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Autore: whateverhappened    12/08/2010    3 recensioni
« So benissimo cosa mi aspetta, Narcissa, ma non posso fare altrimenti. - Andromeda sorrise stancamente, fissando Narcissa dritta negli occhi – Per me deve essere così, lo capisci? »
« Sì, lo so. Non voglio che tu non sia felice, Dromeda, non devi fraintendermi... ma mi mancherai moltissimo. »
« Anche tu. » Andromeda strinse più forte la sorella, come se in quell'abbraccio potesse imprimere tutto il bene che le voleva. Dopo qualche istante la più piccola si staccò, sorridendo all'altra ancora con gli occhi lucidi.
« Beh, comunque oggi è il tuo compleanno. Dobbiamo festeggiare! - Narcissa prese il polso della sorella e le legò un braccialetto – Così non ti dimenticherai mai di me. »

Per Ilaria.
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Andromeda Black, Narcissa Malfoy
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
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Unwritten



Quando si svegliò quella mattina Andromeda ringraziò mentalmente che quello fosse il suo ultimo anno ad Hogwarts. Da che si trovava nella Scuola di Magia e Stregoneria ogni anno, in quel giorno, veniva svegliata nei modi più disparati dall'amica di sempre Annabelle, la quale sosteneva che iniziare la giornata in un modo curioso non poteva far altro che renderla ancor più interessante. Andromeda aveva cercato più volte di farle capire che il giorno del proprio compleanno una persona normale non desiderava svegliarsi con una pioggia di scintille davanti agli occhi, ma Annabelle non era propriamente ciò che si definiva una “persona normale”, eccentrica com'era. Così, come ormai da rituale, quella mattina Andromeda non udì il suono della sua sveglia ma uno stridio che Annabelle cercò di spacciare come verso di un Ricciocorno Schiattoso.
« Un che? » borbottò Andromeda, la voce ancora impastata dal sonno.
« Un Ricciocorno Schiattoso! - ripeté Annabelle con un sorriso che arrivava a coinvolgere i grandi occhi azzurri – Xenophilius me ne ha parlato un mese fa, da allora mi sono documentata per farti questa sorpresa! »
« Mmm, incredibile. Ringrazia Xeno da parte mia, allora. » Andromeda si ributtò di peso sul letto, ridacchiando. Annabelle era sempre stata una ragazza dalla grande fantasia, il fidanzamento con il giovane Lovegood non aveva fatto altro che fornirle nuovi spunti: la giovane Black aveva ormai perso il conto delle bizzarrie che i due le raccontavano.
« Oh, consideralo il suo regalo. Buon compleanno, Dromeda! » alle parole dell'amica Andromeda si alzò di scatto dal letto, fissando l'altra ad occhi sgranati.
« Ho diciassette anni. » sussurrò, quasi dubbiosa.
« Sì! Sei maggiorenne! » Annabelle batté le mani contenta, scuotendo i lunghi capelli biondi. Pareva quasi più felice lei della stessa Andromeda tanto era l'entusiasmo che manifestava.
« Ho diciassette anni! » ripeté la festeggiata, sul cui volto si aprì un grande sorriso.
« Sì, Dromeda, diciassette. » rispose l'amica, osservando l'altra con una nota di perplessità nello sguardo. La vide alzarsi di colpo e, in camicia da notte, girare intorno al letto con tale agitazione che Annabelle pensò fosse stata morsa da un Gorgosprizzo.
« Tu non capisci! Oggi divento maggiorenne! » mentre parlava Andromeda si era sdraiata per terra e si era messa a cercare qualcosa sotto il letto, guadagnandosi così un ulteriore sguardo preoccupato da parte dell'altra.
« Lo stiamo dicendo da un po'. Cosa ti prende? »
In quel momento la porta si spalancò di colpo, rivelando una figura in pigiama. La ragazza si fermò sull'uscio, osservando dubbiosa Andromeda che, con fatica, cercava di uscire da sotto il letto senza provocare troppi danni.
« Ehm... - borbottò non appena si fu alzata – Buongiorno, Narcissa. »
« Andromeda. » rispose quella, ancora con un sopracciglio alzato per il comportamento della sorella maggiore.
« Dormito bene? » Andromeda si tolse la polvere dalla camicia da notte, mentre Narcissa si avvicinava al suo letto.
« Potrei... potrei parlarti un attimo? » forse fu l'espressione della ragazza o forse l'apprensione che lesse nello sguardo di Andromeda, ma Annabelle si alzò all'istante dalla sua posizione.
« Vi lascio sole! » in un attimo era fuori dalla stanza. Con un gesto della mano forse troppo serio per due sorelle in pigiama, Andromeda invitò Narcissa a sedersi sul suo letto sfatto. La bionda si accomodò fra le coperte, accovacciandosi sulle gambe e fissando un punto imprecisato sul pavimento.
