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Autore: Grant Mills    02/12/2003    0 recensioni
Guerra, romanticismo e avventura
Genere: Avventura, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Lo spazio non era mai stato così sporco >> commentò un passeggero mentre stava intavolando un discorso con un proprio compagno di viaggio. << Da quando questa sporca guerra è iniziata non hanno fatto altro che sporcare questa parte dell’umanità. Lo spazio era l’ultima cosa pulita che ci era rimasta. >> l’uomo in giacca e cravatta e coi capelli leggermente gellati stava agitando le mani mentre galleggiava allegramente all’interno della stanza dedicata al rilassamento dei passeggeri. Alcuni oblò rinforzati permettevano di vedere l’esterno, mentre un paio di computer davano l’opportunità di osservare anche le più lontane stelle grazie al loro ricco database. La “Helena” era uno shuttle che trasportava passeggeri e merci fra gli Hope neutrali al conflitto. Il simbolo dell’Hope di appartenenza unito ad un Verde smeraldo su tutta la fusoliera, la indicava come mezzo all’infuori del conflitto in corso. << Ma cosa stai dicendo? >> continuò un altro passeggero << Come puoi pretendere che una guerra accada senza lasciare traccia di sé? >> << Non m’importa >> continuò l’altro, mentre si sistemava gli occhiali << La UN e la HLA dovrebbero finirla presto con questo conflitto senza senso. >> << Oh beh, come se fosse semplice! >> scuotendo la testa, Jack tornò ad osservare il testo che stava scorrendo sullo schermo. Aveva lasciato Hope 8 per motivi di lavoro… non ne trovava uno. Mentre leggeva l’ultimo bollettino delle notizie, si stava tormentando i capelli corti, era un’abitudine che non riusciva più a levarsi. 
Forze delle UN sono scappate davanti all’assalto di alcune unità del HLA, lasciando per la prima volta il territorio terrestre nelle mani delle forze avversarie* “Così l’ HLA è riuscita nel suo intendo di penetrare nella Terra con la forza” pensò Jack, per poi levare lo sguardo verso il soffitto di metallo. Sospirò pensando a quello che gli avevano detto i suoi genitori. Suo padre era andato via da Hope 8 per arruolarsi, ma da quando se ne era andato non avevano più ricevuto sue notizie. Sua madre lo aveva scongiurato di non andare su Hope 4 e di rimanere con lei, ma non poteva. In una situazione critica come quella nella quale l’Universo si era venuto a trovare lui non poteva stare con le mani in mano. Il lavoro su Hope 8 era stato tutto acquisito e per un ventenne senza esperienza di lavoro non si poteva altro che prospettare un futuro da disoccupato. Cancellando questi pensieri, appoggiò le mani velocemente sulla cintura del seggiolino e la stacco con un rapido movimento, per poi darsi una leggera spinta e aggrapparsi alla prima sporgenza che gli capitò a tiro. La tuta da ginnastica galleggiava come se fosse preda di un qualche strano vento interno. Da quando era entrato nella stanza ricreativa, altri passeggeri erano arrivati, e a parte il piccolo gruppetto dedito alle “lezioni filosofiche” sulla guerra in atto, alcuni erano dedichi a sorseggiare un cocktail al piccolo bar dello shuttle. Improvvisamente la rotta seguì un sussultò e cambiò radicalmente di 90° verso sinistra. << Ma cosa ? >> disse Jack mentre si teneva aggrappato al tavolo. Alcuni passeggeri imprecarono mentre andavano a sbattere contro le paratie *Qui è il Capitano che parla. Ringraziamo i passeggeri per il tempo che ci dedicherete nei prossimi minuti che susseguiranno. Il cambiamento di rotta è stato dovuto a causa di un combattimento lungo la rotta. Attualmente dovremo allungare il nostro itinerario per..* << Ancora! >> sbottò un ragazzo alzando il pugno verso il video dove il viso del Capitano ci stava fissando << E’ già la terza volta in due giorni che sta succedendo! >> << E’ inutile che ti scaldi così Antonio, non ci possiamo fare niente. La guerra giunge ovunque e lo sai bene >> disse una ragazza appoggiando al corpo del ragazzo una delle sue candide mani. I capelli lunghi e rossi le galleggiavano tutto intorno. << Al diavolo…. Perché quei bastardi dell’HLA non la finiscono? >> << Hey tu modera i termini! Mio fratello è nell’HLA! >> sbottò un altro. Avvertendo tensione nell’aria, Jack arretrò prontamente dalla scena nella quale si ritrovava completamente in mezzo, ma scoprì suo malgrado che non poteva andarsene. I pantaloni erano agganciati al tavolo! << Non m’importa nulla se tuo fratello è nell’ HLA, poteva fare a meno di andarci in mezzo a quegli idioti! >> << Antonio… >> Il ragazzo insultato lasciò la postazione dalla quale stava controllando i notiziari e si avvicinò ad Antonio. Ormai Jack si ritrovava in mezzo a quei due