Capitolo
06
-
Per andare avanti bisogna tornare indietro da dove si è cominciato …per non
scordare chi sei, per non scordare chi siamo. Angel ti prego ascoltami, noi
siamo più forti di tutto questo, ne abbiamo passate tante insieme e supereremo
anche questo …insieme, come sempre è stato …insieme. Lo so che puoi sentirmi,
ovunque tu sia adesso, so che stai ascoltando le mie parole… e anche se non vuoi
o non puoi rispondere…. ti prego Angel, non dimenticare mai che io ti amo e non
ti lascerò da solo. Mai. Come posso andare avanti, sapendo che tu ti stai
perdendo?... Non lasciarmi Angel…non così. Allontanati dal buio, mi senti Angel?
io sono qui
–
Alla
magione già albeggiava e Buffy si agitava nel sonno. Sognava di lui. Sapeva che
era lì vicino da qualche parte, ma non poteva vederlo. Angel era in pericolo,
sentiva le urla di dolore, ma quella maledetta nebbia che l’avvolgeva non le
permetteva di muoversi, e allora urlò anche lei insieme a lui, urlò perché lui
potesse sentirla. Non c’era tempo da perdere, doveva raggiungerlo al più presto
e usò ogni mezzo a sua disposizione. Gli urlava tutto il suo amore, sperando che
potesse superare e infrangere quel fitto muro di nebbia. Da prima le sue parole
le rimbalzavano contro, come se una forza invisibile le respingesse,
riportandole a lei …e allora urlò più forte, finché non vi riuscì. Aveva
spezzato la distanza fra loro. Non poteva vederlo, ma sapeva che la sua voce ora
non incontrava ostacoli e così gli diceva di amarlo e che questo non sarebbe
cambiato mai. Potevano anche stare lontani, lontanissimi, ma lei lo avrebbe
sempre amato. Sempre! Non aveva alcuna idea di come fronteggiare questo nuovo
pericolo, era come se si muovesse alla cieca e non aveva nessun arma con lei e allora usò
l’unica cosa che possedeva, l’unica che le era rimasta. Il suo amore per lui.
L’arma più antica e potente al mondo, antica quanto l’uomo stesso. L’amore!
Sentiva che lui stava lottando disperatamente contro un demone potentissimo, ma
era sempre più debole. Buffy non voleva arrendersi e non voleva abbandonarlo
proprio adesso. Il demone contro cui Angel lottava era forte si, ma lei lo era
ancora di più. Quel demone aveva svariati nomi e lei lo conosceva bene, l’aveva
visto così tante volte negli occhi di Angel. Tormento, dolore, colpa,
solitudine. Erano questi i nomi del demone che stava dilaniando l’anima di
Angel, o per dirla con una sola parola, il suo vero nome era di-sperazione. lui
stava perdendo la speranza e questo lo avrebbe presto ucciso. La disperazione
era infinitamente più mortale e molto più potente del veleno con cui Faith aveva
tentato di ucciderlo, più pericoloso di qualunque altro veleno al mondo e ancora
una volta lei sarebbe stata l’antidotto che lo avrebbe salvato da quella morte
orribile. Angel era molto forte, Buffy lo sapeva benissimo, era riuscito a
sopravvivere per oltre cent’anni in una dimensione infernale, ma contro questo
demone era totalmente disarmato e ora era vulnerabilissimo. Si svegliò di colpo.
La fronte imperlata da gocce di sudore e il cuore che batteva all’impazzata. Si
tirò su, mettendosi a sedere sul letto, e per un momento non riconobbe il luogo
in cui si trovava. Si rese conto di avere in dosso il maglione di Angel e allora
ricordò tutti i fatti della sera prima e della sua decisione di dormire lì.
–
Non è sufficiente, so che mi ha sentito ma non basta, devo trovarlo ad ogni
costo, anche se dovessi volare in Europa o in capo al mondo. Lui è in pericolo e
io non starò a guardare senza fare nulla. Non posso, semplicemente non posso.
