Anime & Manga > D.Gray Man
Segui la storia  |       
Autore: _Syn    16/08/2010    2 recensioni
Prequel di "Immagini da panchina"
Tyki Mikk aveva desiderato una cosa per tutta la vita: scindere l’ombra dalla luce così da trovare il senso di se stesso. Quando dipingeva e le setole del pennello creavano l’ombra sul punto in cui toccavano la tela... ecco, era quello che Tyki avrebbe voluto scindere. Il momento in cui il pennello toccava la tela, il momento in cui la creazione avveniva. C’è sempre un filo che unisce quei due stati: negazione e creazione. Nel mezzo, forse, c’è il piacere che assale i sensi e scuote l’anima, impaziente di diventare partecipe, di vedere. C’è il piacere di osservare la creazione e forse distruggerla, oppure toccarla e amarla. C’è il piacere di scegliere senza sentirsi obbligati nei confronti di niente.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allen Walker, Rabi/Lavi, Road Kamelot, Tyki Mikk | Coppie: Tyki/Rabi
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Scritta per l'iniziativa "Cielo d'Estate" con il prompt "Desiderio Avverato" del set "Cielo Azzurro"

Capitolo III


Fall, reach me, breathe my soul ‘til the very end


Quando i desideri non si avverano le cose sono due: o non c’è stato impegno da parte del diretto interessato o non è proprio destino. Tyki Mikk propendeva sempre per la prima opzione. L’impegno era una delle cose più importanti, il destino, volendo metterlo in mezzo, era quello che dava la spintarella. Ma era abbastanza convinto che la buona riuscita dei propri piani dipendesse dalle capacità acquisite grazie all’impegno. Dipendeva anche dal grado di importanza attribuito all’oggetto del desiderio, e Tyki attribuiva grande importanza al suo desiderio.

In quel preciso istante, Lavi si aggirava per la galleria e lui seguiva ogni suo passo, stando attendo a non perderlo di vista – non che esistesse sul serio un pericolo del genere. Non sembrava avesse trovato qualcosa che lo interessasse davvero; forse a causa della folla rumorosa e fastidiosa, oppure non gradiva i colori che risaltavano sulla tela, o ancora, non apprezzava i soggetti dei quadri. Qualcosa gli diceva, però, che Lavi stesse fin troppo attento ai dettagli per lanciare alle sue opere un’occhiata superficiale. Lui cercava qualcosa su cui sostare lo sguardo, qualcosa di davvero difficile da interpretare e in grado di risvegliare la sua curiosità al punto di fargli venire anche un mal di testa.

Un’altra cosa che aveva capito osservandolo, era che stare tra la gente gli piaceva, ma in quel caso la sua curiosità, quella che l’aveva spinto dritto tra le sue braccia, agognava silenzio.

Lo vide dirigersi verso il luogo che avrebbe dovuto raggiungere alla fine: evidentemente aveva sottovalutato la sua fortuna.

Dopo aver lanciato varie occhiate a destra e sinistra, convenendo probabilmente che sarebbe stato noioso chiacchierare con vecchi critici e vecchi ricconi, Lavi aveva cercato il luogo più tranquillo, quello meno in vista in cui sicuramente nessuno sarebbe andato. Sì, doveva aver pensato in quel modo.

Lieto di ciò, Tyki restò fermo ad aspettarlo, celando la sua presenza nell’ombra.


Quando Tyki vide l’espressione di Lavi di fronte al quadro che aveva fatto porre in quell’angolo nascosto, un brivido di vero piacere gli aveva attraversato la spina dorsale, fino a diramarsi su per il collo, sfiorando tutti i muscoli facciali. Gli occhi si erano spalancati di fronte a quello sguardo perduto nelle ombre dipinte, poi si erano socchiuse, per godersi ancora meglio quella reazione tanto attesa. Le labbra si erano piegate in un sorriso e, infine, ogni terminazione nervosa, tesa al massimo, gli aveva ordinato di raggiungerlo. Solo qualche istante, si disse, imponendosi il controllo. Voleva soffermarsi ancora sugli occhi di Lavi – l’occhio – e cercare di carpire ogni sfumatura verde. Sì, gli sembrava che anche la sua iride, colpita da emozioni diverse, cambiasse colore. Era diventato uno smeraldo colpito dal sole durante il primo momento, poi si era scurita quando Lavi aveva sentito le due ombre del quadro toccarsi, era tornata di un chiaro accecante quando il desiderio era cresciuto in lui e poi, quando il cuore aveva ripreso a battere quasi normalmente, ogni traccia di luce e ombra era svanita. Ora c’era solo il tempo a dividerli, un tempo senza colori, senza tracce. Come il vuoto in cui il rischio assume la forma più pericolosa. Eccolo, era quello il momento.

