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Autore: midnightsummerdreams    10/08/2010    5 recensioni
Robert e Alyssa sono una coppia da quattro anni e da due stanno provando ad avere un bambino ma non è facile come sembra, dopo aver provato di tutto decidono di chiedere aiuto ad una agenzia, e tramite questa agenzia pagano una donna di cui non sanno nulla per portare avanti la gravidanza, ma le cose non vanno mai come dovrebbero..
Per America Wright il significato non c'è mai fine al peggio è assolutamente vero..
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Robert pov 

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Robert Thomas Pattinson questo era il nome che i miei genitori avevano scelto per me, e la donna che mi stava portando una tazza di caffè a letto in quel momento adorava il mio nome, me l’aveva detto la prima volta che ci eravamo parlati, secondo lei suonava bene, per me il suo nome suonava nettamente meglio Alyssa Davis, pochi conoscevano il suo nome ma quasi nessuno non conosceva il suo viso, era una delle modelle più attive nel campo, eppure io non l’avevo mai vista, forse perché negli ultimi anni ero uscito poco con donne che non fossero delle mie compagne di set, Tom per esempio sapeva benissimo chi fosse, ma il mio migliore amico era diverso si era passato parecchie modelle.

Quella mattina per me era una mattina come un’altra ma non per lei, per lei era il giorno giusto per provare o almeno era quello che diceva la temperatura basale, e ultimamente i nostri rapporti erano dettati da quell’inutilissimo termometro.

“vero che oggi non hai impegni?”chiese lei baciandomi e puntando i suoi occhi castani nei miei, erano la prima cosa che mi aveva colpito di lei, certo nessuno mi crederebbe ma in realtà non era stato il suo fisico perfetto a colpirmi al primo sguardo erano stati proprio gli occhi.

“liberissimo”dissi io portandogli una mano tra i capelli e accarezzandole una guancia, ci perdevamo sempre in mille attenzioni e ogni volta che eravamo insieme sembrava sempre che fosse la prima volta che ci scoprivamo davvero, anche se la nostra prima volta insieme era stata qualcosa di nettamente più rapido, la passione aveva controllato tutto, ma da quando l’idea principale era avere un bambino tutto era controllato nei minimi dettagli e se ci fossimo anche evitati tutte quelle attenzioni mi sarei sentito semplicemente un giocattolo. Volevo anch’io un bambino con lei, credo di averlo voluto dalla prima volta che l’ho sentita ridere, ma quella situazione stava diventando pesante, ormai le cose non erano più naturali tra noi continuavo a fare mappature sul mio sperma e visite su visite, lei era convinta che il problema fossi io e sinceramente iniziavo a crederlo.

Una settimana e mezza dopo quella mattinata Alyssa era in bagno con il solito test di gravidanza ed io ero come sempre seduto sulla poltrona fuori dal bagno con il mio caffè in mano aspettando l’esisto e sperando che per una volta fosse positivo, ma quando la vidi uscire dal bagno in lacrime com’era successo anche l’ultima volta capì che anche quella volta non era andata.

“amore dai fa niente”dissi io

“forse per te”disse Alyssa

“per me dovremmo smetterla di fare tutti questi calcoli, e basta con queste temperature basali ci stiamo perdendo tutto, insomma questo bambino verrà prima o poi”dissi io avvicinandomi al suo viso e asciugandole le lacrime.

“forse hai ragione, forse tutte queste cose non fanno altro che stressarci mi sento una macchinetta, mi viene l’ansia quando arriva il giorno giusto”disse Alyssa sospirando.

“ci penso io adesso a farti rilassare”disse io  baciandola

“uhm e cosa avresti in mente”disse Alyssa cambiando subito espressione

“uhm vediamo”dissi io usando un tono di voce più basso mentre scendevo a baciarla lungo il collo.

“interessante”disse Alyssa sospirando e allora prendendola in braccio raggiunsi camera nostra e la distesi sul letto pronto a farle recuperare il buon umore e a rialzare anche il mio, tutto questo sesso programmato era diventato davvero pesante.

“Robert” mi chiamò quando raggiunse l’apice e qualche spinta dopo la raggiunsi anch’ io lasciandomi cadere al suo fianco.

“grazie amore”disse Alyssa

“hey io ti amo”dissi io baciandola

“ti amo anch’ io, e scusa davvero per tutto questo, forse non è colpa tua forse è colpa mia se non riusciamo ad avere un bambino nonostante ci proviamo ormai da un anno e mezzo ”disse Alyssa sospirando contro la mia spalla.

“magari semplicemente finora non era il momento giusto, farò ancora tutte le mappature sullo sperma che vuoi ok?”chiesi io accarezzandole i capelli.

“grazie amore”disse lei baciandomi e passammo tutto il resto della mattinata così, non sapevo che un giorno quei momenti sarebbero stati soltanto un lontano ricordo, non sapevo che il vero motivo per cui volesse un bambino non era quello che ci legava ma era qualcosa di molto più superficiale, all’epoca non sapevo tante cose.

