Robert pov
Robert
Thomas Pattinson questo era il nome che
i miei genitori avevano scelto per me, e la donna che mi stava portando
una
tazza di caffè a letto in quel momento adorava il mio nome,
me l’aveva detto la
prima volta che ci eravamo parlati, secondo lei suonava bene, per me il
suo
nome suonava nettamente meglio Alyssa Davis, pochi conoscevano il suo
nome ma
quasi nessuno non conosceva il suo viso, era una delle modelle
più attive nel
campo, eppure io non l’avevo mai vista, forse
perché negli ultimi anni ero
uscito poco con donne che non fossero delle mie compagne di set, Tom
per
esempio sapeva benissimo chi fosse, ma il mio migliore amico era
diverso si era
passato parecchie modelle.
Quella
mattina per me era una mattina come un’altra
ma non per lei, per lei era il giorno giusto per provare o almeno era
quello
che diceva la temperatura basale, e ultimamente i nostri rapporti erano
dettati
da quell’inutilissimo termometro.
“vero
che oggi non hai impegni?”chiese lei
baciandomi e puntando i suoi occhi castani nei miei, erano la prima
cosa che mi
aveva colpito di lei, certo nessuno mi crederebbe ma in
realtà non era stato il
suo fisico perfetto a colpirmi al primo sguardo erano stati proprio gli
occhi.
“liberissimo”dissi
io portandogli una mano tra
i capelli e accarezzandole una guancia, ci perdevamo sempre in mille
attenzioni
e ogni volta che eravamo insieme sembrava sempre che fosse la prima
volta che
ci scoprivamo davvero, anche se la nostra prima volta insieme era stata
qualcosa di nettamente più rapido, la passione aveva
controllato tutto, ma da
quando l’idea principale era avere un bambino tutto era
controllato nei minimi
dettagli e se ci fossimo anche evitati tutte quelle attenzioni mi sarei
sentito
semplicemente un giocattolo. Volevo anch’io un bambino con
lei, credo di averlo
voluto dalla prima volta che l’ho sentita ridere, ma quella
situazione stava
diventando pesante, ormai le cose non erano più naturali tra
noi continuavo a
fare mappature sul mio sperma e visite su visite, lei era convinta che
il
problema fossi io e sinceramente iniziavo a crederlo.
Una
settimana e mezza dopo quella mattinata
Alyssa era in bagno con il solito test di gravidanza ed io ero come
sempre
seduto sulla poltrona fuori dal bagno con il mio caffè in
mano aspettando l’esisto
e sperando che per una volta fosse positivo, ma quando la vidi uscire
dal bagno
in lacrime com’era successo anche l’ultima volta
capì che anche quella volta
non era andata.
“amore
dai fa niente”dissi io
“forse
per te”disse Alyssa
“per
me dovremmo smetterla di fare tutti
questi calcoli, e basta con queste temperature basali ci stiamo
perdendo tutto,
insomma questo bambino verrà prima o poi”dissi io
avvicinandomi al suo viso e
asciugandole le lacrime.
“forse
hai ragione, forse tutte queste cose
non fanno altro che stressarci mi sento una macchinetta, mi viene
l’ansia quando
arriva il giorno giusto”disse Alyssa sospirando.
“ci
penso io adesso a farti rilassare”disse io
baciandola
“uhm
e cosa avresti in mente”disse Alyssa cambiando
subito espressione
“uhm
vediamo”dissi io usando un tono di voce
più basso mentre scendevo a baciarla lungo il collo.
“interessante”disse
Alyssa sospirando e allora
prendendola in braccio raggiunsi camera nostra e la distesi sul letto
pronto a
farle recuperare il buon umore e a rialzare anche il mio, tutto questo
sesso
programmato era diventato davvero pesante.
“Robert”
mi chiamò quando raggiunse l’apice e
qualche spinta dopo la raggiunsi anch’ io lasciandomi cadere
al suo fianco.
“grazie
amore”disse Alyssa
“hey
io ti amo”dissi io baciandola
“ti
amo anch’ io, e scusa davvero per tutto
questo, forse non è colpa tua forse è colpa mia
se non riusciamo ad avere un
bambino nonostante ci proviamo ormai da un anno e mezzo
”disse Alyssa sospirando
contro la mia spalla.
“magari
semplicemente finora non era il
momento giusto, farò ancora tutte le mappature sullo sperma
che vuoi ok?”chiesi
io accarezzandole i capelli.
“grazie
amore”disse lei baciandomi e passammo
tutto il resto della mattinata così, non sapevo che un
giorno quei momenti
sarebbero stati soltanto un lontano ricordo, non sapevo che il vero
motivo per
cui volesse un bambino non era quello che ci legava ma era qualcosa di
molto
più superficiale, all’epoca non sapevo tante cose.
“amore
io devo andare a lavoro ci vediamo per
cena?”chiese Alyssa portandomi le braccia dietro al collo e
baciandomi.