E’ il mio preferito.” disse, uscendo fuori dal suo nascondiglio. Avvertì lo stupore di Lavi e le mille domande che avevano cominciato a tormentarlo. La sua anima era in guerra, divisa, spaccata, ma non si era ancora reso conto che avrebbe dovuto fare un’unica cosa per ritrovare la pace “L’ho dipinto solo qualche giorno fa.”

Fu meraviglioso osservare il suo stupore trasformarsi, diventare pura e inquieta sorpresa.

Sei tu l’artista?”

Domanda ingenua, domanda lecita. Domanda retorica. Tyki sorrise, fascinosamente.

Esatto, ma sono in incognito, guercino, perciò...” si portò un indice alle labbra per imporre il silenzio su quel segreto rivelato solo a lui. Lavi non sembrava esattamente convinto, e questo rese il gioco ancora più interessante, rischioso e poco vicino alla fine. Questo avrebbe dovuto renderlo nervoso, fargli credere che il suo desiderio sarebbe andato in mille pezzi, ma invece lo rese ancora più eccitato.

Nah, non mi convince.” mentre lo diceva, Tyki notò il suo occhio verde soffermarsi un istante in più sulle sue iridi, come se vi avesse visto qualcosa di spaventoso, poi qualcosa di bello, infine qualcosa di inspiegabile. Oh, quante domande vivevano in quello sguardo e quante risposte avrebbe potuto dargli se solo avesse scisso le luci e le ombre per lui, andandogli incontro.

Non credi che sia io l’artista?”

Perché rivelarsi?”

Aveva fatto bene a scegliere quel luogo, era come invisibile agli occhi della gente, mentre Lavi l’aveva individuato immediatamente. Era il loro covo di luce e oscurità, il luogo dove la verità giace invisibile e invoca libertà.

Ho notato che la musa di questo quadro ha riconosciuto la sua ombra.” oh sì, Lavi aveva capito subito, anche se inconsciamente, che quello era lui. Non era stata la forma, quanto più il grado di intensità che il dipinto aveva emanato nell’istante in cui lui ci aveva messo gli occhi sopra. C’è sempre qualcosa di magico nelle mani di un artista che dipinge con le emozioni e non con i colori, qualcosa che gli permette di strappare delicatamente filamenti di anima dalle sue muse e imprimerli con una forza divina nella tela. Non era solo ispirazione, era pura creazione, qualcosa che prima non esisteva, e che poi aveva preso forma come un miracolo.

La perplessità di Lavi raggiunse un nuovo livello. Quello della negazione.

Aaah, ti piace attirare ammiratori e, mah-” lo interruppe. La negazione era l’ingrediente principale di una caduta in grande stile. Ma Lavi sarebbe caduto tra le sue braccia alla fine, non avrebbe permesso a nient’altro di sfiorare quella pelle e quell’anima.

Saresti un mio ammiratore?”

Non l’ho detto.” eccola l’esitazione. Era leggermente inciampato nelle sue stesse parole, sempre più vicino a lui.

Quindi questo quadro non è di tuo gradimento, dico bene?”

Giocava con la sua anima e l’accarezzava dentro, senza che lui ne avesse ancora piena consapevolezza. Giocava con la sua mente, spingendolo a rivelarsi.

Non è male.”

Tyki si voltò a guardare il quadro. Subito dopo, non colto dall’impazienza, ma sempre guidato dai momenti giusti, fece qualche passo in avanti e sfiorò la spalla di Lavi. Poteva sentire il suo profumo, ormai, ed era come l’aveva immaginato. Qualcosa di simile ai campi immensi della brughiera, poteva persino vedere gocce di rugiada sfiorare il verde, tutti impressi nella memoria di Lavi. Sapeva di vento e cose inafferrabili, sapeva di giochi e doppie verità, sapeva di lui ormai.

