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Autore: elyxyz    13/08/2010    31 recensioni
“Gaius! Aspettate! Cosa...?” esclamò il mago, squadrandolo come se fosse impazzito.
L’uomo ricambiò lo sguardo. “Perdonate l’ardire, ma... potrei sapere chi siete?”
“Sono
io!” sbottò allora, allargando le braccia “Gaius! Che scherzo è mai questo?!” domandò retorico, battendosi il petto. “Non mi ricono-” Merlin boccheggiò incredulo, accorgendosi di colpo del florido seno che stava toccando, e lanciò un gridolino terrorizzato. Fu per istinto che raccattò il lenzuolo e si coprì alla bell’e meglio.
Gaius se ne stava sull’uscio, sbigottito anche lui.
“Merlin?” bisbigliò alla fine, come se dirlo ad alta voce fosse davvero
troppo.
“Sì, sono io!” pigolò l’altro. “O almeno credo!”
“Che diamine ti ha fatto Ardof?!” l’interrogò l’archiatra.
(...) Merlin si coprì gli occhi con le mani, mugolando. “Come spiegherò questo ad Arthur?”
[Arthur x Merlin, of course!]
NB: nel cap. 80 è presente una TRASFORMAZIONE TEMPORANEA IN ANIMALE (Arthur!aquila) e può essere letto come one-shot nel caso in cui vi interessi questo genere di storie.
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Slash | Personaggi: Merlino, Principe Artù | Coppie: Merlino/Artù
Note: What if? | Avvertimenti: Gender Bender | Contesto: Prima stagione, Contesto generale/vago
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Sto letteralmente facendo i salti mortali per riuscire ad aggiornare oggi, ma mi dispiaceva lasciare i fans di Linette a bocca asciutta fino a lunedì

Sto letteralmente facendo i salti mortali per riuscire ad aggiornare oggi, ma mi dispiaceva lasciare i fans di Linette a bocca asciutta fino a lunedì. Buona lettura!

 

 

Note: il seguente scritto inizia a contenere lievi (e confusi XD) riferimenti slash; più avanti si avrà lo slash più definito.

 

Riassunto: Merlin è abituato a salvare la vita all’Asino Reale senza che questi se ne accorga, ma stavolta non tutto va per il verso giusto. Colpito dall’incantesimo del malvagio Ardof, il nostro mago farà i conti con una sconvolgente novità: egli si risveglia trasformato in una donna.
Solo Gaius conosce il suo segreto e, finché non troverà il modo di tornare normale, dovrà inventarsi delle scuse plausibili e prendere il posto di se stesso al servizio del principe. Come riuscirà a conciliare questa ‘nuova situazione’? Come si evolverà il suo rapporto con Arthur?

 

 

Grazie di tutte le recensioni ricevute. *inchin* Spero che la storia rimanga all’altezza delle vostre aspettative!

Vorrei dedicarla a quelle persone che hanno recensito il precedente capitolo:

Angela90 (Come va con la connessione?), _Mars, Orchidea Rosa, damis, _AZRAEL_ (Grazie ancora, per tutti i commenti che hai lasciato!), mindyxx, Dasey91, saisai_girl, Aleinad, lynch, kokuccha (Ciao^^ Grazie per aver deciso di recensirla, spero continuerai a seguirla!), chibimayu, LaTuM, Yuki Eiri Sensei, _Saruwatari_, Tao, miticabenny, Rozalia, GiulyB, _ichigo85_ e bilancina92.

E a quanti commenteranno (SE vi va di recensire anche dei capitoli più indietro di questo, il vostro parere non andrà perduto!).
Ai vecchi e ai nuovi lettori.

Grazie.

 

The He in the She

 

(l’Essenza dentro l’Apparenza)

 

 

 

Capitolo XXII           

 

 

Rimboccandosi le maniche della tunica, Merlin si riappressò al letto su cui stava la partoriente.

“Vi chiedo perdono, signora.” Incominciò. “Ma, se il vostro sposo non torna al più presto, la mia buona volontà è tutto ciò che posso offrirvi, e che gli dei ci assistano!”

 

La donna riaprì le palpebre pesanti, annuendo.

V-vi ringrazio…” ansò, prima di stringere le labbra per reprimere l’ennesimo urlo.

