Capitolo
07
Non
riusciva a dormire. Era rientrato poco prima dell’alba e non ricordava come
fosse riuscito a raggiungere il letto in cui ormai si rigirava da ore. – Al
diavolo. Maledizione, inutile insistere – Alzandosi, iniziò a girovagare
distrattamente per la casa. Cercando qualcosa da fare, diede uno sguardo
annoiato alla libreria e fece scorrere le dita su alcuni libri, come se potesse
leggerne il contenuto con il solo tocco. – Dovrei avere qualcosa su questo,
almeno credo. – Cercava di dare un senso a quello che era accaduto la notte
prima. Non erano allucinazioni frutto di una mente malata. Erano sicuramente di
natura mistica o forse addirittura demoniaca, non poteva escludere nulla. – …e
questo? da dove salta fuori? –
sorrise ricordandone la provenienza
Aforismi,
massime e proverbi nel tardo Medio Evo
–
Tienilo tu, non mi serve più, tanto non
lo leggerò. Dovevamo fare una cosa per storia e letteratura, ma Willow ha fatto
una breve ricerca su internet e abbiamo scopiazzato da lì. Magari a te piace,
sono poesie della tua epoca. – Eh no, Buffy e la storia non sarebbero mai
andate d’accordo. Sorrise ancora, mentre, con un movimento circolare del
pollice, accarezzava la copertina del libro. Lo sguardo perso nel vuoto. – Buffy, non sono così vecchio, sono nato
parecchi secoli dopo il medioevo …e queste non sono poesie – tornò a
sdraiarsi sul letto portando con sé il libro – Mi dispiace Angel, non volevo metterti in
imbarazzo – fece scorrere distrattamente alcune pagine – No, infatti non mi sento affatto in
imbarazzo, è solo che mi diverte il modo in cui tu e Willow approfondite le
vostre ricerche. Non preoccuparti per me Buffy. Non cercare di essere diversa da
come sei, solo perché hai paura di “ferirmi” – e poi la prendeva in giro per farla
ridere, perché lui adorava quando lei rideva – quello che invece è imbarazzante e la tua
abissale ignoranza verso gli eventi storici. – Era così facile ridere con
lei.
–
Ah, e così io sarei ignorante eh? Signor
“mastico tanti libri quasi quanto Giles”. Perché invece non mi aiuti un po’ tu
con la storia? – Era bellissima quando faceva quelle smorfie, come se fosse
offesa sul serio.
–
Dopo –
–
Dopo cosa? –
–
Dopo questo –
…e
mentre intorno a loro il mondo spariva, le loro labbra si univano. Un unico
respiro, un solo battito. Due anime che vibravano insieme, bocche assettate
dalla stessa passione. Il cielo e il mare diventano una sola cosa, senza più
confini. Le sue labbra sapevano di sole. Se il sole avesse avuto un sapore,
avrebbe avuto quello delle labbra di Buffy.
Portò
le mani sulle labbra, sfiorandole con le dita, come se volesse trattenere ancora
dentro sé quel ricordo dolcissimo. – Ho bisogno di lei e lei ha bisogno di me.
Proprio ora, in questo momento, lei ha bisogno di me – La sua attenzione fu
catturata da una frase del libro che era stata sottolineata più volte con
inchiostro rosso. "Non
sono quello che dovrei essere e neanche quello che ho intenzione di essere"
–
Ah pinocchia, allora non è vero che non l’hai letto …e ora ricordo che ne
abbiamo anche parlato …e tutto quel discorso sull’indossare la maschera –
Ripensando a quella sera, ricordò che le disse di quanto per lui fosse
importante che non cercasse di essere diversa da come era, pensando così di
piacere di più a lui. – Io ti amo esattamente come sei. Con i tuoi diciassette
anni, la tua forza e la tua dolcezza. Non ti vorrei diversa Buffy. Non indossare
la maschera con me. Quando sei con me, devi sentirti completamente libera di
essere te stessa. Il guaio della maschera Buffy, è che se la indossi troppo a
lungo dopo non è più tanto facile toglierla. Se tieni
per troppo tempo la maschera, finisci per farla diventare la tua faccia …e
dimentichi chi sei veramente
–
Chiuse gli occhi ricordando la voce che aveva sentito quella notte “…per non scordare chi sei, per non scordare
chi siamo.” Rimase lì fermo immobile, cercando di decifrare meglio quella
improvvisa sensazione di pericolo che sentiva in quel momento.
