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Autore: Fabi_    08/08/2010    6 recensioni
Come è stato il colloquio di ammissione della giovane Minerva McGranitt a Hogwarts?
Cosa l'ha spinta a dedicare la sua vita all'insegnamento della trasfigurazione?
Che tipo di colloquio può averle fatto Silente?
Ecco a voi la mia personale visione di come andò.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Horace Lumacorno, Minerva McGranitt
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Con questa storia ho partecipato al contest Ice Cream Shop, indetto da _Mary, Nabiki93 e fierobecca, classificandomi seconda.

Ci tengo a ringraziare le giudici (anche fierobecca che purtroppo non ha potuto partecipare al giudizio per problemi di computer), per i loro giudizi chiari e per la possibilità che mi hanno dato di scrivere una storia sulla McGranitt.

Ringrazio chiunque perderà un po' del suo tempo a leggere, e chiunque deciderà di recensire.


Personaggi principali: Albus Silente, Minerva McGranitt.

Autore: Fabi_Fabi (Fabi_ su efp)

Avvertimenti: ---

Note dell’autore: La storia è ambientata nel 1956. Ho scelto l’assunzione della McGranitt da parte di Silente all’epoca appena diventato preside. Silente è arrivato a Hogwarts come insegnante di trasfigurazione di sicuro nel 1938, e c’era anche Lumacorno, la McGranitt ha iniziato la scuola nel 1937, quindi sicuramente è stato l’insegnante della McGranitt per 6 anni, forse anche 7.

Traccia: Il colloquio di un professore ad Hogwarts.

Elemento da inserire: Pioggia.

 

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Ritorno a Hogwarts

 

Minerva’s PoV:

La mia presenza è annunciata dal rumore sordo della materializzazione, immobile di fronte ai tre manici di scopa osservo il panorama intorno a me: il villaggio di Hogsmeade è rimasto com’era nella mia memoria, arrivare qui è come tornare indietro nel tempo, il paese è deserto, e l’immagine di Hogwarts troneggia lontana, avvolta dalle nubi cariche di pioggia.

Decisamente non sono più abituata a questo clima, nulla a che vedere con l’afa estiva londinese. Sorrido respirando a pieni polmoni, spero che Hogwarts diventi casa mia in un futuro non troppo lontano.

Una giornata grigia mi accompagna oggi, il vento freddo mi punge il viso e chi mi guarda, vede in me l’agitazione di una strega poco più che trentenne chiamata a un colloquio per il ruolo che fu impiegato dal più grande mago di tutti i tempi, anche se ammetto che sapere che il mio ex professore di trasfigurazione ha un ricordo così vivido e positivo di me da avermi chiamata personalmente mi riempie di orgoglio.

Mi avvio alla scuola senza fermarmi a visitare il paese, è molto tempo che non torno qui, ma non voglio arrivare in ritardo, tra l’altro non mi sento dell’umore più adatto adesso.

Di fronte al cancello mi tornano in mente i miei anni a scuola, i miei sogni di gioventù.

All’epoca l’unica cosa che desideravo era essere la caposcuola, prendere eccezionale in tutte le materie per diventare una strega di successo.

Ho passato tutti gli anni dal diploma a oggi a concentrarmi sulla carriera, la mia vita scorreva veloce, a causa delle mie scelte ho perso molto, ma non me n’ero accorta. Solo quando Silente mi ha chiamata, ho capito quello che mi era sempre sfuggito: che la mia strada era questa.

Ho avuto un’intensa vita professionale fino ad oggi, ero invidiata, imitata, mi sono fidanzata, ma purtroppo non ho saputo gestire bene quell’aspetto della mia vita.

Arrivo di fronte all’ingresso nel momento in cui la pioggia è più forte, in pratica l’ombrello serve a ben poco. Il cancello si apre prima che io abbia il tempo di suonare, il professor Lumacorno mi si avvicina a braccia aperte: “Minerva! La mia ex Grifondoro preferita. Qual buon vento?”

“Buongiorno signore, sono qui per un colloquio”, dico abbozzando un sorriso.

