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Autore: JoJo    09/08/2010    3 recensioni
Washington DC. Degli omicidi estremamente cruenti richiedono l'intervento del team di profiler della sezione di analisi comportamentale dell'FBI. E non solo il loro, in effetti...
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie '49 ways to live'
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Di solito si dice che tutto è bene quel che finisce bene. Per come la vedo io, tutto è bene quel che finisce. Punto.
-Paperinik


Trent LeBeau.
Tom Langston.
Ed Ramos.
Sean Holler.
Emily Prentiss stava facendo passare fra le proprie dita lunghe e affusolate quei quattro fascicoli da circa mezz'ora. Seduto scompostamente su una sedia dall'altro lato del tavolo, Morgan faceva lo stesso. I quattro uomini, ritratti al loro peggio nelle foto segnaletiche, condividevano, oltre a una smorfia infastidita, un curriculum di malefatte invidiabile. La loro carriera criminale era iniziata in tenera età, perlopiù durante l'adolescenza, e si era conclusa con i loro ultimi arresti che riportavano accuse quali tentato omicidio, maltrattamenti e violenza. Ma a parte questo particolare e sinistro talento, non c'era molto altro che li legasse.
“Ho finito il nuovo profilo geografico!” annunciò Reid, picchiettando due volte il tappo del pennarello sulla mappa di Washington DC che era appesa su un pannello di sughero ad un lato della stanza.
All'udire quelle parole gli occhi vigili di Emily e Derek si fissarono sul giovane collega, pronti a sentire quanto aveva appena scoperto.
“L'area di azione di LeBeau e Langston era il Settimo Distretto, quella di Ramos il Secondo mentre quella di Holler il Terzo. L'SI agiva in questa zona.- specificò, quindi, circondando con un tratto vermiglio un'area della mappa piuttosto estesa-Questo ci dovrebbe fare escludere gli agenti di polizia, dunque, dato che chi si è occupato dei loro casi apparteneva a commissariati diversi.”
Prentiss staccò la mano su cui aveva appoggiato il mento in maniera pensierosa per agitarla a mezz'aria “Quindi è più probabile che si tratti di qualcuno che agisce nel sociale.”
“Quelle aree sono assistite da enti diversi.” puntualizzò Morgan, stringendosi nelle spalle.
“Gli assistenti sociali operano anche in distretti diversi.” ribattè la donna, voltandosi verso di lui.
L'agente di colore storse le labbra, meditabondo “Questi casi però sono stati gestiti da operatori ed agenzie differenti.”
“Sì, ma tutte fanno riferimento ad un database centrale comune a tutta la città.-rivelò Spencer, ricordandosi di quel particolare- Il nostro SI deve aver scelto le proprie vittime da lì.”
Morgan si alzò, per avvicinarsi alla mappa e analizzarla pensieroso “Quindi sarebbe una sorta di giustiziere.”
“Con problemi di gestione della rabbia, per questo ha sbagliato ad agire.- confermò Reid, annuendo e facendo così ondeggiare i suoi capelli castano chiaro- È un uomo solo, che ha fatto della propria carriera il pilastro per la sua intera esistenza.”
Emily seguì immediatamente il filo di pensiero degli altri due agenti “Probabilmente è stato messo in aspettativa o comunque esentato dal lavoro per motivi di salute o di esaurimento nervoso e il fatto di aver perso, anche solo momentaneamente, il proprio impiego ha fatto scattare questa idea. Vuole continuare ad aiutare i più deboli e crede che questo sia il modo migliore per farlo.”
“Ma perchè scegliere qualcuno che è già stato processato?” domandò Derek, voltandosi verso di lei come se potesse ottenere la risposta dal suo viso teso e concentrato.
“Perchè è fuori servizio da un po', non sa di questo particolare.- rispose Reid al suo posto- Probabilmente sono gli ultimi casi che ha visualizzato, gli ultimi di cui si voleva occupare.”
