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Autore: Fuuma    12/08/2010    1 recensioni
«Fidati di me.»
Una frase di tre lettere soltanto, soffiata via dalla voce di Neal ed accompagnata dal suo sorriso (Dio, che sorriso!).
«Fidati di me.» diceva.
E Peter si era fidato.
-scritta per il Fanon!Fest@FW.it-
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Trust me
Serie:
White Collar
Rating:
PG-14
Genre:
Action
Character:
Peter Burke, Neal Caffrey
Pairing:
PeterxNeal (pre-slash)
Prompt: White Collar, Peter Burke x Neal Caffrey, «Fidati di me.»
Conteggio Parole:
965

Disclaimers: I personaggi di White Collar sono degli aventi diritto.
Fic scritta per il Fanon!Fest@
FW.it

 

.Trust me.

«Fidati di me.»

Gli aveva detto, con il sorriso di un birbante e lo sguardo che brillava sbarazzino e infantile, dando l'impressione che quegli occhi contenessero tutte le sfumature esistenti dell'azzurro e conoscessero segreti inconfessabili.

L'aveva fatta semplice.

In trappola come un topo, circondato da un'intera squadra del reparto Crimini Violenti dell'FBI e da quella del White Collar, il ricercato puntava la pistola contro la testa di un ostaggio, ringhiando perché “Voglio che quel bastardo vestito da damerino mi restituisca i miei fottuti diamanti!”.

Ma Neal aveva sorriso come se non ci fosse nulla di cui preoccuparsi.

Anche se questa volta non si trattava di uno dei bad guys a cui gli uomini di Burke solitamente davano la caccia; questo era uno dei cattivi veri, uno che aveva ucciso e squartato le proprie vittime dopo aver fatto loro ingoiare i gioielli rubati.

Questo era un mostro.

Un mostro che ce l'aveva a morte con il giovane truffatore, perché era riuscito a fregarlo.

E Neal gli chiedeva di fidarsi di lui.

«D'accordo.»

Lo aveva fatto.

Si era fidato.

Non aveva potuto farne ameno.

La stretta alla spalla di Neal, che aveva catturato istintivamente nella propria mano, si era lentamente sciolta e le dita erano scivolate lungo l'abito italiano, mantenendo il contatto più a lungo del dovuto, finché la punta delle dita non aveva trovato la schiena del truffatore. Poi il ragazzo era avanzato e Peter si era trovato a stringere soltanto il vuoto, con un groppo alla gola, un brutto presentimento che serpeggiava nella testa e le labbra serrate con forza per evitare di ordinargli di non fare stronzate, di tornarsene indietro e starsene al sicuro dietro di sé, dove l'agente avrebbe potuto proteggerlo meglio.

Invece l'aveva lasciato andare.

Lo faceva sempre, finendo per credere alle parole di Elizabeth.

Fidati di Neal per una volta, potresti scoprire che non ti deluderà.

«Maledizione, Neal...» era l'ultima cosa che aveva soffiato via, insieme al respiro, prima di sentire un solo colpo di sparo che gli fece gelare il sangue nelle vene.

Davanti ai propri occhi, il corpo di Neal cadde a terra, mentre un proiettile lo raggiungeva dritto al petto.

Un sacco avrebbe fatto lo stesso rumore.

Sarebbe caduto allo stesso modo.

Ma avrebbe fatto meno male...

Non sentì il secondo colpo, esploso da una delle pistole in ordinanza all'FBI, che aveva centrato in pieno la testa del ricercato, troppo occupato a liberarsi della seccatura di quel damerino che aveva iniziato a parlargli per farlo ragionare. Non udì nemmeno le voci degli agenti che urlavano “Uomo a terra! Uomo a terra!”.

Per un momento il mondo smise di ruotare.

Banalmente.

Un momento lungo il tempo di farlo arrancare verso il corpo disteso a terra, mentre l'odore ferruginoso del sangue che colava dalla testa del ricercato invadeva l'olfatto.

«Neal... Non farmi questo...» bisbigliò Peter tra i denti, portandosi su di lui, inginocchiandosi al suo fianco e spalancando lo sguardo scuro allo squarcio che il proiettile aveva aperto nel panciotto grigio del ragazzo. Mandando a puttane uno dei suoi amati Devore.

Allungò le mani, affrettandosi a sbottonargli l'indumento e a fare lo stesso con la camicia, con la furia di un disperato, facendo saltare un bottone dopo l'altro, perdendoli lungo il marciapiedi di una strada bloccata da sbirri ed FBI.

Finché un respiro profondo non riportò nel mondo dei vivi il giovane truffatore, nell'esatto momento in cui le dita di Peter toccarono il giubbotto antiproiettile.

Il giubbotto! Dio, che stupido era stato a dimenticare di averglielo fatto infilare da Jones!

«Odio le pistole, trovano sempre il modo di farti male...» bofonchiò il più giovane, gemendo per il dolore del proiettile che spingeva con forza il giubbotto rinforzato contro il proprio petto, stringendoglielo addosso.

Si mise seduto, aiutato dall'agente, spogliandosene, per poi cercare di mettere a fuoco la situazione, notare la figura della donna presa in ostaggio che sfilava sana e salva accompagnata dagli uomini dell'FBI ed il colpevole a terra, in una pozza di sangue.

Storse il naso, distogliendo subito lo sguardo, nauseato, incontrando quello accigliato di Peter. Bastò questo per far rinascere un sorriso largo, furfantesco, che brillava del bianco dei denti e dell'azzurro degli occhi; un sorriso da mozzare il fiato.

«Visto Peter? Te l'avevo detto che avrebbe mirato al cuore!» esclamò orgoglioso di aver indovinato.

Peter annuì, più per un riflesso condizionato che per la frase del truffatore.

Continuò a tenere la fronte aggrottata e lo sguardo torvo rivolto a lui e, infine, si alzò in piedi, reggendo il più giovane per aiutarlo a fare lo stesso, mentre l'altro poggiava la nuca contro la propria, spintonandola affettuosamente. Si staccò subito dopo, con un broncio che risultò buffamente infantile e gli dava l'aria di essersi offeso per qualcosa, forse per essere stato così stupido da preoccuparsi.

«Giuro che non mi fiderò mai più di te.» sibilò, puntando l'indice contro Neal.

«Ma dai, è andato tutto come previsto, no?»

«Come previsto un corno! Prima di tutto non avresti dovuto scambiare i diamanti ieri sera e, secondo, quello avrebbe potuto ucciderti. Sai cosa significa? Che io avrei perso...» si fermò di colpo, rendendosi conto di cosa stesse dicendo.

«Me?» azzardò l'altro.

Centrando perfettamente il punto.

Peter scosse il capo.

«Il lavoro, Neal, parlavo del lavoro. Quindi aspetta e spera che mi fidi ancora.»

Neal sospirò, ingoiando la delusione.

«Ne riparleremo la prossima volta.» pronunciò, facendo finta di niente.

«Oh, no-no-no-no-no. NO. Conosco quello sguardo e posso dirti già da subito che non ci sarà nessuna prossima volta.»

«Io invece dico di sì.» spalancò gli occhi -Dèi, c'era il mondo in quei due occhi soltanto!- allargando il sorriso sino a mostrare i denti bianchi e dritti «Fidati di me.»

Dannazione, lo aveva rifatto!

Davanti a quello sguardo e a quel sorriso, Peter non poté che capitolare. Ancora una volta.

 

.THE END.

   
 
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