Niente e nessuno potrà convincermi del contrario. Nemmeno lui! e la sua secolare
testardaggine –
Si
alzò dal letto e andò in bagno. Dopo una doccia veloce, si rivestì e in cucina
trovò una scatola di biscotti e del the. Angel aveva sempre tenuto lì
delle cose per lei. Non era raro infatti che dopo la ronda si rifugiassero nella
loro casa a coccolarsi l’uno nella braccia dell’altro, a parlare un po’ di
tutto, ma più spesso del loro futuro, un futuro in cui loro erano insieme e
fantasticavano di possibili viaggi nella lontana Europa.
– Un giorno ti porterò in Irlanda con me,
voglio che tu conosca la mia gente. Sono certo che ti piacerà la mia terra. Un
giorno accadrà Buffy. Tornerò a casa, dove sono nato, ma insieme a te –
Ingoiò
l’ultimo pezzetto di biscotto e con esso anche le lacrime che minacciavano di
uscire. Quella casa era carica di ricordi e per quanto fosse doloroso stare lì,
al momento non voleva rinunciarvi. Non ancora, non era pronta a lasciarsi tutto
alle spalle e si chiese se mai lo sarebbe stata. Era impossibile dimenticare
Angel, lui era l’essere più luminoso che avesse mai conosciuto e nessuno l’aveva
mai amata come l’amava lui. Quando lui le era accanto, il mondo intorno a lei
spariva e percepiva come una luce che offuscava tutto il resto. Vedeva solo lui
e lo amava così intensamente da temere che il respiro si fermasse e il cuore
smettesse di battere ...e per lui sarebbe morta mille volte, per salvarlo,
perché lui DOVEVA vivere. Portò una mano al collo, accarezzando con le dita il
segno tangibile del suo amore per lui …e ricordò le parole di Willow della sera
prima al Bronze.
–
Non avevo altra scelta Angel, stavi morendo. So che per te è stato terribile, ma
non potevo lasciare che accadesse. Non posso pensare ad un mondo senza te, anche
se non sarai qui accanto a me, tu devi vivere. Devi vivere perché lo facciano gli
altri –
mormorò a se stessa.
– Ora sarà meglio che torni a casa, prima che mia madre si accor… -
–
C’è nessuno qui? Mio dio questo posto mette i brividi, si! ma l’indirizzo sembra
quello giusto -
Un
uomo sulla cinquantina si affacciò nell’ampio salone, entrando direttamente dal
giardino. Chiamava a gran voce, aspettando che qualcuno gli rispondesse. Vedendo
arrivare Buffy, si stupì di trovarla lì. La conosceva di vista, era la figlia
della signora Summers, la proprietaria della galleria d’arte, con cui spesso
collaborava per certi lavori di falegnameria. Cosa ci faceva lì a quell’ora?
erano appena le sette del mattino, e la casa delle Summers era a Revello Drive.
Forse erano parenti dello strano
proprietario di quella strana villa?
– Buongiorno signorina, sono James, della falegnameria James & Figli, dovrei
fare alcuni lavori di restauro su gli infissi. Dovrei sostituire alcune vetrate
rotte. Immagino siano queste che danno sul giardino – disse, indicando le porte
scardinate e senza vetri proprio alle sue spalle – e inoltre dovrei consegnare
alcuni mobili, non è stato facile trovarli. Il signor O’Connor è un cliente
molto esigente. Ha le idee chiare e sa esattamente ciò che vuole, è un tipo
piuttosto deciso. Certamente si intende di mobili antichi, oltre ad avere anche
buon gusto. – Buffy lo guardava come se avesse visto un fantasma. – Mi scusi, ho
paura di non aver capito bene e comunque credo che ci sia un errore, non è
questa la casa che cerca, magari e qui nelle vicinanze – disse, mentre cercava
ancora di capire cosa volesse da lei. – Non ci sono altre ville qui intorno,
signorina Summers, e l’indirizzo è giusto. Crawford
Street. -L’antica magione abbandonata di
Crawford Street, non può sbagliarsi- Così mi ha detto il signor O’Connor. E’
in casa? – Buffy continuava a guardarlo sempre con maggior stupore – Ci
