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Autore: KikiWhiteFly    08/08/2010    2 recensioni
{Raccolta di drabbles e flashfic ispirata alla "Big Damn Table". Vegeta/Bulma}.
Prompt 03: "Eppure Bulma quella sera stava respirando a pieni polmoni una sana ventata d'ottimismo, mettendo da parte – per una volta – il dolore, la sofferenza, la triste consapevolezza di un destino designato da tempo. Ma lei non avrebbe perso la speranza, nonostante tutto: avrebbe confidato nel cielo che le era solo debitore di lacrime, speranze ed illusioni – quanto poteva far male, il silenzio?".
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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The colours of our life









25. Blu





La prima volta che la vide con occhi diversi era una calda sera d'estate.

Bulma indossava un tubino attillato, di un colore piuttosto sgargiante: un blu elettrico, che dava nell'occhio da qualunque prospettiva lo si guardasse.

«Dimmi se non toglie il fiato, Vegeta!»

Esclamò con vivacità la madre di Bulma, mentre esortava la figlia a fare una piroetta su se stessa.

Il sayan trasalì, fingendosi indifferente, poi commentò: «Orrendo.»

In sottofondo la risata isterica della signora Brief e lo sguardo di Bulma che si preparava a contrattaccare. Nel momento stesso in cui la donna gli puntò il dito contro, il campanello suonò.

«Questo dev'essere Yamcha!»

Saltellò sul posto la donna, controllandosi per un microscopico secondo allo specchio.

Vegeta si voltò annoiato dall'altra parte, ignorando il fatto che improvvisamente si fosse sentito irritato alla vista di quell'individuo.



29. Grigio



Il giorno dopo si preannunciava burrasca.

Persino Vegeta aveva rinunciato ai suoi allenamenti – per un attimo Bulma credette che stesse arrivando un Apocalisse, tant'era la sorpresa – ora vegetava al piano di sotto, fissando un punto impreciso da parecchie ore.

Bulma si era alzata di tarda mattinata – a dir la verità era rientrata a casa da due ore, ma averebbe fatto meglio a trascurare quel dettaglio – era scesa di sotto a bere una tazza di caffè. Indossava una semplice maglia, abbastanza lunga da poter essere usata come vestaglia, aveva i capelli tutti spettinati e un'espressione piuttosto cadaverica in volto.

«Buongiorno»

Mugugnò, non ricevendo risposta. «Sempre molto eloquente.»

Commentò alla fine, versandosi da bere. Era ancora persa nei suoi pensieri quando, d'un tratto, uno scossone enorme la fece imprecare.

«Kami-sama!»

Indietreggiò, fino a perdere l'equilibrio. Un secondo dopo,+ Vegeta era dietro di lei e l'aveva afferrata per le spalle.

«Che miseri gli esseri umani.»

Commentò, con aria di sufficienza. Bulma avrebbe voluto rispondergli di rimando, ma il suo cuore non smetteva di battere. In quel momento realizzò qualcosa d'importante: era Vegeta la scossa che l'aveva fatta tremare, non quel tuono... Mille volte più elettricamente.




30. Bianco



Fu in un'anonima serata d'estate che decise di fare i conti con il suo cuore; lasciò Yamcha quel giorno, poiché sentiva di averlo tradito pur senza averlo fatto realmente.

«Vegeta, vero?»

Non gli rispose, ma aveva come l'impressione che lui avesse già capito tutto. Bulma nascose il volto tra le mani, con la voglia di piangere e strapparsi i capelli. Poteva aspirare ad una vita perfetta, ma la stava lasciando per una disastrosa. Semmai fosse riuscita a fare breccia nel cuore del sayan, certo.

Sentiva che come amava Vegeta, non sarebbe mai riuscita ad amare nessun altro al mondo: si sarebbe anche accontentata di un pensiero, non era necessario ch'egli l'amasse.

A cosa poteva ridursi pur di averlo, ancora non se lo sapeva spiegare.

«Buona fortuna.»

Le baciò castamente la fronte Yamcha.

Bulma, in quel momento, sentì di aver appena lasciato una mano sicura per cercare un altro appiglio: era come se un nodo perfetto le fosse appena scivolato dalle dita.

