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Autore: Memetchi    08/08/2010    0 recensioni
‘’Chissà cosa starà facendo Max… dove sarà e soprattutto con chi!’’ Ogni volta che pensavo a quel ‘’chi’’ un’immensa tristezza mi avvolgeva. Mi sembrava di entrare in un vortice oscuro senza fine.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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4o Capitolo: Apparente tranquillità.


All'entrata uno strano personaggio biondo e con occhiali scuri mi venne incontro sfiorandomi il braccio sinistro. Ballava e sembrava divertirsi molto. M'avvicinai sempre più ad Erika, la quale mi diede una piccola spinta seguita da una pacca sulla guancia e mi sussurrò all'orecchio ''Ogni volta che vengo Alle Scuderie questo posto diventa sempre più figo!'' Si guardò attorno con aria sperduta e, così, violentemente, spalancò di colpo gli occhi. Si voltò verso di me. Aveva gli occhi lucidi. Stavolta fui io a darle una pacca sulla guancia, come per farla tornare con i piedi saldi a terra. ''Allora, vuoi stare qua cercando d'acciuffare qualche ragazzo oppure hai intenzione di accompagnarmi da Leo e Tobia?'' Lei mi squadrò meglio e sorrise. Con un gesto delicato, ma allo stesso tempo violento, mi prese la mano e mi trascinò per la sala. Si fermò vicino ad un tavolino distante pochi passi dal bancone del bar, accanto al primo v'erano quattro sedie: due occupate da due ragazzi, Leo e Tobia ed altre due libere. ''Ciao, Leo! Ciao Tobia'' salutai io accompagnando le mie parole con un gesto di mano, lo stesso fece Erika poco dopo. I due ragazzi sembravano molto seri e molto nervosi, come se il nostro arrivo gli fosse poco gradito... forse stavano parlando di qualcosa di serio che a noi non era permesso sapere, un po' come facciamo noi ragazze quando parliamo del sesso opposto: facciamo allontanare i maschi nei paraggi e poi possiamo conversare senza troppe preoccupazioni. I due ragazzi ci salutarono. Tobia sembrava felice di vederci, Leo un po' meno.
Erika s'accomodò sulla sedia posta vicino al bancone. Io m'accostai vicino a lei. Iniziai a dialogare con Leo controllando, di tanto in tanto, Erika ed il barman. Dall'inizio della serata Erika restò girata verso l'omino dietro al bancone. Era un ragazzo sui vent'anni, aveva un fisico abbastanza magro, ma i pettorali erano scolpiti quanto bastava per attirare l'occhio di una femmina, aveva capelli neri e sparati in aria. Dall'aspetto chiunque l'avrebbe scambiato per un modello! Era praticamente PERFETTO e non riuscii a dare tutti i torti ad Erika per come lo guardava! Ad un tratto Leo, evidentemente spazientito, mi diede una pacca sul braccio e mi sussurrò in un orecchio ''Basta guardare cosa fa Erika! Tanto io non posso competere con quello!'' Diede un ultimo sguardo sconsolato alla ragazza, scosse la testa e si portò le mani alla fronte. Guardò il cellulare e chiese ''Qualcuno qua vuole un drink?'' io risposi ''Oh, grazie Leo! Ci vorrebbe proprio... a me piacerebbe un succo di frutta alla pesca'' diedi un colpettino a Tobia il quale si schiarì la voce e rispose ''Per me invece prendi un bicchierino di Wodka alla pesca... lo sai che mi ci vuole!'' All'udire di quelle parole gli sferrai un colpo alla nuca '' Ma sei scemo? Ti pare che con la wodka si risolvano tutti i tuoi problemi? No, mio caro! I problemi vanno affrontati di petto! Quindi ordinerò io per te...'' ripresi fiato e rivolgendomi a Leo dissi ''Anche per lui un succo di frutta, però gusto ACE''. Guardai Tobia soddisfatta di ciò che avevo appena ordinato. Aveva la faccia sconsolata e dovetti chiedergli scusa. Poco dopo Leo s'alzò dal tavolo e s'accostò vicino al barman. ''Allora... vorrei un bicchiere di succo di frutta gusto pesca ed uno gusto Ace e poi... un thè alla pesca!''