Vi prego
di perdonare questa mia improbabile Drabble.
Stavo
ascoltando “Wake me up when september ends” dei mitici Green Day, ed
improvvisamente ho pensato al giorno della nascita del piccolo James Sirius.
Ho
immaginato che il primo pensiero di Harry fosse andato al suo papà, facendo in
modo che lo rivedesse nel suo bambino.
Ho
sempre visto il piccolo Jaime come il degno erede di coloro da cui aveva preso
il nome, particolarmente dal nonno, ed ho pensato che anche Harry avesse fatto
questo collegamento.
Spero vi
piacciano queste 160 paroline e che non mi scaraventiate contro qualche
ippogrifo impazzito.
A presto,
A.
James Sirius
Potter
Like my father's come to pass
Twenty years has gone so fast
Wake me up when September ends
Erano passati più di vent’anni da quando James
Potter non c’era più.
Harry lo sapeva, lo sapeva fin troppo bene.
Anche se era solo un neonato quando tutto era
arrivato alla sua fine.
Ricordava solo vagamente suo padre.
La sua risata, il suo modo di chiamarlo.
Erano ricordi sbiaditi, forse neppure veri.
Ma erano suoi, e lo sarebbero sempre stati.
James Potter era morto, da tanto tempo.
Ma non se ne era mai andato, perché Harry lo
vedeva.
Era davanti a lui e sorrideva.
I suoi occhioni erano azzurri e spalancati.
Agitava le manine verso di lui, tanti capelli neri
sulla testolina.
Ed era la creatura più bella che Harry avesse mai
visto.
Suo padre era morto, ma lui lo rivedeva nel suo
bambino appena nato.
Quel bambino che Ginny gli aveva passato,
sorridendo.
E lui aveva pronunciato quelle parole, per
ripeterle all’infinito.
« James, James Sirius Potter »
Perché, in quella sera di fine settembre, lui si era svegliato.