

   “Non devi morire con me o per me. Io…Io non potrei mai desiderare una cosa simile. Pensa a te stessa, Ninfadora, e a Ted.”

Come un pugnale, dritto al cuore, quella frase ora ti pare chiara.

   “Vuoi che ti abbandoni? Vuoi che ti lasci combattere da solo quei sudici bastardi?” Il bimbo geme ancora, oramai sveglio per via delle tue urla.

   “Voglio che tu viva, Tonks!”

Ti mordi le labbra, furiosa. Senti ancora un tuono spaccare il cielo, potente.

   “Te l’ho già detto, se non ci sei che senso ha per me?” chiudi il discorso, alzando le spalle, improvvisamente liberata da quella rabbia che ti contorceva le budella.

La sua risata risuona soave, e non puoi non sorridere. Lupin è fatto così: ride per sdrammatizzare, cerca in tutti i modi di far sentire le persone a proprio agio.

Lo sai, Tonks, che la guerra porta con sé solo la morte.

Lo sai, Tonks, che Lord Voldemort non avrà pietà per nessuno.

Lo sai, ma stringi i pugni e vai avanti.

Finché avrai lui, anche quei suoni di morte sembrano più facili da ignorare.

In fin dei conti, ti rimane la speranza.

Magari i buoni vinceranno.


 

  
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