“si”dissi
io
“vai
da solo al centro?”chiese Alyssa
preoccupata
“no,
vado con Tom”dissi io
“non
mi piace molto il tuo amico a dirla tutta”disse
Alyssa
“Tom
ha solo i suoi modi devi saperlo prendere,
è il mio migliore amico ”dissi io
“si
veste da schifo e ha piantato una mia
amica così come se nulla fosse”disse Alyssa
“uscivano
insieme?”chiesi io perplesso
“per
Dakota si”disse Alyssa
“visioni,diverse”dissi
io sorridendole e
baciandola un’ultima volta prima che uscisse di casa, e
mentre lei usciva ecco
arrivare Tom.
“ciao
Alyssa”la salutò Tom
“ciao”disse
Alyssa quasi ignorandolo.
“ma
dico, ci date dentro o no? È acidissima,
sicuro di essere tu il problema?”chiese Tom perplesso.
“i
medici dicono che lei non ha problemi
quindi stanno analizzando i miei amici”dissi io un
po’ disgustato dall’idea di
parlare già a quell’ora di spermatozooi.
“i
tuoi amici saranno di uno stressato
allucinante”disse Tom prendendomi in
giro, e non aveva del tutto torto.
“non
importa insomma, vuole questo bambino da
me e io in qualche modo glielo darò”dissi io
“beh
l’importante è darglielo, altrimenti si
sa che poi va a cercarlo da qualche altra parte”disse Tom e
solo dopo realizzai
il suo doppio senso, sempre il solito Tom non era cambiato di una
virgola da
quando lo conoscevo, ma era l’amico più fidato che
avevo ed era più di un amico
era un vero fratello.
“buongiorno
sa dirmi dov’è il centro
sterilità?”chiesi
io imbarazzato come sempre, le vedevo quelle infermiere mi guardavano e
intanto
stavano per scoppiarmi a ridere in faccia, ma tutto questo lo facevo
per la
donna che amavo e ero pronto anche a quelle umiliazioni.
“è
il posto giusto”disse la signora di una
certa età che mi trovai di fronte.
“il
bagno?”chiesi io prendendo il barattolino
che mi aveva consegnato.
“là
in fondo se vuole può portare il suo amico
con sé”disse la donna facendomi
l’occhiolino.
“no
posso fare da solo”dissi dopo aver
superato lo schifo iniziale, si mettevano anche a fare ironia.
“che
cosa ha detto?”chiese Tom adirato
“lascia
stare”dissi io raggiungendo il bagno e
facendo quello che dovevo fare, per fare questo test fatto bene
occorreva anche
almeno una settimana di astinenza, quindi liberarsi dopo una settimana
non era
molto difficile.
Quando
uscì dal bagno e consegnai il campione
l’infermiera mi guardò di sbieco e mi
informò che Tom era stato cacciato fuori,
potevo immaginare tranquillamente perché.
“cioè
ma che stronze ti pare?”chiese Tom
vedendomi uscire dall’edificio.
“parecchio”dissi
io sospirando e aprendo la
macchina dio solo sa quante altre figure del genere avrei dovuto fare.
“cazzo
quante mappature ti hanno già fatto
fare?”chiese Tom
“troppe”dissi
io mettendo in moto
“basta,
ribellati, insomma sono quasi due anni
i tuoi amici stanno meglio di te e me, il problema sarà per
forza lei”disse Tom
“il
medico ha detto che lei non ha nessun
problema”dissi io
“magari non siete compatibili”disse Tom ridendo e risi anch’ io non sapendo quanto le sue parole fossero davvero vere, chissà forse se l’avessi saputo mi sarei risparmiato altri inutili stress e saremmo arrivati alla conclusione più logica, ma all’epoca io non stavo a pensare molto volevo soltanto fare di tutto per renderla felice.
America pov
“America
tesoro vorresti darti una mossa?”disse
mia madre
chiamandomi dal piano di sotto,
sapevo benissimo cosa mi sarebbe toccato quel giorno e in tutta
sincerità l’idea
di stare dietro i fornelli per tutto il giorno non mi entusiasmava
granchè, ma
era il futuro che mi ero scelta ormai.
Non
molto tempo fa eravamo una famiglia
normale tranquilla e le cose andavano piuttosto bene, frequentavo il
secondo
anno di medicina veterinaria ed ero anche piuttosto brava, ma quando
mio padre
si era ammalato avevo dovuto rinunciare agli studi perché la
nostra
assicurazione non bastava a coprire le spese, e poi c’erano
Matthew e Georgia
non potevo certo pensare solo a me, e mia madre oltre ad occuparsi di
mio padre
doveva anche mandare avanti tutto, vivevamo costantemente con la paura
di non
riuscire ad arrivare a fine mese, o di non riuscire a pagare
l’affitto, ma per
fortuna grazie al locale riuscivamo a farcela sempre anche se questo
richiedeva
enormi sacrifici.
