PENSIERI D’UNA MADRE

Erano ore che Dadan era ferma nella stessa posizione. Una mano appoggiata sul mento... e lo sguardo su un punto indefinito fuori della finestra. E con l'altra, aveva ancora il giornale in mano... sulla stessa pagina.
Non si aspettava quell'epilogo.
Quando aveva visto i teleschermi spenti, aveva sperato che la Marina, non volesse mostrare al mondo intero la sua sconfitta. Invece, il giorno dopo, ecco arrivare quel giornale... quel maledetto giornale a illudere tutte le sue speranze.
Il giornale che le annunciava la morte di Ace.

La sua prima reazione, era stata andare al villaggio per ubriacarsi fino a dimenticare persino il suo nome… e così aveva fatto. Solo che appena seduta al balcone, aveva sentito una folla gridare di gioia.
Pensò: ‘Chi può essere felice, oggi? Quando una madre è disperata per aver perso uno dei suoi figli??’
Uscì molto infastidita dal locale.
La folla aspettava l’arrivo di un Ufficiale della Marina. Eccolo… stava venendo verso di lei. Da quanti anni non vedeva quell’uomo. Con furia cieca, si scagliò contro di lui. Voleva colpirlo… voleva ucciderlo perché era colpa sua… colpa sua se suo figlio non c’era più.
Se Makino in quel momento, non fosse intervenuta a fermarla, avrebbe compiuto la sua vendetta.

Makino, dopo averla calmata, si era offerta di riaccompagnarla a casa.
Poteva capire quanto grande fosse il dolore della donna: perdere un figlio che non vedeva da anni… e lei non era lì. Non era lì ad aiutarlo… se non fosse stata tanto lontana da Marine Ford, avrebbe preso una nave e sarebbe corsa in battaglia… conosceva Dadan e l’avrebbe fatto. Invece era rimasta sull’isola… ed essere semplice spettatrice… e si sentiva in colpa per questo… non fece altro che ripetere quelle parole piangendo sulla spalla di Makino.

Quando si riprese un po’, chiese a Makino di tornare in paese… perchè lei voleva rimanere sola.
Dadan, si diresse in camera dei figli. Era come l’avevano lasciata… in disordine… ma infondo questi erano i suoi figli. Appoggiata su un comodino, c’era la foto che aveva scattato quando erano bambini… per un attimo, s'immaginò di vederli ridere e correre per casa. Quelli erano tempi felici. Prese ad accarezzare e baciare la foto.
Intanto le lacrime, avevano ricominciato a scendere.

Sapevo che la tua scelta di divenire un pirata, andava contro il volere di tuo nonno, ma ho lasciato che tu crescessi con questo sogno nel cassetto. Come madre, avrei dovuto farti desistere. Ma infondo, cosa c’era di sbagliato nel tuo sogno? Cosa c’è di sbagliato nell’avventura?

Credevo che nonostante tutto, saresti stato al sicuro, protetto da tuo nonno e da Barbabianca. E riguardo al nome del tuo vero padre, speravo che il governo, non venisse mai a saperlo.
Mi sono illusa… il mio dovere era proteggerti. Anche se non abbiamo nessun legame di sangue, io ti ho allevato come fossi mio figlio.

Te ne sei andato tra le braccia di tuo fratello Rufy. Chissà quanto avrà sofferto povero caro? Ti aveva liberato… invece il destino non è stato magnanimo.
Stava per essere ucciso da Akainu; gli hai fatto scudo col tuo corpo per proteggerlo... per mantenere fede alla promessa fatta a Sabo.
Rufy sarà senz’altro sconvolto… ma spero che ovunque sia si faccia forza e che i suoi compagni gli siano vicini...

Rufy io non so che tipo di pirata diventerai in futuro, ma sappi che sarò sempre dalla tua parte.