“A quando risale l'ultimo arresto fra i quattro prescelti?” chiese quindi il giovane, allungando il collo verso i fascicoli che non aveva ancora avuto modo di leggere.
“Tre mesi fa.” disse la mora, dopo aver fatto un breve calcolo mentale.
“Quindi cerchiamo un assistente sociale in aspettativa per motivi di salute da circa tre o quattro mesi.” ricapitolò Prentiss, alzandosi in piedi.
Spencer annuì, muovendo qualche passo verso la porta: sarebbero dovuti recarsi al databese centrale per venire a capo di quel problema e parlare con qualche dipendente governativo “Controlliamo quelli che sono stati ricoverati: sarebbe il motivo per cui ha tardato così tanto ad agire.”
Morgan aveva già messo mano al cellulare mentre li seguiva fuori dalla sala riunioni diretti al parcheggio per poi raggiungere Rossi e Hotch a DC.
“Hey, bambolina!- esordì- Abbiamo bisogno della tua magia.”

Impiegò qualche secondo di troppo per raggiungere il proprio cellulare che squillava insistentemente sul brillante tavolo anatomico e quando rispose la sua voce risultava leggermente trafelata.
“Qui Alaska!” trillò, per poi aggrottare la fronte al suono delle proprie parole.
“Cioè, volevo dire, qui Ross.-specificò velocemente- Non sono in Alaska, come poteva sembrare dalle mie parole, ma mi chiamo Alaska, che è una cosa piuttosto assurda, ma probabilmente se hai il mio numero di cellulare sai che sono Alaska Ross e mi trovo a Quantico e...”
“Alaska!- la interruppe la voce di Rossi dall'altro capo del filo- Perchè non rispondi semplicemente dicendo Pronto?”
La ragazza si strinse nelle spalle sorridendo, senza rendersi conto che l'uomo non poteva vederla “Mi sembra così impersonale...- per poi alleggerire il tono di voce- Che posso fare per te, Dave?Avete scoperto qualcosa di nuovo?”
“In realtà stavo per chiederti la stessa cosa.” rivelò Rossi, con un sospiro.
“Siamo telepatici, allora!- commentò l'antropologa, prima di iniziare a parlare di ciò che stava facendo- Comunque, sto lavorando al modello della macchina e credo di poterne venire a capo fra un po'. Almeno credo. Sai quanti modelli di SUV, furgoncini, autobus e via dicendo esistono?Un'infinità!Per me le auto sono delle specie di cubi con le ruote, non so distinguere un'auto sportiva italiana da un trattore...”
L'agente FBI si affrettò ad interrompere quel fiume di parole “Sei sicura di riuscire a trovare il modello giusto da sola?”
Non potevano permettersi di perdere altro tempo e, per quanto stimasse Alaska e sapesse quanto fosse competente nel proprio lavoro, avevano una squadra di esperti pronta a venire a capo di un problema come quello che stava affrontando la giovane in una decina di minuti.
“Per niente.- rispose Ross, confermando i suoi sospetti- È per questo che ho chiesto aiuto a Danny.”
“Danny?” ripetè Dave interdetto. Non conosceva nessuno con quel nome ai loro uffici.
“Sì, lavora alla sezione di crittografia ed è un vero esperto di automobili.- spiegò Alaska, ringalluzzita- Gli ho appena fornito la descrizione del paraurti, l'altezza del cofano e la consistenza del corpo dell'auto all'impatto e stiamo facendo delle ricostruzioni dei mezzi che potrebbero aver causato quel tipo di fratture.”
“A quando raggiungerete dei risultati?” si informò Hotch, che aveva assistito a tutta la conversazione tramite il vivavoce.
“Hey, Hotch!”disse Alaska a mo' di saluto, prima di allontanare la cornetta e parlottare con Danny, seduto al suo fianco di fronte ad uno dei pc del laboratorio di crittografia.
Aaron e David aspettarono pazientemente, non riuscendo a distinguere le parole che i due esperti si stavano scambiando al di là del filo.
