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Autore: Sara_S16    09/08/2010    0 recensioni
Questa è la mia prima fanfiction! La storia riprende dopo la fine della prima stagione. é passata una settimana da quando una nuova minaccia è arrivata a Mystic Falls, o per meglio dire tornata. E mentre Elena è impegnata ad occuparsi di suo fratello, Damon sembra sparito nel nulla...
Genere: Azione, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel paesino della Virginia, di cui Bonnie non riusciva a pronunciare il nome, era ancora più piccolo di Mistyc Falls. La maggior parte degli edifici erano graziose villette bianche dal tetto basso e con un ampio portico. Quella difronte alla quale il padre della ragazza fermò l'auto non faceva eccezione. L'attenzione di Bonnie fu catturata dalla scritta accanto al campanello: Bennet. Non riusciva a credere di aver scoperto l'esistenza di una zia solo pochi mesi prima e in modo del tutto casuale. Nessuno infatti le aveva mai detto che la nonna aveva una sorella più giovane che viveva a poche ore di macchina da Mistyc Falls. Al funerale però, Bonnie si era trovata per caso ad ascoltare la conversazione di alcune anziane signore, amiche della nonna, che erano molto dispiaciute poiché una certa Karen non aveva partecipato alla funzione. In un primo momento pensò che fosse un'altra amica della nonna, ma poi una signora che fino a quel momento non aveva partecipato alla conversazione, intervenne dicendo:

-Non è riuscita a mettere da parte l'astio nemmeno in questo triste giorno. Mancare al funerale della sorella...

Bonnie non riusciva a credere alle sue orecchie. La nonna non l'aveva mai neppure nominata e non riusciva a spiegarsi il motivo. Così aveva provato a parlarne con il padre, ma anche lui non sembrava intenzionato ad affrontare l'argomento. Nelle settimane successive al funerale Bonnie era stata molto male. Non solo sentiva terribilmente la mancanza della nonna, ma sapeva di aver perso l'unica persona in grado di aiutarla a gestire i suoi poteri. Benché il padre non comprendesse a pieno i sentimenti della figlia, le chiese cosa avrebbe potuto farla sentire meglio. Bonnie colse la palla al balzo rispondendogli che quello di cui aveva bisogno era conoscere Karen. Dopo qualche attimo di esitazione, l'uomo mise da parte le sue obiezioni promettendole che quanto prima le avrebbe fatto conoscere la zia. La ragazza non riuscì, però, in alcun modo a convincere il padre ad accompagnarla fin dentro casa.

Si guardò intorno per un attimo. Non c'era nessuno in giro. La macchina del padre aveva voltato al primo incrocio; sarebbe passato a prenderla dopo un paio di ore. Era molto nervosa. Non sapeva quali problemi Karen avesse avuto con la nonna, ma visto l'assenza al suo funerale non era sicura che sarebbe stata felice della sua visita e delle sue domande. Per prima cosa voleva scoprire se anche lei era una strega e se avrebbe potuto aiutarla proprio come aveva fatto la nonna. Non si era preparata un discorso, credeva di non averne bisogno. Ma si era sbagliata.

Non ho tempo di preoccuparmi di queste sciocchezze, si disse, e senza perdere ulteriore tempo suonò il campanello. Non ebbe nemmeno il tempo di ritrarre la mano, che la porta si aprì e Bonnie non riuscì a trattenere un sussulto. Il padre le aveva detto che Karen era più giovane della nonna, ma non si aspettava certo una ragazza che dimostrava la sua età.

-Ciao Bonnie! Sono felice che tu sia venuta.

Sembrava che la stesse aspettando, però Bonnie in quel momento non ci fece caso. La ragazza la stava guardando dritto negli occhi e aveva un leggero sorriso disegnato sulle labbra. Bonnie non poté fare a meno di ammirare la bellezza della figura alta e snella che le stava davanti. I lisci capelli che le scendevano fin sotto le scapole erano di un rosso non molto acceso, con riflessi biondi provocati dalla luce del sole. Portava una frangetta laterale che le copriva la fronte alta. Sul suo volto tutto si armonizzava perfettamente: le labbra sottili erano di un colore roseo e spiccavano sulla sua carnagione chiara; gli zigomi erano poco marcati e il naso leggermente schiacciato. Ciò che più di tutto attirò l'attenzione di Bonnie furono i vivaci occhi verde scuro che la fissavano con insistenza, ma che di tanto in tanto facevano degli scatti veloci per poi tornare a guardare dritto nei suoi. Indossava un vestitino a fascia di colore lilla che le arrivava fino a metà coscia e che metteva in risalto la sua figura snella. Bonnie continuava a fissare la ragazza che le stava davanti come se volesse catturarne ogni particolare prima che questa sparisse nel nulla. Poi qualcosa sembrò ricordarle il motivo per il quale era andata fin lì, quindi chiese in tono perplesso:

-Tu sei Karen?

