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Autore: Sereko    10/08/2010    12 recensioni
Edward Cullen,figlio di uno dei più ricchi banchieri d'America,ha una vita perfetta:Un lavoro che ama;una donna stupenda;una casa fantastica e auto lussuose.Edward Cullen ha una vita perfetta.Eppure non è felice.
Bella Swan,figlia di un noto avvocato,ha una vita perfetta :un lavoro che ama;un uomo che adora e amici stupendi.Bella Swan ha una vita perfetta. E non potrebbe chiedere di più.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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BPOV
 
 
Non ero proprio una di quelle persone che si definisco mattiniere,non lo sono mai stata e credo mai lo sarò. Quando abitavo con i miei genitori mia madre scherzava dicendo che abitava con un branco d’orsi. Nemmeno mio fratello e mio padre erano molto loquaci la mattina. Emmett aveva addirittura la stessa stazza di un orso – be’ quasi – quindi l’appellativo gli calzava a pennello.
 
Come dicevo,non ero proprio una di quelle persone che si alzano e iniziano a fare interi discorsi la mattina presto. Eppure,non sapevo per quale assurda ragione, la mia coinquilina non faceva che assillarmi da quando avevo messo piede in cucina.
 
<< Quando si deciderà a presentarti ai suoi genitori? State insieme da sei mesi ormai! >>
 
Grugnii mettendomi in bocca una generosa cucchiaiata di cereali,sperando che Rosalie capisse che non mi andava proprio di parlare.
 
<< Ma ha almeno intenzione di farteli conoscere? >>
 
Come non detto.
 
Le scoccai un’occhiata che speravo fosse cattiva e lei mi guardò seccata per un istante,prima di sbuffare.
 
<< Sei impossibile! Vuoi almeno degnarti di darmi una risposta? >>
 
<< No >>
 
Mi guardò storto e si appoggiò allo schienale della sedia con le braccia incrociate. Era già vestita di tutto punto ed i capelli avevano una piega perfetta. Io era già un miracolo se non mettevo i vestiti al contrario la mattina.
 
<< Bene. Non lasceremo questa casa se prima non risponderai alla mia domanda. Domanda alla quale ,tra l’altro,anche tuo fratello vorrebbe una risposta. Sono mesi che mi tormenta,non ne posso più! Quindi sì gentile, fammi questo favore e dimmi : Ha intenzione di portarti a conoscere la sua famiglia? >>
 
<< Se Emmett vuole sapere qualcosa che la chieda a me,non c’è bisogno che torturi te. Certe volte è proprio un bambino >>
 
<< Da che pulpito … >>
 
<< Mmmm >> mi lamentai << I suoi genitori vivono a Chicago,non proprio due passi quindi,e lui è stra impegnato. Gli insegnanti non hanno molte vacanze,sai? Oltretutto io ho la Libreria,non posso lasciarla in asso per partire. >>
 
<< Ed io che ci sto a fare? >> proruppe indignata << E comunque queste sono scuse inutili. In sei mesi qualcosa si sarebbe potuta organizzare. Per non parlare del fatto che non hai mai parlato con loro >>
 
Mi alzai e andai a posare la tazza dentro il lavandino << E allora? >> chiesi voltandomi verso di lei << Nemmeno lui ha mai visto o parlato con i miei genitori. Non mi sembra che tu stia facendo chissà quali problemi >>
 
Rose inarcò un sopracciglio << L’unico motivo per il quale tu non gli abbia ancora presentato i tuoi genitori è che hai paura di tuo padre. La sua scusa qual è? >>
 
Gonfiai le guance << Nessuna. A me sta bene così. Fine della discussione. E se Emmett continua a chiedere informazioni sulla mia vita privata … >>
 
Rosalie agitò una mano << Lascia perdere Emmett,so come trattare con tuo fratello. Da me non saprà nulla >>
 
<< Ma avevi detto … >>
 
<< Oh andiamo! Pensi davvero che io faccia qualcosa solo perché me lo dice lui? >>
 
Mi misi a ridere << Si si,lo so che sei tu quella che porta i pantaloni nella coppia. A proposito di coppia,hai deciso la composizione per il bouquet ? >>
 
Rosalie si alzò dal tavolo strisciando la sedia << Per favore,parliamone più tardi. >>
 
La guardai allibita << Perché? >>
 
Mi lanciò uno sguardo esasperato << Mia madre mi sta facendo esaurire. Non credo riuscirò a sposarmi,prima mi chiuderanno in manicomio. >>
 
Strinsi le labbra per non ridere. Conoscevo sua madre da anni ormai,da prima che io e Rose prendessimo un appartamento insieme. Dire che era una donna impossibile era un eufemismo. Stravedeva per Emmett,ma non digeriva molto il fatto che la sua unica figlia avesse deciso di venire a lavorare in libreria con me. Avrebbe preferito che facesse legge,o qualcosa di affine,come suo fratello Jasper.
 