e non poteva scappare, tanto valeva tentare di mettere a posto le cose. << Avanti ragazzi calmatevi, non vale la pena di prendersela per cose del genere >> mormorò allungando le mani verso entrambi. Il nuovo arrivato lo folgorò con lo sguardo. << Per “cose del genere” dici? Sarà, ma mio fratello sta rischiando la vita in un MA dell’ HLA e non permetto a nessuno di insultarlo >> Antonio stette zitto mentre manteneva un’aria indifferente. Probabilmente stava cercando una possibile risposta che potesse renderlo ancora più attraente agli occhi della propria ragazza. Jack lo capì al volo e tentò di prevenire. << Sono convinto che.. Antonio >> disse mentre cercava un senso d’accenno che ebbe dalla ragazza << non intendeva insultare tuo fratello. Vi ricordo anche che siamo su uno shuttle neutrale e che … >> << Niente e nessuno è neutrale >> mormorò il nuovo arrivato. << Ognuno di noi è schierato da una o dall’altra parte >> sospirò, per poi continuare << Personalmente considero la faccenda chiusa, ma se sentirò ancora qualcosa contro mio fratello non te la farò passare liscia >> gli occhi blu penetranti del ragazzo si rivolsero verso Jack. Improvvisamente seppe che conosceva quella persona da molto tempo. Mentre osservava la figura tornare al proprio posto, quella sensazione continuò ad aumentare. “Chi è?” pensò. << Grazie >> sorpreso, Jack si voltò di scatto per ritrovarsi la faccia della ragazza di prima davanti alla sua. Era leggermente imbarazzato. Ora che poteva vederla bene, riusciva a vedere con chiarezza i tratti nordici che caratterizzavano il suo tondo e dolce viso. Occhi penetranti azzurri e lentiggini sotto gli stessi creavano una strana sensazione a Jack, per poi non parlare dei suoi capelli. I lunghi capelli rossi che avvolgevano il suo capo come una corona di fiamme dalle quali Jack sapeva di non poter più scappare. << Grazie per essere intervenuto >> << D… di niente figurati >> disse arrossendo il ragazzo. << Antonio è un po’ irascibile in questi giorni, ma non posso biasimarlo. Con la guerra alle porte degli Hope neutrali… oh ma che cafona, non mi sono neanche presentata. Il mio nome è Alistair McManara >> aveva allungato la mano. << Jack… Jack Barrows piacere >> disse di rimando stringendole la morbida mano. Non se la sentiva di stringere come faceva con tutti, gliene diede una normale. << Jack… bel nome, come quello di mio fratello >> << Ah… beh grazie, anche il tuo non è male >> “Cosa sto dicendo?!” pensò amaramente mentre ridacchiava nervosamente. << Sono semplicemente intervenuto perché mi sono trovato in mezzo alla questione e poi… >> “Si e poi?!” << e poi siamo su uno shuttle neutrale, non dovremmo parlare di queste cose. >> << Alistair!! Dove sei finita? >> la voce di Antonio si avvicinò sempre di più ai due. << Ah eccoti >> disse mentre si aggrappava pure lui ad un tavolo e squadrava Jack da capo a piedi con sguardo poco rassicurante << Cosa c’è Antonio? >> << E’ giunta una chiamata in camera da parte dei tuoi, a quanto pare ci sono grosse novità >> Gli occhi di Alistair brillarono di luce propria, una luce che dettava la speranza della realizzazione di un sogno. << I miei? Andiamo subito! Arrivederci Jack, è stato un piacere parlare assieme a te >> << Ah… piacere mio Alistair >> sorrise mentre salutava con la mano. Non notò lo sguardo pieno di odio nei suoi confronti da parte del ragazzo di lei… o meglio, lo volle evitare. 
Appena uscirono dalla stanza, Jack lasciò il proprio appiglio e guardò l’orologio. Era quasi ora di andare a dormire. Probabilmente il giorno successivo sarebbero arrivati a Hope 4… lo sperava con tutto il cuore, non ne poteva più di stare chiuso nell’”Helena” anche perché aveva la necessità di trovare un telefono e chiamare il più presto possibile a casa. Non poteva permettersi neanche una chiamata fugace tramite il telefono dello Shuttle… costava semplicemente troppo. Mentre stava per premere il bottone per uscire dalla stanza, volse lo sguardo dove pensava di vedere ancora seduto il ragazzo al quale aveva dato una mano e invece, con sua sorpresa non era lì. “Probabilmente se ne è andato quando parlavo con Alistair”. Appena si voltò verso la porta, si ritrovò la faccia di lui davanti agli occhi. D’improvviso si sentì preso per il collo e sbattuto contro la paratia del corridoio. << Sei Jack Barrows? >> chiese mentre lo osservava con occhi penetranti ed interrogatori. Jack si sentiva soffocare. << Cosa vuoi da me? >> << Rispondimi… sei o non sei Jack Barrows? >> << S.. sono io >> gli occhi di lui si incendiarono, per poi tornare calmi e tranquilli, mentre la presa veniva lasciata poco per volta. Sorrise e se ne andò, lasciando Jack a tossire per il corridoio.