«Addio.»

Lo distanziò un po' da sé, un abbraccio era l'ultima cosa che le serviva.

Quella notte pianse, era come se avvertisse un vuoto all'interno: una pagina bianca la stava aspettando.



27. Marrone




I giorni a seguire furono di grande riflessione.

Quando confessò ai suoi genitori di aver lasciato Yamcha, non ne parvero molti stupiti. Allorché, un pensiero le balenò in mente: che tutti avessero capito che fosse innamorata di Vegeta, tranne lei?

Anche in quel momento Bulma stava riflettendo: erano all'incirca le due di mattina, stava mescolando la cioccolata in un pentolino – fidata amica di ogni cuore turbato – piuttosto sovrappensiero. Poco dopo versò il contenuto all'interno di una ciotola di modica proporzione, dicendosi tra sé e sé che non avrebbe dovuto badare molto alla linea, dal momento si era rassegnata a rimanere zitella a vita.

Sobbalzò, invece, quando vide dietro di sé l'austera sagoma del principe dei Sayan: «Cioccolata?»

Chiese, esibendo il miglior sorriso. L'uomo scrollò le spalle con noncuranza, Bulma allora iniziò a capirlo almeno un po': i suoi silenzi erano risposte.



28. Nero



Il mondo di Vegeta era sempre stato nero: ragion per cui tutto quel turchese gli dava alla testa. Era un colore troppo sgargiante per i suoi gusti, ne aveva sin troppo di quella tinta assurda.

«Non riesci a dormire?»

Vegeta sorseggiò la cioccolata, schifandola con lo sguardo. Poi, osservò meglio il profilo della donna: ora, a ben vedere, quelle ciocche non scendevano così orrendamente sulle sue spalle. Indossava una vestaglia leggera, una scollatura che culminava sull'incavo dei suoi seni e... stava esagerando, quella notte.

Quale fosse il potere della cioccolata non lo sapeva, ma doveva stare lontano dalla donna che sembrava procurargli solo guai. Così, si alzò di scatto e cercò di ignorare ogni sua supplica.

Fu solo quando si sentì strattonare la manica della camicia, che iniziò a perdere l'ausilio della ragione.

Sulle sue labbra leggeva una sola parola: «Amami




23. Rosso



Da quel giorno, grazie a quell'unica parola, aveva firmato la sua condanna a morte. Eppure, aveva l'impressione che le loro vite si fossero intrecciati molto prima... Il filo rosso del destino, lo chiamavano.

«E' troppo bello pensare che sarà per tutta la vita, vero?»

Chiese Bulma, rabbuiando lo sguardo. Alla fine aveva detto tutto a Chichi – più che altro, aveva bisogno di confidarsi con qualcuno – e, sebbene si prendesse la briga di sognare una vita con Vegeta, doveva far ritorno alla realtà, rendendosi conto che andare a letto con il nemico era davvero sconveniente.

«Chissà. Magari, riuscirai ad adescarlo in qualche modo. Ci dovrà pur essere qualcosa che vi tenga uniti.»

Bulma la guardò un sol istante, poi disse: «Ti confiderò un segreto...» l'amica si avvicinò, tutta eccitata.

«... Sono incinta.»

Da quel momento il filo rosso del destino li avrebbe uniti, indissolubilmente.



24. Viola



Scoppiò in un pianto liberatorio quando scoprì gli occhi del bambino che cullava tra le braccia. Si chiesero tutti il motivo di tale reazione, eppure sentivano nel profondo un'angosciosa malinconia. La stessa che la donna sentiva dentro, ogni volta che osservava quei lineamenti così familiari.

«Di chi è questo bel bambino?»

Le domandarono in molti, cercando d'individuare una vaga somiglianza nei tratti di Yamcha. Tuttavia, la risposta che potevano aspettarsi era sempre e solo una: «Questo bambino, non ha padre.»

Bulma evitava una lacrima, costringendosi a sorridere.

«Saremo forti. Vero, piccolino?»

Vegeta se n'era andato, com'era prevedibile: non si era fatta illusioni, sapeva che quel giorno sarebbe arrivato; eppure, per quanto volesse odiarlo, non riusciva proprio a fare a meno di amarlo così ardentemente.