. L'uomo gli porse i tre bicchieri, il mio amico pagò e tornò al tavolo. Ad un tratto Erika si girò. ''Vergognati, Leo! Perchè hai offerto a loro e non a me!'' si rivolse al ragazzo con tono severo, il quale aprendo le braccia disse ''mi dispiace Erika... ma mi sembravi così occupata... il drink te lo prenderai da sola con i tuoi soldini!'' La ragazza prese la borsa e si recò al bancone. Guardò il barman con aria seducente, come di chi vuol qualcosa di più oltre che un semplice drink. Tra i due ci fu un lungo susseguirsi di sguardi, sorrisi accennati, sfioramenti. Finalmente il ragazzo moro aprì bocca ''Ciao... hem... allora, cosa desideri?'' e lei sottovoce affermò sicura ''Te. Voglio te!'' Il ragazzo non capì ed avvicinò l'orecchio alla bocca della ragazza la quale disse ''No, nulla... dicevo che volevo del thè!'' Il ragazzo compiaciuto tirò fuori da sotto il piano un bicchiere ed una bottiglia di plastica contente quanto richiesto e la porse alla ragazza la quale pagò in fretta e sculettando tornò al tavolo. La serata continuò tranquilla tra il susseguirsi di chiacchiere e risate.
''Ma... ma... che ore sono?'' domandò Leo dando un'occhiata all'ora. Io risposi ''sono le undici in punto''. Lui s'alzò di scatto dalla sedia. Sembrava agitato e poi balbettò un qualcosa che non riuscii a capire. Lui si passò una mano sul volto e balbettò ''come ho fatto a dimenticarmene? Dovevo essere a casa per quest'ora!'' Sorpresa lo squadrai confusa, lui se ne accorse e riprese ''dovevo essere a casa per quest'ora! I miei genitori sono via per qualche giorno. Conferenze di lavoro... sai com'è? Dovevo mettere a letto mia sorella!'' Tirò fuori dalla tasca dei jeans il suo Lg Tribe azzurro e compose il numero della sorella. L'aria si stava facendo molto tesa. ''Ciao, Sara!'' ''Sisi, sono io'' ''Ok. Allora mi fermo un'altra mezz'oretta con i miei amici. Va bene?'' ''Ok. Baci. Ciao. Hey, sorellina, non dimenticare che ti voglio bene.'' e riagganciò. Tutti ci avvicinammo di più a lui, eccetto Erika che ogni tanto puntava gli occhi ancora sul ragazzo moro che stava dietro al bancone. ''Allora, che ha detto?'' mi affrettai a domandare io... ''ha detto che va tutto bene'' rispose Leo con un sorrisetto appena accennato. Mi strusciai su di lui e ridendo gli chiesi ''allora, mister, mi concedi questo ballo?'' lui prese la mia mano e mi disse ''ma certo, mia lady''.
Ci dirigemmo verso la pista da ballo. Mille luci dei più svariati colori illuminavano la stanza e, combinandosi tra loro, davano origini ad effetti spettacolari. Grandi casse addobbavano le pareti, la strobosfera* ruotava su se stessa e rifletteva il colore delle luci, mentre sembrava osservarci... decine e decine di ragazzi e ragazze ballavano a ritmo di musica, il dj giocava con la sua console eseguendo mix perfetti. Partii la mia canzone preferita. Feci una giravolta su me stessa ed iniziai a saltare, a battere le mani verso l'altro ed a canticchiare! Leo mi guardava confuso. Mi accorsi del suo sguardo, gli presi la mano e cercai di coinvolgerlo nella mia strana danza. Finalmente si lasciò andare ed iniziò a muoversi attorno a me. Un ragazzo di colore con i dreads** mi si avvicinò, toccandomi il bacino e successivamente le natiche. Mi girai di scatto pestandogli uno dei piedi, e lui si girò e con un cenno mi chiese scusa. Tornai a fissare Leo che continuava a ballare e così ripresi anche io. Non mi fermai un solo secondo.
Sulla porta della sala comparve Tobia, che avanzò verso di me facendosi spazio tra la folla. Si tappò le orecchie ed iniziò a parlare ''Dii a Leo di venir via perchè si sta facendo molto tardi e la mezzanotte è scoccata da un bel po'!''
