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Autore: angkor    05/08/2010    2 recensioni
E' passato qualche mese dall'incubo dei Creed.Ma non è finita... "Fu allora che lo vidi: un uomo, con la barba, mi fissava ..."
Genere: Horror, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Mi risvegliai intontito nel mio letto, e notai subito che seduta su una poltrona c’era mia sorella Hannah: dall’espressione stanca e sofferente capii che non doveva aver dormito molto.
“Hannah, cosa ci fai qui, non aiuti mamma? Ehi, aspetta, quanto ho dormito?” le chiesi cercando di mettermi seduto; purtroppo fui bloccato da un intensa fitta alla testa che per poco non mi fece perdere i sensi.
“ No, Carter” esclamò subito preoccupata Hannah, “non fare sforzi, potresti peggiorare la situazione: hai ricevuto una forte botta in testa” disse cercando di giustificare il suo atteggiamento.
“Non sono morto … scusa” cercai di sdrammatizzare, ma l’espressione di mia sorella mi fece morire il riso in gola. “Carter, poteva andare molto peggio” ribattè lei, e subito riprese “ secondo il medico la mancanza di luce ti ha fatto perdere l’equilibrio; la porta si era chiusa, quindi forse tentando di aprirla sei caduto dalle scale”.
“E’ molto probabile” asserii io che però mi ricordavo quasi perfettamente l’accaduto: forse era meglio non dare altri dubbi alla mia famiglia nei riguardi della mia sanità mentale. “Già; ora è meglio se ti riposi un po’, mamma e papà saranno contentissimi che tu ti sia svegliato”, stava per andarsene quando la bloccai.
“Hannah?” esordii, “Sì?” rispose lei: “Grazie per esserti preoccupata per me” la ringraziai tutto d’un fiato. “Anche se mi credi stupida e superficiale, sei comunque mio fratello, e ti voglio bene” concluse lei aprendo la porta. Fu un attimo: una massa informe sbucò dalla porta e saltò sul mio letto.
“AHHHHHHH!!!!!” gridai terrorizzato saltando in piedi dalla paura, dimenticandomi per un attimo di avere testa e spina dorsale fuori uso: me ne pentii quando esplose il dolore. “PORTA FUORI SUBITO QUELLA BESTIACCIA!!!” gridai fuori di me: il misterioso essere era un gatto, razza animale da cui ero ossessionato fin da piccolo.
“Mio Dio, chi l’ha portato in casa?” esplose mia sorella prendendolo in braccio con disgusto e portandolo fuori: ovviamente dietro tutto questo c’era Shirley. “Quante volte ti abbiamo detto che non vogliamo queste bestie in casa?” urlarono i miei genitori rivolti verso la bambina; era assolutamente vietato portare in casa quegli animali.
“ Scusate, ma era così carino …” rispose visibilmente in colpa lei; i suoi grandi occhi azzurri si erano velati di lacrime.
“Non devi preoccuparti, sorellina, non importa” cercai di tirarla su trascinandomi dolorante verso di lei, e mi voltai un momento verso la bestiaccia cercando di superare il disgusto: era solo un gatto spelacchiato e insanguinato, ma ciò che mi colpì di più era il colore dei suoi occhi. Rosso. Come l’inferno.
“CARTER!” sbraitò mia madre vedendomi in quello stato, e, soprattutto, sveglio, “torna subito a letto, per l‘amor del cielo!”, e detto questo mi riaccompagnò in camera.
Forse fu solo una mia impressione, ma lo sguardo dell’essere si fece per un momento cattiva, e notai un riflesso giallo nei suoi occhi. Non me preoccupai più di tanto, e, non appena toccai il cuscino, tornai tra le braccia di Morfeo.


NOTE: Ciao a tutti! Ringrazio innanzitutto Vi Vanish per le sue recensioni, e pure coloro che mi stanno seguendo: avete notato? Il gatto è lo stesso del romanzo (sarà lui a far scoprire al protagonista il cimitero degli animali maledetto!)! Grazie ancora, e a presto
  
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