“Dunque- continuò la ragazza, riprendendo le redini della conversazione- Dan dice che probabilmente abbiamo un vincitore. Una specie di camioncino bianco, siamo ancora incerti sul vero nome del modello perchè sia io che lui non sappiamo nemmeno sbadigliare in tedesco, comunque è fra i modelli registrati nel vostro database governativo.”
I due profiler si scambiarono un'occhiata ricca di significato “Perfetto” esalò Rossi.
“Puoi darci un nome?” si informò immediatamente Hotchner.
“Certo, posso farlo.- assicurò Alaska prima di fare una pausa in cui i due agenti poterono distinguere il suono delle sue dita che picchiettavano sulla tastiera- Devo solo chiedere a Penny di aiutarmi nell'identificazione della targa. Devo solo trovare un modo per raggiungere il suo ufficio.”
Dave aggrottò le sopracciglia, confuso da quel commento “Alaska?”
“Eh?” ribattè la giovane soprappensiero.
“Perchè stai bisbigliando?” domandò, pensando a quanto fosse strano che non avesse usato il suo solito tono di voce leggermente acuto.
“Oh, niente.-minimizzò, mentre la sentivano camminare- Mi sto nascondendo.”
Hotch sapeva che il suo collega si sarebbe pentito di aver fatto quella domanda, ma lo lasciò fare “Da chi?”
“Dalla Tanaka. Pare che sia un tantino arrabbiata con me...” Non c'era un minimo di senso di colpa nella voce dell'antropologa. Probabilmente, come l'imbarazzo e la rabbia, era uno dei sentimenti di cui ignorava l'esistenza.
“Un tantino?- l'agente di origini italiane alzò un sopracciglio-Che hai combinato?”
Alaska fece sventolare la mano con noncuranza, mentre camminava veloci lungo i corridoi della sede FBI di Quantico “Niente di particolare. Pare si sia verificato un piccolo incidente con gli scarafaggi, roba da niente.”
Aaron aggrottò le sopracciglia “Devo chiedere a Garcia di contattarti per sapere quello che ti ho chiesto?”
“No, no!- gli assicurò Alaska- Ci sono, sto andando.”
“E' una decolorazione dovuta all'uso di antibiotici durante il periodo di sviluppo dei molari.” continuò poi a dire.
“E questo che c'entra?” Per quanto fosse usuale per la giovane fare commenti campati in aria, quello era decisamente assurdo.
“Scusate, sono al telefono con il laboratorio del Maryland.-rivelò, mentre si destreggiava fra il proprio cellulare e quello del dottor Stein, che era suo compito gestire- Comunque, ho qua le cartelle di chi ha subito maltrattamenti dalle presunte vittime designate, se la cosa può esservi utile: me le ha consegnate uno degli assistenti della Tanaka. Ve le mando immediatamente via mail.”
“No, Carl, non a te.- la sentirono dire, più distante- Come posso mandarti un campione dentario via mail?”
Dave scosse la testa, esasperato “D'accordo, Alaska, facciamo così: tu e Garcia dovete chiamarci immediatamente quando avrete quel nome.”
“Agli ordini, capitano!” si congedò con un trillo, contenta di poter gestire solo una telefonata alla volta.

Alaska Ross entrò nell'ufficio di Penelope Garcia saltellando, con il pc portatile del laboratorio sotto braccio e un sorriso a trentadue denti sul viso leggermente abbronzato grazie alla recente permanenza in Guatemala. Nel reparto di scienze forensi avevano ormai concluso tutte le analisi di laboratorio, Stein aveva visionato le ossa che lei aveva ripulito e aveva redatto un'analisi completa e dettagliata sotto la supervisione della Tanaka. In effetti, era proprio per via del suo sguardo penetrante ed indagatore che era fuggita via dai laboratori di analisi forense dell'FBI, anzi, in effetti, era stata la stessa patologa ad invitarla ad andarsi a farsi un giro piuttosto di irritarla con la sua serenità inspiegabile. Il che, in effetti, era stata una fortuna visto che aveva incontrato Danny e con lui era riuscita a identificare finalmente l'auto dell'SI.