conosciamo? Come sa il mio nome? E chi è il signor O’Connor? – si le pareva di
ricordare quest’uomo, l’aveva già visto da qualche parte. – Angel, Angel
O’Connor. È venuto da me pochi giorni fa, pochi giorni prima di quella violenta
esplosione che ha distrutto la scuola, ha sentito eh? Una cosa terribile, pare
siano morti anche alcuni studenti. Comunque ho qui la bolla di commissione, il
signor O’Connor dovrebbe avere la sua copia, se può controllare per cortesia,
perché vorrei iniziare subito. …e no, io e lei non ci conosciamo di persona. So
il suo nome perché conosco sua
madre Joyce, sono stato anche a casa vostra qualche volta, ho svolto alcuni
lavori per la galleria, sa teche espositive e qualche cornice. Siete parenti del
signor O’Connor? –
-
Angel O’Co… O’Connor? non… lui… non… non è in casa adesso…. lui… lui è partito e
io adesso… dovrei… mi… mi scusi… io devo proprio andare –
-
Signorina si sente bene? –
-
Non… Si! si.. sto bene –
-
Non importa, se deve andare vada pure, io posso lavorare comunque, non ci vorrà
molto. Magari se mi dice dove sistemare i nuovi mobili è meglio, oppure posso
lasciarli qui e poi ci pensate voi a sistemarli …e non si preoccupi per il
pagamento, è tutto a posto. Il Signor O’Connor ha già provveduto a saldare il
conto. Mi servirebbe però la copia della bolla. Devo aggiungere la data di oggi
e la firma per l’avvenuta consegna. –
-
La bolla? Si… certo… ora… ora la cerco, credo sia di là, mi scusi solo un
attimo, torno subito
-
Dire
che Buffy era sorpresa, non rendeva l’idea di come si sentiva in quel momento …e
sentiva che c’era qualcosa di maledettamente sbagliato in tutto questo. - Ha
chiamato un falegname per far sistemare la casa?. Ma tutto questo non ha senso.
Non è un comportamento al quanto insolito per uno che sta per lasciare tutto per
sempre? - Doveva
essere successa qualcosa di inaspettato se aveva deciso di andare via così
all’improvviso, qualcosa che non aveva previsto. – Ma che cosa? - solo pochi
giorni prima parlavano del loro futuro insieme e invece nel giro di poche ore
tutto era precipitato così velocemente e Angel aveva deciso di lasciarla. In
quegli ultimi giorni, e dopo le parole del sindaco, Angel era più pensieroso e
taciturno del solito e ogni volta che gli parlava del ballo lui si allontanava o
evitava di guardarla negli occhi. Sicuramente era accaduto qualcosa prima del
ballo e lei non sapeva che cosa. – Qualcosa di cui non mi ha parlato …e quando
Angel evita di dirmi le cose lo fa sempre per una ragione ben precisa, e di
solito “laragionebenprecisa” e che non vuole che io stia male. Da quando mi ha
detto che sarebbe partito, ho sempre avuto la sensazione che mi sfuggisse
qualcosa, come se mancasse più di un tassello a tutta quella storia del
“meritidiavereunavitanormale” e il signor O’Connor non mi ha detto tutto. -
Sorrise al pensiero che Angel avesse inventato quel nome - Signor O’Connor, carino però. Suona
bene. - Mentre cercava la ricevuta, che aveva visto la sera prima nel cassetto
interno dell’armadio, per un attimo chiuse gli occhi e lasciò che l’odore di lui
l’avvolgesse completamente, respirandolo profondamente quasi a volerlo
imprigionare per sempre dentro sé. - Non è da Angel fare promesse a vuoto, il
giorno prima del ballo stavano progettando di fare un viaggio insieme per Natale
e abbiamo riso da matti al pensiero di come fare con il problema della “sua
allergia ai raggi solari” e alle storie che avremmo raccontato in aeroporto …e
poi il giorno dopo salta fuori tutto il discorso che io meriterei di più e bla
bla bla. Tra le risate per il Natale in Irlanda e quella maledetta fogna, manca
qualcosa e scoprirò che cosa è successo, oh di questo puoi esserne certo signor
Angel O’Connor …e ok, ecco la bolla per il signor… come ha detto di chiamarsi?
