I
kill you, or are you kill me?
La presa si
allentò e la katana gli scivolò dalle mani. la
osservò cadere in terra e il
suono metallico che ne seguì gli giunse lontano e ovattato, quasi surreale.
Assottigliò
gli
occhi cerchiati e vitrei. L’iride nera, dilatata e tonda
affogava nel bianco
dell’occhio dandogli un’aria spettrale.
Le labbra
sottili si tirarono in un sorriso forzato, mentre la lama liscia,
corrotta dai
segni che testimoniavano il numero imprecisato di scontri che
l’avevano vista
partecipe, splendeva toccata da un raggio di luce filtrato tra le
foglie
ingiallite del vecchio albero alle spalle di Sasuke.
Tremò
avvertendo l’odore pungente del sangue egli sembrò
di sentire il sapore
ferruginoso sulla lingua.
Strinse i pugni
fino a far diventare le nocche bianche, quasi violacee.
Avvertì la consistenza
vischiosa di quel sangue non suo sulle manie lo sentì
infiltrarsi tra le pieghe
della pelle.
Il sorriso si
allargò quando incontrò lo sguardo vuoto e spento
della sua vittima, riversa a
terra in una pozza vermiglia a pochi passi da lui.
Osservò
la posa
innaturale di quel corpo minuto, provando un insensato piacere ogni
qualvolta
scorgesse un taglio o un ematoma.
Partì
dalla
punta degli stivali neri e lento risalì per le gambe
sottili, soffermandosi più
del dovuto sul basso ventre; passò all’addome
coperto in parte dal braccio
sinistro, piegato a angolo retto, tra le dita ancora stretto il kunai
sporco
del sangue del nukenin.
Poi
passò al
petto riconoscendo la curva dolce e appena accennata del seno sotto la
maglia
lacera; percorse avido l’incavo del collo dove
l’aveva colpita a morte, la
mascella serrata, le labbra contratte, il naso sporco di sangue, gli
zigomi
tumefatti, i capelli sporchi che le si appiccicavano alla fronte alta
insieme
al sangue e al fango, e gli occhi. Quegli occhi aperti, spalancati,
fissi nei
suoi in una tacita accusa.
Fremette e
sentì il sangue gelarglisi nelle vene, il cuore grattargli
la cassa toracica e
realizzò: l’aveva uccisa, aveva ucciso,
l’aveva uccisa davvero.
Lei.
Portò
una mano
al petto avvertendo un dolore pulsante, forte, lacerante
all’altezza del cuore.
Fece appena in tempo ad abbassare lo sguardo per vedere il taglio
largo,
profondo, scarlatto che gli attraversava il petto.
Le gambe gli
cedettero e l’ultima cosa che vide fu il sorriso beffardo e
trionfante di
Sakura.
L’aveva
ucciso, Lei!
Angolo
Autore:
ad una contorta
e malsana mente questa cosa –che personalmente reputo
agghiacciante- potrebbe
apparire come una SasuSaku, ma deve essere parecchio contorta, come la
mia, per
l’appunto.
Ho visto
un’immagine in cui Sakura cerca di fare la pelle a Sasuke e
mi sono detta “si
uccidono!” e invece niente, neanche
in taglietto, indi ho rimediato.
Ecco, queste
sono le cose contorte che mi passano per la testa alle tre del mattino
mentre
leggo “Le Guerre del Mondo Emerso” e ascolto Mika.
Probabilmente la colpa è
anche del fatto che, ormai, sono assuefatta dal costante utilizzo del
vocabolari di greco – il Sacro GI-
e non
ci sto più con la testa.
Bene, detto
questo vi saluto e vi sarei infinitamente grata se recensiste e mi
faceste
sapere che cosa ne pensate **