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Autore: Kendhra    09/08/2010    1 recensioni
Fredde braccia la avvolsero improvvisamente. Si trovò faccia a faccia con la moquette. Dilaniata dalle lacrime. Chiuse gli occhi per un attimo. Mai prima di allora aveva pensato così intensamente a lui,quasi da sentirne il respiro addosso. Quasi da morire.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è una one-shot che a dire il vero mi piace solo per un passo.

Ho fatto fare un’evoluzione mentale a Sookie,un viaggio all’interno della sua mente,per capire alla fine cosa volesse veramente. È tutto frutto della mia immaginazione,mi sono slegata alla serie,sviluppando un po’ diversamente alcuni caratteri,e non segue la stessa trama. Diciamo che ho un po’ rielaborato i personaggi per i fatti miei. ^^  Oltretutto è la mia prima su True Blood quindi.

Buona lettura (:

 

 

 

 

 

Il Fangtasia era il locale più IN nell’Area 5. Rinomato tra umani e vampiri,lussuoso,perverso. Così come lo Sceriffo dell’Area 5,Eric. Alto,biondo,marmoreo. Vichingo. Un secondo dio. Tanti gli aggettivi che lo avevano accompagnato nel tempo. Senza cuore. Crudele. Sadico.

Sedeva sul suo trono di ebano intarsiato,ad un estremo della sala,a godersi lo spettacolo di deboli umani alla ricerca di morte. Lo facevano ridere di gusto. Li disprezzava tutti gli umani. Meno che uno. Sookie Stackhouse,il caratterino più forte di Bon Temps. In quel momento era entrata nella sala,catturando il suo interesse,come ogni notte,come ogni alba. Un leggero rossore le percorreva le guance,mentre cercava Eric. Lo cercava convulsamente,questo a lui non dispiaceva,anzi,ne era lusingato. Generalmente non prestava attenzione alle donne che cadevano ai suoi piedi,erano cibo,e sesso. Ma lei aveva qualcosa di diverso. Era saporita intellettualmente e fisicamente. Indossava un vestito bianco,che le lasciava scoperte le ginocchia. Una spilla a forma di orchidea le fermava i capelli,che le lasciavano il collo indifeso. L’odore di Sookie arrivava alle narici di Eric ancora più forte. Le penetrava violentemente,così come lei interferiva ,con la stessa violenza, con la sua esistenza.

La guardava,con freddezza e attrazione.

-Eric-

Lo sguardo di Sookie percorse la figura perfetta dello Sceriffo. Il viso caucasico,gli occhi glaciali,il naso lineare e le labbra incolore e mortali,e poi il suo collo,il pomo,le sue clavicole; la ragazza deglutì e dischiuse la bocca,presa da tale bellezza.

-Sookie- il vampiro le rispose impassibile con un cenno del capo.

C’era elettricità nell’aria. Entrambi volevano essere duri l’uno con l’altra,ma per sentire il legame invisibile tra di loro,non serviva essere un vampiro o leggere nelle menti.

**

Sookie guardava Eric con fare minaccioso,gli occhi accesi dalla brama di vampiro. Si accarezzava le labbra con la lingua in attesa di una sua reazione,come se fosse un istinto naturale per lei. Voleva sedurlo. Ondeggiava intorno al suo corpo,sapeva che anche lui la desiderava. E desiderava ancor di più farla sua.

Renderla sua schiava d’amore oppure renderla sua sottoposta e vampirizzarla,cosa lo fermava?

Eric prese una bottiglia di True Blood e la mandò giù in un sorso,sbattendo con forza il contenitore vuoto sul bancone di legno scuro del Fangtasia. Faceva schifo quella roba,eppure gli serviva per resistere alla tentazione di eliminare Sookie. Come sceriffo dell’area 5 non presentava debolezze nè sentimento,né tantomeno,un secolare vampiro come lui,poteva permettersi di provare qualcosa per un’umana.

Sookie non era una ragazzina innocente. Non più.

La vicinanza coi vampiri l’aveva resa imprudente e spinta. Sookie giocava. Manipolava le menti di umani e vampiri. Sookie era il bene e il male. Questo attraeva Eric,il biondo vampiro.

Stava quasi facendosi l’alba,nonostante nel locale ci fosse sempre un filo di oscurità,era ora di dormire.

-posso dormire con te se vuoi,sei sempre così solo- l’indice caldo dell’umana sfiorò i pettorali freddi del vampiro. Al tocco di Sookie,l’immortale sobbalzò quasi preso da uno spasmo.

Il falso tono innocente non ingannava Eric,che non aveva nessuna intenzione di andare con lei,quel giorno.

-sarà meglio che vai. È quasi giorno.-le sussurrò all’orecchio,a denti stretti. Il solo sussurro le procurò scosse di piacere. Sentiva partire da dentro degli impulsi che se le fosse stato possibile avrebbe liberato con lui. Adrenalina,era ciò che provava ogni volta che lui le era accanto,che le parlava,che sentiva il suo fiato sul collo. Eccitazione. Sookie non si spostò di un millimetro.

Eric si tolse le mani dell’umana di dosso,con brutalità e la mandò via.

