Un cerchio non ha inizio
Luna tese la mano
pallida, quasi uno spettro danzante a mezz’aria, separato dal braccio e dal
corpo. Bussò una sola volta e nel silenzio a Harry parve un colpo di cannone.
Subito il becco del corvo di spalancò, ma invece del verso di un uccello una
dolce voce musicale domandò: «Chi viene prima, la fenice o la fiamma? »
«
Mmm… tu cosa dici, Harry? » chiese Luna, pensierosa.
«
Cosa? Non c’è una parola d’ordine e basta? »
«
Oh, no, bisogna rispondere a una domanda » spiegò Luna.
«
E se sbagli? »
«
Be’, bisogna aspettare che qualcuno risponda giusto. Così s’impara, no? »
«
Sì… il problema è che non possiamo permetterci di aspettare qualcun altro, Luna
».
«
No, capisco » replicò Luna seria. « Be’, penso che la risposta sia che un
cerchio non ha inizio ».
«
Ottimo ragionamento » dichiarò la voce, e la porta si aprì.
-Lo sapevo! Sì, sì, sì!!! Peppepepepepe peppepepepepe!!- Una
ragazza saltellava pienamente soddisfatta di sé in giro per il salotto stringendosi
al petto il settimo libro della saga di Harry Potter sotto gli sguardi shoccati
e un po’ increduli di altre sei persone.
I genitori scossero la testa rassegnati mentre un sorrisetto
divertito si dipingeva sul volto dei genitori della ragazza imbronciata di
fronte alla saltellante moretta.
-È più o meno quello che ho detto io! Un cerchio senza fine,
senza inizio che differenza c’è?- protestò Beatrice inutilmente, dato che l’altra
non l’ascoltava e continuava a gongolare, fiera di averci azzeccato, anche se
solo per pura fortuna.
-Insomma tutto sto baccano per cosa?- s’informò fingendosi
interessato il fratello della mora che imperterrita era ancora su Marte, o meglio,
su Potterlandia, con la testa a festeggiare la sua memoria formidabile.
Nessuno si degnò di dargli una risposta e lui tornò ad
immergersi nel suo secondo Tiramisù, adocchiato dalla bambina accanto a lui che
ad un certo punto gliene chiese un po’.
-Sonia, non puoi mangiarlo, ti fa male!- intervenì Beatrice a
favore della sorellina che mise su un tenerissimo broncio che avrebbe fatto
cambiare idea a Hitler in persona ma che non ebbe risultati sulla sorella.
-Allora Silvia avevi ragione tu alla fine?- si informò la
madre di quest’ultima con un tono canzonatorio nella voce. –Era a pagina 545??-
e rise con gli altri nella stanza.
-No- sbuffò la moretta – è a pagina 540 se ti interessa
veramente, ma io non volevo indovinare la pagina ma la frase che usano Harry e
Luna per entrare nel dormitorio di Corvonero di nascosto!- esclamò come se
fosse cosa normale mettersi a scommettere con una vecchia amica su particolari
di un libro che nessuno avrebbe si sarebbe mai sognato di ricordare.
-Ma più o meno c’ho azzeccato pur’io!- continuò a insistere
la povera Beatrice mentre seguiva l’amica lungo il corridoio, dirette verso la
camera della ragazza.
-No, Bea! Tra inizio e fine c’è differenza!
-Se avessi fatto tu questo errore non saresti stata a soffermarti
su questi dettagli!
-Infatti non ho mai avuto la pretesa
di essere coerente- affermò quella faccia di bronzo con un tono talmente
innocente da sembrare autentico.
Fuori dalla
finestra lasciata aperta le voci arrivarono fino ad un gatto che, rigido e freddo
come la pietra, rimaneva immobile in ascolto, pronto a scattare al minimo
segnale. Quando, infatti, un alta ombra si avvicinò, soffiò al suo indirizzo
per smettere immediatamente appena la riconobbe.
«
Che combinazione! Anche lei qui, professoressa McGranitt? »
Si voltò verso il
soriano con un sorriso, ma quello era scomparso. Al suo posto, davanti a lui c’era
una donna dall’aspetto piuttosto severo, che portava un paio di occhiali
squadrati della forma identica ai segni che il gatto aveva intorno agli occhi. Anche
lei indossava un mantello, ma color smeraldo. I capelli neri erano raccolti in
uno chignon. aveva l’aria decisamente scombussolata.
«
Come facevate a sapere che ero io? » chiese.
«Ma,
mia cara professoressa, non ho mai visto un gatto sedere in una posa così
rigida ».
«
Anche lei sarebbe rigido se fosse rimasto seduto tutto il giorno su un muretto
di mattoni » rimbeccò la professoressa McGranitt.
-Per tutto
il giorno? Beh almeno ci sono novità?- s’informò il mago senza togliersi di
dosso quel sorriso cordiale.
-No, ho
tenuto d’occhio le ragazze per tutto il tempo ma non danno segni di aver
percepito qualcosa di strano, siamo al sicuro Silente.- lo rassicurò la donna,-
non hanno scoperto il nostro mondo.
Vedendo che non
otteneva risposta continuò,- Era da secoli che non rischiavamo che il nostro
segreto venisse scoperto da qualche babbano per colpa di quel libro… dico ma
che ha preso al Ministro facendolo pubblicare? Non aveva altro modo per
ricavare soldi?- sbuffò.
-Cara
Minerva, dopo la guerra serviva un modo per ottenere soldi e in fretta… quale
modo, se non quello di raccontare le gesta di Harry?- e sorrise ancora.-
Peccato però che queste due ragazze non abbiano scoperto tutto, credo sarebbero
state una bella novità, di questi tempi ne serve un po’!
Poi tutto
allegro invitò la professoressa ad andare a mangiare un ghiacciolo al limone e
sparirono da sotto la finestra di Silvia.
Nello stesso
momento, dalla sua camera, la ragazza si alzò per andarla a chiudere ancora
presa dalle chiacchiere dell’amica, troppo presa per accorgersi delle due strambe
figure che si allontanavano nell’oscurità.
Bonjour!
Beh
che dire, questa FF è dedicata interamente alla mia Be(t)a!!! che oggi fa 16
anni!!!! E quale regalo migliore se non una storiella? In realtà questa non è
IL regalo, quello ti arriverà a tempo debito (e con la giusta dose di ritardo
da Silvia xD), questa considerala una… una dedica!
Spero
che anche a chiunque altro leggerà piaccia questa piccola shot scritta di corsa
per stare dentro ai tempi! Se volete lasciate un commentino che mi fate felice.
Come
avrete notato si parte con una citazione del 7 libro e si termina con una del 1
(modificata verso la fine). Questo l’ho fatto per indicare che in fondo l’inizio
e la fine sono più simili di quanto non sembrino.
Un
bacione
Silvia