<< Grazie Bella,sono felice che le mie sventure ti divertano >>
 
<< Oh dai,non sto ridendo! >>
 
Lei scosse la testa sorridendo e si diresse verso l’ingresso. La seguii.
 
<< Mi perdoni? >>
 
Si fermò vicino l’attaccapanni ed assunse un’espressione pensierosa picchiettandosi il mento con l’indice. << Dipende … >>
 
<< Da … ? >>
 
Mi guardò con uno sorriso furbo << Se chiederai ad Edward quando ha intenzione di farti conoscere i suoi genitori >>
 
Le scoccai un’occhiataccia e presi la borsa non degnandomi di risponderle. Lei mi seguì ridendo oltre la porta e mi diede una leggera spinta mentre entravamo nell’ascensore .
 
<< Dai >> disse tornando seria << Mi prometti che almeno glielo accennerai? >>
 
<< Perché ti interessa tanto? Che differenza fa? >>
 
<< Mi preoccupo per te. Non voglio che ti prenda in giro,sei come una sorella per me Bells,lo sai >>
 
<< Lo so >> dissi piano. Sospirai << D’accordo,ti prometto che ne parleremo >> alzai un dito  << Ad una condizione però. Sarò io a decidere quando >>
 
Lei strinse le labbra,come se avesse appena ingoiato un limone ,ed annuì riluttante << Va bene >>
 
L’ascensore si fermò e le porte si aprirono con un plin. La presi sottobraccio uscendo dal portone e le scoccai un bacio sulla guancia << Anche io ti voglio bene Rosie, mi mancherai quando te ne andrai >>
 
<< Oh ma se speri che dopo il matrimonio ti libererai di me ti sbagli di grosso. Proprio per il fatto che sposerò Emmett ci vedremo ogni santissimo giorno. >>
<< E lo spero bene >> dissi ridendo << Se non ti vedrò tutti i giorni sarò costretta ad assumere un’altra per la libreria >>
 
<< Opportunista >>
 
Percorremmo i pochi metri che separavano il nostro appartamento dalla libreria scherzando su chi-sarà-più-appiccicata-a-chi dopo il matrimonio. Dentro di me però sentivo già la sua mancanza. Vivevamo insieme da tre anni e la conoscevo da sei. Vederla traslocare sarebbe stato come un piccolo lutto,anche se non avrebbe cambiato città,né si sarebbe allontanata di molti isolati.
 
Scacciai la tristezza e quando giungemmo di fronte alla saracinesca presi il mazzo di chiavi dalla borsa. Comprai la Libreria tre anni e mezzo fa,dopo la laurea.
 
I miei genitori non fecero mai pressioni su quale strada dovessi intraprendere. Mio padre era un avvocato e mia madre un assistente sociale, e anche se sapevo che a mio padre avrebbe fatto piacere che lavorassi nel suo studio,non fece mai nulla per ostacolare i miei sogni.
 
Quando dissi loro che volevo aprire una Libreria mi aiutarono a cercare il locale e a compilare tutte le scartoffie necessarie per intraprendere l’attività. Insistettero anche affinchè fossero loro a pagare per l’acquisto e le spese notarili ma mi impuntai e alla fine l’ebbi vinta. Come regalo di laurea tuttavia mi regalarono  tutto il mobilio ed una splendida libreria a forma di Stati Uniti,che era tutt’ora appesa dietro il bancone. Credo che in totale spesero più di quanto avrebbero sborsato per l’acquisto dell’edificio,ma se questo li faceva contenti …
 
Quando finii di aprire le porte ed entrai,fui investita dall’odore di libri nuovi. Inspirai a pieni polmoni e fui invasa dal profondo senso di soddisfazione che sentivo tutte le volte che entravo qui dentro. Niente può eguagliare la gioia di vedere i propri sogni realizzati.
 
Rosalie accese tutte le luci ed insieme ci preparammo a rendere tutto pronto per l’apertura.
Se ero arrivata a questo punto era anche grazie a lei. La mia migliore amica,mia cognata,mia sorella.
 