–
Non farlo Buffy, non nasconderti dietro
una maschera. –
A
Sunnydale stava succedendo qualcosa, ne era certo. Lanciò il libro sul letto, e
alzandosi afferrò velocemente il telefono. L’ansia lo stava divorando da
dentro.
–
Pronto? Si Angel. No…no… stia tranq… mi ascolti per favore. Voglio solo sapere
come sta lei –
–
Sta bene. Non l’ho vista molto in questi giorni, ma sta bene …e presto starà
anche meglio –
–
Cosa sta accadendo? sento che mi nasconde qualcosa. La prego… io ho bisogno di
sapere –
–
Assolutamente no, qui è tutto a posto …e comunque, è ancora affar tuo? Dove sei
adesso? –
–
Non è importante sapere dove sono, non sono più lì, è questo che conta. Sapere
cosa sta accadendo a Buffy invece è ancora affar mio, lo sarà sempre …e non
lasciatela sola, non ora –
–
Non è sola, non lo è mai stata. Noi siamo sempre stati accanto a lei. Devo
chiudere ora… –
–
Si… lo so – la voce ora era solo un debole sussurro carico di dolore e colpa …e
l’altro capì
–
Senti… devo chiudere davvero, ma possiamo risentirci …e cer… cerca di stare
tranquillo –
–
La ringrazio Giles, richiamerò certamente …e grazie anche per questa sua… grazie
–
Stimava
molto il signor Giles e sapere che lui voleva mantenere un qualche contatto con
lui, lo rasserenò non poco, ma non gli aveva detto la verità. Buffy non stava
affatto bene.
***
*** ***
Giles
rimase pensieroso ad osservare la cornetta del telefono che aveva appena posato.
–
Buffy non sta affatto bene mio caro ragazzo, e tu non stai certamente meglio di
lei -
-
Giles cosa fa? Parla anche da solo adesso? Chi era al telefono? La sua nuova
fidanzata? –
Esistono
alcune persone al mondo che hanno il raro dono di essere fastidiosamente
inopportuni e indelicati, ma nessuno poteva battere Xander Harris. Lui
primeggiava in questo e inoltre possedeva anche il dono del tempismo perfetto.
Riusciva sempre a dire la cosa sbagliata nel momento sbagliato …ma aveva un
cuore d’oro e lui gli voleva bene come ad un figlio. Risentire Angel, aveva
riportato a galla vecchi dolorosi ricordi. Jenny Calendar e il modo atroce in
cui Angelus l’aveva uccisa. Avrebbe mai dimenticato Jenny? Ad ogni modo, ora
tutto questo apparteneva al passato e Angel aveva pagato a caro prezzo il male
commesso da Angelus.
–
Era un vecchio amico Xander. Ho paura che si senta un po’ solo, ha chiamato
giusto per fare due chiacchiere. Perché siete già qui tutte e due? Non dovevamo
vederci con Buffy nel pomeriggio? …e a proposito di Buffy, temo sia un po’ giù
…e non lasciatela sola, non ora –
Si
rese conto che stava ripetendo le stesse parole usate da Angel. La sua voce lo
aveva colpito profondamente. Quel ragazzo stava soffrendo esattamente come Buffy
…e provò pena per lui.
–
Si signor Giles ha ragione, ma volevo dirgli alcune cose che riguardano proprio
Buffy, e fra un po’ dovrebbero arrivare anche Oz e Cordelia. Siamo tutti
preoccupati –
–
Bene. Avete già fatto colazione? Xander perché non vai a prendere un po’ di
ciambelle per tutti? Intanto io preparo il the – Non appena soli, Willow si
avvicinò a Giles e chiese quasi sottovoce – Era Angel vero? Prima al telefono,
era lui? – Giles annuì
–
Ha detto dove si trova? …e come sta? Voleva sapere di Buffy vero?