Sookie uscì dal Fangtasia,aveva quasi le lacrime agli occhi,ma era determinata ad ottenere ciò che voleva,d’altronde lei poteva plasmare le menti. Con Eric non voleva farlo,voleva lui fosse libero di scegliere. Quello che non era stato concesso a lei. Fino a poco prima che i vampiri entrassero nella sua vita, viveva normalmente,per quanto potesse essere normale convivere col proprio potere. Poi l’arrivo di Bill,e tutti gli altri. I giochi crudeli. L’amore,l’abbandono. I vampiri l’avevano solo ferita,le avevano fatto del male. Ora toccava a lei. La sua vendetta. Eric non era così male,spietato e crudele al punto giusto,tremendamente attraente. Eric. Un semplice gioco? Ci avrebbe dormito su,fino alla notte successiva. Anche Eric stava dormendo,il che era un punto a suo favore,la faceva sentire sicura. L’idea che avrebbe potuto toccare qualcun'altra la faceva infuriare.

 

Il corsetto nero in lattice giaceva abbandonato sul letto,accanto alla sua camicia da notte bianca,quella della prima notte con Bill. Quando era la sua vergine. Sookie stava ultimando il trucco davanti allo specchio antico della nonna Adele,quando notò il confronto. Inclinò la testa da un lato per guardare meglio. Si sentiva una martire. Un sacrificio. Era divisa in due. Con una delle due parti però avrebbe dovuto chiudere per sempre. Raccolse la candida sottana,e la strinse tra le sue mani,impalpabile. Il ricordo era ancora vivido. Avrebbe voluto bastasse solo una lacrima,un grido per farlo giungere da lei. Bill. Vederlo correre ed entrare nella sua stanza,abbracciarlo,e poi fare l’amore. Sentire il suo profumo di pulito. Fresco. Da poterci affondare il respiro.

Ma lui di lì non sarebbe mai passato.

Fredde braccia la avvolsero improvvisamente. Si trovò faccia a faccia con la moquette. Dilaniata dalle lacrime. Chiuse gli occhi per un attimo. Mai prima di allora aveva pensato così intensamente a lui,quasi da sentirne il respiro addosso. Quasi da morire.

Delle labbra le stavano percorrendo il collo. Dolcemente.

-Sookie-

-sì,dillo ancora.-

-Sookie!Apri gli occhi!-

Quella voce. Eccitante. Suadente. Le era familiare. L’estasi in cui la mandava con una sola parola.

-Eric?- chiese sorpresa.

-Hai bevuto il mio sangue ricordi?- le sue braccia continuavano a cingerla,le vene visibili attraverso la pelle.

-Già.- disse sospirando. Era così piacevolmente delicato con lei. Oltre ogni limite di immaginazione. Quante volte si era trovata in una situazione simile? Tante. Nei suoi sogni. Quando ancora nel suo letto aveva Bill. E dopo? Quando voleva Eric,quante altre volte si era immaginata di averlo così vicino? Quando lei stava male,chi c’era con lei? Nessuno. Adesso c’era Eric,a stringerla. A rassicurarla. E lei non stava cercando di sedurlo. Era tra le sue braccia,triste e impalettata. Impalettata dal dolore. Fragile,come un calice di cristallo puro stretto in un pugno di ferro. Eric era il pugno di ferro. Sookie lo guardò dritto nelle iridi. Vide i canini spuntare dalle gengive dell’immortale. Li sentii affondare nella sua morbida carne. La storia si ripeteva. Lei non si ribellava. Il sangue le defluiva dritto nella bocca di Eric. Eppure non riusciva ad aver paura.

-Eric- pronunciò debolmente,mentre lui continuava a bere la sua linfa.

Il vampiro scostò di colpo la bocca dal collo,la guardò di rimando e poggiò le sanguinolente labbra sulle sue. Non disse niente. Non fece niente per accennare al bacio. Un bacio appassionato. Aspettato da troppo tempo,da entrambi.

-Sookie.- teneva il suo viso tra le mani,guardandola intensamente. L’amore per lui era una cosa nuova. Completamente. –Ho paura.-

-Non capisco. Sei tu il vampiro qui dentro.-

-Ho paura,quando sei lontana. Ogni volta che vai,che io ti mando via,ho paura. Trattengo il fiato,di giorno,dal mondo che è fuori il mio controllo,dove io non posso proteggerti.-

-Mi so proteggere da sola! Non ho bisogno di un altro vampiro che mi prometta cose che non può mantenere.-

-Sookie,io non sono Bill.- lo disse più volte,con enfasi.

-Infatti,io sono Bill.- parlò qualcuno. La voce cupa da far venire i brividi.

Dall’oscuro della porta entrò un’ombra. Ringhiava. Aveva interrotto quel vortice di corpi,di sensazioni.

In un secondo i suoi canini si trovarono a pochi centimetri da quelli di Eric.

-No!Bill!Smettila!Finiscila!Lascialo!- Sookie urlò con insistenza. –Lascia questa casa!-

-Sookie non farlo.-

Guardava i due vampiri,lottare. Una volta si sarebbe buttata tra le braccia di Bill non appena fosse tornato. Ora non l’avrebbe fatto. Fino a poco prima stava soffrendo,ed Eric l’aveva consolata. Eric non se n’era mai andato. Non le importava quanto crudele fosse;Eric era un demone,e tale restava. Non un demone che giocava a fare l’angelo,come Bill. Eric faceva del male perché era nella sua natura. Bill era scappato senza lasciare traccia,lasciandola indifesa. Indifesa anche dal vampiro con cui lei voleva stare. Sookie non era un giocattolo,un premio al vampiro più credibile. Sookie voleva Eric.

 

   
 
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