 

Il mago cercò di rendersi utile, di rievocare qualunque cosa potesse servigli; ma, di incantesimi per facilitare il parto, lui non ne conosceva, ammesso che esistessero.

E comunque, anche se nel suo libro ci fossero stati, adesso era troppo tardi. E Camelot troppo lontana.

Tentò allora di rammentare le cose che aveva letto sul tomo di Anatomia, che Gaius aveva insistito per fargli studiare, ma erano nozioni abbastanza frammentarie, così come i discorsi fatti sul parto complesso di Lady Beltrame, settimane addietro.       

 

Poteva solo alleviarle di poco la sofferenza, constatò impotente, rovistando fra le sue cose dimenticate sul pavimento.

Dalla bisaccia estrasse una polverina di radici essiccate, che teneva con sé per le emergenze, e la sciolse in un bicchiere per fargliela bere.

“Dovrebbe calmarvi un po’ il dolore, ma dovete restare sveglia e lucida, mi spiace.” Si rammaricò.

 

La donna annuì e bevve, grata, prima di collassare nuovamente sul letto, contorcendosi.

 

Lo stregone le asciugò il sudore che le correva lungo le tempie, mentre sentiva distrattamente il principe che si procurava dalla legnaia dietro casa il necessario per rimpinguare il focolare.

 

 

***

 

 

“Hai già controllato lo stato delle cose?” gli chiese d’un tratto il suo nobile padrone, comparendo alle sue spalle con una fascina sottobraccio e un paiolo traboccante nell’altro.

 

Merlin era arrossito suo malgrado.

“Sì, ma… ma non me ne intendo molto.”

 

Arthur, incredibilmente, scoppiò a ridergli in faccia.

“Oh, suvvia! Non può essere poi così diversa da tutte le al…”

 

“Credetemi!” il mago si coprì il viso con le mani, mugugnando. “Mai visto niente di simile!”

 

Il principe rise ancora della sua espressione sconvolta e scomparve nuovamente in cerca di pezze lavate.

 

Il servo gli brontolò contro qualcosa di vagamente offeso, prima di rivolgere ancora la sua attenzione alla partoriente, tutta concentrata nel sopportare il proprio supplizio.

 

Un quarto d’ora dopo, l’erede al trono se ne tornò con un mucchietto di teli malamente ripiegati ma puliti – Merlin ebbe il fugace dubbio che egli avesse fatto a pezzi l’unico lenzuolo buono di quei poveri diavoli, ma ormai il danno era fatto – e posò, con un sospiro, la pila immacolata sul tavolaccio.

 

“Novità?” chiese, cercando – con evidente disagio – di non guardare verso la padrona di casa.

 

Ad una risposta negativa della sua valletta, egli invece replicò: “Nella stalla, al contrario, c’è fermento… la vacca muggisce nervosa, ma ho dato un’occhiata e non v’è nulla di strano!”

 

“Caroline!” gemette allora la donna, allungando una mano per strattonare la manica di Merlin.

 

“Non dovrà partorire anche lei!” squittì di conseguenza il mago, angosciato.

 

“Chi diavolo è questa Caroline?!” sbottò piuttosto il Regale Somaro, guadagnandosi un’occhiataccia dalla serva.

 

La contadina intanto scosse il capo, negando.

“Va… mu-munta…” spiegò, inframmezzando le parole agli ansiti. “Soffre… mi-mio marito è… è… all’alba… soffre…” ripeté, vagamente incoerente.

 

“Abbiamo capito, Suzanne. Calmatevi…” la rassicurò Linette, battendole una mano sul braccio per acquietarla e la cosa sembrò funzionare.

 

“Cos’è che abbiamo capito?” bisbigliò, in quel mentre, il nobile ignaro.

 

Merlin roteò gli occhi, spazientito.

“Che Caroline va munta!” ribatté secco.

 

“La vacca ha un nome?!” chiese l’Asino a Lin, squadrando però la contadina come se fosse impazzita.

 

“E che male c’è?” sbottò il mago. “Scommetto che anche la vostra spada ha un nome!” rispose, suscettibile, ritenendo quel discorso un’inutile quisquilia.

 

“Eh! Certo che ce l’ha!” replicò il cavaliere, quasi offeso.