–
–
Non ha voluto dirmi dove vive adesso. Ha chiesto di Buffy, si certo. Ha chiamato
per questo. Era convinto che lei fosse in pericolo, ma se fa così ogni volta che
lei lo sarà davvero, dubito che potrà mai andare avanti con la sua vita. Buffy è
praticamente sempre in pericolo –
–
Andare avanti? ohh, lei intende dimenticare Buffy? No, non accadrà mai e ne mai
lo farà Buffy …e solo una cosa temporanea mi creda ...e tutta quella storia
assurda del fatto che lei meriti una vita normale è solo un modo stupido per
scappare da ciò che non vuole affrontare –
–
Io credo che sarebbe più saggio rispettare la decisione di Angel, non credi
Willow? –
–
Non si tratta di rispettare o meno, non è questo …e lo so che fra voi due i
rapporti erano tesi dopo… beh mi ha capito, ma stiamo parlando di Angel, non del
demone che è dentro lui. Signor Giles, lei non è Xander. Lei conosce bene la
differenza fra l’anima e il demone. Per quanto tempo ancora dobbiamo far finta
di ignorare questo? Buffy e Angel si amano, ma sembra che di questo non importi
a nessuno …beh a me importa invece e sto cercando di decodificare meglio i files
della signorina Calendar …vorrei tanto trovare il modo di…
–
–
No Willow, credo che Angel abbia fatto la scelta giusta …hai visto anche tu cosa
è successo proprio pochi giorni fa …anima o no, lui è sempre un vampiro. Lui
sarà sempre un pericolo –
–
oh andiamo, è stata Buffy a volerlo …e lei lo sa benissimo che è così. Angel non
ha fatto nulla che non volesse anche Buffy. L’ha visto come era ridotto? Non si
reggeva neppure in piedi …e lei pensa che se avesse aggredito volontariamente
Buffy, lei non sarebbe stata in grado di difendersi? Io ero lì signor Giles.
Quando Buffy è arrivata, ha chiesto a me e Oz di lasciarla sola con lui …e non è
difficile immaginare cosa è accaduto dopo, visto quello che era successo con
Faith. Ecco …e se si fosse trattato di Faith? Se anzi che da Buffy avesse bevuto
da Faith?, avremmo davvero reagito così duramente con lui? Signor Giles, lei può
avere tutte le ragioni del mondo per non volere Angel qui, ma vorrei che almeno
non lo si crocifiggesse per colpe che non ha …e io non sopporto di vedere Buffy
ridotta in quello stato…l’abbiamo ferita tutti quanti –
–
Ora comunque non è il caso di rimettere tutto in discussione Willow, ed esiste
più di una ragione perché concordo con Angel e con la sua decisione. Ciò non
toglie che anche io sia preoccupato per lui. Prima, al telefono aveva una voce
così assente… sembrava sofferente...
–
–
Ecco è proprio di questo che volevo parlargli. Ieri sera Buffy ha detto che
Angel è in pericolo. Ho paura che stia nascondendo qualcosa. Come fa a sapere
che lui è nei guai? –
–
Come temevo. Sono connessi l’un l’altro Willow, lo sono sempre stati …e ora lo
sono ancor di più. Ecco perché sono convinto che sia meglio per loro stare
lontani, anche se temo che…
–
–
Buffy e Angel. Angel e Buffy. No vi prego, non di nuovo. Che strazio. Fortuna
che sto per partire, se no sai che noia con sta tiritera tutta l’estate
–
–
Buongiorno anche a te Cordelia –
–
Stai per lasciarci? Davvero? oh Cordelia, riuscirò mai a sopravvivere a questo?
–
–
Xander ha dimenticato di chiudere la porta a quanto vedo –
–
Buongiorno signor Giles. Willow, si parto. Davvero pensi che ti mancherò?