James mi pare. –
- Eccola, non
riuscivo a trovarla. Ha già cominciato a lavorare vedo –
- Si, il tempo è
denaro signorina. Come sta sua madre? È da un po’ che non la vedo.
–
- Sta bene, grazie!
E’ stata via qualche giorno, ma ora è di nuovo qui –
Osservando
il falegname che si dava da fare con la portafinestra che dava sul giardino,
ricordò il giorno in cui era andata in pezzi. Erano state lei e Faith a mandare
in frantumi i vetri, quando vi si erano lanciate contro. Faith, credendo che
Angel volesse rubare quel guanto magico, aveva tentato di ucciderlo, e lei
fortunatamente era arrivata in tempo per evitare il peggio. Si alzò e andò a sedersi in giardino e
continuò a guardare il lavoro del signor James, sorrise e si rese conto di
quanto fosse surreale quella scena. Stava vivendo attimi di normalità, in quella
casa che invece era stata teatro di tantissimi eventi sopranaturali. Quasi come
se …come se quella fosse realmente la casa sua e di Angel …come se lei fosse
realmente la signora O’Connor …come se Angel dovesse entrare da quella stessa
porta da un momento all’altro e potesse avvolgerla fra le sua braccia,
rassicurandola che era tutto vero, che lui era lì e che mai avrebbe rinunciato
al loro amore. Ancora una volta, Angel, le regalava qualcosa di prezioso. Attimi
di normalità, proprio lui che aveva preferito andare via perché lei potesse
vivere alla luce del sole, lontana da tenebre e demoni. Ma sapeva che Angel
stava pagando un prezzo troppo alto per questo. Entrambi stavano pagando un
prezzo troppo alto.
-
Allora non è stata via molto? –
-
Mi scusi? –
-
Sua madre, non è stata via molto. L’ultima volta che l’ho vista è stato proprio
pochi giorni fa ed è stato proprio qui. Si, ricordo benissimo. Avevo appena
salutato il signor O’Connor, dopo esserci accordati sui lavori da fare, quando è
arrivata sua madre stavo giusto andando via. Ora capisco, Sono colleghi vero? Il
signor O’Connor è certamente un esperto d’arte, so riconoscere gli intenditori e
immagino che sua madre essendo la direttrice della galleria, debba lavorare a
stretto contatto con antiquari ed esperti del settore. –
-
Mia madre è stata qui? No, non è possibile, credo… credo che non…
-
-
No, no, era proprio lei, ne sono certo. Conosco bene la signora Summers, come le
ho dett… -
-
Quando? – perché sentiva che l’angoscia la stava dilaniando da dentro come un
mostro dai mille tentacoli? – Mia madre è
stata qui …e, è stato prima di… dio no, dimmi che non è vero
–
-
Signorina Summers, la data esatta è proprio lì nel foglio che ha in mano. Avevo
già sentito signor O’Connor qualche settimana prima, per i lavori di restauro,
ma quel giorno mi telefonò perché voleva ordinare anche dei nuovi mobili e così
la stessa mattina ci siamo incontrati per prendere accordi. Fu allora che gli
consegnai la ricevuta che ora tiene in mano. Mentre andavo via, ho visto
arrivare sua madre, lei non mi ha visto, ma io l’ho riconosciuta benissimo. –
…e
mentre Buffy controllava, si rese conto che riportava la stessa data del giorno
in cui lei aveva passato tutta la notte con Angel. Proprio lo stesso giorno, in
cui avevano parlato dello specchio e della cassettiera. Angel aveva risposto
alle sue richieste, annuendo con un sorriso felice …e quindi aveva chiamato il
signor James. Ora era tutto fin troppo chiaro …e quella stessa sera, durante la
ronda in quella fogna, lui aveva deciso di lasciarla. Era il giorno prima del
ballo. Sapeva che Angel aveva già deciso di accompagnarla, anche se non aveva
ancora comprato lo smoking …e quella mattina, quando si era svegliata fra le sue
braccia, lui era assolutamente sereno, mentre poche ore dopo, durante la ronda
appunto, era triste e c’era qualcosa che lo tormentava. Lei lo conosceva bene e
aveva capito che qualcosa non andava. Aveva trovato il tassello mancante. Dopo
che lei era andata via, Angel aveva chiamato il signor James e non le fu
difficile immaginare quali mobili volesse acquistare.
