Salve ragazzi!! ^.^ è la primissima
volta che scrivo una storia su questa splendida saga! Spero davvero possa
piacervi.. Buona lettura.. J
I’ll give you my soul
***
“Io non ti lascerei mai,
Bella.. Io sono.. diverso”
Cammino lenta su
questa spiaggia, le gambe pesanti come enormi macigni. Pesano così tanto che ad
ogni passo ogni parte del mio corpo mi urla di fermarmi. Ma non mi
fermo.
In fondo, questo
dolore è la mia giusta ricompensa. L’onere, il prezzo, la punizione per il mio
sconfinato egoismo.
Ad ogni passo i
granelli di sabbia si infilano tra le mie dita, appiccicandosi come edera sul
muro. Sono freddi. Gelidi. Pungono come spilli, feriscono come lame.
Si incastrano tra le
dita. Stanno lì, ad ognuno di loro corrisponde uno sbaglio.
Alzo gli occhi al
cielo, stranamente sgombro dalle nuvole e la vedo. Bella, nel suo biancore
assoluto. Fiera, nella sua pienezza. La luna. Mi guarda. Mi
giudica. Mi punisce. Il suo immenso splendore è uno schiaffo. Un pugno ben
assestato proprio al centro del viso.
***
“Splendida la luna
stasera.. vero, Jake?”
Sorride. Ad un tratto,
sul suo viso compare quell’espressione. L’espressione che ha quando sta per dire
qualcosa di stupido.
“Mai quanto te,
Bells!”
Appunto.
Lei sorride e gli da un
pugno sulla spalla. Lui si sposta un po’, fingendo che quel movimento sia dovuto
a quel pugno, anche se, ovviamente, non l’ha neppure
sentito.
Bella se ne accorge e
mette il broncio.
“Sei uno stupido,
Jake!”
Jacob scoppia a ridere
di gusto. Ride della sua risata. Quella pulita, quella fresca, quella
spensierata. Ride in un modo che solo lui conosce. Di cui solo lui è capace.
Presta un po’ della sua
risata anche a Bella, ogni tanto. Solo a lei, l’unica alla quale concede quel
sorriso.
Lei lo sa. E ringrazia
il cielo ogni giorno, perché ancora non riesce a capire cosa ha fatto di tanto
grande per meritare un migliore amico come Jacob.
“Andiamo,
Bells!”
Le cinge le spalle con
il braccio enorme. Lei lo guarda di sbieco, fingendosi ancora
arrabbiata.
“Dì la verità.. sono il
migliore amico migliore del mondo, eh?”
Sorride di nuovo. E
Bella si scioglie. Scuote la testa rassegnata e si limita a dire un semplice
“Si”
***
È incredibile rendersi
conto di quanto un luogo possa essere diverso se non c’è più ciò che lo rendeva
speciale. Questa enorme spiaggia non è altro che l’ombra di quello che era. Una
casa abbandonata, una stanza nella quale nessuno entra più. Corrosa dalla
polvere, distrutta dal trascorrere del tempo.
Il rumore del vento
diventa un lamento. Passa attraverso di me, come un urlo. Un pianto disperato.
Un dolore che non posso combattere.
Le onde si accavallano
e si infrangono, furiose, sugli scogli. Come per distruggerli, vi sbattono con
tutta la forza di cui sono capaci. Ci provano ancora, ancora… e ancora. Ma gli
scogli restano lì, immobili e integri, a ridere di loro e del loro sciocco
tentativo.
Per un attimo, quelle
onde sono come me. Deboli. Scioccamente
illuse. Convinte di essere in grado di combattere il loro nemico.
Poi, come se avessero
capito l’inutilità della loro battaglia, all’improvviso si calmano, rinunciando
all’impresa.
Avresti dovuto capirlo
anche tu, Bella. Avresti dovuto metterlo in conto.
Non era così che
doveva andare.
Dovevo essere io
l’unica a rimetterci.