–
–
Non sai quanto Spord… Cordelia, non sai quanto –
–
Dici sul serio? Non mi stai prendendo in giro vero? –
–
Certo che no!! Cosa te lo fa pensare? –
***
*** ***
Si
era rifugiata in camera sua. Le parole di Joyce l’avevano ferita e ora era molto
lontana dalla serenità che aveva sentito alla magione. Abbracciando sua madre,
aveva voluto rassicurarla perché capiva il suo punto di vista, ma il fatto che
lei avesse interferito così pesantemente sulla sua vita era una cosa difficile
da mandar giù. Sentiva di essere stata violata profondamente nel proprio intimo
e non poteva sopportarlo …e allora era corsa in camera sua decisa a non uscirne
tanto presto. Non voleva vederla, né voleva parlare con lei. Voleva evitare di
urlare a dosso tutta la sua rabbia, e così aveva preferito la più facile via
della fuga. Sapeva che era solo una tregua temporanea …e nel pomeriggio doveva
vedere anche gli altri ...e anche con loro avrebbe sorriso e magari anche riso.
– Ho forse altra scelta? –
Fu
allora che cominciò ad indossare la maschera. Stava imparando a nascondere le
sue emozioni. In qualche modo doveva difendere se stessa da tutto quel dolore.
Nessuno doveva più vedere cosa c’era veramente nel suo cuore… quello era andato
via con Angel. L’aveva portato con sé, ovunque fosse andato, il suo cuore era
con lui. Angel aveva ragione, come sempre del resto. Lei era troppo vulnerabile
emotivamente. Doveva imparare a difendersi, anche se non era così sicura che lui
approvasse il “come”. Ne avevano parlato tante volte insieme e lui riusciva
sempre a trovare le parole giuste. Si, ricordava bene tutto quel discorso sul
fatto di non nascondere il proprio cuore, non a lui almeno. Con lui era sempre
stato facile essere autenticamente se stessa, con lui non c’era bisogno di
nascondere niente. Ma ora le cose era cambiate, nulla sarebbe stato più come
prima.
–
Devo farlo Angel, e lo farai anche tu o
non riusciremmo a sopravvivere a tutto questo. –
Lui
era l’unico che conosceva bene il suo cuore …e con lui non finse mai. Era
riuscito a leggerla intimamente sin dalla prima volta che l’aveva vista, proprio
perché aveva visto il suo cuore …e ora solo lui ne sarebbe stato il fedele
custode, solo lui ne possedeva la chiave e solo a lui lo avrebbe mostrato
ancora.
Ho
sentito il tuo richiamo …e ti amavo
già …perché ho visto il tuo cuore. Lo tenevi nelle mani per farlo vedere a tutti
e io temevo che potesse venire lacerato o ferito e ho desiderato proteggerlo più
di ogni altra cosa e scaldarlo con il mio.
Quanta
saggezza nelle sue dolci parole. Quel giorno aveva appena compiuto diciotto
anni.
–
Benvenuta nel mondo degli adulti Buffy, un mondo dove i sogni sono banditi per
sempre – disse amaramente a se stessa. Angel aveva ragione, non avrebbe più
tenuto il suo cuore così esposto a tutti e il suo timore di allora era più che
giustificato – Non temere, non accadrà. -
Quello
non fu che l’inizio. In futuro avrebbe indossato la maschera più e più volte,
imparando a ridere quando invece voleva piangere, a sorridere quando invece
voleva urlare, ad accettare quando invece voleva respingere. Finse piacere
quando invece provava solo disgusto. Finse serenità quando invece stava morendo
dentro …e così si avvio, lentamente ma inesorabilmente verso l’oblio di se
stessa.
Joyce
entrò in camera chiedendo se volesse mangiare qualcosa. Sedendosi sul letto le
disse che poche ore prima aveva chiamato suo padre e che avrebbe voluto vederla,
prima di partire per l’Europa. – Papà va in Europa? – Anche lui partiva, anche
lui la lasciava sola. – Si tesoro. Per lavoro, starà via per un po’ di tempo.