“Oh! Certo, trasfigurazione! Ora che Albus è diventato preside era chiaro che dovesse trovare qualcuno alla sua altezza. Non deve essere facile insegnare dopo di lui”. Lumacorno ride, e mi fa l’occhiolino mentre scherza con me, l’espressione sul mio viso si è fatta sicuramente ancora più seria. “Scherzo Minerva, tu sei anche un’animagus, vero? Un gatto mi pare”.

Annuisco sempre più nervosa, entriamo e subito uso la bacchetta per asciugarmi i vestiti, Lumacorno mi accompagna lungo i corridoi fino al Gargouille che delimita l’accesso all’ufficio del preside. Pronuncia la parola d’ordine e mi fa cenno di proseguire.

Salgo le scale con una lentezza quasi esagerata per una come me che ha teso la sua vita alla perfezione, la perfezione non ammette sprechi.

Quando raggiungo la cima delle scale, mi trovo di fronte Silente impegnato a osservare una scacchiera magica, si massaggia il mento con le dita probabilmente studiando una mossa. Resto ferma per qualche istante, più che altro perché mi sento tanto nervosa da temere di non avere sufficiente coordinazione per muovermi, appena il nuovo preside alza lo sguardo su di me il suo sorriso si tende e i suoi occhi limpidi manifestano la sua gioia nel rivedermi.  Mi fa cenno di avvicinarmi con la mano e mi indica una sedia.

“Buongiorno Signor Silente”, mi avvicino alla sedia.

“Oh, Minerva, benvenuta”, mi tende la mano, che io stringo con calore. Il ricordo che ho del mio professore preferito, unito alla sua gentilezza sincera mi mettono un po’ più a mio agio, ma non abbastanza. Prende una bottiglia di Succo di Zucca, due bicchieri, e li appoggia di fronte a noi, si siede e comincia a versare magicamente da bere.

“Spero che gli elfi si ricordino di portare i pasticcini che avevo chiesto. Sarebbe strano il contrario, è quasi ora. Comunque chiamami Albus, non c’è bisogno di avere tutte queste formalità fra noi”.

Annuisco come una bambina quando so che non ce la farò, almeno per oggi. Cerco di rilassarmi e prendo nervosamente il bicchiere, butto giù un sorso e aspetto che mi faccia qualche domanda.

“Ti vedo nervosa Minerva, non ti devi preoccupare”, si schiarisce la voce: “Comincio con le domande: so che sei una strega eccezionale, hai avuto un notevole successo fino a ora, mi chiedevo perché tu non abbia mai fatto domanda per insegnare, o comunque perché tu abbia accettato il colloquio”.

“Non ci avevo mai pensato prima, avevo la carriera, la mia famiglia”, avevo, a volte i verbi al passato fanno male, abbasso gli occhi.

“Hai figli?”

“Purtroppo no, ne avrei voluti, ma non posso. La natura mi ha dato tanto, però ha deciso che non avrei mai avuto la possibilità di trasmettere quello che ho imparato ad un figlio mio”.

Nel frattempo arrivano i pasticcini, Silente serio mi porge il vassoio ed io ne prendo uno. Lo fa lo stesso e, finito di gustare il dolce, mi guarda con calore prima di parlare: “Hai mai pensato che questo può essere un dono ancora più grande per te? Tu qui avrai tantissimi figli”.

“Lo spero, è quello che desidero”, sorrido. Silente aspetta qualche minuto, sorseggia il succo e mi guarda.

“Trasfigurazione è una materia difficile, come pensi che insegnerai?”

Sono a disagio di fronte a questa domanda, la realtà è che pensavo di ispirarmi al mio ex insegnante, ma non vorrei dirlo, non vorrei sembrare troppo adulatrice: “Io… seguirò il programma, farò il possibile per essere alla sua altezza”.

Il suo sorriso giocoso s’illumina: “Facciamo una prova Minerva?”

Che cosa vuole? Una prova? Lo guardo persa, prendo la bacchetta: “Che cosa devo trasfigurare?”

“Spiegami come trasfigurare questo bicchiere”.