“Hey, Penny!- la salutò, lasciandosi andare su una sedia- Sai che Washington Dc è lo stato confederato in cui sono registrati i livelli di istruzione più alti, rispetto alla popolazione abitante?”
La bionda le rivolse un sorriso da Stregatto, mentre si voltava verso di lei facendo ruotare di centottanta gradi la sedia “Nocciolina, forse credo che non sia una grande idea che tu inizi a frequentare il nostro G-man. Sai, stai iniziando già a caricare troppe informazioni in quel tuo cervellino iperattivo.”
“In realtà l'ho letto sulla mia guida della città.” rivelò Alaska, dandosi un colpetto sulla tasca dei jeans chiari, da cui sbucava il piccolo libro.
“A che ti serve una guida quando hai a disposizione la più grande risorsa informatica del pianeta?” protestò Garcia con un sorriso.
“Non dell'universo?” la assecondò l'antropologa, l'espressione speculare a quella della tecnica informatica.
“Accidenti, hai ragione, nocciolina!- rise divertita, prima di porre la fatidica domanda riguardando la sua presenza nel suo ufficio- Allora, cosa ti porta di nuovo qui?Cioè, lo so che la mia compagnia causa dipendenza a causa del mio carattere amabile, ma che scusa hai usato per sgattaiolare fin qui?”
“Devo fare delle ricerche su delle auto in base alle misure che ho individuato sullo scheletro di Grimes. Ho pensato che iniziando qui la ricerca del tipo di auto poi avrei potuto comunicarti più tempestivamente il modello e tu avresti cercato subito la targa.” spiegò la mora, indicando con un cenno il proprio computer.
“Eccellente!- commentò Penelope, tornando a voltarsi verso i propri schermi-Sono sicura che ti crederanno, quando lo racconterai.”
“Tu che stai facendo?” si informò l'antropologa, allungando il collo verso la tastiera su cui la bionda digitava velocemente e senza sosta.
Lo sguardo di Penelope era determinato “Cerco di scoprire l'identità di quel mostro.”
“Come?” domandò Ross, l'espressione interessata.
“Sto cercando qualcuno che lavori nella polizia o nei servizi sociali e che si sia occupato di tutti i casi in cui erano coinvolte le vittime, o che comunque abbia avuto accesso a quei file. È un controllo incrociato piuttosto lungo, però, visto che abbiamo informazioni sommarie.”
“Beh, puoi aggiungere questo nella lista delle caratteristiche da ricercare.- disse Alaska, mostrandole l'immagine del mezzo sul proprio computer- Secondo le ricerche mie e di un ragazzo giù al reparto crittografia, il killer che cerchiamo guidava un furgoncino come questo.”
Garcia le rivolse un sorriso trionfante “Direi che con queste informazioni avremo il suo nome in meno di cinque minuti!”

Luke Orson, quarantadue anni, era un uomo distinto. Il viso era serio, con una mascella prominente e le labbra sottili. Gli occhi, più piccoli di due olive, rivolgevano all'obiettivo uno sguardo privo di qualsiasi vitalità.
Pessima foto per il tesserino di riconoscimento, aveva commentato Garcia, quando i dati sull'assistente sociale erano comparsi sullo schermo davanti a lei.
Orson era stato ricoverato per esaurimento nervoso circa quattro mesi e mezzo prima, dopo di che aveva continuato a inviare lettere sempre più insistenti al proprio capo, per sollecitare un reinserimento che era destinato a non dover mai verificarsi: gli episodi di crollo nervoso dell'uomo erano troppo intensi per essere ignorati, perfino dopo il suo reinserimento in società.
“Siamo dei geni.” disse Penelope, che si era appena messa in collegamento al telefono con Derek.