 

“Bene, se la vostra regale spada è così importante per voi da meritare un nome-

 

“Mi ha salvato la vita un sacco di volte!” Si giustificò, interrompendolo.

 

“E quella mucca salva la loro vita quotidianamente, perché dà loro il sostentamento per vivere!” controbatté con logica ineffabile.

 

Al che, il principe non ebbe altro da ridire; ma durò solo per qualche istante, giusto il tempo di sentirsi sollecitare.

 

“Forza, quella povera bestia soffre dall’alba! Andate!”

 

Arthur sgranò all’inverosimile i suoi aristocratici occhioni azzurri.

“Ma io sono un principe… I principi non mungono mucche!” obiettò.

 

“Dite piuttosto che non lo sapete fare!” rimbeccò il mago, perdendo la pazienza.

 

“Non c’è cosa che non mi riesca magnificamente!” ribatté Sua Altezza, impettito.

 

“Allora, ecco a voi, Maestà!” e, prima di poter aprire bocca, l’erede al trono si ritrovò un secchio di latta tra le mani, spedito verso le stalle.

 

 

***

 

 

“Ci sta mettendo parecchio…” considerò Merlin, vagamente impensierito, qualche tempo dopo.

 

Suzanne ebbe solo la forza di assentire in risposta.

 

“Quante mucche avete?”

 

U-una…” sussurrò la donna, stremata.

 

“Allora è bene che io vada a controllare…” si risolvette, demoralizzato. “Ma tornerò subito!” specificò, per prevenire eventuali attacchi di ansia.

 

Ottenuto il consenso dalla signora, Linette se ne uscì dalla casa, a respirare con gratitudine l’aria fresca, rinfrancandosi un istante. Poi però si diresse sul retro, da dove provenivano i borbottamenti seccati del Babbeo Reale.

 

“Temevo vi foste perduto!” scherzò, comparendogli alle spalle, e Arthur sussultò in risposta, rischiando di rovesciare il secchio ai suoi piedi.

 

Merlin vi sbirciò all’interno, inarcando le sopracciglia. “Sfameremo un intero esercito, con tutto quel bendiddio!”  lo prese in giro, annuendo alla volta della macchiolina bianca sul fondo del recipiente.

 

“Non osare fiatare!” la minacciò l’altro, infuriato. “Questa vacca non intende collaborare!” inveì, fulminando l’animale che sembrava irritato quanto lui.

 

“Oh, certo. Certo!” rise lo stregone, accomodante. “Lei fa ostruzionismo, non siete voi l’incompetente!”

 

Linette!” ululò allora il giovane Pendragon.

 

Così, Sire.” Spiegò la ragazza, sedendosi su uno gabellino accanto alla bestia, per nulla intimorita dagli strepiti del suo padrone. “Si fa così.” Chiarì, afferrando le mammelle con le dita e compiendo una pressione verso il basso. “Un movimento deciso, ma non rude.”

 

La mucca lo ricompensò con un generoso getto di liquido nel secchio.

 

“Visto?” lo interrogò. “Volete provare voi?”

 

Arthur negò con oltraggiata convinzione, quasi fosse stata una sostanza letale.

Si limitò perciò a vedere salire in fretta il livello del recipiente, mentre un piacevole odore si diffondeva nell’aria.

 

“Comincio ad avere fame.” Disse Linette a quel punto, quasi leggendo nei suoi pensieri. “E appena munto è buonissimo!” riprese, chinandosi di lato e spruzzandosi il latte direttamente in bocca.

 

Sbirciando la faccia scandalizzata del futuro re di Camelot, Merlin rise di cuore. “Ne volete?!” lo provocò, fingendo di orientare un capezzolo verso di lui.

 

“Assolutamente no!” urlò l’altro, sdegnato.

 

“Allora non sapete cosa vi perdete!” lo lusingò, “Da piccola, mi facevo certe scorpacciate!” gli raccontò, continuando il lavoro di spillatura. “Noi non avevamo mucche, ma il signor Thomas ci dava ogni giorno un po’ di latte e in cambio mia madre gli preparava da mangiare…

 

“E tuo padre?” Chiese il principe, all’improvviso.

 

Linette si adombrò, e il cavaliere si pentì di averglielo domandato.

