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Autore: lon8tana    07/08/2010    2 recensioni
Ci sono persone che si incontrano fugacemente una, due, poche volte. Satelliti nelle nostre vite per brevi istanti siano essi significativi o non
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci sono persone che si incontrano fugacemente una, due, poche volte.
Satelliti nelle nostre vite per brevi istanti, siano essi significativi o non.
Lo sarò stata anche io, meterora, negli intervalli di tempo della gente che ho incontrato.
Al supermercato, in un bar, per strada semplicemente.
Nessuno per qualcuno, chissà quante volte il mio viso avrà fatto breccia nell'interesse di uno sconosciuto,
quante altre, invece, si sarà sovrapposto a troppi altri, inosservato.
Meteore.
Ti ricordo bambino degli accendini. All'angolo della stessa piazza ogni giorno.
Ti ho osservato a lungo per mesi. Incazzata, triste, soddisfatta, pensierosa... felice qualche volta?
Una volta, dita sporche, mi porgesti un accendino senza parlare.
Frugavo nelle tasche e devi aver capito dalla sigaretta spenta che mi penzolava inerte dalle dita.
Pochi spiccioli ed un sorriso, il nostro breve scambio.
In un'altra città, oggi ti ricordo prima che tu scompaia ancora tra le ombre della mia memoria.
Che fine avrà fatto quella ragazza dolce dell'ospedale?
Ero preoccupata per mia cugina; intervento difficile a così tanti kilometri da casa.
Parlammo su una panchina immersa nel verde. Adolescenti confuse da amori, scuola , sogni e malattia.
Il viso minuto e scuro, non bella ma già tanto adulta.
Spero tu sia cresciuta ed abbia amato, sofferto e riso, perchè pensarti è come vedersi allo specchio, capovolta, e sperando per te spero per me, per quello che avrei potuto essere e non sono, per quella che qualcuno m'immagina.
Tutto sommato è bello sapere che, da qualche parte, c'è qualcuno che mi spera serena e felice.
Il pazzo che voleva tagliarmi le unghie, lunghe e rosse, lo ricordo bene.
Vecchio allora, adesso chissà.
La vecchina del piano di sotto che mandava noi ragazze per la spesa; ne ricordo il viso ma il nome si è perso fra chissà quanti altri.
Il signore straniero delle rose che una sera, non ricordo con chi fossi, tirò fuori una foto sbiadita e mi disse "ti somiglia".
Ma nemmeno nella commozione mi regalò la rosa. No, giammai. Gli affari sono affari.
 "Tre Euro- disse a chi mi era accanto- compra una rosa alla ragazza amico".
Se ne andò alterato con passo lievemente claudicante.
  
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