-
…e questi sono assolutamente progetti per il futuro, non pensava certo di andar
via quando ha chiamato il falegname. Poi mia madre è stata qui, e solo dio sa
cosa può avergli detto …e conoscendo Angel, immagino che tutti i dubbi e le
insicurezze circa il nostro rapporto, saranno tornati a galla in un batter
d’occhio …e il gioco è fatto. E’ così facile ferire Angel, basta far leva sulle
sue insicurezze e sul suo senso di colpa. Quando si toccano certi argomenti, lui
è completamente indifeso. E’ sempre stato vulnerabile, anche con Xander o
Cordelia, quando sbottavano con le loro frecciatine velenose. Lui non ha mai
reagito, ma ho sempre saputo che lo ferivano profondamente …e con mia madre non
deve essere stato poi tanto diverso. Devo parlare assolutamente lei. Dio, vorrei
tanto che… vorrei tanto sbagliarmi. – Scattò in piedi, …e
-
Si ho visto signor James, e la ringrazio. Non immagina quanto mi sia stato
d’aiuto. Io dovrei andare adesso, si è fatto tardi. Mi spiace, vorrei poter
restare, mi creda, ma devo… -
-
Non si preoccupi, vada pure, ho quasi finito. Ora firmiamo la bolla. E’ lo
stesso se firma lei, giusto? visto che il signor O’Connor non è presente al
momento –
Firmò
e saluto velocemente il falegname. Doveva parlare con sua madre,
subito.
Nel
tragitto verso casa, una moltitudine di pensieri si accavallavano nella sua
mente. Ripensò alle persone a lei vicine e alla loro reazione per la partenza di
Angel. Tutti era sollevati dal fatto che lui fosse andato via. Tutti,
indistintamente. Nessuno escluso. Ricordò gli eventi delle ultime ore, che
avevano preceduto la sua partenza. Avevano subito dato la colpa ad Angel, per
aver bevuto il suo sangue, ma nessuno di loro conosceva la verità e non volevano
conoscerla affatto. Per loro era stato infinitamente più semplice incolpare
Angel. L’avevano processato e condannato senza alcuna possibilità di difesa. –
Non oso immaginare, cosa devono aver detto ad Angel, in quell’ospedale. Quanto
livore deve esserci stato nelle loro parole e chissà come deve essersi sentito
lui – Xander e Cordelia ma anche Giles e Willow dovevano esserci andati giù duri
– …e magari hanno anche pensato che avrebbe voluto vampirizzarmi, mentre Angel
aveva scelto di morire pur di non ferirmi. Era terrorizzato al pensiero di non
riuscire a fermarsi in tempo, e poi la corsa in ospedale …e non sanno neppure
che mi ha salvato dal sindaco. Ero incosciente, ma potevo sentire tutto. Se
Angel non fosse stato lì accanto a me, sarei morta soffocata dal sindaco. Ho
sentito tutto, il mio respiro si è anche fermato per un attimo …e ho sentito la
disperazione di Angel e ricordo benissimo anche di aver parlato con Faith.
Voglio parlare con i medici, andrò da lei più tardi. Dubito che qualcuno si sia
posto il problema di farle visita e di sapere come sta. Non voglio lasciarla
sola. Nessuno dovrebbe stare solo. Mai. –
Si
sentiva tradita da tutti quelli che amava. A torto o a ragione, adesso era
quello il suo stato d’animo …e ora anche sua madre. Anche lei sembrava essere
coinvolta nella partenza di Angel. Tutti avevano interferito, e sebbene Angel
aveva poi deciso da solo, loro non si erano opposti. Certo per amore, come sempre era per
amore. Cominciava ad averne abbastanza di tutta questa assurda situazione …e
ancora la stessa sensazione della sera prima. Qualcuno la stava seguendo. Un
demone. Non era umano. Si voltò di scatto, ma non vide nessuno.