« Cissy, cosa succede? » Andromeda si sedette di fronte alla sorella, cercando di intercettarne lo sguardo. Da quando erano piccole erano sempre state molto unite ed erano solite raccontarsi tutto, erano ben poche le cose che l'una non sapeva dell'altra. Fra di loro vi era un legame molto forte, erano sempre state in grado di capirsi con un solo cenno del capo, vedere la sorella minore con un'espressione triste come quella rendeva inquieta Andromeda.
« Io... io lo so, sai. » mormorò Narcissa, facendo sussultare l'altra.
« Tu sai... cosa? » rispose in un sussurro, ma nel profondo conosceva già la risposta. Con un gesto lento Narcissa porse alla sorella un pacchetto rettangolare, piatto.
« Era questo che cercavi prima, vero? - Andromeda lo afferrò timorosa – L'ho trovato qualche giorno fa, sporgeva da sotto le coperte. »
« Cissy, io... » mormorò l'altra, ma Narcissa la interruppe.
« Lo so che non avrei dovuto impicciarmi, Andromeda. Ma tu sei mia sorella... E adesso sei maggiorenne... » un singhiozzo la interruppe. In un attimo la maggiore le passò un braccio attorno alle spalle, stringendola a sé, proprio come faceva quando erano piccole.
« Io... io lo so cosa succederà adesso, non credere che non lo sappia. Non sono cieca, Dromeda, vedevo gli sguardi che scambiavi con quel ragazzo. Ma non voglio perderti, lo capisci? » le lacrime ormai scorrevano numerose sul bel volto di Narcissa, senza che lei facesse nulla per fermarle. Si stringeva con forza alla sorella, come se quella potesse sparire da un momento all'altro.
« Lo so, Cissy. Ma non mi perderai, ci sarò sempre per te. »
« Non è vero! - singhiozzò più forte Narcissa – Non è vero, e tu lo sai. Sai come finirà, mamma e papà non te la faranno passare liscia! E non ci potremo più vedere. »
« So benissimo cosa mi aspetta, Narcissa, ma non posso fare altrimenti. - Andromeda sorrise stancamente, fissando Narcissa dritta negli occhi – Per me deve essere così, lo capisci? »
« Sì, lo so. Non voglio che tu non sia felice, Dromeda, non devi fraintendermi... ma mi mancherai moltissimo. »
« Anche tu. » Andromeda strinse più forte la sorella, come se in quell'abbraccio potesse imprimere tutto il bene che le voleva. Dopo qualche istante la più piccola si staccò, sorridendo all'altra ancora con gli occhi lucidi.
« Beh, comunque oggi è il tuo compleanno. Dobbiamo festeggiare! - Narcissa prese il polso della sorella e le legò un braccialetto – Così non ti dimenticherai mai di me. »
« Non potrebbe mai succedere, ma grazie. »
« Oh, è una sciocchezza! - rispose con un mezzo sorriso Narcissa, alzandosi dal letto – In quel pacchetto c'è sicuramente qualcosa di molto più prezioso. » Andromeda sorrise ed osservò la sorella uscire dalla stanza, mentre quella lacrima che aveva trattenuto fino a quell'istante correva libera sulla sua guancia. Le dita corsero ad accarezzare il braccialetto, grigio e azzurro come i colori dei loro occhi, eterno ricordo del loro legame. Con un sospiro afferrò il pacchetto che le aveva consegnato Narcissa, facendo scorrere le dita sulla scritta: Da aprirsi solo il giorno del diciassettesimo compleanno. Quel pacchetto le era stato dato da Ted durante l'ultima uscita ad Hogsmeade, ricordava ancora quanto avesse insistito perché non lo aprisse fino a quel momento. Notò che il fiocco era stato rifatto e sorrise fra sé, Narcissa era sempre stata curiosa. Aprì la scatola con lentezza, osservando con sorpresa il contenuto: un biglietto del treno datato otto luglio, il primo giorno delle vacanze dopo gli esami. Quando lo prese in mano un altro foglietto le cadde in grembo, la ragazza notò che vi erano appuntate poche parole con la scrittura di Ted: Se vorrai sarò ad aspettarti alla stazione. Andromeda sorrise apertamente, era il migliore regalo che il suo fidanzato potesse farle.


Today is when your book begin
the rest is still unwritten





















Auguri, Ila!!!!!!

Buon compleanno, mia Black sister *-* So che questa... cosa fa schifo, fa molto più schifo di quanto mi sarei aspettata, ma volevo comunque scriverti qualcosa :D Insomma, diciassette anni non si compiono tutti i giorni! Ma fa schifo, quindi sentiti libera di pomodorarmi liberamente, oggi è il tuo giorno *-*

Per il resto del mondo... pomodoratemi con delicatezza! XD Narcissa tende all'OOC con il pianto, I know, ma rientra tutto nella mia visione del rapporto fra le due sorelle. Annabelle vuole essere la madre di Luna, come avrete penso capito, non ho sinceramente idea di come mi sia venuta quest'idea!

La citazione finale è presa da "Unwritten" di Natasha Begindfield, da cui prende il titolo anche la storia.
Ora direi che posso andare a sotterrarmi dopo la pubblicazione di questa cosa... ciao!
   
 
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