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Autore: Merope    29/09/2005    5 recensioni
Ancora urla, ancora grida. Da qualche giorno a questa parte non si sentono che urla. E’ insopportabile. Lei lo prega, gli grida contro che è un insensibile, che non capisce, che non può farle questo. Piange. Lui nemmeno la guarda, e le poche occhiate che le rivolge sono di fredda indifferenza.
Genere: Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ancora urla, ancora grida. Da qualche giorno a questa parte non si sentono che urla. E’ insopportabile. Lei lo prega, gli grida contro che è un insensibile, che non capisce, che non può farle questo. Piange. Lui nemmeno la guarda, e le poche occhiate che le rivolge sono di fredda indifferenza.

Osservo mia madre, in piedi in salotto, alla fine di uno dei più cruenti litigi che abbiano mai avuto, questa volta anche lui le aveva gridato contro terribili cose. Lo sguardo di mia madre è glaciale, i capelli biondi sono leggermente disordinati, e si può leggere in lei un’espressione di rabbia, odio, rancore e… malinconia. Non l’avevo mai vista così, non avevo mai visto Narcissa Malfoy ridotta in questo stato, lei che è sempre stata così bella, così elegante, così orgogliosa.
Un orgoglio che sembra venire a mancare, adesso, mentre si rivolge a mio padre a bassa voce.

"Lucius…" le sue mani sono strette con forza sullo schienale di una sedia davanti a lei, e tremano.
Mio padre non sembra volerla ascoltare. E’ seduto all’altro capo della lunga tavola, intento a scrivere chissà che cosa su una pergamena. Non alza lo sguardo, pare che faccia finta che lei non esista.

Ma io la vedo, seduto come sono su una poltrona in salotto, poco distante da loro, la vedo ed una strana fitta mi prende lo stomaco. Vedo i suoi occhi, che non brillano più di quella gelida ed orgogliosa luce che li contraddistingueva, la guardo e quasi non la riconosco più.

E Lucius Malfoy non se ne accorge. Non ha sprecato tempo, una volta uscito da Azkaban, a promettere me, Draco, a Voldemort come suo servitore. Il Signore Oscuro l’ha aiutato ad uscire da quella maledetta prigione, e lui per sanare in parte il suo debito gli ha ceduto me, suo figlio.

Ed io non ho detto niente, ho semplicemente accettato la realtà dei fatti, ho accettato le scelte che mio padre aveva fatto per me. Perché lui mi ha sempre insegnato a prendere al volo le occasioni che più possono volgersi a nostro vantaggio. Ed in quel caso ci avrebbe uccisi, se lui non avesse fatto qualcosa, se non mi avesse offerto come Mangiamorte. Il Signore Oscuro accettò, era deliziato di avere un erede dei Malfoy, un altro, sotto il suo dominio, e mi fece dire che di lì a poco sarebbe giunto il giorno della mia iniziazione. La prossima settimana sul mio avambraccio verrà impresso a fuoco il Marchio Nero, terribile tatuaggio che mi ricorderà chi sono, che cosa devo fare e da che parte sto, se mai ce ne fosse bisogno. Il Marchio che mi contraddistinguerà per quello che sono e che non ho scelto di essere, segnerà una scelta che non ho fatto, ed alla quale non riesco a ribellarmi.

Ma mia madre sì. Lei non accetta questa decisione, non vuole che io passi dalla parte di Voldemort, ha paura per me.

"Lui è il mio unico figlio, Lucius…" E’ distrutta, la sento, sento la sua voce rotta da un pianto che sta per esplodere, ma non cede, mia madre. Continua a guardare suo marito a testa alta, con più coraggio di quanto in realtà ne abbia.

Mio padre lentamente alza il capo, soffermandosi su di lei e guardandola come se fosse il più umile e schifoso dei nostri elfi domestici. Il suo sguardo è freddo, indifferente, cattivo.

"Ho già preso la mia decisione, Narcissa, e non permetterò a niente e a nessuno di influire su di essa. Pertanto smettila con queste inutili urla e schiamazzi, non fai che infastidirmi."

