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Autore: purplebowties    06/08/2010    4 recensioni
Un tempo Chuck e Blair erano adolescenti che si rincorrevano ed io ero un'adolescente che scriveva di loro. Una collezione di storie brevi, frammenti di vita che hanno condotto questi personaggi a dirsi le celebri three words, eight letters. Storie acerbe, leggere e speranzose, un pò come ero io quando le scrissi.
Genere: Romantico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass | Coppie: Blair Waldorf/Chuck Bass
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima dell'inizio, Più stagioni
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Eighteen years old (Togheter!): Under My Skin

I've got you under my skin.
I've got you deep in the heart of me.
So deep in my heart that you're really a part of me.
I've got you under my skin.


 Il vecchio giradischi di Bart suonava le ben conosciute note di New York, New York, le cui parole venivano sussurrate con nonchalance da Chuck.

"Sinatra, Bass? Non sapevo che avessi gusti così raffinati."

La voce graffiante di Blair sopra la musica lo fece sussultare, mentre, seduto sul bordo del letto sorseggiava caffè con un sorriso tronfio stampato in volto.

Chuck la osservavò con lo sguardo velato di piacere, percorrendo piacevolmente il profilo del corpo di Blair, elegantamente drappeggiato da lenzuola di chiarissima seta, soffermandosi con dolce attenzione sul modo in cui le labbra ormai prive di rossetto di lei restavano docilmente dischiuse, conferendole la tenera immagine di un angelo inconsapevole, la cui moltitudine di morbidi boccoli castani si perdeva in mille nodi sui cuscini candidi.

In quel momento, tutto il tempo passato a rincorrersi e a fuggirsi ebbe finalmente un senso.

Il senso erano gli occhi profondi di Blair che si perdevano languidi nei suoi, facendolo sentire un'essere degno di essere amato, facendolo sentire veramente capace di qualsiasi cosa.

Si sentì stupido, pensando a quanto aveva sprecato cercando di convincersi di non esserene innamorato, tentanto con poco successo di evitarla.

"Sei sveglia, finalmente. Cominciavo a sentire la tua mancanza, Waldorf."

Blair gli rivolse un sorriso malizioso prima di arrampicarsi con eccellente grazia sulle spalle di lui, movendo lentamente le mani sul suo torace rivestito di damasco viola. Le labbra di lei si posarono leggere sul collo di Chuck, facendogli irrigidire tutti i muscoli della schiena, scossi da un brivido di prepotente piacere.

"Ti ho già detto che ti amo, Blair?" chiese ridendo lui, girandosi per baciarla, dopo aver malamente abbandonato la tazza di caffè sul pavimento di lustro parquet.

"Ventisei volte nelle ultime dodici ore," precisò Blair, scoprendo di ricordare l'esatto numero di volte in cui le labbra di Chuck avevano articolaro quelle parole, debitrici di anni ed anni di corrisiva ed inutile attesa.

Lui ghignò, facendola cadere per l'ennesia volta sul morbido materasso.

"Non sono stanco di ripetere," affermò con decisione liberandosi della sua vestaglia, che cadde con un movimento teatrale ai piedi del letto.

"Non sono stanca di ascoltare," rispose Blair, le cui mani sottili si addentravano nella fitta trama scura che erano di capelli di Chuck, adorabilmente spettinati.

Lui ghignò di nuovo, prima di abbandonarsi completamente sul corpo di lei, cogliendo ogni particolare della pelle perlacea, di ogni accennata curva, assaporando ancora una volta il gusto agrodolce delle sue labbra perfette.

"I've got you under my skin..." le canticchiò nell'orecchio, seguendo il ritmo della canzone che aveva appena iniziato a fare da inconsapevole colonna sonora a quel momento, prima di affondare il viso sul collo lungo di Blair, che sorrise di compiaciuto piacere.

"So deep in my heart..." proseguì accarezzando con la voce l'altro orecchio di lei, mentre la mano era ancora impegnata a sfiorare avidamente i fianchi nudi di Blair "...that you're really a part of me".

Lei rise, spodestandolo del suo dominio, finendo a cavalcioni sopra di lui.

Chuck la fissò in totale estasi per interminabili secondi, cogliendo tutte le sfumature di piacere sul viso di Blair ed indugiando sull'espressione che gli occhi nocciola le regalavano, in un'esplosione di pura gioia.

Era fantastica ed era interamente, completamente sua. Si appartenevano del tutto, legati da quelle parole che per tempo avevano fuggito, ignorato, represso. Si erano scioccamente ostacolati a vicenda per troppo tempo, si erano feriti, odiati persino, ma il cammino tortuoso aveva portato a questo perfetto idillio, che non necessitava di nulla all'infuori di loro. La amava con tutto se stesso, così tanto da dimenticare l'esistenza di qualsiasi altra cosa all'infuori di Blair e dei suo assurdo carattere, del suo profumo delicato, dei suoi occhi pieni di vivida intelligenza ed ambizione.

Le mani di Blair si muovevano rapide e cordinate sul suo petto, lasciandolo senza fiato.

"I've got you under my skin," mormorò lei nell'orecchio di Chuck, scossa da mille brividi.

Chuck sorrise alla profonda verità di quelle parole: Blair era dentro di lui talmente profondamente che non l'avrebbe più lasciata andare.

I tried so not to give in.
I said to myself: this affair never will go so well.
But why should I try to resist when, baby, I know so well
that I've got you under my skin?



   
 
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