La ff è rivolta a tutti, l'ho
scritta al femminile perchè mi è più facile e voolevo aggiungere che in origine
doveva essere scritta in 1a persona.
L'inutilità
...Cercando soltanto un giorno dove vivere di cose normali e dolcissime...
(Laura Pausini - Un giorno dove vivere)
La sofferenza più grande è
così evidente.
Per questo nessuno la vede.
Forse non siccede a tutti,
però chi ha provato questo sarà in grado di capirmi. E' difficile da
spiegare, da descrivere, ma ci provo.
Quel dannato senso
d'inutilità è capace di raggiungerti e prenderti senza neanche darti il tempo
di accorgerti che c'è. Ne è capace e lo fa. Ti colpisce allo stomaco con un
pugno ben assestato, ti pugnala al cuore senza pietà e ti butta un masso al
centro del petto per ricordarti che sei tu la colpevole e che è solo a causa
tua se lui continua a soffrire.
Un millesimo di secondo. Un
millesimo di secondo e si è stati annientati.
Il senso d'inutilità, la
convinzione di essere inutile ti piomba addosso e per quanto ti sforzi di
evitarla, di concentrarti su altro lei rimane. Allora inizi a dire a te stessa
che è davvero così e ripeti a mente una litania simile a questa:" Sono
inutile. Lui sta male e io cosa faccio!? Niente. Semplicemente niente."
Dopodichè le lacrime cominciano ad affacciarsi (e lo fanno no stop), quindi
arriva il momento di cacciarle via. C'è sempre il tempo per piangere.
E davanti hai quegl'occhi
così vuoti, così rassegnati, pieni di silenziose preghiere. Preghiere delle più
antiche, che solo una cosa chiedono, l'unica che ci è proibito avere: la pace.
Solo un po' di pace, qualche minuto di serenità in questo mondo superficiale e
diffidente che non conosce limiti alla follia.
E' con di fronte quello
sguardo, che la disperazione si annida nel tuo animo, piantando radici nere di
tristezza e conficcando rovi di dolore nel profondo. Di solito, a questo punto,
sei tu che inizi a pregare. Preghi di far allontanare lo strazio da quelle
iridi che tanto ami, preghi di trovare una soluzione per alleviare quella sofferenza.
Ma più di ogni altra cosa, io credo, preghi che venga qualcuno a strapparti il
cuore dal petto, tanto ti sta facendo male, e che magari accetti di tenerlo in
cambio della 'liberazione' di colui che hai più caro al mondo. Continuando il
rosario di preghiere ti accorgi che nessuna di esse potrà essere esaudita, ma,
nonostante questo, vai avanti imperterrita, sperando nel miracolo. Infondo la
speranza è l'ultima a morire, giusto? Ma questa stupida, cocciuta e cieca
speranza non muore mai, oppure lo fa troppo presto.
E lui soffre.
E tu ti senti inutile.
E il calvario continua.
E il malessere aumenta.
E pensi come sarebbe facile
essere morti.
E immagini come sarebbe bello
senza preoccupazioni.
Ma la vita non è nè facile nè
priva di preoccupazioni, e va vissuta.
Poi tutto ha fine. Vi
salutate. lui va per la sua strada e tu per la tua. Le due vie si dividono e
iniziano ad avanzare parallele, senza sfiorarsi, aspettando il momento in cui
potranno di nuovo intrecciarsi e gioire della reciproca presenza. Sempre
seguite dal tormento.
Infine, quando arrivi a casa
pensi di nuovo a quell'espressione e la visualizzi meglio che puoi, come fosse
davvero lì davanti a te. Perchè? Perchè così riparte la sfilza di sentimenti
che hai ancora dentro e finalmente riesci a lasciarti andare e piangi un po'. E mentre
piangi magari affiora un sorriso sulle labbra, che piano piano si espande e
speri che lui non scopra niente di tutto questo, perchè sai gia che assumerebbe
delle colpe non sue. E ringrazi mentalmente Dio, il Cielo e l'Universo perchè
lo hanno mandato da te.
Sembra da pazzi masochisti
essere grati per delle sensazioni negative (forse lo è davvero), ma non penso
sia così. Credo, so che quando si ama profondamente qualcuno funziona nel
seguente modo: l'altro è felice e tu sei felice, l'altro soffre e soffri anche
tu per la sua sofferenza. E' incondizionato, naturale, profondo e bellissimo.
Ogni momento è insostituibile,
anche questo. Certo è buio e doloroso, però se lo si affronta in due è già
meglio, e prima o poi finisce.
Sono anche eventi come questi
che ci fanno vivere. Sembra strano, però vi assicuro che a volte l'unica cosa
che ci ricorda di essere viv è proprio la tristezza.
In conclusione vi chedo di perdonare
le mie parole tanto egoiste.
Le cose importanti sono così
piccole.
Per questo nessuno le nota.