Forse ho dimenticato l’ombra di...” mosse la mano in alto e sfiorò un ciuffo dei capelli rossi di Lavi. Cogliendo il momento opportuno, respirò contro di lui. Era giusto che anche lui conoscesse il suo odore, adesso. Era veleno per quell’anima ancora inconsapevole. Era una manna che avrebbe apprezzato più tardi.

Ma sai, quel giorno riuscivo a vederti solo di spalle, non sono riuscito a cogliere ogni... dettaglio. E, uhm, sì, penso me ne manchino molti altri.” sorrise. Sembrava che Lavi volesse fuggire da quella prigione di profumi, luce e oscurità, ma c’era qualcosa, una forza proveniente dalla terra stessa, che gli imponeva di restare, di non andare via. Anche lui stava cominciando a rischiare. Rischiava di conoscere davvero i suoi desideri.

Si sfiorarono ancora e Tyki colse perfettamente il sussulto interiore di Lavi, mentre questi si riconosceva finalmente nell’ombra dipinta. A quel punto resistere divenne ancora più difficile, come cercare di non trovare nessuna salvezza di fronte al ciglio di un burrone. Ora aveva bisogno della sua voce.

Cosa vuoi da me?”

Ogni cosa...

Se gli avesse detto una cosa del genere avrebbe distrutto tutto, perciò ignorò la domanda ed estrasse accendino e sigarette.

Guarda che è vietato fumare qui dentro.” qualcosa gli diceva che Lavi odiava le sigarette. Poco male.

Oh, allora temo che dovremo uscire di qui. Tu che ne dici, Lavi?”

Per la prima volta pronunciò il suo nome, per la prima volta da quando l’aveva visto. Si era imposto di aspettare, di non sussurrarlo neanche alla notte misteriosa, di lasciare che quel miele gli scivolasse tra le labbra solo al momento giusto. Sarebbe stato così dolce che avrebbe eliminato in pochi secondo l’amara attesa, scuotendo ogni cosa.

Infatti la reazione di Lavi non tardò ad arrivare.

Non è la tua mos....? Ehi, un momento! Come sai il mio nome?!”

La domanda vera era: come hai fatto a pronunciarlo in quel modo, come se nessuno prima d’ora l’avesse mai fatto, come se io stesso non l’avessi mai sentito? Come se fossi nato ora, per te.

Il tuo amico albino ti ha chiamato così. Il suo nome non l’ho sentito.” fece una breve pausa “E rispondendo alla prima domanda, non mi interessa affatto ciò che questa gente pensa dei miei quadri. Né avevo intenzione di concedere la mia arte al pubblico. Ma sai... sorprenderti qui, davanti a tutta questa gente, ha reso le cose molto più interessanti.”

Tuuuu sei pazzo.” la mia follia risiede nella tua mano d’ombra che mi sfiora e nel tuo sguardo che mi attraversa, chiedendomi chi io sia.

Probabile. Non ho mai detto di essere un normale essere umano. A me piacciono le cose interessanti.”

Buon per te, a me piacciono i martelli.”

Vacillava, vacillava. Cadere sarebbe stato un desiderio divenuto realtà.

Un giorno, allora, mi farai vedere la tua collezione di martelli, magari. Ora... perché non andiamo?”

Non esco con gli sconosciuti.”

Una risposta sbagliata. Gli sconosciuti non potrebbero pronunciare un nome così meravigliosamente, né dipingere ombre così piene di emozioni da trascinarci in un luogo che non abbiamo mai visto. Lui era tutto quello che aveva bisogno di conoscere in quel momento.

Non pensi di conoscermi abbastanza?”

Non sono io il pedinatore.”

Schiacciava le parole, le masticava quasi con violenza, come a volerlo allontanare. Ma in realtà non stava facendo altro che assecondarlo. Anche a Tyki piaceva giocare – conseguenza di avere una sorella di nome Rhode.

Ti ho visto per caso, è ben diverso.”

Un caso che l’aveva chiamato a gran voce in un giorno di pioggia. Ma sempre un caso.

E mi hai attirato qui per... perché?”

