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Autore: Kia85    12/10/2005    17 recensioni
Cosa succederebbe se Harry, Hermione e Ron dovessero affrontare, oltre ai loro sentimenti, anche i sette peccati capitali?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ciao! Sono di nuovo io! Dato che Nient’altro che noi ho finito di scriverla (devo solo continuare a pubblicarla!), ho deciso di cominciare con questa! Si intitola Peccati d’amore ed è il classico triangolo tra Harry, Hermione e Ron. Ne ho già scritta metà. Insomma sono a buon punto, però credo che sarà più lenta per quanto riguarda gli aggiornamenti. Una cosa: i titoli dei capitoli sono tutti titoli di canzoni dei Nomadi ( avendo a disposizione un repertorio di quasi 300 canzoni!!) e iniziano con piccoli versi tratti dai testi! Beh, spero vi piaccia l’idea e la storia. Questo è un capitolo breve ed è un prologo. Buona lettura e mi raccomando…recensite!

 

Peccati d’amore!

 

Prologo: “Crescerai!”

 

“Crescerai, imparerai,

Crescerai, arriverai,

Crescerai, tu amerai,

Il rimpianto rimarrà

Di quell’età…di quell’età!”

 

“Crescerai” – Nomadi

 

Harry Potter, un bambino di sei anni, apparentemente uguale a qualsiasi altro bambino della sua età. Aveva capelli neri e ribelli, straordinari occhi verdi e, da poco, portava gli occhiali da vista…usati. Usati? Sì, beh…i suoi zii cercavano sempre di spendere il meno possibile per lui: risparmiavano per il loro bambino, Dudley.

Ma come mai Harry viveva con gli zii? Per quanto ne sapeva lui, i suoi genitori erano morti in un incidente d’auto, quando lui aveva solo un anno di vita. Così, Harry era stato affidato alla sorella di sua madre, Petunia. La zia aveva un marito, Vernon Dursley, e un figlio della stessa età di Harry, Dudley. Gli zii non lo trattavano molto bene e questo si poteva facilmente notare paragonando Harry e Dudley. Il primo era piccolo, mingherlino, viveva nel sottoscala della casa degli zii e vestiva con gli abiti smessi del cugino; Dudley, invece, era già piuttosto alto per la sua età e anche grassoccio, aveva una camera tutta per sè, piena di giocattoli con cui i genitori lo viziavano.

Quel giorno, Harry era ai giardini pubblici. In quella giornata d’estate, la zia Petunia stranamente aveva deciso di portare anche lui ai giardinetti. Dudley giocava con i suoi amici che prendevano in giro Harry e la zia Petunia si era seduta su una panchina, parlottando con le mamme degli amichetti di Dudley. Harry odiava stare con suo cugino e con i suoi amici: lo perseguitavano e lo schernivano. E il piccolo Harry, anche quel giorno, preferì stare da solo. Si sedette sotto ad un albero, giocando con quei tre, quattro pezzi di costruzioni che Dudley aveva smesso di utilizzare.

Mentre giocava da solo, si avvicinò a lui una bambina: era alta come lui e, forse, aveva la sua stessa età. I capelli biondo scuro erano particolarmente mossi e le arrivavano alle spalle, mentre i suoi occhi erano marroni.

“Ciao!” disse la bambina.

“Ciao!” la salutò Harry.

“Perché giochi da solo?”

“Perché non mi piace giocare con mio cugino!”

“E chi è tuo cugino?”

“Quello grasso, là dietro!”

La bambina guardò dietro l’albero e, vedendo Dudley con i suoi amici, disse: “Oh…fanno proprio paura!”

“Ma qua dietro non ci possono vedere!”

“E’ vero!” disse la bambina, sedendosi accanto a Harry.

“Come ti chiami?” chiese Harry.

“Io sono Hermione Granger, e tu?”

“Harry Potter!”

“Come mai hai quel segno sulla fronte?”

“La zia ha detto che è una piccola ferita…si chiama…ci…cicatrice! Me la sono fatta quando i miei genitori sono morti nell’incidente d’auto!”

“Tu non hai i genitori?”

“No!”

“Oh…poverino! Mi dispiace!”

Hermione gli diede un bacio sulla guancia e Harry la guardò curiosamente. Lei sorrise provocando la stessa reazione in Harry.

“Harry, sai tenere un segreto?” chiese Hermione.