“Lui niente. Se n’è andato prima che nascessi…” spiegò, e tacque.

 

Come suo cugino, pensò il nobile. E, come Merlin, anche la sua serva non raccontava mai volentieri di ciò che era stato prima dell’arrivo a Camelot.

Del resto, neppure lui amava parlare di certi aspetti del passato, perciò la capiva.

 

“Qui finisco io, andate di là a vegliare Suzanne.” Riprese Lin di colpo, cambiando repentinamente argomento e Arthur, per togliersi d’impaccio, fu felice di seguire il suo consiglio.

 

Quando lo stregone ebbe terminato, prese un forcone e diede del fieno alla bestia, che ruminò affamata il cibo, e poi pensò bene di controllare anche lo stato degli altri animali.

 

Durante il giro di perlustrazione, egli si rese conto che dal giorno addietro nessuno si era preso cura della piccola fattoria: le oche starnazzanti erano rimaste rinchiuse nella stia, anziché libere nell’aia; le galline, ancora stipate nel pollaio, chiocciavano indigenti invece di razzolare; forse avevano anche già deposto le uova, ma nessuno era andato a raccoglierle e di sicuro Sua Maestà non si sarebbe mai abbassato a tanto; e le… il pensiero di Sua Maestà, lasciato solo con Suzanne già da un po’, ebbe il sopravvento sul resto e lo scudiero tornò di gran carriera a verificare che tutto fosse normale – se normale si poteva definire, una situazione così.

 

Quando Merlin rientrò, la donna e Arthur ansimavano all’unisono, grondando sudore altrettanto copiosamente.

“Che diamine state facendo?!” domandò allora, alla volta del suo signore.

 

“Le suggerivo il ritmo con cui respirare!” si difese l’altro, piccato, rafforzando la propria stretta sulla mano di lei. “E sembra funzionare, per tua informazione!”

 

“Oh, allora continuate, prego!” li invitò, valutando stazionarie le condizioni della poveretta e, armeggiando poi con la brocca e il bicchiere che si trovavano sul tavolo, gli passò il boccale.

“Dell’acqua.”

 

“Oh, grazie!” esclamò il principe, con riconoscenza.

 

“E’ per lei, non per voi!” lo sgridò.

 

“Ah, beh, certo.”

 

Lo scudiero sospirò, toccando i minimi storici della sua pazienza, mentre osservava l’erede al trono che, malgrado tutto – virili reticenze comprese –, aiutava la donna a risollevarsi dal materasso per dissetarsi. Ebbe quindi pietà di quella testa di legno e versò da bere anche a lui.

 

“E’ passata più di una veglia da che siamo qui…” le appuntò l’erede al trono, rifacendosi serio, dopo aver trangugiato il suo calice. “E le doglie non aumentano.”

 

“Ci vuole ancora tempo.” Rispose allora il servo. “I parti primipari ci impiegano di più.”

 

Il principe e la contadina si rassegnarono a quella risposta di buonsenso, mentre egli li informava che sarebbe andato ad occuparsi delle bestie sul retro, poiché la cosa sembrava andare per le lunghe e loro due parevano cavarsela benissimo da soli.

Il giovane Pendragon non accolse la notizia di buon grado – ogni minuto trascorso lì dentro metteva a dura prova i suoi nervi tesi – ma le unghie di Suzanne conficcate nei suoi palmi, e lo sguardo disperato di lei, gli impedirono di lamentarsi con Linette per la sua scelta.

 

 

***

 

 

C’erano un sacco di cose da fare e a Merlin non sembrava di essersene andato da molto, quando l’Asino gli corse incontro, strepitando come se avesse un’orda di Barbari alle calcagna.

“E’ ora! E’ ora!” Urlava, tutto agitato, spintonando la ragazza verso l’abitazione.

 

“State calmo!” lo rimproverò. “E come fate a saperlo?!

 

“Perché io ho… lei mi ha…” tartagliò, scioccato, ingoiando a vuoto per calmarsi. “Costretto a controllare!” si discolpò. “Ho visto! E… credo fosse la testa! C’erano capelli!”

