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Autore: sinestesy_sissi    15/08/2010    0 recensioni
Per un lungo istante rimasero in silenzio. Fuori dalla finestra, nella città ormai buia, il ticchettio della pioggia incessante come unico rumore percepibile da orecchio umano. Nella stanza, un odore acre si stava diffondendo, come una nube.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per un lungo istante rimasero in silenzio. Fuori dalla finestra, nella città ormai buia, il ticchettio della pioggia incessante come unico rumore percepibile da orecchio umano. Nella stanza un odore acre si stava diffondendo come una nube. I volti erano preoccupati, le fronti si corrucciavano, la pelle si raggrinziva nell'angoscia, gli occhi si chiudevano a fessure, le narici si dilatavano, in un'espressione spaventosa che deformava quei volti angelici, altrimenti perfetti.
"Dobbiamo andarcene da qui" concluse infine lui. La voce, una volta cristallina, sembrava ora un rantolo agonizzante.
"Io non la lascio."
"Non possiamo fare altro." La voce, quasi ridotta a un sussurro, tradì un'ombra di colpevolezza. "E' finita, amore. Accettalo."
"NO!" La voce di lei riecheggiò nella stanza, un ultimo appello disperato per fuggire da quell'orrore. Le sue braccia si strinsero intorno al collo del marito, mentre il resto del corpo si lasciava cadere come un sacco vuoto. I capelli dorati, una volta lucenti e morbidi, ora erano poco più che stoppa, imbrattati di sangue e sudore. Il viso, rigato di lacrime, nascosto nel petto dell'uomo da cui voleva fuggire ad ogni costo. Eppure c'era qualcosa che la teneva aggrappata a lui, qualcosa che la convinceva che aveva bisogno di lui.
"Ascoltami. Ti prego." il tono del giovane cominciò a farsi supplichevole "Lo so che è terribile, ma non potevo fare altro! Ti prego, andiamocene da qui adesso. Possiamo farci una nuova vita insieme! Io ti amo, ho bisogno di te."
"TU!" lo sguardo di lei si fece fisso sugli occhi ambrati di lui "TU MI FAI SCHIFO!"
Un gesto, un secondo. La sua mano sottile si protese fino a colpire la guancia del compagno che barcollò fino a urtare le candele poste sul tavolo. Il lussuoso salotto in stoffe pregiate prese fuoco, una vampata di calore in mezzo a due colonne di ghiaccio. Il sangue sul pavimento, lo stesso sulle loro mani, cominciò ad assumere una consistenza quasi caramellata.
"Stiamo per morire, caro." La sua voce tranquilla non tradiva un'ombra di paura, come se non avesse più la forza neanche per spaventarsi. "Ora dimmi perchè l'hai fatto."
"Non dire sciocchezze, non stiamo per morire! Usciamo di qui!"
"No. Dimmi perchè."
"Io non-"
"Dimmelo!"
"E va bene. Era diventata un problema, insomma da quando c'era lei, lo vedevi anche tu, non faceva che innervosirmi" Nei suoi occhi, improvvisamente un velo diverso. Un barlume di pura follia. "Cara, tesoro. La sua voce così squillante fastidiosa odiosa fastidiosa fastidiosa fastidiosa. Doveva smetterla, io l'ho fatto per te amore sembravi così stanca. Sei bellissima amore scappiamo, adesso siamo felici. Non sei felice amore? Non senti che silenzio?"

Nella stanza, ormai, il fuoco stava dilagando ovunque. Lei, pietrificata nel suo angolo, improvvisamente lontana da lui. Quando si era sciolto l'abbraccio? E come? Non aveva senso, tutto ciò non aveva senso. La sua mente passò in rassegna degli ultimi sette anni. Un bel matrimonio, senza dubbio. C'erano stati parenti, amici, fiori d'arancio. Un bel partito, una persona così buona, così gentile, così perfetta. Perfetto, perfetto, perfetto. Così perfetto che meritava di morire. Ma non per mano sua, no! Lei non era nessuno. Lei non credeva di avere il diritto di porre fine alla vita di una persona. Lei non era come lui.
Una vampata improvvisa, il fuoco arrivò alle tende e quel movimento fugace bastò alla donna per uscire dai suoi pensieri.
"Vattene."
"Cosa?! Io non ti lascio qui."
"Io non lascio qui lei. Vattene. Sei un mostro. Vattene.Vattene. Vai via!" Con un gesto inconscio afferrò la prima cosa che trovò e la scagliò contro il marito. Il vaso si infranse a pochi centimentri da lui, sprigionando una cascata di frammenti di cristallo che lo ferirono sulla guancia. Alla luce del fuoco, il sangue assunse uno scintillìo ancora più inquietante, quasi a voler rimarcare la teatralità di quella fine così atroce e brutale.
"E sia, allora." L'uomo volse un ultimo sguardo alla moglie, bellissima. Una lacrima gli scese sul volto, tracciando una linea più chiara sulla pelle logora. Poi, con un movimento quasi impercettibile, si voltò e corse. Corse via, lontano, verso la salvezza, la sua nuova vita. E con quel gesto, lei vide sparire tra le fiamme tutto ciò che aveva sempre desiderato.
Sola. Improvvisamente, inesorabilmente sola. Eppure sentiva di non essere mai stata così libera. Si chiese se era una sensazione per la quale valeva la pena morire.
Una trave si staccò dal soffitto, cadendo al centro del salotto e, con un movimento istintivo, lei si piegò a coprire il corpo senza vita ai suoi piedi. E li tra le braccia si ritrovò, per l'ultima volta, la sua bambina. I boccoli biondi le cadevano sul viso innaturalmente pallido. Gli occhi color ambra spalancati in un ultimo, estremo sguardo di supplica. La giovane madre, tese la mano sul viso della piccola e le chiuse gli occhi. Quindi, si chinò su di lei in un gesto protettivo e i due corpi si confusero nelle fiamme.
"Fai le nanne, mio tesoro. Stanotte dormiremo insieme."

  
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