“Siamo?” ripetè scettico l'uomo di colore.
“Io e Alaska.- rivelò la donna- Geni allo stato puro.”
“Che hai scoperto, bambolina?” domandò Morgan, sotto lo sguardo incuriosito di Spencer ed Emily, confortato dal fatto che la collega avesse un tono tanto soddisfatto.
“Ho appena fatto un controllo delle targhe e fra un po' ti riuscirò a dare quella dell'SI, che non è più un soggetto ignoto ma ha ormai nome e cognome.” rivelò Garcia allegra.
“Davvero?” In realtà non era molto colpito: la donna era solita a quel tipo di miracoli.
“Uh, uh.- confermò tronfia Penelope- Luke Orson, ti sto inviando tutti i dati.”
“Come avete fatto a trovarlo?” si informò quindi, mentre passava le informazioni ai due colleghi.
“Io ho fatto uno dei miei soliti trucchetti, mentre Alaska è riuscita a risalire al modello dell'auto calcolando il peso dell'abitacolo e la grandezza dei pneumatici in base alla grandezza e la profondità delle fratture.” snocciolò con tono saputo l'informatica.
Sulle labbra carnose di Morgan si stese un sorriso “Siete due geni.”
“Come avevo detto io fin dall'inizio!” continuò Garcia sorridendo.
“Mi fa paura immaginarvi a lavorare insieme.- continuò con lo stesso tono l'uomo- Credo che potreste ottenere il dominio del mondo con facilità.”
“Io più che il mondo vorrei Venere, lo trovo un pianeta delizioso.” scherzò la bionda, dondolandosi sulla sedia.
“Oh, oh!- intervenne Alaska con tono allegro-Io voglio Saturno!”
“Andata.” assicurò Penelope con una strizzata d'occhio, prima di rivolgersi nuovamente a Derek.
“Vuoi anche tu un pianeta, zuccherino?”
“Forse, come premio, dopo che avrò preso quel tizio.” ribattè il bell'agente, ormai concentrato su quanto avrebbe appena fatto coadiuvato dai colleghi.
“Certo, cioccolatino.- continuò Garcia, prima di rivolgersi alla giovane antropologa- Che dici, nocciolina, quale sarebbe il pianeta più adatto a lui?”
Ci fu una pausa di pochi secondi, dopo di che, le voci allegre delle due si fusero mentre pronunciavano la stessa parola.
“Marte!”

Aveva fatto resistenza. Molta.
Certo, non che servisse davvero, una volta che Morgan l'aveva buttato a terra e ammanettato, ma il fatto che continuasse a protestare veementemente per il proprio arresto e che li accusasse di aver dovuto agire proprio perchè le forze dell'ordine non avevano fatto il loro lavoro era stata la conferma che Luke Orson era il loro SI, oltre che di certo aveva ancora bisogno di psicofarmaci.
Eppure, mettere finalmente la parola fine a quel caso che aveva assorbito totalmente le loro energie aveva fatto trarre a tutti i membri della squadra di Analisi Comportamentale un respiro di sollievo.
JJ avrebbe tenuto una conferenza stampa al più presto per annunciare l'arresto del serial killer che operava a Washington: l'idea di affrontare un gruppo di giornalisti bellicosi, stranamente, non la disturbava troppo, soprattutto perchè pensava che avrebbe avuto l'intera serata a disposizione da dedicare totalmente alla propria famiglia, senza dover pensare, almeno per un po', a criminali psicopatici.
Hotch aveva messo in conto di dover rimanere in ufficio fino a tardi di nuovo, per quella sera, di modo da compilare il rapporto sul caso e consegnarlo immediatamente, e poi avrebbe finalmente un po' di tempo di qualità da dedicare a Jack.