“eccomi
mamma, mi metto subito all’opera”dissi
entrando in cucina e prendendo le uova, odiavo preparare quei
stramaledettissimi pancakes, nonostante un tempo fossero il mio piatto
preferito per colazione.
Mi
perdevo spesso a pensare al passato, il
passato era pieno di bei ricordi, il futuro non mi attirava affatto, il
futuro
era una totale incertezza che solo pensarci mi metteva di malumore e
quindi
preferivo non pensarci a volte era l’unico modo per andare
avanti, e anche
quella mattina mi lasciai cullare dallo scorrere dei ricordi.
America
Whright era il mio nome intero nessun
secondo nome nessun accento strano bastava soltanto il nome America,
era già
piuttosto imponente di suo, ma quando ero nata io i miei genitori
avevano grandi
speranze si erano trasferiti da un paesino sperduto nel North Carolina
nella
grande metropoli, erano pieni di sogni che pian piano erano sfumati
eppure
nonostante tutto non avevano mai perso la voglia di combattere.
Un
anno fa i medici avevano detto a mio padre
che sarebbe vissuto meno di due mesi ed ora era vivo da più
di un anno, certo
si sottoponeva costantemente a cure piuttosto costose ma era ancora
lì con noi perché
non si era mai arreso veramente, e io avevo imparato ad essere come
loro,
sicuramente il mio pregio migliore ne ero certa.
“ciao
Simon”dissi io affacciandomi dalla
cucina vedendo entrare il mio migliore amico, mi era rimasto soltanto
lui, gli
altri erano troppo impegnati a vivere le loro vite per curarsi di me.
“America
bellissima come sempre”disse Simon e
mia madre lo guardò male, era un classico, mia madre era
fermamente convinta
che tra noi ci fosse qualcosa, ma non sapeva quanto potesse sbagliarsi
io e
Simon eravamo davvero come fratelli, io non facevo che dargli consigli
con le
ragazze e lui mi dava consigli sui ragazzi, anche se ultimamente questo
non
accadeva da un po’, non uscivo con un ragazzo da
più di un anno ma del resto
non avevo certo tempo per i ragazzi, e poi la fase liceale
l’avevo nettamente
passata avevo 21 anni ormai, cioè li avrei avuti tra qualche
giorno e infatti
immaginavo bene il motivo della visita del mio migliore amico Simon,
oltre alla
classica colazione mattutina.
“cosa
ti porto?”chiesi io sorridendogli.
“c’è
da chiederlo”disse Simon
“si
perché oggi ci sono i muffin al cioccolato”dissi
io
“i
muffin almeno due”disse Simon
“arrivo”dissi
io andando in cucina e
portandogli dei pancakes con uova e bacon e infine in un piattino i due
muffin
che aveva chiesto.
“se
non fosse perché lo considererei incesto
ti chiederei di sposarmi”disse Simon
“shh
mia madre ti ucciderebbe”dissi io ridendo
“la
modella ecco cosa dovresti fare”disse
Simon ridacchiando.
“certo,
sicuramente”dissi io guardandolo
alquanto scettica.
“guarda
che questo posto è sempre pieno grazie
a te”disse Simon.
“
comunque preferisco pensare perché cucino
meglio degli altri posti in città”dissi io
“sicuramente
anche per quello, comunque
rimanendo su un argomento serio che cosa facciamo per i tuoi 21 e non
dire
nulla perché è un momento
importante”disse Simon
“e
invece penso proprio che sarà la mia
risposta, non ho nessuna voglia di festeggiare il mio
compleanno”dissi io
“peccato”disse
Simon senza insistere sapeva
benissimo che ero impossibile da corrompere.
Quella
giornata trascorse come tutte le altre
dopo il solito saluto mattutino di Simon e aver cucinato a pranzo e a
cena chiudemmo
i battenti e io rimasi seduta al buio della cucina a scrivere un
po’, scrivere
era decisamente terapeutico scrivendo potevo immaginare la vita che
sognavo e
che probabilmente non avrei mai avuto. Forse però su
quest’ultima cosa mi
sbagliavo ma allora non c’erano molte speranze
all’orizzonte, e non potevo
certo immaginare cosa sarebbe successo poi.
@ Frytty : vero Juneau amo quella canzone XD e poi l'ho cantata con loro occhi negli occhi questa song XD grazie mille
@ RiceGrain: grazie ele ehssì l utero in affitto alla fine nn l ho messo come titolo XD perchè per me lui è forte XD grazie mille ele XD
@ daisyB: lo so anche a me piace tanto come cosa XD infatti non vedo l ora di vedere WFE e BD dove sarà padre XD lo amo XD suppongo anche tu chi non lo ama qualche pazza XD buon proseguimento di vacanze XD