Ci avrei rimesso la
vita, mi sarei condannata all’inferno eterno, pur di evitarti questo. Pur di salvarti.
Giro il viso e il mio
sguardo si rivolge verso ciò che mi è tanto familiare. I miei occhi vagano da
soli, senza aver ricevuto un mio comando. Si ribellano a me e cercano riparo in
quel posto che tanto ho amato. Che tanto amo.
Il tronco di
quell’albero è ancora lì. È sempre lui. Non è cambiato. Ha ancora l’aria di
essere un rifugio sicuro, il mio, il nostro, rifugio
sicuro.
Le gambe avanzano da
sole, anche loro agiscono contro la mia volontà. Mi portano vicino, fino a pochi passi. Se allungassi una
mano, potrei toccare quel legno. Quella superficie ruvida, che sa di muschio e
di pioggia di primavera. Che sa di cose pulite.
Lo tocco e la mia
mente è invasa da immagini confuse.. immagini che, fino all’attimo prima, avevo
accuratamente sigillato in un cassetto.
Per un attimo, sono di
nuovo lì. Seduta a guardare il tramonto, in una rara giornata di sole. Rido,
piango, vivo. Al mio fianco
ci sei di nuovo tu.
Mi stai vicino, come
sempre. Le tue mani sono delicatamente poggiate sulle mie. Mi ascolti, mentre ti
parlo dei miei problemi, del fatto che sono innamorata di un vampiro, il tuo
nemico mortale. Ti rivedo mentre mi guardi, il dolore nascosto in fondo agli
occhi neri, e mi dici che sono una stupida.
Poi, però, ti vedo
cambiare subito espressione, non appena ti accorgi di avermi ferita.
E quel sorriso è di
nuovo lì, a trionfare su quelle labbra perfette. Le tue labbra sembrano fatte
apposta per sorridere sempre. E allora mi lascio inondare dal tuo calore.
E penso che non ti
merito. E che sei la persona migliore del mondo.
“Io sono perfetto per
te, Bella. E voglio che tu scelga me.”
L’unico pensiero che
riesco a formulare è una domanda. Brucia. Pulsa e batte violenta contro le
pareti del cervello.
Come sarebbe andata se
avessi fatto come dicevi tu?
La cosa peggiore,
Jake, è sapere di essere l’unica, vera responsabile.
Quando ti lasciai
andare via, per andare a combattere contro i neonati, avvertii una strana
sensazione. Un brivido che percorse tutto il mio corpo. Pensai che era logico
avere paura. Che era logico tremare in quel modo, mentre andavi a rischiare la
vita per me. Mentre andavi a combattere una battaglia non tua.
Era me che volevano
uccidere. Era la mia vita quella che volevano prendersi. E la mia vita dovevano prendersi.
Erano i miei occhi
quelli che dovevano chiudersi. Era il mio cuore, sciocco e inutile cuore, che
doveva smettere di pulsare.
In un certo senso, è
così che è andata. I miei occhi non vedono più niente, senza i tuoi a fargli da
guida, a mostrargli la strada. Il mio cuore non batte più. Il fatto che lo senta
ancora muoversi nel petto non è altro che un’effimera illusione. Non batte. Si
contorce. L’unica ragione per la quale non si ferma è per
farmi ancora del male. Per non togliermi questo
dolore.
Se potessi farlo, se
dipendesse da me, l’avrei fermato molto tempo fa.
“Tu non diventerai una
di loro, Bella! Io non lo permetterò!”
Volevo diventare un
vampiro. Abbandonare la mia ordinaria esistenza umana per abbracciare una vita
immortale. Per diventare eterna. Per esistere
sempre, accanto all’uomo che amavo. Un uomo che era morto molto tempo prima che
nascessi.
“Preferirei vederti
morta!”
Sono sempre stata una
sciocca, Jake. Nessuno lo sa meglio di te. Nessuno è mai riuscito a leggermi
dentro così bene. La mia anima si rifletteva nella tua e, allacciata alla tua,
sopravviveva. Si ci aggrappava, come un bambino si aggrappa al collo del padre
quanto ha paura. Io vivevo aggrappata
a te, Jake. Alla mia anima gemella, la mia esatta metà. La parte mancante del
mio cuore.
