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Autore: Oz_    05/08/2010    1 recensioni
Primo capitolo delle avventure di Alfred ed Arthur, in questo capitolo Alfred si ritrova a gestire un amante furibondo, anche se non sa bene il perchè. Con l'aiuto di Francis riuscirà a riconquistare l'inglese?
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Francia/Francis Bonnefoy, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Oz si cimenta in una nuova serie di avventure, stavolta con protagonisti fissi, Alfred, Arthur e il caro Francis... Questo è progettato come il primo episodio della serie, ma si spera di farne altri. Buona lettura!

Oz: mamma mia... come sono stata seria... ad ogni modo, vorrei dedicare questa serie a Yusaki, mia inseparabile correttrice di puntini!! Ti prego... abbi pietà di me... non uccidermi nel sonno...



Le avventure di Alfred & Arthur : Alfred il mandriano



La sala da pranzo di Arthur era avvolta nell'oscurità, solo il bagliore di quattro flebili candele illuminavano l'ambiente, Alfred era seduto a capo tavola con un bavaglino attorno al collo per evitare di sporcarsi maglietta e pantaloni. Non sapeva bene cosa lo aspettasse, sapeva solo che Arthur lo aveva accolto in sala da pranzo, lo aveva fatto sedere e aveva preso precauzioni per i panni sporchi che poi avrebbe dovuto lavare lui.

<< AAAAAAAAAAAAAAAAArthurrrrrrrrrrrrrrrrrrr... posso togliermi il bavaglino? >>

<< scordatelo... le macchie di hamburger sono tremende da togliere.. ho dovuto mandare tutti i tuoi vestiti in tintoria... >>

<< uffi... >> era irrequieto, così si alzò e andò nella sua vecchia stanza. Sulle pareti era disegnata la sterminata distesa del far West con tanto di indiani e cowboy che si combattevano sullo sfondo. Sul suo vecchio letto il pupazzo di Custer, il suo fedele coyote lo guardava con sguardo languido. Si sdraiò sul letto, che ormai gli andava piccolo e osservò il soffitto. Sognando di essere un valoroso Cowboy che difendeva l'onore di fanciulle e all'occasione di fanciulli indifesi. Fu quando sentii il passo inferocito di Arthur lungo il corridoio che si riprese dalle sue fantasticherie e tentò una mimetizzazione di fortuna. Scaraventò il palo della lampada in un angolo e si calcò il paralume sulla testa rimanendo immobile lungo la parete.

Se non ti muovi non ti può vedere, se non ti muovi non ti può vedere Al..!” continuava a ripetersi sottovoce.

<< Che ci fai travestito da lampada Alfred? >>

<< se non ti muovi non ti può vedere.. è solo uno sporco trucco per farti uscire allo scoperto... >>

<< Brutto idiota!! >> lo scaraventò sul letto con tutta la forza che aveva in corpo << quello funzionava con i T-rex!!! Piuttosto che diavolo ci fai qui? Dovevi essere giù a tavola... >> pronunciò l'ultima frase in un sussurro << doveva essere una sorpresa... >> disse sistemandosi i capelli dietro l'orecchio. Alfred, si accorse solo in quel momento che Arthur era vestito da cameriera. La gonna nera gli ricadeva a balze appena sotto il bacino, lasciando ben poco all'immaginazione. La coroncina di pizzo gli incorniciava i capelli biondo cenere tenendoglieli lontani dalla fronte, il petto era nudo, salvo un papillon nero allacciato sul collo.

<< Oh Arthur... >> disse prendendolo per mano e attirandolo a se....<< Perché sei vestito da cameriera? >> Arthur s'irrigidii trattenendosi dall'uccidere il compagno. Ma guardando la sua faccia, sinceramente dubbiosa si rilassò e avanzò sul letto verso di lui cingendogli il collo.

<< volevo che fosse una serata speciale... >> disse morsicchiandogli un orecchio

<< ooh... lo sarà... >> lo cinse per i fianchi e lo sollevò senza sforzo mettendoselo sulle ginocchia

<< mi sono scordato di dirti una cosa... >> disse Alfred sbottonando la gonna di Arthur con sguardo lupesco

<< che cosa? >> disse ansimante Arthur. Non sapeva spiegarsi come quell'idiota gli scatenasse una simile reazione, il solo averlo vicino lo faceva arrossire, accelerare il battito, sudare dall'emozione.