Rossi pensava alla serata libera che gli si prospettava davanti: gli sarebbe piaciuto portare a cena Alaska, per farle vedere la città e informarsi un po' sulle novità nella vita della ragazza in seguito alla sua spedizione in Guatemala, ma sapeva che forse invitandola avrebbe tolto un'occasione a Reid, e lui sapeva di quanto il giovane ne avesse bisogno.
Prentiss si immaginava poltrire placidamente nella vasca da bagno, a mollo fra sali profumati e acqua calda.
Morgan stava già organizzando nella propria mente una serata di celebrazione per la conclusione del caso. Prima un ristorante cinese, magari, e poi un giro in qualche pub o discoteca...
Spencer Reid cercava di tenere la propria mente occupata con pensieri diametralmente opposti a quelli che invece continuavano a bussargli in testa.
Ma proprio mentre stava elencando mentalmente la tavola degli elementi, con tanto di pesi specifici e via dicendo, salì sullo stesso ascensore che stavano utilizzando una segretaria che indossava una camicetta blu. Non riuscì a impedire ai propri pensieri di dirigersi verso Alaska Ross e ai suoi grandi occhi del color del mare.
Quando Derek gli diede amichevolmente una pacca sulla spalla sobbalzò sul posto, guardandosi intorno stralunato.
Nemmeno si era accorto che erano arrivati al piano dove si trovava l'open space del BAU.
“Allora, ragazzino, sei dei nostri?” ripetè Morgan, vedendolo smarrito.
“Eh?” esalò Spencer, che aveva perso completamente il filo del discorso.
“Stasera usciamo a festeggiare: prima cinese e poi un giro fra i locali del centro.-ripetè la propria proposta, che era già stata accettata dagli altri- Non puoi dire di no: pensiamo di invitare anche la fanciulla che sussurra alle ossa!”
“Beh, ecco, io...” balbettò di nuovo, cercando di riattivare le proprie cellule grige alla ricerca di una scusa accettabile: non era pronto a passare la serata con i propri colleghi e Alaska contemporaneamente. Soprattutto non con Morgan e le sue continue battutine e allusioni.
Non ebbe il tempo di aprire bocca, però, perchè non appena si avvicinarono alla propria postazione Garcia agitò ampiamente le braccia per poi fare segno a tutti loro di tacere.
“Che c'è?- domandò Emily alzando un sopracciglio- Siamo intercettati?”
La bionda fece roteare gli occhi platealmente e poi indicò con un gesto del capo la sedia dietro di lei. Alaska vi era seduta compostamente, ma con le braccia e le gambe rilassate. La testa era reclinata in avanti, il mento appoggiato al petto; non potevano vedere gli occhi chiusi, ma il respiro regolare indicava nettamente che stava dormendo.
Fra i membri della squadra si alzò una risatina sommessa.
“Da quanto tempo dorme così?” chiese Hotch, scuotendo il capo incredulo.
“Cinque minuti.-disse Penelope, dopo aver fatto un breve calcolo- Stavamo chiacchierando ed è crollata all'improvviso e la cosa buffa è che stava parlando lei.”
Sul bel volto di JJ si allargò un sorriso materno “Era davvero esausta, non ha avuto un attimo di respiro ultimamente...”
Stava ancora parlando quando la giovane antropologa rialzò la testa di scatto, ricominciando a parlare come se non avesse mai smesso di farlo.
“...e poi non è così difficile come sembra e...- continuò, per poi interrompersi e far vagare il proprio sguardo interrogativo sugli agenti FBI che l'attorniavano- Quando siete tornati voi?”
“Neanche due minuti.” rispose Dave, con un sorriso sornione sul volto.
Alaska aggrottò la fronte, scrutandoli perplessa.
“Direi che se quello era un provino per la Bella Addormentata te la stai cavando alla grande!” la punzecchiò Morgan, strizzandole l'occhio.
La giovane accennò a una risata, prima di pensare agli avvenimenti degli ultimi giorni.
“L'avete preso?” domandò, con la voce impastata dal sonno, mentre alzava le braccia e si stirava la schiena.
