Harry
Potter e la nuova profezia
L’Ordine si ingrandisce
Era una calda serata estiva ed in Privet Drive, e al numero quattro tre persone stavano cenando, Petunia Dursley il marito il figlio oramai sedicenne stavano consumando ciò che pareva una frittata di soia, erano stranamente silenziosi, non si stavano lamentando del vicino che annaffiava alle tre del mattino o del cane che mangiava nel loro giardino.
No.
Anche se non lo avevano mai dato a vedere in quei lunghi quindici anni loro
volevano bene al nipote, il quale in quei giorni era disteso sul letto con lo
sguardo vacuo di chi non sa perché ancora è lì, quando altri non ci sono più.
Gli
zii erano infatti venuti a sapere che il padrino del ragazzo era morto, questo
li aveva inspiegabilmente portato a rivelare i veri sentimenti che provavano per
lui, gli volevano bene ovviamente, ma erano stati comprensivi e il passato dei
Potter era venuto a galla.
Petunia
aveva dato a Harry tutte le foto che aveva di Lily, e anche qualcuna di James,
Vernon gli aveva comprato dei bellissimi portafoto, ma Dudley aveva fatto più
di tutti, aveva smesso di stuzzicarlo e aveva creato una sorta di rapporto
amichevole, quando era di buon umore saliva
le scale e andava dal cugino pregandolo di spiegargli alcune cose sulla magia, sul quidditch e del mondo a cui
Harry apparteneva.
Dal
suo canto Harry aveva sorriso ringraziato e spiegato e di recente era anche
sceso a cena e intrapreso una bella conversazione con gli zii sul lavoro che lui
voleva fare da grande, e aveva incitato Dudley a spiegare che lavoro voleva fare
lui.
Ma
quella sera erano due mesi che era morto Sirius, era davvero triste.
-Vernon,
forse dovremmo contattare dei suoi amici- propose Petunia guardando speranzosa
il marito
-Si,
d’accordo...ma non quei...Weasley...al massimo quella ragazza boccolosa, quella...ah
si...Hermione...ha genitori normali- disse Vernon che, anche se aveva cercato di
aprrezzare i maghi, non era poi cambiato
molto
Petunia
sorrise e ricominciò a mangiare la sua porzione di frittata.
Intanto
in camera Harry Potter era disteso sul letto, lo sguardo assente guardava il
soffitto, ma pareva superarlo, era come al solito immerso in cupi pensieri,
quando in quel momento un ticchettio insistente alla finestra lo destò.
Si
alzò stancamente e si diresse verso di essa, tre grandi gufi e una sorta di
pallina con becco e ali entrarono e posarono sul letto molte lettere. Sorrise.
Si sedette sul letto che cigolò, e si dedicò all’apertura di quei documenti,
il primo era di Hermione.
Ciao
Harry,
Come
stai? Ti sembra una domanda assurda, lo so, come puoi stare del resto? Male, mi
spiace non essere li con te, vorrei esserci, so solo che verrai presto qui, a Grimmauld
Palace...si lo so che non ci vuoi tornare, ma devi Silente ha grandi novità per
molti di noi, e poi c’è Ron!!!
Ti
voglio bene e sappi che sono sempre vicino a te, tua Hermy
Come potavano farlo tornare là? Si chiese il ragazzo sgomento...dopo che Sirius era morto, morto per colpa sua...no!!
Non
poteva sprofondare di nuovo nell’auto depressione, si costrinse ad aprire la
lettera, questa era di Ronald, il suo migliore amico.
Harry,
Su
con la vita tra tre giorni ci vediamo!!!
Non pensare Felpato…però Lupin ti ha mandato un grosso pacco per il tuo compleanno, sai era in missione, l’ha spedito poche ore fa, era molto grande arriverà tra poco!!!
A prestissimo Ron
Un
pacco, Harry si alzò e guardò il buio della notte, la sua vita era cambiata, e
nessuno sembrava averlo notato, beh d’altronde loro non sapevano niente della
profezia, certo immaginavano che qualche cosa l’avesse turbato molto, ma
non lo sapevano.
“Forse
è colpa tua, dopotutto non sono loro che hanno chiesto di non saperlo” pensò
aprendo un’atra lettera, era della signora Weasley e come le altre lo invitava
a rimanere su di morale, “Facile sapendo che un pazzo furioso ti da la caccia
e che fra qualche anno avrai ucciso il mago più forte del mondo… oh più
probabilmente sarai caduto nel tentativo…davvero una semplice” pensò il
ragazzo gettando le lettere sul letto, aprì distrattamente le altre lettere,
sorrise quando lesse tutte quelle dei suoi compagni di casa, commenti del tipo:
Stai su, mi manchi, come butta?, A presto spero che resteremo sempre amici, sei
grande…. E così via.
Alcune lettere erano anche dai Tassorosso e dai Corvonero, una in particolare, Cho, sorrise quando vide la sua scrittura, ma nulla di più, certo era una bella ragazza, ma ora, anche se provava ancora qualcosa per lei, aveva altro a cui pensare.
Lesse
la lettera di Silente, lo invitava a venire a Grimmauld Palace e diceva che una
scorta lo sarebbe venuto a prendere. Sbuffò. Lui sapeva. Lo sapeva e lo
trattava esattamente come un bimbo di qualche mese, per di più lui lo riteneva
colpevole delle morte del suo padrino, era colpa sua se non era diventato un
Occlumante, era colpa sua se quei sogni l’avevano tormentato, era colpa sua se
non sapeva della profezia, colpa sua, non lo avrebbe mai perdonato, è vero, ma
ormai Silente era ciò che più si avvicinava ad un padre e anche dopo tutto ciò
che aveva combinato gli voleva un gran bene. Fin troppo.