<< sei la cameriera più sexy che io abbia mai visto... >> gli sfilò la gonna appoggiandolo con la schiena sul letto e mettendosi su di lui.

<< Alfred... >> disse ansimando mentre l'americano armeggiava curioso sotto le sue mutande << si fredderà la cena... >>

<< non fa niente... tanto avrebbe sicuramente fatto schifo... >> appena lo disse gli si serrò un groppo in gola << scusami Arthur... non volevo... cioè è vero che il tuo cibo fa schifo... >>

<< ti stai impantanando... >> disse Arthur guardandolo con aria seria

<< scusa... >>

Arthur sospirò scuotendo la testa, non sapeva spiegarsi come nonostante tutto continuasse a stare con quel cretino. Non sapeva come potesse ancora arrabbiarsi, di quello che gli diceva l'americano dopo tutto questo tempo. Sapeva che non poteva andare avanti così, ma non aveva voglia di pensarci in quel momento. Voleva solo abbandonarsi alla passione,chissà che il problema non si risolvesse da solo.

<< vieni qui... >>disse strattonandolo per il bavero della giacca e attirandolo a se.

<< non sei arrabbiato? >>

<< stasera no... >> lo baciò con più passione del solito, svuotando la mente da ogni preoccupazione. No quella sera niente lo avrebbe fatto arrabbiare. Iniziò a slacciare la camicia di Alfred con una bramosia innaturale, non voleva controllarsi quella sera, voleva solo essere suo. L'americano era perplesso, non sapeva se assecondare la bramosia innaturale del compagno o fermarsi, sicuro che fosse una trappola. Doveva cercare di capirlo senza insospettire Arthur. Che problema vuoi che fosse?

<< è una trappola? >> chiese deciso ad Arthur che decisamente non era nella posizione di rispondergli. Era chino sotto di lui, ansimante e voglioso, il membro eretto, il viso sconvolto da un famelico bisogno. Riuscii solo a concedersi un sussurro sommesso.


<< io prima o poi ti ammazzo. >>

<< a... ma allora tutto ok! >> Arthur si ricordò ancora una volta la prova che si era prefisso. Resistere alla tentazione di ucciderlo. Ma quel pensiero svanì come ogni altro prima di quello quando Alfred si chinò sopra di lui, gli sussurrò parole si scuse così dolci all'orecchio ed ebbe soddisfatto i suoi famelici bisogni che Arthur non poté fare altro che dichiararsi sconfitto su tutta la linea.


-la mattina dopo


Era valsa la pena portare pazienza. Quella mattina Arthur si sentiva particolarmente bene, era soddisfatto di se e del suo autocontrollo, in più Alfred, forse perché si sentiva in colpa non era partito, anzi era rimasto fermo tutta la notte accanto a lui. Avevano dormito abbracciati, la testa di Arthur sul petto di Alfred, la mano di lui attorno alla sua vita, si sentiva protetto. Aveva i capelli scarmigliati, il volto totalmente rilassato. Era così bello quando non parlava. Ma quella magia durò per poco perché Alfred iniziò a mugugnare qualcosa nel sonno.

<< no... no... >> diceva scuotendo energicamente la testa sul cuscino. Arthur amava osservarlo mentre dormiva, aveva sempre pensato che rivelasse chi fosse davvero una persona. Quella mattina poi, ogni mugugno gli sembrava particolarmente carino,non particolarmente utile visto che la maggior parte riguardavano gli hamburger. Si strinse maggiormente a lui accavallando una gamba sulla sua. Fu in quel cambio di posizione, che Arthur si accorse che il piccolo eroe.. ok... il piccolo grande eroe, ma si dai.. il valoroso eroe di Alfred era sull'attenti. All'inizio sorrise sperando che fosse stato quel lieve contatto ad eccitare il compagno. Fu solo dopo un mugugnio sommesso che Arthur si rese conto che non era così.

<< oooh... Francis... si...si... siiii... >>

FRANCIS???? stava facendo uno stramaledettissimo sogno erotico solo su Francis e non su di lui???

tentò di mantenere la calma ma con scarsi risultati, provò a ripetersi che magari non era un sogno erotico ( se certo), che magari Francis gli aveva offerto un hamburger (sicuramente) e che di li a poco sarebbe arrivato anche lui nel sogno di America.

