Insopportabile

“Se si è capaci di odiare, anche amare è possibile”

[Nostalgia, Masami Tsuda]

Sakura arrossisce, come una bambina. Tuffa la testa nel guanciale, ha voglia di infilarla sotto le coperte ma si ricorda che potrebbe vedere un altro corpo accanto a lei. Allora avvampa nuovamente, rigirandosi tra i lenzuoli smaniosamente.

«Sei insopportabile.»

Grugnisce l'Uchiha, fingendo di dormire.

È incredibile il modo in cui Sasuke riesce a dimostrarsi sempre un gradino più sopra di lei: stavolta, opta per la pazienza.

Sakura sbuffa di tutta risposta, poi bisbiglia sottovoce: «Fino a pochi minuti fa, non lo ero.»

Sasuke l'ha sentita, ne è sicura; lo sente annuire, finché non decide di darle le spalle. Sakura si chiede davvero come faccia a riposare così... come se non fosse accaduto nulla.

Sasuke Uchiha l'ha appena amata – beh, forse il verbo amare è un po' esagerato – si trovano nello stesso letto, i loro respiri non sono mai stati così intimi come in quell'occasione. Forse, non si ripeterà mai più ciò che è appena avvenuto. Sakura abbassa impercettibilmente le palpebre, poi fissa la schiena dell'amato.

«Dormi.»

Le ordina, quasi leggesse nei suoi pensieri.

Sakura non chiede nulla: si limita solo a fare un profondo respiro, dopodiché borbotta irata: «Per vederti andare via?!»

Forse è stata troppo arrogante, forse si è comportata come una bambina; eppure, Sasuke non batte ciglio. Sakura decide di restare sveglia, perché vuole vedere Sasuke andare via: desidera che lui la guardi negli occhi, si rivesta, sospiri laconicamente e sbatta la porta. Proprio così, vuole soffrire.

Non vuole recitare la parte della donna sedotta e abbandonata, non è nelle sue intenzioni; non vuole ritrovarsi a dover tastare il cuscino accanto a lei, stropicciando gli occhi e impastando qualche parola in dormiveglia. Preferisce di gran lunga vedere la realtà così com'è: Sasuke l'ha usata ma, perlomeno, lei ha avuto il coraggio di vedere davanti i suoi occhi l'inizio e la fine di quell'atto.

«Dormi.»

D'un tratto, si scuote. «... Non me ne andrò.»

Sakura si dà due pizzicotti, assicurandosi di essere sveglia. Stenta a non cascare da un lato del letto per la sorpresa, ma si impone un certo auto controllo che riesce a mantenere piuttosto discretamente quando trova la forza di mettere le cose in chiaro.

«Sas'ke?»

«Mh.»

Sempre molto eloquente, sì.

Sakura si avvicina un po' – incredibilmente supera la metà del materasso, stringendosi al suo fianco. Ora, il suo seno impatta contro la sua schiena perfettamente – faticando a trattenere un sorriso.

«Anche io sarò sempre al tuo fianco.»

Chissà perché, le parole di Sasuke lasciano intendere sempre qualcos'altro – o, almeno, a lei così pare.

«Non era quello che intendevo.»

Sakura sorride – se continua così, rischia seriamente la parasi facciale – Sasuke invece fabbrica un mezzo ghigno, cercando d'ignorarla. Si stringe ancora di più a lui, finalmente può socchiudere gli occhi... Va tutto bene, per una volta.

«Ho capito perfettamente quello che intendevi.»

Gli sussurra, prima di incontrarlo di nuovo in sogno.

Ha detto quella frase con dolcezza Sakura, ma anche con una certa determinazione; Sasuke stavolta non le risponde, proprio perché ha inteso.

~

Note:

Ogni tanto ritorno con il SasuSaku, sì <3.

Tra i miei progetti, infatti, voglio assolutamente finire le SasuSaku rimastemi <3. Potete considerare questa storia la Spin Off di Sii il mio tormento – non è necessario aver letto la suddetta fan fiction, vi basti sapere che questo è il proseguo, vediamo Sasuke e Sakura insieme per la prima volta come una vera coppia – se avete letto la storia, saprete che non è un AU. Mentre nell'altra storia avevo usato la citazione di Grey's anatomy, in questa ho usato la citazione di un manga uscito da poco di un'autrice che stimo davvero (per chi non lo sapesse, Masami Tsuda è l'autrice di Karekano/Le situazioni di lui e lei). Un manga in cui ci sono quattro brevi storie d'amore, la frase sopracitata mi ha subito colpita... Da qui, la fan fiction XD.

Spero che abbiate gradito.

A presto,

Kiki.