*Avvertiamo i gentili passeggeri che Hope 4 è in fase di avvicinamento. ETA 10 minuti, vi preghiamo di allacciare le cinture di sicurezza e di restare nelle proprie camere*
La voce del Capitano della “Helena” risuonava calma e rassicurante mentre la nave stava per attraccare alla colonia. Grazie allo schermo collegato con le telecamere esterne, Jack riusciva a vedere i contorni e le forme dell’Hope. Non cambiava molto da Hope 8, ma al momento non gli importava nulla. Aveva ancora davanti agli occhi la visione di quel ragazzo che lo stava strozzando. “Cosa voleva?” continuava a pensare.

|Cabina di pilotaggio|

<< Diminuire la velocità di venti nodi, accendere radio faro e guida laser. >> << roger >> << Accendere luci d’atterraggio e prepararsi all’attivazione dei retrorazzi >> << Energia motori completamente funzionante. >> << Accendere i retrorazzi >> Le fiamme dei reattori anteriori si accesero all’uniscono mentre fermavano l’avanzata della “Helena” scuotendo l’intera struttura. << Velocità in leggera diminuzione >> << Aumentare la potenza ai retrorazzi, se andiamo avanti così non faremo neanche in tempo ad entrare che ci scontreremo contro qualche struttura! >> la potenza dei reattori venne aumentata e con essa anche la turbolenza. << Parametri nella norma, velocità ideale. Spegnere reattori >> lentamente, il porto dell’Hope passò ai fianchi dell’”Helena”. << Hope 4 a “Helena” avete il permesso di attraccare al punto DC 23, ripeto DC 23 >> << Grazie Hope 4, ci dirigiamo al punto convenuto >>

|Cabina|

Jack sentì l’ultima scossa provenire dalle grandi ganasce d’acciaio che attanagliarono la fusoliera dell’”Helena”. Finalmente erano arrivato a Hope 4, la sua casa per molto tempo a venire. Pochi secondi dopo l’attracco, la spia con l’obbligo di tenere le cinture si spense e Jack si staccò dal proprio sedile. Tutte le suppellettili della camera erano accuratamente nascoste, pertanto non doveva stare attento a dove si dirigeva mentre galleggiava, doveva soltanto prendere lo zaino e la valigia che si era portato con sé e uscire. Il corridoio era già colmo di gente attaccata al passamano che correva appena sotto una lunga vetrata che dava vista sul porto. Numerose navi da crociera erano attraccate, ma anche una della UN. Molti passeggeri notarono la nave e la osservarono con occhi stupefatti. Non era una cosa sorprendente vedere navi da guerra ancorate a Hope neutrali, probabilmente aveva bisogno di approvvigionamenti. Non aveva neanche segni di battaglia sulla fusoliera, pertanto significava che non aveva combattuto di recente. Un piccolo gruppo di persone rimase fermo al proprio posto mentre osservavano la corazzata ancorata, così facendo lasciarono la possibilità a Jack di intravedere Alistair e il proprio ragazzo allontanarsi verso il portello per disimbarcarsi. Cogliendo l’occasione al volo, il ragazzo scattò in avanti superando il folto gruppo e seguendo la ragazza. << Grazie per aver viaggiato con noi, arrivederci >> una hostess stava salutando i passeggeri. << Arrivederci e grazie >> disse a Jack sorridendogli mentre lui passava oltre. Senza neanche rendersene conto stava camminando per la prima volta su una struttura che non fosse quella di Hope 8 o di una nave. Stava calpestando per la prima volta suolo straniero.

  
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