<< oh...si Francis così...ancora... >> sicuramente si stavano mettendo d'accordo sulla cottura degli hamburger (contaci). Si si era sicuramente così.

<< Francis... Francis... >> probabilmente il francese si era dimenticato la carne sul fuoco

<< gli hamburger...due con cipolla e uno con ketchup >> Arthur sorrise, non c'era niente di cui preoccuparsi, stavano solo parlando di hamburger

<< oh mio dio sei divino... >> nel preparare gli hamburger. Aggiunse mentalmente Arthur.

<< a.. si... siiiii...Francis... chi guardi? >>in questa fase l'inglese cominciava ad avere difficoltà di autoconvincimento.

<< a... c'è anche Inghilterra... >> ecco.. finalmente era arrivato il suo momento.

<< no...Francis... non possiamo davanti a lui... >> ovviamente l'americano stava respingendo il francese..(ovviamente)

<< appartiamoci in camera... >> fu in quel momento, che Arthur capii...avevano lasciato gli hamburger in camera.. che sciocco era stato a dubitare di America! No era troppo anche per un sogna fatine come lui... era inferocito, la faccia gli era diventata quasi viola dall'ira che covava. Stavolta era davvero troppo...

<< SVEGLIATI B******O!! IO TI AMMAZZO, T'INVADO E TI SPARTISCO, TI VENDO ALLA RUSSIA, TI LEGO AD UNA ROLLES ROICE E TI TRASCINO SUI CARBONI ARDENTI!!!! TI MASSACRO MALEDETTA P*****A!!!! FUORI DAL MIO LETTO!!!!!!!!! >> Si precipitò giù dal letto carico di furore << cos'hai da dire a tua discolpa? >>

<< gnanmmansf...zzzz... >> non ci poteva e non ci voleva credere stava ancora dormendo!!!

<< E ASCOLTAMI QUANDO TI PARLO!!! >> lo scaraventò giù dal letto facendolo cadere bocconi sul tappeto con gli astronauti. Voleva proprio sapere cosa avrebbe detto a sua discolpa.

<< Hey... ciao Arthur... sei già sveglio? >> questo era decisamente troppo, la sua pazienza aveva un limite per quanto alto potesse essere. Si portò una mano sugli occhi tentando di respingere le lacrime di tristezza che stavano velocemente scacciando l'ira.

<< fuori di qui... >>

L'americano rimase perplesso. Non aveva mai visto Arthur così infuriato

<< Arthur... che dici... >>

<< fuori di qui... >> aveva gli occhi lucidi, si stava trattenendo dallo scoppiare in lacrime e richiedere un suo abbraccio, nonostante fosse arrabbiato con lui. Notò lo sguardo dell'americano e riprese il controllo di se stesso. Non l'avrebbe avuta vinta. << adesso!!! >> sbatté la porta e percorse di corsa il corridoio, rifugiandosi in camera sua. Qualche minuto dopo l'americano bussò alla sua porta

<< Arthur... >>

<< va via... >>

<< Arthur... per favore fammi entrare... parliamone...non ho idea del perché tu sia arrabbiato con me >>

<< per favore... va via... >>

<< A... >>

<< VA VIA HO DETTO!!! VAI FUORI DI QUI... >>

Alfred rimase immobile davanti alla porta, la testa addossata alla porta

<< ho detto di andartene! >> a quanto pare l'inglese lo aveva sentito.

<< vado vado... >>

scese rapidamente le scale inciampando qua e la per la troppa fretta. C'era solo una persona che poteva aiutarlo.


<< Alfred!! Che ci fai qui? >>

<< ho litigato con Arthur....ho bisogno di un consiglio Francis >>

Il francese era seduto sul divano, un bicchiere di vino in mano

<< Alfred Alfred...lo sai come sei fatto... avrai fatto il deficiente come il solito... >>

<< io non ho fatto un bel niente...>> lo guardò sospirando << adesso ti racconto... >>

continuò per circa mezz'ora, l'americano non voleva tralasciare niente

<< gli hai detto che il suo cibo fa schifo? >>

<< andiamo Francis...è vero... >>

<< oltre al fatto che tu, non hai diritto di parola in merito al cibo... ma poi che diavolo ti è saltato in mente... non puoi dire ad Arthur che cucina da schifo... non è carino... la prossima volta sta zitto e fingi un malore come faccio io... >>