Curiosità, domande, voce piena di attesa. Ora sì che i giochi diventavano interessanti. Il tempo delle domande sarebbe sfumato velocemente in quello della resa, quando Lavi avrebbe sentito le risposte. Risposte che lui forse già conosceva, ma che nell’ombra diventavano illeggibili. Si sentivano sulla pelle.

Se non vieni con me non te lo dico.”

Doveva un favore a Rhode. Quella tecnica l’aveva imparata da lei.

Si spostò ancora, raggiungendo il viso di Lavi e sfiorandolo con la punta della sigaretta ancora spenta tra le labbra. Brividi tra i corpi, sussurri tra le ombre.

Potresti ammazzarmi.”

Ne sei sicuro?” sussurrò. Era difficile anche solo sentire la sua stessa voce. Ma era quello che li avrebbe resi ancora più vicini. Per quel motivo Lavi l’avrebbe seguito, per non perdere più nessuna parola e per poter toccare concretamente ciò che giaceva nell’ombra dipinta. Aveva trovato mezzo tesoro, nessuno era così pazzo da lasciare la metà migliore.

Il suo viso assunse una colorazione quasi rossa. Era un rosa che sarebbe stato difficile ottenere anche mescolando per anni ogni tipo di tempera. Era il colore che Tyki avrebbe voluto sfiorare con le labbra e bere, fino a ubriacarsi, fino a possederlo per l’eternità.

E c’era un modo, uno solo.

Lavi...” sussurrare il suo nome sul ciglio del burrone e lanciarsi, sperando di essere seguito. Non per morire. Cadere nell’anima e scoprire che il vuoto risiede solo nell’insicurezza. E poi stringerlo, divorando la perfezione.

Allontanò la sigaretta dalle labbra e la prese tra le dita, avvicinando le labbra al viso di Lavi. Posò le labbra sulla guancia destra, beandosi fino in fondo di quel sapore, di quel profumo. Lo inondava e lo rendeva sicuro nella tempesta dei sensi. Pericolo e salvezza insieme. Poi abbassò la fascia verde che gli copriva la tempia, impaziente di raggiungere quella parte del suo corpo, quasi volesse poggiarvi le labbra per bere i suoi pensieri. Lo fece, la baciò e si impose nella sua mente con una delicatezza che distruggeva ogni intento di invasione. Lui era lì nella maniera più giusta, e Lavi non stava facendo nulla per allontanarlo.

Continuò e gli sfiorò il collo con le mani. Sentiva il battito del cuore e la sua vita tra le dita. E lui cedeva, cercava risposte dentro di sé e annegava tra le sue mani. Sconvolto dentro da tale potenza, tremò quando le mani di Tyki affondarono nei suoi capelli. Oh, era sensibile... Ne approfittò ancora e li tirò piano all’indietro, per esporre la pelle del collo e baciarla. Non aveva sperato tanto, ma il piacere l’aveva condotto lì. Il piacere, ora, esigeva una sola risposta.

Ti basta o devo continuare?”

Un sospiro simile a un gemito increspò le labbra di Lavi. Più che soddisfatto da quella risposta, il Piacere lì riportò su, trascinandoli fuori dal burrone, accogliendoli sulle sue ali di velluto. Li avvolse, senza mai lasciarli andare, come se fossero il tesoro più prezioso che si potesse desiderare.

Ombre unite in un tornado che le manteneva intatte, sprazzi di luce accecante dove la ragione perdeva il controllo.

E la realtà si trasformò in desiderio, accarezzando soave gli occhi chiusi di chi quel desiderio l’aveva invocato.





Note di Alexiel: Sì, lo so che manca la parte del "risveglio", ma quella la unisco al sequel, che non ho integrato qui perché ho poco tempo ed è già un miracolo se ho scritto questo XD Oggi pomeriggio parto, questo è il massimo che sono riuscita a fare con tutto questo poco tempo a disposizione. Grazie ancora a Shade! Spero che anche quest'ultimo capitolo - anche se tagliato XD - ti sia piaciuto. Il sequel dovrà attendere, ahimè.
E ora posso partire tranquilla ^_^
Baci,
Alexiel.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > D.Gray Man / Vai alla pagina dell'autore: _Syn