–
Vorrei tanto essere lasciata in pace, si può sapere cosa vuoi da me? Avanti
vieni fuori, lo so che sei lì da qualche parte, mi stai seguendo da ieri. Su
fatti vedere, o devo pensare che hai paura? – Urlò con rabbia, era davvero
stanca.
-
Potrei anche decidere di mollare ogni cosa, sono stanca di tutto questo. Perché
no? Potrei rivedere alcune decisioni recenti. Non sono stati loro a suggermi di
iscrivermi ad altri college? L’Illinois potrebbe anche andare bene. Mia madre e
Giles sembravano felici di questa possibile scelta. Non facevano altro che dirmi
– va con dio - Ma immagino che questo
fosse prima che partisse Angel. Ma si certo, sono sicura che adesso avrebbero
parecchio da ridire se decidessi di andar via. A parte Wesley, tutti erano
felici che mi avessero accettata in così tanti college. Ma a chi voglio darla a
bere? da qui non andrò mai via. Penso sarà il caso di riconsiderare la proposta
di papà, forse è meglio se per un po’ sto lontana da tutto questo, da tutti
loro. –
Arrivando
a casa vide la macchina di Giles e senti un vociare animato provenire dal
soggiorno. Distingueva benissimo le voci di Giles, sua madre, Xander e Willow.
Che stavano facendo tutti lì a quell’ora? E perché erano così agitati? Sembrava
stesserò litigando. – Dio, ho messo Willow nei guai. Ho detto a mia madre che
avrei dormito con lei, però avrei dovuto avvertirla. Ora starà tentando di
inventarsi qualcosa per giustificare la mia assenza, e Willow non sa mentire. La
adoro anche per questo – Sorrise al pensiero di Willow balbettante davanti alle
insistenze di sua madre. - …e accidenti e c’è pure Giles. Uhm… Il gran giurì al
completo. –
- Willow, non è
questo il punto –
- Ah no? E allora
qual è? A questo punto voglio sapere Xander, visto che mi hai coinvolta… –
- Non ha passato la
notte da te? Willow ti prego di non… –
- Xander e Willow!
Smettetela, Joyce ha ragione. Dove è Buffy e dove ha passato la notte?
–
- No Xander,
continua pure. Cosa volevi dire con “tanto lo avrebbe ucciso lo stesso?”
–
- Non ha più
importanza ormai. Non è più Angel il problema, e sono contento che certe brutte
storie siano finite per sempre –
- Lo so signor
Giles, ma io non voglio essere usata come capro espiatorio. Ho fatto di tutto
per ridare l’anima ad An…
–
- E’ andato via?
Buffy non ne ha parlato – uno sguardo di
intesa fra Joyce e Giles
- Si è andato via,
da giorni ormai, quindi Buffy non è con lui, stai tranquilla…
-
- E’ stato di
parol… - ma il sussurro di Joyce venne
interrotto dalla nuova arrivata
- Non lo sapevi?
Non l’ hai aiutato tu a comprare un biglietto di sola andata per chissà dove?
–
- Buffy, tesoro… -
Per
un lungo istante madre e figlia stettero a guardarsi senza parlare. Entrambe
sapevano che l’altra sapeva. Le parole non sarebbero servite. Non ora, non
davanti agli altri. Buffy voleva scappare via il più lontano possibile da quella
casa, continuava a guardare sua madre con gli occhi pieni di lacrime incapace di
formulare pensieri coerenti. Una domanda bruciava nei sui occhi, – Perché? – ma
non riuscì a leggere la risposta in quelli di sua madre. Voltandosi, incrociò lo
sguardo di Giles, che non riuscì a sostenere il suo. Abbassando gli occhi, Giles
le stava dicendo che anche lui sapeva. Non ne fu sorpresa, quella era solo un
ulteriore conferma per quello che aveva sempre saputo. Certo, non avrebbe mai
pensato che avessero avuto una parte così attiva nello spingere Angel verso
quella decisione, e questo faceva molto male. Ingoiò ancora una volta le
lacrime, davanti a loro non avrebbe pianto. Il silenzio carico di tensione che
regnava nella stanza, fu interrotto da Xander e Willow che le chiedevano delle
cose, sovrapponendo le loro voci. Anche loro sapevano?.