Questo è davvero troppo per lei. Inspira a fondo, lanciandomi un’occhiata veloce, per poi tornare su mio padre. Lo sguardo che gli rivolge sembra essere un ultimo, disperato tentativo di proteggermi, uno sguardo colmo di preghiera, di una donna che ancora non vuole arrendersi. Così, silenziosamente, solo guardandolo, gli sta facendo un’ultima richiesta di tornare sui suoi passi, di cambiare idea, di salvarmi.

Ma Lucius non capisce, o fa finta di non capire, le rivolge un’ultima occhiata gelida, colma d’odio e silenzioso torna sulla sua pergamena, senza dar retta alla moglie.

Osservo mia madre, gli occhi le si riempiono di lacrime, due lacrime che non riesce a trattenere e che cadono sulle sue guance veloci, fermandosi all’altezza del mento. Continua ad osservare mio padre, ma lui non le dà retta. Senza aggiungere una parola mia madre, sconfitta, si volta.
"Non te lo perdonerò mai, Lucius Malfoy." Pronuncia prima di prendere il passo ed uscire dalla stanza velocemente. Sento i suoi passi allontanarsi dalla sala, dirigersi forse verso le stanze superiori, finchè l’eco dei suoi tacchi non va via via scemando, fino a scomparire. Continuo ad osservare la soglia dalla quale mia madre è uscita per un periodo imprecisato di tempo. Forse cinque minuti, forse mezz’ora. Non riesco a formulare un pensiero coerente, per la prima volta nella mia vita non riesco a capire cosa voglio. Io che ho sempre chiesto, e sempre mi è stato dato. Io, Draco Malfoy, sono confuso.

"Vai in camera tua." Pronuncia la voce decisa di mio padre. Mi giro, destandomi dai miei pensieri inesistenti, e lo guardo. E’ ancora chino sulla sua pergamena su cui sta scrivendo qualcosa molto lentamente. Sospiro fra me e me, non posso disobbedire ad un suo ordine, non ho voglia di farlo arrabbiare. Esco dal salone, dirigendomi verso la mia stanza al piano superiore.

Salgo le scale in silenzio, senza riuscire a pensare a nulla di concreto, nulla che abbia senso. Al piano superiore i corridoi sono bui, non ci sono finestre e le torce accese mandano debolmente la loro fioca luce. Mi fermo in mezzo al corridoio, proprio davanti alla porta della stanza in cui c’è mia madre. La sento singhiozzare e mormorare parole che non riesco a capire, arrabbiata e delusa. Sospiro, alzando la mano a mezz’aria e posandola sulla maniglia della porta, intento ad aprirla, ma mi blocco. Non ci riesco, non riesco ad entrare in quella stanza, andarla ad abbracciare come quando ero bambino e dirle che le volevo bene.

Non ci riesco più, sto diventando come lui e questo mi spaventa. Eppure non riesco a ribellarmi.

Mi chiudo in camera mia e mi butto sul letto. Sono silenzioso, penso. Una cupa malinconia s’è impossessata di me. Non perché fra poco sarò Mangiamorte, no, di quello non mi importa. Ma per averla vista così. Lei, l’unica persona che realmente rappresenti qualcosa per me, l’unica alla quale sia mai importato di me, l’unica persona che nella mia infanzia mi abbia preso in braccio, mentre mio padre non c’era e non poteva sgridarla, e mormorato dolci parole all’orecchio, l’unica dalla quale io abbia mai ricevuto amore. Un amore che io non riesco ad esternare, un amore che mio padre con i suoi atteggiamenti gelidi ha soppresso e nascosto da qualche parte nel mio animo.

Un amore che vorrei dimostrarle, un amore con cui vorrei ringraziarla per essere quello che è, per proteggermi con le sue poche forze che ha, per interessarsi a me veramente.

Io, Draco Malfoy, amo mia madre, ma non riesco a dirglielo.

E ciò mi distrugge.

~•˜•~† ~•˜•~ 

Non si può non amare Draco Malfoy, con tutti i suoi difetti.

Un bacio

"Merope"
Lady Malfoy

  
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