<< e fingere un malore è carino????!! >>

<< o fingi un malore o ti becchi una lavanda gastrica...comunque va avanti... >>

<< beh.... che ti devo dire proprio tutto...? >>

<< è mezz'ora che ti sto ascoltando per arrivare a questo punto... adesso ti vuoi fermare? >>

Alfred arrossì proseguendo col racconto

<< che ne pensi Francis... non credo che si sia arrabbiato per il cibo no? >>

si voltò verso il francese, sobbalzando

<< si può sapere per quale assurdo motivo sei nudo??!! >>

<< beh sai com'è... >> disse il francese appoggiandogli la mano sulla gamba

<< no...non lo so com'è... >> disse l'americano togliendo la mano del francese dalla sua gamba

<< e allora te lo spiego io... >> gli riposò la mano sulla gamba, stavolta andando più su guardandolo con sguardo inequivocabile. L'americano rimase immobile come se aspettasse davvero una spiegazione

<< allora? >> disse alla fine

<< allora cosa? >>

<< quando inizi a spiegarmi...? >>

sul volto del francese passò un'espressione che era un misto tra disperazione, stupore e desiderio di suicidio. Non riusciva a credere che Alfred fosse così stupido!

<< stai scherzando vero?>> a quanto pare non scherzava... non capiva sul serio. Per fortuna il campanello lo salvò dall'imbarazzo e dalla passata eccitazione. Andò ad aprire come solo un Francis nudo può fare e si ritrovò di fronte ad Arthur.

<< oh cazzo... >>

Arthur lo guardò perplesso poi aggiunse

<< posso entrare? >>

<< mm... sarebbe meglio di no... >>

<< eddai Francis... sei nudo di fronte a me.. cosa vuoi che ci sia di più imbarazzante? Alfred che esce dal tuo salotto? >> rise. Ma si fermò subito quando vide alle spalle del francese Alfred che si stava rimettendo apposto camicia e pantaloni.

<< senti... non è come pensi... >>

<< e com'è allora? >>

<< beh vedi Alfred non aveva capito perché tu fossi arrabbiato con lui e così è venuto da me a chiedermi consiglio... >>


<< è la scusa più stupida che io abbia mai sentito... >>

<< andiamo Arthur devi credermi... >>

<< Alfred...digli qualcosa!! >>

L'americano si accorse solo in quel momento che l'inglese era alla porta, e si rese conto che doveva chiarire le cose.

<< Arthur aspetta... non è come pensi!! >> l'americano guardò il francese sperando che gli desse manforte, ma vedendo che il francese non aveva nessuna intenzione di aiutarlo, fece la cosa più ovvia da fare....

<< è colpa sua... è lui che mi ha sedotto!! >> Francis iniziò a sbraitare in francese all'americano

Arthur rise. Una risata fredda, piena di astio.

<< siete ridicoli... >> disse risistemandosi il nodo della cravatta e uscendo dal vialetto di Francis

<< arhturrr!! aspetta... >> sbraitò Alfred correndogli dietro e afferrandolo per un braccio.

L'inglese si dimenò dalla presa dell'americano con forza inaspettata

<< non toccarmi... con me hai chiuso... >>

Si allontanò in silenzio, guardandolo con odio profondo, fino all'angolo della strada, dove sparì.

L'americano si voltò a guardare il francese, ancora nudo sulla soglia della porta. Francis lo osservava con piena consapevolezza di ciò che stava accadendo “ lo sapevo, Alfred si è innamorato di me e Arthur è geloso.. era prevedibile...”. L'americano si avvicinò al francese con occhi che a stento trattenevano le lacrime alla ricerca di aiuto. Non riusciva a capire come l'inglese potesse avercela tanto con lui. Cosa aveva fatto per meritarsi tutto quell'odio?

<< Francis..che devo fare? >> chiese implorante l'americano

<< c'è un unico modo per riavere il posto d'onore nel cuore di Arthur >>

<< e quale sarebbe? >>

<< devi riconquistartelo...stupiscilo! >>



Avrà compreso Alfred il consiglio di Francis? (ovviamente no) riuscirà l'eroico americano a riconquistare il tenero cuore della fanciulla inglese? Ma soprattutto.. Alfred riuscirà a capire perché Arthur è furibondo con lui?

Queste ed altre risposte nel secondo capitolo...

   
 
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