- Buffy? Grazie a
dio. Stai bene? Cos’ è successo? Dov’ eri, ti abbiamo cercato ovunque
–
Willow
si alzò subito, mentre contorceva nervosamente le mani, si diresse verso Buffy
per farle capire che aveva tentato di inventarsi una scusa plausibile, ma che
non c’era riuscita.
- Buffy, lo so che
dovevamo dormire insieme e che sei passata da me – amicava con gli
occhi
- ...ma, sai al Bronze c’era… si certo lo sai…
c’eri anche tu con noi… dopo siamo andati… -
Buffy sorrise
all’amica – No infatti, sono passata da te …e non –
- Non mi hai
trovata, giusto… perché… perché stavo…stavamo… io e Oz… Oh dio Buffy
–
- …e poi ho fatto
la solita ronda, una lunga, lunghissima ronda… praticamente fino adesso
–
- Una lunga ronda?
va tutto bene Buffy?– chiese Giles con evidente ansia.
- Si, tutto bene.
Credo di essere seguita da qualcuno già da ieri, ma non penso abbia brutte
intenzioni. Per il resto è tutto a posto, soliti vampiri, niente di
straordinario. – tentò di portare avanti una conversazione normale, sperando che
rassicurandoli sarebbero andati via presto. Aveva bisogno di parlare con sua
madre. Doveva sapere cosa si erano detti lei e Angel.
- Bene. Eravamo
tutti preoccupati. Sono le nove del mattino, non vedendoti abbia pensa…
-
- …e quindi? se è
tutto a posto, come mai sei stata fuori tutta la not…? – disse
Xander
Lo sguardo torvo e
la gomitata di Willow, gli ricordarono che forse era meglio tacere e che al
momento non era in una posizione a lui favorevole. Willow aveva scoperto che
aveva mentito a Buffy, circa l’incantesimo per ridare l’anima ad Angel e
certamente la sua amica adesso voleva conoscere i particolari esatti di tutta la
vicenda e lui messo alle strette avrebbe dovuto dire la verità. Con Willow era
sempre stato così, con lei non riusciva a mentire. Non era sicuro che sarebbe
riuscito a dirlo anche a Buffy. Non era il momento questo per riaprire vecchie
ferite, ma accidenti non riusciva mai a star zitto? Perché si cacciava sempre
nei guai da solo?
- Xander, ho già
risposto a questo. Sono stanca di questo tuo atteggiamento infantile, cresci ti
prego! Il tempo del liceo è finito, spero lo sia anche per te. Vuoi farmi altre
domande? o forse sono io che dovrei farne qualcuna a te? Cosa stavi dicendo
prima con Willow? Di cosa stavate parlando? C’è qualcosa altro che io dovrei
sapere? Oggi e la giornata delle grandi rivelazioni a quanto pare. Una più una
in meno non farà poi sta grande differenza. Di cosa stavate parlando, e lo sto
chiedendo a tutti quanti? –
Giles e Willow si
avvicinarono a Buffy quasi a volerla proteggere da altro dolore, oltre a quello
che già vedevano nei suoi occhi. Non era quello il momento di parlare di vecchie
storie. Buffy aveva certamente il diritto di sapere, ma non
ora.
– Non è nulla di
importante, eravamo solo preoccupati per te. Tutti noi lo siamo Buffy. Lo so che
non è un bel momento, ma passerà anche questo, e solo una questione di tempo. –
La dolcezza di
Willow ebbe l’effetto sperato, e Buffy si rilassò un pochino e le parole di
Giles fecero il resto. - Sei molto stanca ora, forse è meglio se vai a riposare.
Noi adesso andiamo, possiamo riparlarne nel pomeriggio, magari a casa mia. –
Uscendo, Willow si avvicinò e l’abbracciò – Non sei sola Buffy – Annuendo,
rispose all’abbraccio dell’amica, ma sapeva che non era ancora finita. Doveva
ancora parlare con sua madre.