Credo che potresti passare qualche settimana con lui, non partirà che a metà
Agosto. Qui c’è Faith che potrebbe sostituir… –
–
Faith? Non sono una commessa mamma, le cacciatrici non vanno in ferie ...e
nessuno può sostituirmi come in un qualunque altro lavoro ...e comunque Faith al
momento non… lei è in coma mamma – Non voleva dire alla madre cosa fosse
accaduto realmente a Faith, e sperava che lei non facesse altre domande. – Mi
dispiace per lei Buffy, quella ragazza è sempre stata così sola. E’ successo
quando avete… in quest’ultimo pericolo che avete affrontato vero? Dio se penso
che potrebbe succedere qualcosa di brutto a te, io… tu non sei rimasta ferita
vero? Ho notato quel… sul collo… cosa è successo? È stato… è stato un… vampiro?
Santo cielo… Buffy –
–
Sto bene! Credo che andrò da papà qualche giorno. Parlerò con Giles questo
pomeriggio… – la conversazione stava dirigendosi verso un terreno pericoloso. –
Ti ha morsa un vampiro, dio mio …e quando pensavi di dirmelo? Io sono tua madre
Buffy, io devo sapere quello che… –
–
Ho già risposto a questo… ho detto che sto bene, che importanza vuoi che abbia
ADESSO? –
–
Buffy, non usare questo tono con me, sono tua madr… –
–
NO! Questa conversazione NON sta avvenendo. Io non sono qui e tu non stai
parlando con me, è meglio che vada prima che… NO anzi, invece c’è qualcos’altro
che vorrei sapere, un ultima cosa ancora. Giles? Anche lui sapeva che avresti
parlato con Angel? hai preso prima accordi con lui? L’avete deciso insieme? Chi
altri sapeva? Voglio solo sapere chi altro, oltre a te, devo ringraziare per
questo bel regalo di fine anno –
–
Non cambiare discorso adesso. Buffy, ho solo chiesto cosa è successo. Sono
preoccupata per te, possibile che non riesci a capire quest… – Joyce si bloccò
di colpo, come illuminata da una improvvisa certezza. Spalancando gli occhi,
guardò sua figlia. In essi vi era un misto di stupore e di terrore ...e una
domanda. Portò la mano alla bocca e… – Oh mio dio Buffy. E’ stato lui? non è
vero? È stato lui. Ma come… come ha potuto farti questo?… – Buffy sentiva… non
era sicura di cosa sentiva in quel momento. Rabbia, tanta rabbia. Risentimento.
Sensazione di impotenza. Sentiva di essere prigioniera in un mondo che non
riconosceva più come suo. Non riusciva a respirare come fosse presa da una morsa
d’acciaio che la stritolava senza pietà …e quel dolore che la dilaniava da
dentro. Prima di uscire da quella casa, in cui ormai sentiva di essere solo un
estranea, guardò sua madre un ultima volta e con un filo di voce appena
udibile
–
Lui non ha nessuna colpa. Non ha fatto proprio nulla, nulla che io non abbia
voluto. –
***
*** ***
Angel
si svegliò di colpo. Gli occhi sbarrati dal terrore. Deglutendo ripetutamente,
annaspava affannosamente come se avesse fame d’aria, come se non potesse
respirare …ma lui NON respirava. Sentiva il cuore in gola. Portando una mano al
petto, tentò di bloccare il dolore acuto che sentiva proprio sul cuore, come se
dovesse scoppiare da un momento all’altro …ma lui NON aveva battito cardiaco –
oddio, cosa mi sta succedendo? – si alzò dal letto e cominciò ad andare su è giù
nervosamente per tutto l’appartamento. Sembrava un animale in gabbia. Era stato
svegliato da un sogno terrificante. Un incubo terribile, in cui Buffy era in
pericolo e lui non poteva fare nulla per salvarla …e in qualche modo, sapeva che
non era un semplice sogno.
