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Autore: Arthemisia    11/08/2010    8 recensioni
I pensieri di Harry, quando prende il suo piccolo James per la prima volta in braccio.
I pensieri di un figlio che rivede il padre nel suo bambino.
In una sera di fine settembre.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, James Sirius Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Vi prego di perdonare questa mia improbabile Drabble

Vi prego di perdonare questa mia improbabile Drabble.

Stavo ascoltando “Wake me up when september ends” dei mitici Green Day, ed improvvisamente ho pensato al giorno della nascita del piccolo James Sirius.

Ho immaginato che il primo pensiero di Harry fosse andato al suo papà, facendo in modo che lo rivedesse nel suo bambino.

Ho sempre visto il piccolo Jaime come il degno erede di coloro da cui aveva preso il nome, particolarmente dal nonno, ed ho pensato che anche Harry avesse fatto questo collegamento.

Spero vi piacciano queste 160 paroline e che non mi scaraventiate contro qualche ippogrifo impazzito.

A presto,

A.

 

 

 

 

James Sirius Potter

 

Like my father's come to pass
Twenty years has gone so fast
Wake me up when September ends

 

Erano passati più di vent’anni da quando James Potter non c’era più.

Harry lo sapeva, lo sapeva fin troppo bene.

Anche se era solo un neonato quando tutto era arrivato alla sua fine.

Ricordava solo vagamente suo padre.

La sua risata, il suo modo di chiamarlo.

Erano ricordi sbiaditi, forse neppure veri.

Ma erano suoi, e lo sarebbero sempre stati.

James Potter era morto, da tanto tempo.

Ma non se ne era mai andato, perché Harry lo vedeva.

Era davanti a lui e sorrideva.

I suoi occhioni erano azzurri e spalancati.

Agitava le manine verso di lui, tanti capelli neri sulla testolina.

Ed era la creatura più bella che Harry avesse mai visto.

Suo padre era morto, ma lui lo rivedeva nel suo bambino appena nato.

Quel bambino che Ginny gli aveva passato, sorridendo.

E lui aveva pronunciato quelle parole, per ripeterle all’infinito.

« James, James Sirius Potter »

Perché, in quella sera di fine settembre, lui si era svegliato.

 

 

   
 
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