E ora,
Jake?
Cosa dovrei farci,
ora, della mia anima mozzata? Cosa si può fare con un’anima incompleta? Inutile.
Violata nel profondo. Strappata dalla sua radice.
E non venirmi a dire
che tanto andrà tutto bene. Non me ne faccio niente del tuo perenne ottimismo.
‘Fanculo, Jacob
Black!
‘Fanculo per essere
entrato nella mia vita senza preavviso.
‘Fanculo per avermi
mostrato la luce.
‘Fanculo per avermi
rigettato nel buio.
‘Fanculo e… Scusa. Scusa per tutte le volte che ti ho ferito. Ma sai, il
tuo aspetto mi ha sempre ingannata. Vederti così grande e grosso mi faceva
pensare che nulla potesse scalfirti. Eppure io non ti ho solo scalfito. Io ti ho
distrutto.
Tu mi offrivi il cuore
e io lo stritolavo talmente forte da soffocarlo, da
ucciderlo.
Il tuo amore per me ha
finito per ucciderti.
E sono morta anch’io,
mentre morivi.
Ho visto quel
maledetto vampiro toglierti il respiro, e io non avevo più aria da
respirare.
L’ho visto spezzarti
le ossa, e io non avevo più terra su cui camminare.
L’ho visto spegnere il
tuo sorriso, e io non avevo più luce per poter vedere.
***
“Certo che diventi
sempre più muscoloso ogni giorno che passa! Se non la smetti di crescere
arriverai a toccare la luna!”
La guarda. Sa che ha
ragione. È così piccola al suo confronto.
“Sono cose da lupi,
signorina Isabella Swan! Una normale umana come lei non può capire certi
meccanismi!”
Lei spegne il sorriso.
Il fatto di essere solo una “semplice” umana proprio non le và
giù.
Conscio di averla appena
fatta arrabbiare, Jacob le si avvicina, lo sguardo di chi ha qualcosa da farsi
perdonare.
“Andiamo, Bells! Essere
un licantropo non è affatto divertente! Non so che farmene di tutti questi
muscoli!”
Bella arriccia il naso e
sbuffa, ancora troppo infastidita per poter ridere dell’umorismo
dell’amico.
“Anzi!”
Esclama Jacob alzando
l’indice al cielo, come se avesse appena avuto
un’illuminazione.
Lei si gira e lo guarda,
arricciando le sopracciglia, interrogativa.
“.. In effetti questi
muscoli servono a qualcosa di molto importante..”
“E cioè?” Bella è sicura
che le sue orecchie stanno per sentire l’ennesima battuta della giornata. Per
questo, lo guarda rassegnata, in attesa che termini la
frase.
Stranamente, lui diventa
serio. Gli occhi si addolciscono e la guardano come se lei fosse la cosa più
preziosa del mondo.
In effetti lo è, almeno
per Jacob Black.
“… Servono per
proteggere te, Bella. Sempre. Da ogni cosa.”
***
Non diventerò un
vampiro, Jake. Almeno questo te lo devo.
In realtà, non lo
faccio per te. In fondo, sono un’egoista e non faccio praticamente nulla se non
per il mio personale tornaconto.
Amo Edward, lo sai. E
lui è l’unica cosa che mi permette ancora di alzarmi ogni mattina del letto.
L’unico che riesce a scacciare via i miei incubi, la mia voglia di morire ogni
giorno, nei modi più diversi e dolorosi.
Ci sposeremo la
prossima estate. Mi sposerò, Jake. Farà male. Mi strazierà ancora di più, se
straziarmi ulteriormente è possibile, farlo senza di te.
Amo te, e sai anche
questo. Tu sei l’unico che l’ha sempre saputo. Prima di tutti, prima ancora di
me stessa. Ed è proprio perché ti amo così tanto che non posso essere un
vampiro. Non posso accettare un’eternità in cui tu non esisti
più.