–
Non dovevo andare via adesso. Non così presto …e non dopo aver… non era il
momento giusto. L’ho lasciata da sola ad affrontare cose più grandi di lei, dio
sono proprio… –
–
Un idiota… si, un patetico idiota. Non
senti ancora il sapore del suo sangue sulle labbra? …e non hai visto come si è donata a noi
senza alcuna remora? Non dirmi che non ti ha lasciato a dosso un po’ di
desiderio. Puoi raccontarti un sacco di belle bugie, a te e a quella stupida
anima, ma con me non puoi mentire. Tu sai che ho ragione. Ora, intendi fare
qualcosa o rimarrai ancora qui a rimuginare sulla tua patetica vita?
–
Angelus
non perdeva occasione per far sentire la sua voce, sperando così di poter
sfuggire ancora una volta alla prigione in cui Angel lo teneva rinchiuso – e Buff sarà la chiave che aprirà una volta
per tutte, le porte di questa maledetta prigione …e sottolineo maledetta. E’
solo una questione di tempo… presto sarò libero –
***
*** ***
Joyce
uscì di casa in fretta e furia subito dopo Buffy. Doveva sapere cosa era
successo. Se prima si era sentita un po’ in colpa per non aver detto a Buffy del
suo colloquio con Angel, e per aver parlato a lui in quel modo, adesso invece
aveva la certezza assoluta che aveva fatto la cosa giusta. Scoprire che lui
l’aveva morsa era stato uno shock troppo grande per lei. Vide materializzarsi
dinanzi a sé tutte le sue paure. Ciò che aveva sempre temuto, era diventato
realtà. Lui si era nutrito del sangue di sua figlia e pensò che se ora l’ avesse
avuto davanti, lo avrebbe ucciso con le sue stesse mani. Nessuno doveva fare del
male alla sua bambina.
***
*** ***
…intanto
altrove qualcuno giocava a scacchi
con il destino altrui e si preparava ad entrare in scena. I tempi erano oramai
maturi e non sarebbe certo stata la piccola slayer ad intralciare i suoi piani.
Non tutto era pronto, ma doveva cominciare ad impiantare i semi della rinascita.
–
Un piccolo passo alla volta – …e così
si apprestava a giocare la prima decisiva mossa. Presto il mondo degli umani si
sarebbe prostrato dinanzi alla sua grandezza. Nessuno avrebbe più potuto fare a
meno della sua presenza. Perché rinunciare all’amore e alla felicità? I segni
erano stati chiari, il suo tempo era finalmente giunto. Angelus era
indispensabile per la realizzazione del suo piano. Angel doveva spezzarsi,
frantumarsi in mille pezzi. Doveva sentire il freddo secolare della solitudine,
doveva perdere ogni speranza, per poi piegarsi per sempre al suo volere. Ma per
fare questo la slayer doveva essere neutralizzata. Se l’attimo di pura e
perfetta felicità non aveva funzionato, almeno non del tutto, allora non restava
che provare con il suo esatto contrario. Perfetta disperazione. La slayer non
doveva interferire. Aveva troppo potere su Angel e questo disturbava enormemente
i suoi progetti futuri.
–
Piccola stupida donna innamorata. Farai bene a dimenticarlo. Lui non sarà mai
più tuo –
***
*** ***
–
Diventerò una super star internazionale, non resterò certo qui con voi poveri
sfigati. Lo so vi mancherò, ma fatevene una ragione. Los Angeles non è poi così
lontana. Potrete sempre venire a trovarmi, e magari vi concederò anche un po’
del mio tempo, a meno che non sia già occupata con qualcosa di più interessante,
intendiamoci – un colpo di tosse interruppe Cordelia
–
Xander non strozzarti con quella ciambella. Lo so, lo so, già mi invidi. Beh
mettiamola così, potrai sempre raccontare ai tuoi figli di aver conosciuto la
grande Cordelia Chase, ehi non è da tutti sai? farai un gran bel figurone.
–
–
…e questo quando dovrebbe accadere? cioè voglio dire… quando hai deciso che
diventerai una star? Stanotte? Perché non ti avevo mai sentito parlare di questo
prima d’ora –
–
Sei molto intelligente Willow, dico davvero. Sei molto acuta nelle tue
osservazioni, davve… –
–
Immagino che questo fosse un complimento –
–
Xander, proprio non ti va giù eh? Non sopporti l’idea che si possa essere
qualcosa di diverso da te. Tipico modo di pensare dei falliti come te.