In
quel momento, ad interrompere i suoi pensieri, un enorme fenicottero planò
nella stanza di Harry, impressionandolo, portava un grosso pacco e una bella
lettera.
-Lupin-
sussurrò il ragazzo liberando l’uccello rosa dal grosso pacco, aprì la
lettera.
Ciao
Harry,
So
che non è affatto facile per te!!! So della profezia, lo sapeva anche Sirius,
ecco, nel pacco troverai le foto dei Malandrini ai tempi d’oro, guardale, e
leggi quel piccolo libro, sono i nostri ricordi, un diario, ora tuo...
Con
affetto Remus Lupin
Harry
aprì subito il pacco, dentro vi erano moltissime foto, c’era
quello che pareva il primo giorno di scuola dei tre ragazzi, James aveva
le mani nei capelli, Sirius sbuffava spostando un voluminoso baule e Remus
rideva, Harry scoppiò a ridere, la seconda foto mostrava una grande coppa del
quidditch, sollevata dai tre amici, James aveva un bel livido sullo zigomo,
Sirius era molto malmesso, Remus era spettinato e come gli altri sorrideva e
salutava, nella terza c’era un cervo, un cane e un lupo mannaro, poi foto di
scuola, corsi, ragazze, sua madre, i nonni materni di Harry, la famiglia di
Sirius, molte altre cose.
Harry
sistemò le foto, poi estrasse il diario.
2
Agosto,
Ciao,
ehi è già un mese che non ci vediamo, oggi niente di nuovo, mi mancate, tutti
e due, e lei… tanto so che appena leggerete, beh forse non te Rem, ma te si
Felpato, scoppierete in una fragorosa risata e dirai che con lei non ho
speranze, mi odia! E io spero, come tutti del resto e la conquisterò…. Ehi
non vedo l’ora di scorrazzare in giro per Hogwarts con voi!!!!!
By
Ramoso
Era
un diario in comune, Harry lo mise nel baule e si preparò, tra tre giorni
sarebbe partito, perché lui viveva loro no, e lui aveva un destino da portare a
termine.
Glielo
doveva.
Finito
di preparare la valigia, scese in cucina, gli zii lo guardarono disorientati,
poi gli fecero cenno di sedersi, obbedì.
-Fra
tre giorni vado a Grimmauld Palace-
annunciò
-Ma
non è la casa del tuo padrino?- chiese Dudley sbalordito
-Lo
è. Ma è anche il quartiere dell’ordine e io…devo andarci- disse senza
mezzi termini
-Vai-
Vernon si alzò e gli mise la mano sulla spalla –Se è quello che devi fare
devi farlo-
-Già,
tu sei il prescelto- disse Petunia, mentre le lacrime le solcavano il volto
–Tu divi farlo anche per noi, noi babbani, devi sconfiggerlo-
-Lo
farò per mio padre e per mia madre e per Sirius- assicurò il ragazzo, poi li
abbracciò.
Tre
giorni passarono velocemente, ed il venti Agosto oramai era giunto, quel giorno
Harry sarebbe tornato nella casa del suo padrino.
Suonò
il campanello e Dudley si precipitò ad aprire. Alla porta c’era una ragazza
dai capelli ramati e dai teneri occhi color nocciola.
-Mi
chiamo Ginevra Weasley…Harry è pronto?- chiese la ragazza sorridendo
amabilmente
-Si
è qui….Harry- chiamò Dudley, il ragazzo dagli occhi smeraldo arrivò subito
e abbracciò d’impulso l’amica, che arrossì.
-Ti
faccio notare che ho un ragazzo Harry- disse sorridendo
-Scusa
è che mi mancavi…ecco tutto- entrambi si stupirono delle parole uscite dalla
bocca del ragazzo –C-cioè nel senso che mi mancavi come…come…-
-Amica-
lo aiutò Petunia –Ciao, sono la zia di Harry-
-Piacere-
rispose Ginny stringendogli la mano –Ginny-
-Beh
controlla il nostro Harry, Ginny, e riportacelo- disse la donna sorridendo, poi
dopo averlo abbracciato la porta si richiuse e si sentirono solo le lacrime di
zia Petunia dall’ingresso.
-Allora…Andiamo?-
Poco
più tardi erano davanti al Grimmauld Palace.
-Se
non sei pronto…- Ginny non sembrava trovare le parole più adatte, Harry le
sorrise, rassicurandola
-No,
entriamo- i due solcarono l’atrio e sorrisero vedendo che l’antico ritratto
della signora Black era stato rimosso, Ginny guidò Harry nella sala riunioni,
entrarono.
-Eccoci
qui- disse la ragazza appena entrata
-Bene Ginny- disse Silente sorridendo –Siamo qui riuniti per nominare altri membri dell’ordine, ho già presentato alla corte i nomi dei candidati, se qualcuno si oppone lo faccia ora- nessuno parlò, in compenso Harry lanciò un’occhiata confusa ai suoi amici, che risposero con la stessa espressione, era evidente che nessuno ne sapeva niente
-Albus
sono così giovani- la voce della signora Weasley ruppe il silenzio
-Molly
cara…ne hanno tutto il diritto- disse secco il signor Weasley mettendole una
mano attorno alle spalle
-Bene…procediamo…
Vorrei presentare a voi cari membri i nuovi rappresentanti dell’ordine, nel
momento in cui li chiamerò dovranno venire avanti e rispondere, iniziamo:
Harry
Potter-
Il
ragazzo aprì la bocca e poi la richiuse, si alzò e si avvicinò al professore
che gli sorrise.
-Tu
accetti di diventare membro dell’Ordine, accetti di combattere Voldemort finché
la morte non te lo impedirà?- chiese con voce solenne
-Io
si…accetto- disse semplicemente
-Benvenuto-