La vita umana ha una
fine. Forse, c’è qualcosa anche dopo.
Questo pensiero mi fa
stare un po’ meglio.
Io morirò, Jake. Prima
o poi. Perché mi ammalerò, perché avrò un incidente o, semplicemente, perché
diventerò vecchia.
Morirò. Perché così
deve essere. Perché, magari, poi ti potrò rincontrare.
Che paradosso!
La vita è strana, non
trovi Jake?
Vivrò per Edward.
Morirò per te.
***
Quella sera di fine
settembre, Isabella Marie Cullen, 87 anni compiuti da poco, andò a letto con uno
strano sorriso. Accompagnata amorevolmente dal marito, Edward Cullen, 17 anni da
quasi 2 secoli, si addormentò con una limpida
consapevolezza.
Mentre sentiva la mano gelida di Edward
accarezzarle il volto invecchiato dal tempo, capì che, quella notte, dopo aver
chiuso gli occhi, non li avrebbe riaperti mai più.
***
È mattina. E Isabella
Marie Cullen, sposa umana di un vampiro, ha di nuovo 19
anni.
A fatica, cerca di
aprire la porta sgangherata di un vecchio garage che le è molto
familiare.
Ci riesce, dopo
qualche secondo, e sorride, portandosi scioccamente una mano sul cuore. Per un
attimo, ha l’impressione che batta ancora.
“Ciao Bells,
finalmente sei arrivata!”
Proprio come lo
ricordava, Jacob Black è di fronte a lei, seduto per terra, con una chiave
inglese in una mano e con il suo classico sorriso stampato sul
volto.
“Bè, signor Jacob
Black, mi scusi tanto se l’ho fatta aspettare così
tanto..”
Si avvicina a lui e
gli sorride compiaciuta.
“.. ma sa com’è.. io
stavo cercando di vivere!”
Lui scoppia in una
piccola risata e lei sente di nuovo il cuore avere un sussulto. La sua
risata.
“Giusto signora
Cullen!” Alza un dito come a volerle spiegare chissà
cosa.
“.. l’ho osservata
molto. E devo dire che ha vissuto abbastanza bene,
dopotutto!”
Siedono entrambi
dietro due moto appena rimesse a nuovo, guardandosi negli occhi come se si
vedessero per la prima volta.
“A proposito.. grazie
per non essere diventata una succhiasangue!”
Lei sorride di un
sorriso diverso. A metà tra il sereno e il
malinconico.
“Solo così potevo
sperare di rivederti…”
Lui le sfiora una
guancia e lei sente di nuovo quel calore. Le sembra di essere tornata indietro
nel tempo. E, per un attimo, ha l’impressione che tutto sia stato solo un brutto
sogno.
“Tieni,
prendi!”
Jacob interrompe il
suo flusso dei pensieri, mentre le porge un casco. Il suo viso è limpido e
pulito. È di nuovo un diciassettenne. Gli occhi neri non sono più scavati dal
dolore e dal senso di responsabilità.
“Devo mettere il casco
anche qui, Jake? Sai dove siamo, vero?”
Ridono
entrambi.
“La sicurezza prima di
tutto. Sei così imbranata che saresti capace di farti male anche
qui!”
“Ah ah ah! Davvero
molto spiritoso! Sempre il solito sbruffone!”
Certe cose non
cambiano mai.
“Dove andiamo?”
chiede, mentre è già salita in moto, dietro di lui.
Jacob si volta un
attimo e le sorride. Poi mette il casco e accende il
motore.
“Andiamo a fare un
giro, Bells!”
Escono dal garage e in
cielo non c’è neppure l’ombra di una nuvola.
Mentre corrono, con le
braccia esili strette forte intorno alla vita del suo migliore amico- della sua
anima gemella- Isabella Marie Cullen torna ad essere di nuovo solo
Bella.
*FINE*