–
–
Cordelia, nessuno la pensa come me, ma sai il tuo modo di paralare non sembra
quello di una pazza visionaria –
–
Io non ho le visioni Xander …e Willow, si l’ho deciso proprio stanotte o meglio
stamattina. Mi sono svegliata …e bang, e così mi sono detta “ma si, perché no?”
–
–
Oh, illuminata sulla via di Damasco –
–
No, nooo Willow, non Damasco. Los Angeles. Si ragazzi tra qualche giorno parto
per Los Angeles. Dici che anche a Damasco c’è Hollywood? –
–
Ehm… possiamo andare avanti? che ne dite ragazzi? Willow prima diceva che ieri
Buffy… –
–
…e adesso perché mi guardate tutti così? che ho detto di stano?
–
–
…che ieri Buffy… Cordelia per cortesia, possiamo continuare?
–
L’improvviso
bussare alla porta bloccò nuovamente l’osservatore, che cominciava a
spazientirsi per le continue interruzioni.
–
Rupert, mi dispiace di non aver chiamato prima, avrei dovuto telefonare
–
–
Prego entra pure, tu sei sempre la benvenuta Joyce. E’ successo qualcosa?
–
–
Speravo fossi tu a dirmelo. Ho bisogno di parlare con te di alcune questioni
…urgenti –
–
Signora Summers, è successo qualcosa a Buffy? –
–
Ciao Willow. No, non è successo niente. Vedo che siete tutti qui, ho interrotto
qualcosa? –
–
No Joyce, non hai interrotto niente. Stavano giusto andando via, giusto ragazzi?
–
–
In realtà no, devo ancora finire la mia ciambell… –
–
In realtà SI invece, stavamo giusto
andando via …Xander an.dia.mo –
–
Signor Giles, possiamo rivederci qui nel pomeriggio? Vorrei…
–
–
D’accordo Willow, intanto cerca Buffy, credo abbia bisogno di non stare da sola
–
***
*** ***
Si
era accorta di non aver con sé la borsa, e tornò verso casa per riprenderla. Non
voleva assolutamente vedere, né tanto meno parlare con sua madre, quindi entrò,
come accadeva spesso, dalla finestra della sua camera. Stava andando da Faith,
voleva parlare con i medici e sapere se poteva essere d’aiuto in qualche modo.
Sapeva che lei non aveva parenti e voleva coinvolgere anche Giles in questo.
Faith era pur sempre una cacciatrice. Dark lady o meno, lato oscuro o no, lei
era pur sempre una di loro. Nonostante tutto quello che era accaduto fra loro,
lei non l’avrebbe lasciata sola. Non era il caso di coinvolgere il consiglio,
anzi era proprio meglio che ne stesserò fuori. Wesley aveva fallito miseramente.
Se avesse lasciato che se ne occupasse Angel le cose sarebbero andate in modo
diverso. - Angel ha molta
familiarità con il lato oscuro, per ovvie ragioni. Sono sicura che sarebbe
riuscito a tirarla fuori e a riportarla da noi. Io non avevo compreso quanto
grave fosse la situazione. Mentre lui ha capito subito che Faith aveva provato
piacere nell’uccidere e credo che Angel fosse davvero l’unico in grado di
aiutarla. – Sorrise al pensiero che una cacciatrice venisse aiutata da un
vampiro. Luce e buio ancora una volta contrapposti, solo che qui le parti erano
assolutamente capovolte.
Angel
il vampiro, la luce. Faith la cacciatrice, il buio. Si, il suo Angel era
speciale e ora se ne era andato per sempre. – Magari se non ci fossero state
tutte quelle complicazioni con Faith, forse ora sarebbe ancora qui. Forse Willow
ha ragione, se non avessi dovuto curarlo con il mio sangue, forse… No alla fine
è meglio che sia andata così. Se Faith fosse morta? Se Angel, con lei, non fosse riuscito a fermarsi in tempo?
