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Autore: Ranpyon    10/10/2005    7 recensioni
Questa ff l'ho scritta insieme alla mia amica Viviana... Spero che vi piaccia!!!!!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Sana Kurata/Rossana Smith
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve

Salve!! Questa storia l’ho scritta insieme alla mia amica Viviana. Colgo l’occasione per dirle che le voglio un kasino di bene!!! Bene, ed ora, buona lettura!!!!

 

Vita incasinata

 

Capitolo 1: L’incontro

 

Estroversa, simpatica, intelligente, bella, brava. Rossana Smith, Sana per gli amici, è una ragazza di 16 anni che frequenta il 2° superiore presso l’istituto Jimbo. Sana è anche un’attrice, per questo ha poco tempo per se stessa e per le proprie amicizie. Vive in una grande villa con la madre adottiva Katherine Smith, scrittrice di grande successo, con il suo manager Robby e con la domestica, la signora Patricia. Nessuno, oltre a queste persone, è a conoscenza del fatto che la signora Smith sia la madre adottiva della giovane diva, nemmeno Rossana. Un giorno, mentre andava scuola, si imbatté in un ragazzo biondo dagli occhi marroni, molto carino. Precisamente, ci andò a sbattere mentre svoltava in un angolo. I due caddero a terra. Il ragazzo si rialzò e riprese a camminare, come se nulla fosse successo.

”Che maleducato…!” pensò in quel momento Sana. Lo stava ancora fissando, quando lui si voltò e le si diresse incontro.

“Ciao… Scusa se ti sono venuto addosso prima, ma ero sovrappensiero.”

“Non preoccuparti. E' tutto a posto…!" rispose Rossana. Poi, dopo qualche attimo di silenzio, disse: "Ah... ehm, piacere. Io mi chiamo Rossana Smith. Non ti ho mai visto da queste parti… Come ti chiami?".

"Mi chiamo Heric Akito." rispose il ragazzo. "Mi sono trasferito qui da poco e... non riesco a trovare la strada per il liceo Jimbo. Puoi aiutarmi?". Rossana lo guardò, pensando: “Non è poi così antipatico…!”, fece un sorrisetto, e disse:

"Certo. Tanto devo andare anche io a scuola. Dobbiamo sbrigarci però: siamo già in ritardo". Il ragazzo annuì ed entrambi si incamminarono.

Dopo qualche minuto di assoluto silenzio, Sana disse:

“Allora… quanti anni hai detto che hai?”

“Non l’ho detto…” rispose Heric.

“Che tipo tetro…!” pensò la ragazza.

“Beh… allora dimmelo! Dimmi qualcosa di te…! Per esempio… che classe frequenti, o…” lo apostrofò lei, ma Heric la interruppe.

“Non vedo perché dovrei dirtelo. Non sono mica affari tuoi…!” rispose con fare antipatico. “Ma guarda questo!!! Quante arie si da! Proprio non lo sopporto!” pensò Sana e capì che forse era meglio non parlargli più per il resto del tragitto. E così fece. Dal canto suo, anche Heric non disse più una parola, e quando arrivarono a scuola, Sana disse:

“Beh… io ora vado in classe. Ti saluto…” ma Heric la prese per un braccio.

“Aspetta…!” le disse. “Prima di andartene, potresti dirmi dove si trova la 2a classe della 3a sezione?”. Sana rimase strabiliata.

“Ma… ma è la mia classe! Non vorrai dirmi che tu…"

"Ciao Rossana!". Qualcuno la interruppe. Dietro di lei c'erano due ragazze e un ragazzo che stavano correndo per raggiungerla. La prima ad arrivare fu una ragazza dai corti capelli castani, molto carina, che disse all'amica:

"Ehi, Rossana! E’ un tuo amico quello?". Aveva un accento piuttosto bizzarro.

"Ciao Funny! Ehm... No, non è un mio amico. L'ho incontrato poco fa. Piuttosto...ieri, per telefono, mi hai detto che ci sono delle novità! Si tratta di Geremy?" "Beh… a dire la verità… una cosa è succ…”. Quella conversazione fu interrotta dall’arrivo degli altri amici di Sana.

”Ciao! Come va?”domandò un ragazzo dai capelli e occhi castani. Terence – questo era il suo nome – teneva per mano una ragazza di nome Alyssa.

“Tutto a posto!!” rispose Rossana dando una pacca sulle spalle ai due fidanzatini.

“Scusa, Sana… ma lui chi è?” chiese poi Alyssa vedendo Heric.

“Lui? E’ un ragazzo che ho incontrato stamattina mentre venivo a scuola. Non sapeva la strada e così siamo venuti insieme. Si chiama Heric Akito e verrà a stare nella nostra classe... Fantastico, no?” aggiunse poi con un sarcasmo che nessuno riuscì a cogliere. Funny subito gli si avvicinò e gli strinse la mano.

“Piacere, Heric. Il mio nome è Funny e loro sono Terence e Alyssa.”.

Heric, divertito dallo strano accento della ragazza, cercò di trattenere le risate. Nessuno se ne accorse, solo Rossana. Indignata, gli si avvicinò e disse:

“Senti un po’ tu…!”

DRIIIIIIN!

Questa volta fu la campanella, che segnava l’inizio della lezioni, a interromperla. Il gruppetto di studenti si avviò verso la scuola ed entrò in classe. Heric venne presentato subito ai nuovi compagni che ne rimasero colpiti. I ragazzi vedevano in lui un capo da seguire, mentre le ragazze erano talmente affascinate dal suo sguardo, che, ogni volta che Heric passava loro davanti, sospiravano rumorosamente. Gli unici rimasti indenni da questa specie di epidemia, erano Sana, Funny, Terence e Alyssa. Heric, però, era totalmente indifferente a tutte le attenzioni che i compagni avevano per lui e se ne stava sempre in disparte. La mattinata passò in fretta e la scuola finalmente finì. In pochi secondi la classe si svuotò e rimase deserta, eccezione fatta per la presenza di Heric. Rossana, che non lo aveva visto uscire, tornò nell’aula e lo trovò seduto su una sedia, con la testa appoggiata al banco. Sembrava stesse male. Preoccupata, si avvicinò a lui. “Heric… cos’hai? E’ tutto a posto?” Gli chiese. Heric alzò la testa.

“Cosa vuoi?” domandò.

“Voglio parlarti di oggi. Quando Funny ti si è presentata, per poco non scoppiavi a riderle in faccia per colpa del suo accento! Non è stato un gesto molto carino da parte tua!” Gli disse lei, cominciando a perdere la pazienza.

“E allora?”

“Come ‘e allora’! Dovresti scusarti con lei. E’ davvero una brava persona e non è giusto che tu la prenda in giro solo per quello!”. Stavolta Sana si era davvero arrabbiata.

“E tu chi sei per dirmi certe cose? La sua guardia del corpo? Se c’è qualcosa che non va, che venga lei a dirmelo. E adesso levati di mezzo. Devo uscire!”. Heric si alzò dalla sedia e, dando una spinta a Rossana, si avviò verso la porta. Questo era davvero il colmo. Lei gli si avvicinò e lo prese per un braccio.

“Che fai? Stai scappando? Non riesci a sostenere una conversazione nella quale tu hai torto?”.

 

Fine chap... Alla prossima!!

  
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