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Autore: Phoenix_cry    12/08/2010    2 recensioni
Dopo la morte di diversi Vulcaniani Spock incomincia a comportarsi aggressivamente fino a che l'equipaggio comincia ad avere paura del leale Vulcaniano. é presto chiaro che Spock non è l'unico Vulcaniano affetto e ciò che resta della sua specie potrebbe essere in serio pericolo.
Genere: Drammatico, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Star Trek Series'
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Capitolo 26

 

Nyota si svegliò di soprassalto con un retrogusto d’incubo che le pungeva la gola. Chiudendo gli occhi prese un profondo respiro per cercare di calmare il suo cuore. Sentendosi ancora ansiosa si girò per accoccolarsi al fianco di Spock. Tuttavia la sua mano trovò solo le fredde coperte.

 

Mettendosi seduta nella stanza scura Uhura osservò il posto vuoto accanto a lei. Il suo cuore perse un battito quando notò la scura macchia di sangue sul cuscino di Spock. Nyota si alzò, portandosi dietro le lenzuola per coprirsi usandole come vestito. La porta tra la stanza da letto e il salotto era chiusa, cosa strana.

 

Uhura esitò ad aprire la porta, temendo quello che avrebbe potuto trovare dall’altra parte. Deglutendo fece scorrere la punta delle dita sul pannello della porta facendola aprire. Uhura si morse il labbro inferiore per trattenersi dal sobbalzare. Il muro in fronte a lei era coperto dalle sanguinose equazioni che Spock aveva creato nella stanza dei controlli ausiliari. Il leggero luccichio del sangue le fece capire che si trattava unicamente di un'immagine proiettata, ma la vista era lo stesso inquietante.

 

Spock era in piedi a pochi metri dal muro, fissandolo attentamente con le mani tenute con non curanza dietro la schiena. I pantaloni neri che indossava per dormire erano ormai troppo larghi per lui a causa della sua continua perdita di peso. La luce verde dell’immagine colpiva la sua pelle rendendo più visibile la sua tinta verde. Una larga benda gli copriva la parte del petto nella quale si era provocato la profonda ferita che gli era servita per procurarsi un metodo per scrivere.

 

Uhura non aveva più le forze di piangere ormai. Una strana sensazione di stordimento era calata su di lei. Spock non diede segno di sapere di essere guardato anche se Uhura era certa che sapeva che lei si trovava alle sue spalle. Continuò ad analizzare le complicate formule ed equazioni. Uhura detestava vederlo perso nella sua mente per risolvere un problema che lei temeva non avere una soluzione.

 

Incapace di restare lì ancora a lungo Uhura gli si avvicinò. Spock rimase assorto nella lettura. Nyota attese per alcuni tesi minuti che lui si voltasse a guardarla. Uhura sentì il nodo nello stomaco stringersi quando lui persistette ad ignorarla. Disperata per la sua attenzione, anche se voleva dire affrontare la sua rabbia, Uhura gli toccò una spalla. Quando lui sobbalzò Uhura realizzò che lui davvero non si era accorto di lei.

 

Non abituato all’essere sorpreso Spock apparì confuso per un attimo. Guardò Nyota e un triste sorriso gli piegò le labbra. Lei forzò un sorriso, ma sapeva  che non le era riuscito per niente bene. Sentendosi il cuore pesante Uhura gli prese la mano e la tenne come se fosse stata un uccellino ferito.

 

“Stai ancora cercando il perdono?” Chiese Spock.

 

“Sì.”

 

“Non te lo darò.”

 

“Spock…”

 

“Perché non c’è niente da perdonare. Il tuo è stato un atto d’amore non di malizia. Non so che altro dirti per alleggerire la tua mente.”

 

“Penso che mi sentirei meglio se tu fossi arrabbiato con me.”

 

“Questo non è logico.”

 

“Lo so. È una cosa umana, se tu fossi arrabbiato con me allora io potrei mettermi sulla difensiva, e mi sentirei meno in colpa.”

 

“Mi dispiace, Nyota, non riesco a capirlo.” Ammise Spock. “Non posso arrabbiarmi con te, tuttavia, se senti che ti aiuterebbe allora forse il Capitano sarà più che disponibile nel procurarti la rabbia di cui hai bisogno. È molto protettivo nei confronti della sua nave.”

 

“Ci ho quasi uccisi tutti.”

 

“Indirettamente, ma sì.” Annuì Spock. “Devo chiamarlo? Svegliarlo a quest’ora non farà che aumentare la sua ira.”

 

“Non riesco onestamente a capire se stai scherzando o no.” Sospirò Uhura.

 

“Voglio solo che tu sia felice.”

 

“Allora farai meglio ad usare quella tua logica mente Vulcaniana per trovare un modo di salvarti.”

 

“Ci sto provando.”

 

“Davvero?” Chiese Nyota speranzosa. “Pensavo avessi detto che non c’era speranza, che era illogico persino provare.”

 

“Mi scuso, l’ho detto in un momento di disperazione. Non è mai illogico combattere per la vita.”

 

 Un vero sorriso apparve finalmente sul volto di Nyota. Gettò le braccia attorno al collo di Spock e gli diede un bacio appassionato. Ciò che non aveva realizzato era che Spock stava usando gran parte della sua forza per rimanere in piedi. Perdendo l’equilibrio a causa dell’assalto cadde per terra trascinando Nyota con lui.

 

“Scusa.” Disse Nyota con un leggero sorrisino sulle labbra.

 

“Sei una creatura alquanto imprevedibile.”