Afferrai per un braccio Leo e lo trascinai nuovamente al tavolo. ''Leo, sbrigati, devi tornare a casa da tua sorella!'' urlai io. Erika stava bevendo dello spritz e mi fece cenno con la mano di andarmene ed accolsi il suo suggerimento. ''Bene, ragazzi. Io torno a casa. Se vuoi tornare con me Erika, avvertimi subito!'' Lei fece cenno di no con la mano, scosse la testa e l'appoggiò sul tavolo. Ringraziai Leo raccomandandogli di portare a casa Erika, gli porsi qualche spicciolo, in realtà era tutto quello che avevo, e mi diressi rapida verso la porta. Mi scontrai con un gruppo di motociclisti, ma proseguì con passo deciso verso la mia Vespa verde, tirai fuori dal baule il mio casco personalizzato, salii in sella al mio mezzo di trasporto, l'accesi e sfrecciai nel bel mezzo della notte.
Tornai a casa. Le luci erano spente, forse erano le due di notte. Tolsi il casco e liberai i capelli al vento. Non feci in tempo a riporre il caso nel bauletto che il telefono vibrò. Avevo appena ricevuto un messaggio... vuoto! Era da parte di Leo. Rimasi sorpresa. Era strano. Leo, come Tobia, era un tipo sveglio e pignolo, non era mai successo in tre anni che m'inviasse un messaggio privo di contenuto! Gli feci uno squillo. Rispose lui. Balbettò qualcosa che io non riuscii a capire. Era meglio andare a dare un'occhiata a casa sua, specie se Erika era con lui!
Aprii nuovamente il cancello, portai fuori la mia Vespa, chiusi il cancello, m'infilai il casco, misi in moto il motorino ed iniziai a correre più veloce di quanto potessi.
Ecco, questi erano quei momenti in cui mi pentii di aver letto poco o nulla circa i motori, se avessi modificato la mia Vespa, forse, sarei riuscita a raggiungere anche i 100km/h! Tra un pensiero e l'altro mi accorsi di esser vicina alla casa di Leo.
Spensi la Vespa e l'appoggiai vicino ad un palo all'angolo della strada privata dove abitava il ragazzo. Non mi tolsi nemmeno il casco, ma quando mi accorsi di ciò ero già giunta all'entrata della casa. Dalla finestra della cucina si poteva notare la luce fioca di una torcia, molto probabilmente. Alzai gli occhi al cielo, un tuono squarciò quello spaventoso silenzio.
Scavalcai, senza pensarci due volte, la siepe che divideva la strada dal giardino. Mi avvicinai alla finestra della cucina, l'unica finestra dalla quale proveniva un po' di luce. Notai due uomini. Il loro volto era coperto da passamontagna, entrambi erano vestiti di nero ed indossavano dei guanti di cotone. Spaventata mi diressi verso l'entrata secondaria, proprio dove si affacciava la stanza di Leo.
Mi bloccai. Non so per quanto rimasi là in attesa di un'idea. Nella mia mente vi erano solo domande.
Come facevo ad attirare l'attenzione di Leo? Chi erano e cosa facevano quei due uomini in casa sua? Come dovevo reagire? Dovevo chiamare il 112? Non sapevo davvero che fare e quelli che potevano sembrare secondi si tramutarono in millenni. Stavo sudando, ma rimasi là, accucciata, in attesa di un'idea.



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Note:
* Strobosfera: palla specchiata.
** Dreads: rasta


Note dell'autrice No. Non aggiornerò molto la FanFic.
Questa è stata creata soprattutto come sfogo.
Scrivo perchè mi va.
Scrivo senza un scopo o obiettivo da raggiungere
Ho sospeso per oltre un anno la scrittura della Fanfic, a causa prima della cancellazione di questa dall'hd in seguito ad una formattazione, poi a causa di impegni scolastici e vari progetti a cui ho partecipato ed infine per una crisi di ispirazione.
Mi scuso ancora con coloro che hanno avuto la gentilezza di seguirmi in passato. ~ Mem
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**ogni riferimento a cosa o persona è puramente casuale**
  
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