Guardandola capì
perché era stata così nervosa da quando era tornata da Los Angeles. Non era
perché aveva litigato con suo padre, era un'altra la ragione. I segreti pesano
sul cuore come un macigno, lei lo sapeva bene. – Non ho dormito da Willow
stanotte, ho lasciato quel biglietto solo perché non volevo che ti preoccupassi.
Si! ho mentito, ma non sono la sola ad averlo fatto. Ora vorrei solo capire
mamma. Perché? Perché sei andata da Angel a mia insaputa e cosa gli hai detto di
così terribile da convincerlo a lasciarmi? Perché hai interferito così? Non
pensi che io sia grande abbastanza, da riuscire a gestire la mia vita? Sei mia
madre certo, ma questo ti da forse il diritto di prendere decisioni che
dovrebbero essere solo mie? Cos’ hai detto ad Angel? L’hai ferito con le tue
parole? Io devo sapere. Perché se cerchi un colpevole in questa storia, beh
allora lo siamo entrambi. Io e Angel, insieme ...insieme, capisci mamma? – Joyce
indicò il divano e si sedettero. Accarezzando dolcemente il viso di sua figlia e con non poca emozione
nella voce cominciò a parlare.
– Non è stato
facile per me e avrei voluto parlare con tutti e due, ma tu avresti capito? Ho
scelto di parlare solo con lui perché ho sempre pensato che fosse una persona
matura e che avrebbe capito. Non mi ero sbagliata. Lui ha capito le ragioni che
mi hanno spinto a dirgli quelle cose e l’ha capito perché ti ama, e lo ha
dimostrato. Non credo di averlo ferito, non intenzionalmente almeno, non era
quello il mio obiettivo. Volevo solo che riflettesse su cosa comportasse per te,
il vostro stare insieme. Abbiamo parlato di scelte Buffy …e di opportunità di
vita, che vorrei tu avessi. Io sono tua madre e non potevo stare a guardare
senza far nulla. Nessuno può chiedere questo ad una madre. Credo che Angel ti
voglia bene sinceramente, e la sua scelta di andar via lo conferma …e credo che
lui pensasse a questo già da tempo. Sapeva che non poteva durare, in cuor suo lo
sapeva. Ho solo detto ad Angel di ragionare non con il cuore, ma con la testa e
che uno di voi due doveva fare una scelta. L’unica scelta possibile, dolorosa
certo, ma l’unica che si potesse fare. Appartenete a mondi completamente diversi
Buffy. Alla fine siamo arrivati alla stessa conclusione, non l’ ha detto
apertamente, ma so che lui ha compreso le mie ragioni. Ora pensi che il mondo ti
stia crollando a dosso, non è così. Vedrai che il tempo sistemerà le cose.
Incontrerai qualcun altro e ti innamorerai ancora. Ora pensi che non potrà mai
più accadere. Succederà Buffy, e prima di quanto tu non immagini. –
Buffy capiva che
sua madre aveva ragione, che Angel aveva ragione. Tutto quel discorso non era
diverso da quello che aveva fatto il sindaco. Lei capiva. Si certo,
razionalmente lo capiva. Tutti avevano ragione …ma perché il suo cuore non
voleva saperne di sentire quelle ragioni? …e perché si ostinava con tanta
tenacia a battere più forte al solo ricordo di lui? Poteva sua madre
comprenderne i motivi? Aveva una risposta per questo? aveva mai amato così come
lei amava Angel? era mai stata amata così come lei era amata da Angel? Si
sarebbe innamorata ancora dopo Angel? chi poteva saperlo. Sua madre aveva delle
certezze che lei al momento non poteva riconoscere? Buffy non aveva risposte a
tutte quelle domande.
Era solo una la
certezza che possedeva. L’unica!. Abbracciò sua madre. Voleva
rassicurarla.
- Non amerò mai nessun altro come amo lui.
Nessuno potrà mai sostituirlo. Nessuno!. Mai!
–