 

§

 
 
Quando le cinque iniziarono ad avvicinarsi,cominciai a guardare l’orologio sempre più frequentemente. Vidi Rosalie che  dall’altra parte della stanza mi guardava divertita. Mi trattenni dal farle la linguaccia.
 
Alle cinque meno dieci,puntuale come un orologio,Edward attraversò l’entrata e si fermò poco distante dal bancone.
 
Cercando di essere insieme gentile ed educata,servii gli ultimi clienti e quando fui libera potei finalmente dedicarmi a lui.
Feci il giro del bancone e gli andai incontro. Quando fummo vicini lui mi prese tra le braccia e mi diede un bacio dolcissimo.
 
<< Mi sei mancato >>
 
Sorrise << Anche tu. Hai finito? >>
 
Annuii << Loro erano gli ultimi . Il tempo di chiudere tutto e possiamo andare >>
 
<< Ho prenotato per le sette,non c’è fretta >>
 
Gli sorrisi e mi alzai in punta di piedi per baciarlo. << Farò in un attimo >>
 
 
 

§

 
 
 
Passarono invece quarantacinque minuti prima che io e Rosalie riuscissimo a sistemare tutto per la chiusura. Ormai Edward vi era abituato. Quasi ogni giorno veniva a trovarmi in negozio poco prima della chiusura e aspettava che finissi,per poi uscire e passare un po’ di tempo insieme. Eravamo così impegnati con il lavoro che cercavamo di ritagliare un po’ di tempo per noi come meglio potevamo. Poverino,certe volte veniva a trovarmi anche se aveva avuto una giornata lunga e faticosa a scuola. Faceva così tanti sacrifici per me che certe volte mi sentivo un’ingrata,nonostante cercassi di ricambiare come meglio potevo.
 
<< Allora >> iniziò quando fummo in macchina << Abbiamo ancora un po’ di tempo,preferisci andare a casa o fare una passeggiata? >>
 
<< Entrambi? Mi servono dieci minuti per fare una doccia e cambiarmi,poi possiamo andare un po’ in giro. Che ne dici ? >>
 
<< Ottima idea >> mi sorrise mettendo in moto. << La tua amica sarà pure a casa? >>
 
<< No,questa sera è a cena dai suoi genitori insieme a mio fratello. Tornerà fra due giorni >>
 
Mi lanciò uno sguardo divertito << Che cena lunga >>
 
Scoppiai a ridere e gli diedi uno schiaffo sul braccio << Scemo! Volevo dire che dopo starà a dormire a casa di Emmett >>
 
Si strinse nelle spalle mentre posteggiava di fronte casa mia. << Sei tu che ti spieghi male >>
 
Lo guardai storto << Muoviti ,prima che decida di lasciarti qui >>
 
<< Roar >>
 
 
 

§

 
 
 
 
Più tardi quella sera quando mi svegliai trovai il letto vuoto. Sospirai e mi abbandonai sul cuscino. Avevamo passato una serata splendida,prima passeggiando sul lungomare e poi cenando in un ristorantino molto carino a Grant Hill,a San Diego. La serata si era conclusa a casa mia,come ogni notte.
 
E come ogni notte mi ero ritrovata da sola.
 
Cercai di ricacciare indietro la delusione ed accesi la luce sul comodino. Sul suo cuscino vi trovai appoggiato un foglietto di carta ripiegato. Lo aprii e lessi.
 
Resterei a guardarti dormire tutta la notte,
lasciarti per tornare a casa è doloroso.
Mi dispiace,prometto che , un
giorno non troppo lontano
ci sveglieremo insieme.
 
Ti amo.
E.
 
 
Ripiegai il bigliettino e lo poggiai sul comodino. Spensi la luce e mi feci avvolgere dall’oscurità. Cercai di riprendere sonno ma non riuscii ad impedire ad una lacrima di cadere giù.
 



 
 
 
Bene,benissimo per chi ha pensato subito a Bella come amante.
Male,malissimo perché non avete azzeccato la moglie. Insomma, Tanya?? No fucking way! Nelle mie storie Edward e Tanya non staranno mai assieme!
Per il resto manterrò la bocca chiusa ancora per un pochetto,il prossimo capitolo sarà Edward pov quindi saprete tutto.
Grazie infinite per le recensioni,non me ne aspettavo 11 per un prologo così minuscolo *.* nel prossimo capitolo vi risponderò uno ad uno,giuro!
Alla prossima :* 
  
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