“Sì.” confermò Aaron, annuendo.
“Il che mi fa ricordare che stasera pensavamo di andare fuori a cena, per festeggiare la conclusione del caso.- intervenne Derek, mettendole un braccio intorno le spalle esili- Sei dei nostri, Quarantanove?”
“Mi piacerebbe, ma non credo di avere ancora finito qui.” borbottò imbronciata, mordendosi il labbro inferiore.
Le chiese Emily “Che altro devi fare?”
“Appena all'accademia hanno saputo della presenza del dottor Stein è stato allestito a tempo di record un seminario sull'antropologia forense.” li informò Garcia, che aveva saputo di quella notizia in anteprima.
Stranamente, sapere che Alaska non avrebbe cenato con loro, non portò a Spencer il sollievo che si aspettava.
“In effetti mi è arrivato un comunicato, stamattina.- ricordò Rossi, passandosi una mano sul mento- Recupero dei cadaveri per i membri della squadra della raccolta prove, giusto?”
“Già.- confermò l'antropologa alzandosi in piedi, con un sorriso ampio sul viso- Devo andare al Centro per la Ricerca e l'Addestramento nelle Discipline Forensi e preparare una richiesta per i materiali che mi serviranno per la lezione di domani, oltre che il permesso scritto per svolgere un'esercitazione pratica nei boschi qua intorno durante i prossimi giorni.”
Reid aggrottò la fronte “Ma il relatore del corso non è Stein?”
Alaska alzò i palmi, facendo una piccola smorfia rassegnata.
“Gli serve un'assistente per tenere alla larga le reclute fastidiose, diciamo.”ricapitolò JJ, che aveva intuito immediatamente com'era la situazione.
“Esatto.- confermò radiosa- Lo aiuterò nelle dimostrazioni e sarò disponibile per le delucidazioni alla fine delle lezioni, ma devo anche preparare la dimostrazione pratica per dopodomani e i test di fine corso.”
“Sembra uno spasso.” ironizzò Derek, alzando un sopracciglio.
“Certo- gli diede ragione Alaska, non cogliendo il tono dell'uomo- ma credo che dovrò andare immediatamente, prima che gli uffici chiudano.”
Fece un breve cenno di saluto e si avviò verso gli ascensori, ma la voce titubante di Spencer la richiamò.
“Ci vediamo, allora.” balbettò, sotto le occhiate divertite dei propri colleghi.
Gli occhi di Alaska si illuminarono all'istante “Certo.- confermò contenta- Credo che rimarrò da queste parti per un pò!”

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Miracolo!Miracolo!Aggiornamento direttamente dalla location estiva!Ho scoperto di essere una Garcia in erba considerando che ho risolto da sola e senza distruggere il pc un problema alla linea wireless, cosa che i tecnici mi avevano detto impossibile senza una formattazione del portatile!Perciò, eccomi qua: felice come una Pasqua per questo aggiornamento non previsto!!Il capitolo è un pochetto corto e siamo in dirittura d'arrivo (ancora due capitoletti) ma visto che ci sto prendendo gusto ci sarà un sequel del sequel!Olè!!Almeno, olè se l'idea piace anche a voi!Fatemi sapere, cari lettori!E fatemi pure sapere che ne pensate di questo aggiornamento estivo!!Un bacione e godetevi le vacanze!
JoJo

dizzyreads : Hey!!Wow quanti complimenti tutti in una recensione, me arrossisce!:) Sono contenta che la storia ti piaccia e anche i personaggi, spero che l'aggiornamento sia arrivato abbastanza in fretta per i tuoi gusti, addirittura con la conclusione del caso del picchiatore anonimo!Fammi sapere che ne pensi di questo capitolo!Besos

Luna Viola : Ecco il next chapter tanto atteso!Sono contenta che anche il sequel ti piaccia!Che ne dici dell'idea di un sequel del sequel?Non voglio abbandonare Alaska!!:) Kisses

   
 
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