22. Arancione




Erano passati esattamente due anni dalla nascita di Trunks.

«Buon compleanno!»

Esordirono tutti insieme, rivolti al bambino. Quest'ultimo, poi, ancora non riusciva a comprendere bene quella ricorrenza, ragion per cui si sentiva piuttosto spaesato.

Bulma lo stava aiutando ad ergersi sulle sue gambe, aveva imparato da poco a camminare e ciondolava ancora un po'.

«Tanti auguri, Trunks!»

Sorrise Chichi, porgendo un pacchettino al festeggiato. Bulma lo prese, poi lo scartò.

«Oh, una tutina... arancione

Sgranò piuttosto visibilmente gli occhi Bulma, alla vista di un colore così sgargiante.

«Che c'è? E' di moda!»

Si difese la donna. Bulma sorrise, dopodiché levò il volto verso il cielo: «Il tuo papà l'avrebbe odiata.»




21. Giallo


Poi, un mattino, Bulma lo rivide. Dopo la battaglia contro Cell non aveva avuto più sue notizie e, ora, dopo quattro anni si presentava davanti a lei come se nulla fosse. Tra l'altro non si era nemmeno preso la briga di entrare dalla porta; Bulma l'aveva trovato sul terrazzo, di spalle.

«Cosa ci fai qui?»

Domandò, ignorando lo scalpitare all'interno. Vegeta si voltò – non era cambiato di una virgola, dall'ultima volta che l'aveva visto – poi mugugnò: «Indovina.»

La donna lasciò cadere la borsa da lavoro a terra, dopodiché si avvicinò al corpo dell'amato. «Per rovinarmi la vita.»

Gli assestò un colpo tra una costola e l'altra, facendosi solo del male. Il Sayan ghignò di tutta risposta, poi le rispose: «O per farmela rovinare.»

Bulma ebbe come l'impressione che quel sole mattutino si stesse abbattendo proprio su di loro: i raggi colpivano con una tale potenza i capelli e il volto di Vegeta, che quasi faticava a conservare la sua espressione nella sua mente.

Aveva il sospetto che lui fosse tornato davvero quella volta: forse meritava una seconda possibilità.


26. Verde



Bulma non credeva che sarebbe arrivato mai un simile giorno, eppure la realtà era tangibile: Vegeta era proprio ad una spanna dal suo volto.

Qualche anno fa non avrebbe mai scommesso circa una relazione tra lei e il sayan ma, evidentemente, le probabilità non erano il loro forte.


«Vegeta...»

Mormorò, poggiando il capo sopra il suo petto.

Quella sera Bulma aveva deciso di passarla distesa sul prato al di fuori della propria abitazione e Vegeta l'aveva seguita, di sua spontanea volontà.

«Uhm?»

«Non credevo che saresti tornato.»

Bisbigliò, intimidita.

«Nemmeno io.»

Come al solito, Vegeta le parlava a monosillabi. Tuttavia Bulma riuscì a leggere tra le righe, comprendendo che dietro quelle parole se ne nascondevano ben altre.

«Rimani, allora. Rimani qui.» supplicò, accorgendosi solo un secondo dopo di avergli strattonato la camicia. «Amami.»

Quell'ultima parola li riportò ambedue al primo vero incontro: quando due anime s'incontrarono, fingendosi ostili l'una con l'altra.

Vegeta si riscosse, poi le mormorò sottovoce: «Ci proverò.»

Pianse di felicità, per una volta: Vegeta era al suo fianco, non c'era nulla che potesse eguagliare tale gioia.

«No. Ci proveremo





Note:

spiegazioni velocissime perché devo scappare – e posso connettermi via rete wireless molto raramente XD. Ho narrato la storia di Bulma e Vegeta fin dall'inizio *^*... o, almeno, come l'ho immaginata io. Molto presto vedrete altre due raccolte di questo tipo! La prossima sarà: “Cinque fasi per innamorarsi [Lui]” e, in seguito, “Cinque fasi per innamorarsi [Lei]” <3

A presto!


Kiki.

   
 
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