Saremmo riusciti a sopportare anche questo? –
Il
pensiero che Faith poteva morire per mano loro la inorridiva, anche se era
consapevole di aver tentato di salvare la vita di Angel in cambio della vita di
Faith. Lei era pronta ad ucciderla pur di salvarlo. In quel momento le era
sembrato giusto e comunque non aveva altra scelta. Il sangue di una cacciatrice
era l’unico antidotto al veleno. Faith si era spinta troppo oltre e Angel
rischiava di morire per colpa sua. Ora era contenta che le cose fossero andate
diversamente. Anche se era stato solo il caso a non fare di lei un assassina. Il
lato oscuro aveva molteplici facce e non sempre significava passare dalla parte
del nemico …e lei quella notte, voleva uccidere Faith. Forse faceva parte della
loro stessa natura di cacciatrici, forse il lato oscuro era in loro, e lei
sapeva ancora poco sulle prescelte. Comunque se Wesley non fosse intervenuto,
consegnando Faith a quelli del consiglio, lei ora non sarebbe in coma, sospesa
com’era tra la vita e il sonno. Non ancora morta ma non più fra i vivi. Wesley
voleva aiutarla, ma di buone intenzioni sono lastricate le vie dell’inferno. –
Spero almeno che abbia imparato la lezione –
Lo
squillo del telefono interruppe i sui pensieri, corse per le scale – Papà? Ciao.
Si tutto bene, grazie per le cose che hai mandat… dici da te? a Los Angeles? Non
lo so papà, forse si, magari solo pochi giorni… no, no sto bene, davvero, è solo
stress post-diploma, ma sto bene. Sono solo un po’ stanca. – Era felice di
sentirlo, le mancava molto e aveva voglia di riabbracciarlo.
–
Holiday on ice? perché no? – Rise alla proposta di suo padre. – Guarda penso che
potrei partire anche domani, devo solo sistemare alcune cose. Si la mamma mi ha
detto che parti, potrei stare con te qualche settimana. Si va bene, ti chiamo
prima – Non era sicura che fosse la cosa giusta da fare, sperava solo che suo
padre non fosse assillante e che non cominciasse anche lui a fare domande su
domande, ma tornare a Los Angeles al momento le permetteva di prendere un po’ le
distanze dalle tensioni che si erano create con sua madre e con gli amici.
Decise di rimandare la visita a Faith, prima sarebbe andata da Giles, avrebbe
salutato tutti poi sarebbe andata in ospedale. Avrebbe passato la notte alla
magione e all’alba avrebbe preso il primo bus per Los Angeles. Stava accadendo
ancora, esattamente come lo scorso anno, anche allora era estate e anche allora
era stato per Angel. Aveva lasciato Sunnydale senza salutare nessuno,
trasferendosi a Los Angeles per tre mesi. Questa volta la fuga sarebbe stata
meno traumatica. Non avrebbe messo in allarme nessuno, ma era pur sempre una
fuga. Se aveva inizialmente deciso di passare l’estate a Sunnydale, era stato
solo per non lasciare sola sua madre, ma ora non le importava nulla neppure di
lei. Certo rispetto allo scorso anno, le cose adesso erano meno gravi di allora.
Grazie a dio lui era ancora vivo. Almeno così sperava, visto che il sogno della
notte precedente non era stato granché rassicurante. Si rese conto solo ora che
sua madre non era in casa e sentì una leggera ansia. Salì comunque in camera sua
e cominciò a riempiere un borsone con le sue cose e senza sapere perché decise
che avrebbe portato con sé il suo vecchio diario. Da quando Angel era partito
aveva smesso di scrivere.
*** ***
*** Note: avrete notato che
inserisco a volte pensieri e situazioni che sembrano allontanarsi dalla storia
vera e propria e che possono sembrare inutili divagazioni rispetto al tema
principale. In realtà sto solo creando le premesse per il continuo di questa ff,
che avrà un seguito e sarà ambientata nel futuro. Mi riferisco ad esempio alle
scene alla magione, al coma di Faith, ai pensieri di Buffy per Faith, all’errore
di Wesley, ai progetti di Cordelia, …e altro ancora grazie per la vostra pazienza :)