Harry annuì: “Sì!”

“Sai che qualche volta faccio cose strane?”

“Cosa?”

“Non lo faccio apposta, ma a volte riesco a sollevare gli oggetti!”

“Ehi, anch’io lo faccio!”

“Davvero?”

“Sì! Però non capisco perché ci riesco!”

“Forse tutti i bambini sono capaci di farlo!”

“Hai ragione, i grandi non lo sanno fare! Ma…i tuoi genitori lo sanno?”

“No!”

“Neanche i miei zii! A me capita quando sono tanto arrabbiato!”

“Anche a me!”

Poi, dopo un momento di silenzio, Hermione disse: “Giochiamo insieme!”

“Sì!”

Così i due bambini cominciarono a giocare insieme. In quei momenti Harry si divertì moltissimo: erano andati a giocare sullo scivolo e sulle altalene e poi andarono ad arrampicarsi su quella grande costruzione fatta di scale, corde e scivoli. Non c’era nessun altro, solo due bambini, Harry e Hermione.

“Ehi, Harry!” lo chiamò Hermione che si era già arrampicata.

“Che c’è?”

“Giochiamo a fare i maghi?” chiese la piccola Hermione.

Harry la guardò e sorrise.

“Che bello…sì!”

Prendendo due bastoncini da terra, i bambini fecero finta di usarli come bacchette magiche.

“Faccio come la fata turchina di Cenerentola…bib…ehm…bidi…uffa, non mi ricordo!” esclamò Hermione con il broncio.

Harry rise: “Forse la tua bacchetta magica non funziona più, Hermione!”

“E’ vero! Devo cambiarla!”

Perciò la bambina lasciò cadere il bastoncino e corse a prenderne un altro: “Adesso faccio come mago Merlino!”

E agitò in aria la “bacchetta magica”.

“Chi è mago Merlino?” chiese Harry.

“Come fai a non conoscerlo? Mia mamma mi racconta sempre la sua storia!”

“Mia zia non mi racconta mai nulla!”

Hermione si avvicinò a Harry: “Allora te la racconto io!”

Così, Hermione racconto a Harry la storia di mago Merlino, di re Artù, la spada nella roccia e i cavalieri della tavola rotonda.

“Oh…che bella!-esclamò Harry alla fine del racconto- E’ una storia fantasticissima! Voglio essere anch’io un cavaliere della tavola rotonda!”

“E io voglio essere mago Merlino!”

“Allora possiamo giocare con questa storia!”

“Sì!”

Harry e Hermione cominciarono a inventarsi strane formule magiche e agitare le loro “bacchette magiche”. Ogni tanto dalle punta dei bastoncini uscivano scintille rosse, gialle…e ciò faceva divertire molto i bambini.

Ma, ben presto, il sole cominciò a tramontare e la mamma di Hermione chiamò la figlia.

“Hermione, tesoro…è ora di andare!”

“No, mamma! Ti prego, ancora un attimo!” esclamò la piccola Hermione.

“Niente da fare, Hermione! Papà ci aspetta a casa!”

“Uffa…va bene. Arrivo!”

Hermione guardò Harry dispiaciuta: “Devo andare!”

“Sì, l’ho capito!”

La bambina si avvicinò a Harry e gli diede un bacio sulla guancia.

“Spero tanto di rivederti, Harry!”

“Sì, anch’io voglio rivederti!”

“Mia mamma dice sempre che se volgiamo veramente qualcosa, allora prima o poi questo accadrà!”

“Allora, io spero tanto che un giorno ci incontreremo di nuovo, così io ti sposerò!”

Hermione rise divertita.

“Ti sposerò veramente, te lo prometto!”

“Ok! Allora…ciao, Harry!”

“Ciao, Hermione!”

I due bambini vennero perciò divisi. Ma inconsciamente entrambi non dimenticarono mai quella promessa, una promessa che rimase sempre nei loro cuori e che, forse, un giorno li avrebbe fatti incontrare di nuovo.

 

 

Allora, che mi dite? Carino? Vi sono sembrati abbastanza bambini?

Dovrete abituarvi alla scarsa lunghezza dei capitoli: a differenza di nient’altro che noi, qui ho deciso di farli più brevi. Bene, mentre aspettate l’aggiornamento (il prossimo è “Amici miei!”) recensite! Ok?

Baci

Kia85

 

   
 
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