 

“Oh, cielo!” invocò il mago, procedendo velocemente verso l’entrata della casa. Il principe, al suo fianco, le afferrò un polso un attimo prima che entrasse. “Avevi ragione.” Sussurrò allora Arthur, stralunato. “Mai visto niente del genere…”

 

Merlin avrebbe riso di lui, se solo non fosse stato un momento tanto drammatico.

Di una cosa era certo: avrebbe ucciso con le sue mani il neo-padre, appena fosse giunto!

 

“Suzanne!” la chiamò, accucciandosi accanto a lei. “Il principe dice che ci siamo!”

 

La donna annuì, stringendo ferocemente il lenzuolo sotto di lei.

 

“E allora spingi solo quando te lo dico!” le raccomandò, sollevandole le gonne.

 

Contemporaneamente, con la coda dell’occhio, il mago vide il suo signore tentare di sgattaiolare verso la porta scardinata. “Oh, no!” lo bloccò, allungando un braccio fra l’uomo e la libertà. “Voi adesso non fuggirete!” lo minacciò. “Versatemi dell’acqua nel catino, devo pulirmi le mani!” e il futuro re di Camelot, suo malgrado, ubbidì.

 

 

 

Continua...

 

 

 

Disclaimer: I personaggi citati in questo racconto non sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di essi, non vi è alcuna forma di lucro, da parte mia.

 

Ringraziamenti: Un abbraccio a Tao, che sopporta i miei scleri. X3

 

Note: Bene, ecco la seconda parte delle tre che coinvolgono i nostri pucci e quest’odissea con Suzanne.^^

So che questo capitolo è un po’ più corto degli ultimi postati, ma cercherò di aggiornare presto.

La frase “Oh, suvvia! Non può essere poi così diversa da tutte le al…” non è completamente mia. Ho parafrasato un evento simile preso da una puntata di JAG – Avvocati in Divisa, in cui il protagonista, suo malgrado, deve assistere una partoriente. Non avendo la possibilità di rivedere il punto preciso dell’episodio, sono andata a ricordi, ma mi sembrava giusto dirlo.

Nell’ultima frase, Merlin usa iltu’ con Suzanne invece del ‘voi’ ed è una scelta consapevole, la mia. Ho pensato che fosse troppo preso da altro, ora che il momento clou si avvicina, per essere riguardoso com’è stato finora.

La mucca si chiama Caroline, perché ho scoperto che è un nome molto quotato per le mucche: c’è quella della Invernizzi, c’è quella della canzone per bambini… insomma… è famosa! XD

Non starò qui ad ammorbarvi sulle tecniche di mungitura, ma sappiate che quello che Merlin spiega al principe è corretto. Per inciso: le mucche vanno munte almeno due volte al giorno, altrimenti provano dolore: vi assicuro che ho assistito personalmente a diverse mungiture, e le mucche si mettevano in fila spontaneamente per essere munte!

 

Precisazioni al capitolo precedente e domande varie: (a random)

- Sì, direi che la ‘saga del parto’ è incentrata sul principe, ma anche Merlin avrà la sua dose di figuracce entro breve, e… fidatevi, con lui sarò molto più sadica! XD

- Sono contenta che anche voi abbiate trovato plausibile il comportamento del Nobile Somaro.

Sì, direi che la verità è un mix della spiegazione 1 e 2.

- Noto che la povera Suzanne ha tutta la nostra comprensione… U_U

- Sì, la donna gravida ha un suo ruolo importante nella storia e a tempo debito verrà ricordata. E non è stata citata nelle anticipazioni per non rovinarvi la sorpresa!^^

- Non ho inserito alcuna anticipazione nello scorso capitolo, perché avevo già detto che era un unico capitolo luuungo, diviso in tre parti.

- Ehm… a parte questo, i capitoli non sono corti >___< li ho allungati considerevolmente, rispetto ai primi, sono tutti oltre le 2.000 parole (a parte questo, ripeto, che ci prepara al terzo e ultimo frammento).

 

 

Un’ultima cosa: un grazie enorme a chi ha letto e commentato le mie ficTrue love’s kiss” su Merlin e la RPS Bradley/Colin “Gossip Kiss (Qualcosa di cui sparlare)”.

E un grazie di cuore a chi commenterà.

 

 

 

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Come sempre, sono graditi commenti, consigli e critiche.


Grazie (_ _)

elyxyz

 

   
 
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