La domanda sembrò divertire molto la ragazza, che si lasciò sfuggire una risata.

-No, Karen è mia madre. Io mi chiamo Rachel e sono davvero felice di conoscerti. Tua nonna mi ha parlato molto di te.

-Hai conosciuto la nonna?

-Si certo. Entra, così possiamo parlare un po'.

Bonnie non riuscì a vedere molto della casa, a parte uno stretto corridoio che le portò direttamente nel soggiorno.

-Posso offrirti qualcosa da bere?

-No, grazie. Io sono venuta...volevo fare qualche domanda a tua madre.

-Si lo so. Ma non credo che si dimostrerà disponibile nei tuoi confronti. Anzi io ti consiglio di andare via prima che lei ritorni.

-Per via dei problemi tra lei e la nonna?

-No. Perché ti servi della magia.

Quella risposta lasciò Bonnie sorpresa. Rachel sapeva.

-Lei non è una strega?

-Certo che lo è, ma ha deciso di ignorare la cosa e di non servirsi della magia. Era questo il principale motivo di scontro tra lei e tua nonna.

Bonnie non disse nulla. Era andata lì perché sperava che Karen in qualche modo potesse sostituire la nonna. Ma non sarebbe accaduto. Mentre lei tentava di riordinare le idee, Rachel aggiunse:

-Che aspetti a chiedermelo?

-Cosa?

-Se anche io sono una strega...

Bonnie non riusciva a spiegarsi come mai non avesse preso in considerazione quell'ipotesi. Aveva osservato tutto di lei, ma non si era soffermata sulla sua aura. Era quella di una strega. Di una potente strega.

-Tua nonna mi ha insegnato ad usare la magia, come probabilmente ha fatto con te. Se non fosse stato per lei non avrei mai saputo di essere una strega... Mia madre ha cercato di tenermi il più lontano possibile dalla magia.

-Ma ha permesso alla nonna di insegnarti come usarla?!

-Non è andata esattamente così. Mi esercitavo con lei di nascosto e quando mia madre lo ha scoperto si è infuriata e mi ha vietato di vederla di nuovo. Non mi ha permesso nemmeno di venire al funerale...

-Ma tu hai continuato a servirti della magia...

-Certo! Fortunatamente la stupidità non è ereditaria.

-Sai perché tua madre è così contraria?

-Credo che volesse proteggermi... Non voleva che diventassi lo zimbello del paese come lo era stata lei da giovane. Ma a me non importa di nascondere quello che sono.

-Vuoi dire che vai in giro dicendo di essere una strega?

-Non metto certo i manifesti, ma qui tutti lo sanno. O meglio tutti credono che io sia una ragazzina che non ha ancora superato l'età in cui si crede al lupo nero. Comunque in questo paesino non c'è molto divertimento per le streghe. Non è certo come Mistyc Falls...

Mistyc Falls. Come un violento getto d'acqua fredda, a Bonnie tornò in mente quello che stava accadendo nella sua cittadina. Da quando era partita aveva avuto altro a cui pensare, ma adesso un idea cominciava a farsi strada nella sua testa. Prima che però riuscisse a formulare una frase, Rachel proseguì, come se gli fosse stata posta una domanda:

-Si, credo che potrei esserti d'aiuto. Ho più esperienza di te e potrei anche insegnarti qualcosa.

Bonnie non poté fare a meno di ammirare l'astuzia della ragazza e con un pizzico di amarezza si rese conto che era stata proprio Rachel a insediare nella sua testa il pensiero di portarla a Mistyc Falls.

-Ne sarei felice. Comunque credo che prima dovrei spiegarti la situazione...

-Non occorre. So quanto basta.

Il viso di Rachel si illuminò in un sorriso e a Bonnie parve ancora più bella di quanto le fosse sembrata fino ad allora.

-Sono curiosa di conoscere i fratelli Salvatore.. Secondo le mie fonti Damon Salvatore è un tipo....affascinante!

Nella sua voce comparve un pizzico di eccitazione.

  
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