“amore io devo andare a lavoro ci vediamo per cena?”chiese Alyssa portandomi le braccia dietro al collo e baciandomi.

“si”dissi io

“vai da solo al centro?”chiese Alyssa preoccupata

“no, vado con Tom”dissi io

“non mi piace molto il tuo amico a dirla tutta”disse Alyssa

“Tom ha solo i suoi modi devi saperlo prendere, è il mio migliore amico ”dissi io

“si veste da schifo e ha piantato una mia amica così come se nulla fosse”disse Alyssa

“uscivano insieme?”chiesi io  perplesso

“per Dakota si”disse Alyssa

“visioni,diverse”dissi io sorridendole e baciandola un’ultima volta prima che uscisse di casa, e mentre lei usciva ecco arrivare Tom.

“ciao Alyssa”la salutò Tom

“ciao”disse Alyssa quasi ignorandolo.

“ma dico, ci date dentro o no? È acidissima, sicuro di essere tu il problema?”chiese Tom perplesso.

“i medici dicono che lei non ha problemi quindi stanno analizzando i miei amici”dissi io un po’ disgustato dall’idea di parlare già a quell’ora di spermatozooi.

“i tuoi amici saranno di uno stressato allucinante”disse Tom prendendomi  in giro, e non aveva del tutto torto.

“non importa insomma, vuole questo bambino da me e io in qualche modo glielo darò”dissi io

“beh l’importante è darglielo, altrimenti si sa che poi va a cercarlo da qualche altra parte”disse Tom e solo dopo realizzai il suo doppio senso, sempre il solito Tom non era cambiato di una virgola da quando lo conoscevo, ma era l’amico più fidato che avevo ed era più di un amico era un vero fratello.

“buongiorno sa dirmi dov’è il centro sterilità?”chiesi io imbarazzato come sempre, le vedevo quelle infermiere mi guardavano e intanto stavano per scoppiarmi a ridere in faccia, ma tutto questo lo facevo per la donna che amavo e ero pronto anche a quelle umiliazioni.

“è il posto giusto”disse la signora di una certa età che mi trovai di fronte.

“il bagno?”chiesi io prendendo il barattolino che mi aveva consegnato.

“là in fondo se vuole può portare il suo amico con sé”disse la donna facendomi l’occhiolino.

“no posso fare da solo”dissi dopo aver superato lo schifo iniziale, si mettevano anche a fare ironia.

“che cosa ha detto?”chiese Tom adirato

“lascia stare”dissi io raggiungendo il bagno e facendo quello che dovevo fare, per fare questo test fatto bene occorreva anche almeno una settimana di astinenza, quindi liberarsi dopo una settimana non era molto difficile.

Quando uscì dal bagno e consegnai il campione l’infermiera mi guardò di sbieco e mi informò che Tom era stato cacciato fuori, potevo immaginare tranquillamente perché.

“cioè ma che stronze ti pare?”chiese Tom vedendomi uscire dall’edificio.

“parecchio”dissi io sospirando e aprendo la macchina dio solo sa quante altre figure del genere avrei dovuto fare.

“cazzo quante mappature ti hanno già fatto fare?”chiese Tom

“troppe”dissi io mettendo in moto

“basta, ribellati, insomma sono quasi due anni i tuoi amici stanno meglio di te e me, il problema sarà per forza lei”disse Tom

“il medico ha detto che lei non ha nessun problema”dissi io

“magari non siete compatibili”disse Tom ridendo e risi anch’ io non sapendo quanto le sue parole fossero davvero vere, chissà forse se l’avessi saputo mi sarei risparmiato altri inutili stress e saremmo arrivati alla conclusione più logica, ma all’epoca io non stavo a pensare molto volevo soltanto fare di tutto per renderla felice.

America pov 

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“America tesoro vorresti darti una mossa?”disse  mia madre chiamandomi dal piano di sotto, sapevo benissimo cosa mi sarebbe toccato quel giorno e in tutta sincerità l’idea di stare dietro i fornelli per tutto il giorno non mi entusiasmava granchè, ma era il futuro che mi ero scelta ormai.

Non molto tempo fa eravamo una famiglia normale tranquilla e le cose andavano piuttosto bene, frequentavo il secondo anno di medicina veterinaria ed ero anche piuttosto brava, ma quando mio padre si era ammalato avevo dovuto rinunciare agli studi perché la nostra assicurazione non bastava a coprire le spese, e poi c’erano Matthew e Georgia non potevo certo pensare solo a me, e mia madre oltre ad occuparsi di mio padre doveva anche mandare avanti tutto, vivevamo costantemente con la paura di non riuscire ad arrivare a fine mese, o di non riuscire a pagare l’affitto, ma per fortuna grazie al locale riuscivamo a farcela sempre anche se questo richiedeva enormi sacrifici.

“eccomi mamma, mi metto subito all’opera”dissi entrando in cucina e prendendo le uova, odiavo preparare quei stramaledettissimi pancakes, nonostante un tempo fossero il mio piatto preferito per colazione.

