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Autore: Chandra Adrastea    11/08/2010    1 recensioni
E lui soffre. E tu ti senti inutile. E il calvario continua. E il malessere aumenta. E pensi come sarebbe facile essere morti.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L'inutilità

La ff è rivolta a tutti, l'ho scritta al femminile perchè mi è più facile e voolevo aggiungere che in origine doveva essere scritta in 1a persona.

 

 
L'inutilità

 
...Cercando soltanto un giorno dove vivere di cose normali e dolcissime...
(Laura Pausini - Un giorno dove vivere)

 

 
La sofferenza più grande è così evidente.
Per questo nessuno la vede.

 

Ti sei mai sentita completamente inutile? Hai mai visto la persona più importante della tua vita soffrire in un modo indescrivibile? Hai voluto fare qualcosa per farlo finire? Sei stata disposta a fare di tutto per impedire che succedesse ancora? Ti sei mai sentita inutile?
Forse non siccede a tutti, però chi ha provato questo sarà in grado di capirmi. E' difficile da spiegare, da descrivere, ma ci provo.
Quel dannato senso d'inutilità è capace di raggiungerti e prenderti senza neanche darti il tempo di accorgerti che c'è. Ne è capace e lo fa. Ti colpisce allo stomaco con un pugno ben assestato, ti pugnala al cuore senza pietà e ti butta un masso al centro del petto per ricordarti che sei tu la colpevole e che è solo a causa tua se lui continua a soffrire.
Un millesimo di secondo. Un millesimo di secondo e si è stati annientati.
Il senso d'inutilità, la convinzione di essere inutile ti piomba addosso e per quanto ti sforzi di evitarla, di concentrarti su altro lei rimane. Allora inizi a dire a te stessa che è davvero così e ripeti a mente una litania simile a questa:" Sono inutile. Lui sta male e io cosa faccio!? Niente. Semplicemente niente." Dopodichè le lacrime cominciano ad affacciarsi (e lo fanno no stop), quindi arriva il momento di cacciarle via. C'è sempre il tempo per piangere.
E davanti hai quegl'occhi così vuoti, così rassegnati, pieni di silenziose preghiere. Preghiere delle più antiche, che solo una cosa chiedono, l'unica che ci è proibito avere: la pace. Solo un po' di pace, qualche minuto di serenità in questo mondo superficiale e diffidente che non conosce limiti alla follia.
E' con di fronte quello sguardo, che la disperazione si annida nel tuo animo, piantando radici nere di tristezza e conficcando rovi di dolore nel profondo. Di solito, a questo punto, sei tu che inizi a pregare. Preghi di far allontanare lo strazio da quelle iridi che tanto ami, preghi di trovare una soluzione per alleviare quella sofferenza. Ma più di ogni altra cosa, io credo, preghi che venga qualcuno a strapparti il cuore dal petto, tanto ti sta facendo male, e che magari accetti di tenerlo in cambio della 'liberazione' di colui che hai più caro al mondo. Continuando il rosario di preghiere ti accorgi che nessuna di esse potrà essere esaudita, ma, nonostante questo, vai avanti imperterrita, sperando nel miracolo. Infondo la speranza è l'ultima a morire, giusto? Ma questa stupida, cocciuta e cieca speranza non muore mai, oppure lo fa troppo presto.
E lui soffre.
E tu ti senti inutile.
E il calvario continua.
E il malessere aumenta.
E pensi come sarebbe facile essere morti.
E immagini come sarebbe bello senza preoccupazioni.
Ma la vita non è nè facile nè priva di preoccupazioni, e va vissuta.
Poi tutto ha fine. Vi salutate. lui va per la sua strada e tu per la tua. Le due vie si dividono e iniziano ad avanzare parallele, senza sfiorarsi, aspettando il momento in cui potranno di nuovo intrecciarsi e gioire della reciproca presenza. Sempre seguite dal tormento.
Infine, quando arrivi a casa pensi di nuovo a quell'espressione e la visualizzi meglio che puoi, come fosse davvero lì davanti a te. Perchè? Perchè così riparte la sfilza di sentimenti che hai ancora dentro e finalmente riesci  a lasciarti andare e piangi un po'. E mentre piangi magari affiora un sorriso sulle labbra, che piano piano si espande e speri che lui non scopra niente di tutto questo, perchè sai gia che assumerebbe delle colpe non sue. E ringrazi mentalmente Dio, il Cielo e l'Universo perchè lo hanno mandato da te.
Sembra da pazzi masochisti essere grati per delle sensazioni negative (forse lo è davvero), ma non penso sia così. Credo, so che quando si ama profondamente qualcuno funziona nel seguente modo: l'altro è felice e tu sei felice, l'altro soffre e soffri anche tu per la sua sofferenza. E' incondizionato, naturale, profondo e bellissimo.
Ogni momento è insostituibile, anche questo. Certo è buio e doloroso, però se lo si affronta in due è già meglio, e prima o poi finisce.
Sono anche eventi come questi che ci fanno vivere. Sembra strano, però vi assicuro che a volte l'unica cosa che ci ricorda di essere viv è proprio la tristezza.

In conclusione vi chedo di perdonare le mie parole tanto egoiste.

 


Le cose importanti sono così piccole.
Per questo nessuno le nota.

  
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