Respiro profondamente, prendo fiato e gli spiego tutto con precisione, professionale come sono sempre stata nella mia vita. È divertente vedere Silente che interpreta la parte dello studente imbranato che fa quasi l’opposto di quello che gli chiedo: “Più deciso, la bacchetta deve roteare in questo modo, lo faccio vedere più lentamente, così, bene!”

“Ah ah ah! Mi piace questo metodo, può bastare. Sono sempre divertenti i colloqui. Non trovi anche tu? Non ho altro da chiederti, credi forse che io non domandi un po’ in giro prima di chiamare un’insegnante per un colloquio? Anche se in effetti, mi piacerebbe vedere come sei trasfigurata in un gatto”.

“Oh, certo”. Mi alzo in piedi e mi trasformo. Silente ride allegro, già mi sento a casa.

Batte le mani ridendo: “Sai, ho conosciuto anche un altro animagus, ma siete tutti così bravi? È eccezionale. Puoi tornare umana Minerva”.

Appena riprendo la mia forma, Silente si fa di nuovo serio: “Sai che insegnare qui ti prenderà al cento per cento, tu sei giovane e dovresti trasferirti qui. Sei sicura che questo vada bene per te?”

Lui mi guarda in silenzio, vuole esserne sicuro, e fa bene, solo che così mi costringe a dire cose che non vorrei mettere in piazza: “Ora riesco ad ammetterlo: mi sentivo sola e vuota a Londra, realizzata, ma non in pieno. La mia vita procedeva per inerzia. Credo di avere capito che mi mancava qualcosa. Tu sai che io ho perso i genitori da bambina, mi sono fidanzata giovane, ma da quando ci siamo lasciati, mi sono concentrata solo sul lavoro. Qui la mia vita non sarebbe finita, ci sarebbero molte possibilità per me. Potrei finalmente dare senso alla mia esistenza. Solo quando mi ha chiamato, ho capito che questa era la strada giusta, quando ho scelto di affrontare il colloquio, ho deciso di dedicare la mia vita a Hogwarts e agli studenti, sempre che io vada bene come insegnante”.

Silente sorride, si alza in piedi: “Va bene Minerva”.

“Basta così?”

  “Sì”. Mi porge la mano: “Ci vediamo tra sei settimane”.

“Oh, grazie!”

“Grazie a te per esserti messa a disposizione, sono sicuro di averci visto giusto con te, sarai una delle insegnanti più grandi che questa scuola abbia mai avuto”.

Arrossisco, ma il sorriso che mi sento addosso non accenna a cancellarsi dal mio viso, sono come inebriata, ritornata al mondo dopo un letargo. Non immaginavo di tenere tanto a questo lavoro.

Esco dall’ufficio e mi avvio all’uscita della scuola, appena fuori saltello verso il cancello senza preoccuparmi troppo della pioggia che m’inzuppa i vestiti e i capelli, tanto me li posso asciugare in un attimo con la magia. Apro l’ombrello ed esco dal cancello, rido piroettando verso Hogsmeade, mentre tengo l’ombrello tra le mani, intenta non tanto a coprirmi, ma a girare veloce su me stessa. La pioggia normalmente m’infastidisce, sarà la mia parte gatto a non sentirsi troppo a suo agio, oggi però è diverso.

Nella pioggia che mi bagna sento la libertà, in me vedo una persona nuova, che in realtà è la vecchia Minerva, quella che è rimasta chiusa in un cassetto per troppo tempo.

Appena fuori dai confini di Hogwarts, mi materializzo nella villa di famiglia, che mi attende vuota e solitaria com’è sempre stata. Sono pronta a fare le valigie.

Ora ho davvero una casa.