Mi perdevo spesso a pensare al passato, il passato era pieno di bei ricordi, il futuro non mi attirava affatto, il futuro era una totale incertezza che solo pensarci mi metteva di malumore e quindi preferivo non pensarci a volte era l’unico modo per andare avanti, e anche quella mattina mi lasciai cullare dallo scorrere dei ricordi.

America Whright era il mio nome intero nessun secondo nome nessun accento strano bastava soltanto il nome America, era già piuttosto imponente di suo, ma quando ero nata io i miei genitori avevano grandi speranze si erano trasferiti da un paesino sperduto nel North Carolina nella grande metropoli, erano pieni di sogni che pian piano erano sfumati eppure nonostante tutto non avevano mai perso la voglia di combattere.

Un anno fa i medici avevano detto a mio padre che sarebbe vissuto meno di due mesi ed ora era vivo da più di un anno, certo si sottoponeva costantemente a cure piuttosto costose ma era ancora lì con noi perché non si era mai arreso veramente, e io avevo imparato ad essere come loro, sicuramente il mio pregio migliore ne ero certa.

“ciao Simon”dissi io affacciandomi dalla cucina vedendo entrare il mio migliore amico, mi era rimasto soltanto lui, gli altri erano troppo impegnati a vivere le loro vite per curarsi di me.

“America bellissima come sempre”disse Simon e mia madre lo guardò male, era un classico, mia madre era fermamente convinta che tra noi ci fosse qualcosa, ma non sapeva quanto potesse sbagliarsi io e Simon eravamo davvero come fratelli, io non facevo che dargli consigli con le ragazze e lui mi dava consigli sui ragazzi, anche se ultimamente questo non accadeva da un po’, non uscivo con un ragazzo da più di un anno ma del resto non avevo certo tempo per i ragazzi, e poi la fase liceale l’avevo nettamente passata avevo 21 anni ormai, cioè li avrei avuti tra qualche giorno e infatti immaginavo bene il motivo della visita del mio migliore amico Simon, oltre alla classica colazione mattutina.

“cosa ti porto?”chiesi io sorridendogli.

“c’è da chiederlo”disse Simon

“si perché oggi ci sono i muffin al cioccolato”dissi io

“i muffin almeno due”disse Simon

“arrivo”dissi io andando in cucina e portandogli dei pancakes con uova e bacon e infine in un piattino i due muffin che aveva chiesto.

“se non fosse perché lo considererei incesto ti chiederei di sposarmi”disse Simon

“shh mia madre ti ucciderebbe”dissi io ridendo

“la modella ecco cosa dovresti fare”disse Simon ridacchiando.

“certo, sicuramente”dissi io guardandolo alquanto scettica.

“guarda che questo posto è sempre pieno grazie a te”disse Simon.

“ comunque preferisco pensare perché cucino meglio degli altri posti in città”dissi io

“sicuramente anche per quello, comunque rimanendo su un argomento serio che cosa facciamo per i tuoi 21 e non dire nulla perché è un momento importante”disse Simon

“e invece penso proprio che sarà la mia risposta, non ho nessuna voglia di festeggiare il mio compleanno”dissi io

“peccato”disse Simon senza insistere sapeva benissimo che ero impossibile da corrompere.

Quella giornata trascorse come tutte le altre dopo il solito saluto mattutino di Simon e aver cucinato a pranzo e a cena chiudemmo i battenti e io rimasi seduta al buio della cucina a scrivere un po’, scrivere era decisamente terapeutico scrivendo potevo immaginare la vita che sognavo e che probabilmente non avrei mai avuto. Forse però su quest’ultima cosa mi sbagliavo ma allora non c’erano molte speranze all’orizzonte, e non potevo certo immaginare cosa sarebbe successo poi.

 

 

 

 Risposte alle recensioni grazie per aver dato un occhio anche a questa ff come vedete è a doppio pov e ci saranno dei parallelisimi XD 

video presentazione ff    thanks to winniepoohina c'è una carellata di alcuni personaggi importanti che ci saranno, lo so che ora come ora magari può non sembrare chiara la ff ma vi assicuro che a un certo punto sarà chiara XD 

 @ winnie poohina: grazie per il video e per avermi trovato i personaggi mille thanks si rob se la passa male XD beh non è un personaggio serio XD anche se comunque non sapeva che il bambino sarebbe nato quel giorno perchè è nato due settimane prima XD storia complicata XD

@
Frytty : vero Juneau amo quella canzone XD e poi l'ho cantata con loro occhi negli occhi questa song XD grazie mille

@
 RiceGrain: grazie ele ehssì l utero in affitto alla fine nn l ho messo come titolo XD perchè per me lui è forte XD grazie mille ele XD

@
 daisyB: lo so anche a me piace tanto come cosa XD infatti non vedo l ora di vedere WFE e BD dove sarà padre XD lo amo XD suppongo anche tu chi non lo ama qualche pazza XD buon proseguimento di vacanze XD 

 

 

 

 

 

 

   
 
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