 

“Sto solo cercando di tenerti sulle punte dei piedi.” Ridacchiò Uhura.

 

“Sulle punte dei piedi? Hai fallito. Non sono più nemmeno in piedi.”

 

Uhura roteò li occhi e baciò il confuso Vulcaniano. Ora che i due sedevano sul pavimento Anubis decise che volevano che li raggiungesse. Il gatto si strusciò contro di loro, la coda tenuta in alto. Sedendosi in grembo a Spock Nyota prese Anubis e lo cullò sul suo petto. Spock guardò al di sopra della sua spalla e rilesse l’ultima parte della scritta sul muro per la millesima volta.

 

“Semplicemente non è logico.” Mormorò Spock.

 

“Cosa?”

 

“Ciò che ho scritto. La prima metà sono note e provate equazioni. Da lì in poi degrada in un delirio; equazioni di materia ed energia che non si bilanciano, radiazioni di materia oscura, teorie che richiedono l’anti luce…”

 

“Spock,” lo interruppe Uhura “non puoi aspettarti che abbia un senso. Eri impazzito, ci stavi guidando dentro il buco nero, l’hai scritto con il tuo sangue…è ovvio che non abbia senso. Perché ti sorprende tanto?”

 

“Immagino che non dovrebbe.” Sospirò Spock.

 

“Allora perché continui a fissarlo?”

 

“Perché ci potrebbe essere la risposta che cerco qua in mezzo.”

 

“Lo credi davvero?”

 

“No.” Spock scosse leggermente la testa. “Tuttavia, non ho altro posto in cui cercare.”

 

“Pensi che il Consiglio ti ascolterà?” Chiese Nyota con calma.

 

“Non possono negarmi un’udienza. Anche se dovessero rifiutare completamente la mia teoria, la avrebbero ascoltata e giungerebbero alla mia stessa conclusione.”

 

“Cosa pensi che faranno?”

 

“Non lo so. Si spera che posseggano una saggezza che io non ho.”

 

“Lo dubito.” Disse Uhura aspramente.

 

“Non giudicarli così aspramente. Delle volte può essere difficile capire perché agiscono come agiscono, ma ricorda che il Consiglio ha guidato Vulcano attraverso migliaia di anni di pace mentre gli umani continuavano a spargere il loro sangue.”

 

“Hanno provato ad ucciderti.”

 

“No, stavano solo cercando di aiutarmi contro il mio volere.” La corresse Spock.

 

“Io…” Uhura esitò “io non voglio lo stesso che tu vada laggiù.”

 

“Sarò al sicuro. Ora che hanno ricevuto ordini diretti dalla Federazione di non interferire con le mie obbligazioni nei confronti della Flotta Stellare non mi tratterranno.”

 

“Ancora non capisco perché non puoi semplicemente inviare un messaggio sub-spaziale.”

 

“Quello che devo dire è troppo importante.”

 

 Uhura prese un profondo respiro per continuare a protestare, tuttavia lo sguardo negli occhi di Spock le fece capire che la discussione era chiusa. Sospirando appoggiò la testa contro il petto di Spock. Il suo respiro era tremendamente veloce e leggero. Spock circondò Nyota con le sue braccia e la tenne stretta. Felice di essere fra i due Anubis cominciò a fare le fusa in braccio a Nyota. Nyota subito notò che il petto di Spock non si sollevava più con molta fatica come solo pochi attimi prima faceva.

 

“Il gatto mi influenza in effetti.” Disse improvvisamente Spock.

 

“Cosa?”

 

“Ti stavi chiedendo come mai respirassi più facilmente.”

 

“Mi stavi leggendo la mente, eh?” Scherzò Uhura.

 

“No. Stavo leggendo il linguaggio del tuo corpo.”

 

“Sono come un libro aperto per te, vero?”

 

“Affatto.”

 

“Anubis ti fa davvero sentire meglio?” Chiese Nyota.

 

“Sì.” Annuì Spock. “Il suono delle sue fusa è molto piacevole. Sembra che riduca la mia pericolosamente alta pressione sanguinea di un po’.”

 

Nyota sorrise e guardò la tenera palla di pelo fra le sue braccia. Incominciò a grattarlo sotto il mento. Anubis inclinò la testa e raddoppiò le fusa. Nyota sentì Spock prendere un profondo respiro. Alzò lo sguardo su di lui e scoprì che aveva riportato lo sguardo alla scritta sul muro.

 

Permettendo a Spock di scivolare nel suo mondo Nyota riportò la sua attenzione su Anubis. Aveva incominciato a colpirla con le zampe mentre lei gli grattava il corto pelo. Anubis aprì i suoi occhi dorati e la guardò. Nyota gli sorrise.

 

“Grazie di aiutarlo.” Sussurrò Nyota al gatto.

 

“Nyota?”

 

“Stavo solo parlando con Anubis.”

 

Nyota cercò di impedire alla sua voce di tremare per le lacrime, ma fallì. Spock le toccò gentilmente le tempie con la punta delle dita. Uhura sentì la morsa che le stringeva il petto sciogliersi. Aiutata dal tocco di Spock riuscì a ricacciare indietro le lacrime. Quando la lasciò si sentì più in controllo delle sue emozioni.

 

“Grazie di avermi dato un po’ del tuo coraggio.”

 

“No, ti ho solo ricordato il tuo.”

 

 

Ed ecco la reazione di Spock a quello che ha fatto Nyota, non siete sorpresi vero? Logico che Spock non si sarebbe arrabbiato^^ Al prossimo Capitolo e come al solito grazie a tutti voi per seguirmi XD

  
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