Seconda classificata 
Ritorno a Hogwarts, di Fabi_ 

Giudizio di Nabiki93
Grammatica e sintassi: 9/10 punti 
Stile: 9.5/10 punti 
Sviluppo della trama: 10/10 punti 
Originalità: 9,5/10 punti 
IC dei personaggi: 9.5/10 punti 
Attinenza alla traccia data: 10/10 punti 
Gradimento personale:7/8 punti 
Totale: 64,5 
Allora,per la grammatica ho notato alcuni errori di battitura,sicuramente di distrazione (come appena con tre p),ma per il resto tutto corretto. 
Ho apprezzato molto il tuo stile!Fluido,semplice e mai noioso. 
Per lo sviluppo della trama e l'attinenza alla traccia non potevo non metterti dieci!!Complimenti!!Hai saputo scrivere una fan fiction su un colloquio di lavoro in modo davvero ammirevole e coinvolgente! Inoltre ho apprezzato la caratterizzazione che hai fatto di Minerva,partendo dalla sua vita,da giovane ad Hogwarts,fino alla sua vita sentimentale. Davvero affascinante!!! E inoltre attraverso la tua storia si potrebbe spiegare anche il fatto che non si è mai sposata e non ha mai avuto figli!!Mi sono sempre chiesta il perché di questo e la tua spiegazione potrebbe essere un' idea!Complimenti ancora!!! 



Giudizio di _Mary 

Grammatica e sintassi: 9.5/10 
Stile: 7.5/10 
Sviluppo della trama: 10/10 
Originalità: 8/10 
IC dei personaggi: 10/10 
Attinenza alla traccia data: 9/10 
Gradimento personale: 7/8 

Totale: 61/68 

Prima di tutto, devo farti i complimenti per la grammatica, perché, a parte una svista di battitura ed una virgola mancata, non ho trovato niente che assomigliasse ad un errore – solo un piccolo appunto: termini come Trasfigurazione, Tre Manici di Scopa e Materializzazione vogliono la maiuscola. Comunque sia, io sono molto, molto pignola per quel che riguarda questa voce, quindi ti assicuro che arrivare al nove e mezzo è una gran cosa. 
Ho penalizzato un po’ il tuo stile perché a mio parere usi periodi troppo lunghi. Spesso avrei sostituito un bel punto ad una virgola, così che la narrazione fosse leggermente più lenta. Senza interruzioni si ha quasi l’impressione di correre, niente che un buon punto fermo non avrebbe potuto risolvere. 
Speravo proprio che qualcuno scegliesse quel gelato e decidesse di scrivere su Minerva. Mi rendevo conto che era molto improbabile che capitasse davvero, però, come si dice, ‘La speranza è l’ultima a morire’, ed ecco che mi sono ritrovata una giovane Minerva che si avvia sotto la pioggia a quella che sarà la sua nuova casa. Mi è piaciuto come l’hai trattata: una giovane donna in carriera, con le idee ben chiare. È la Minerva che ha creato la Rowling. 
Questa parte del mio giudizio comprende tutte e tre le voci ‘Sviluppo della trama’, ‘Originalità’ e ‘IC dei personaggi’. Non hai solamente parlato del colloquio di Minerva, ci hai anche fatto intravedere la sua vita precedente, ci hai spiegato le motivazioni della sua scelta. Punteggio alto anche per l’originalità, per averci mostrato questo lato di lei che nei libri non ci era stato regalato. E, addirittura, dieci alla caratterizzazione dei personaggi, per aver disegnato Minerva in maniera plausibile – ho apprezzato il fatto che tu l’abbia resa nervosa al colloquio, o, ancora di più, il suo ‘sfogo’ finale – e per non esserti dimenticata neanche di Silente, che conserva quell’eccentricità che ha anche nei libri. 
La pioggia è bene inserita, molto carino anche il riferimento alla ‘parte gatto’ di Minerva. 
Non so cosa mi abbia spinto ad apprezzare tanto questa fan fiction; forse il realismo: Minerva è dipinta come una ragazza forte, ma pur sempre una ragazza vera, con la sua storia alle spalle, i suoi desideri. Carinissimo il pezzo in cui deve fare da insegnante ad un Silente che si finge imbranato! Quello che mi è rimasto più impresso, come ‘lettrice normale’ e non giudice, è stata la sua felicità alla fine, quando torna verso Hogsmeade. Ho apprezzato molto questi dettagli che la rendono realmente più giovane di quella della Rowling, senza mandarla OOC. Conserverò ben stampata nella mente l’immagine di questa giovane donna nervosa, quando mi imbatterò nella McGranitt dei libri ‘veri’. 



Totale: 125.5/136 

   
 
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