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Autore: Lyam    17/08/2010    0 recensioni
Ottenere la salvezza...E' la mia utopia più grande. Ma non posso fare più nulla, e la mia unica possibilità è aggrapparmi al suo ricordo... Solo al suo ricordo...
Genere: Malinconico, Avventura, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

Bon-jour! Spero che il precedente capitolo vi sia piaciuto... Adesso ritorniamo alla trama principale, dopo circa mezzo secolo di ritardo (sorry ^^') che comincerà a prendere una strana piega...XD




-7-



-E ovviamente ci siamo persi- borbottarono all' unisono Goku e Gojyo.
-E sta per piovere- precisò il mezzo demone.
-E non abbiamo da mangiare- aggiunse il demone dagli occhi d'oro.
-E Hakkai dopo all' incirca venti tentativi, non è ancora riuscito ad accendere un fuoco...-
-Perché, Gojyo, non ci provi tu?- chiese il demone moro, sorridendo all' amico mentre una vena pulsava sulla sua tempia; i due ragazzi che avevano brontolato si bloccarono e sorrisero concilianti al ragazzo, terrorizzati dal sorrisetto del demone.
-Abbiam capito, non parliamo più...-
Sanzo aveva rinunciato a leggere nella penombra del crepuscolo, per di più in un bosco; chiuse il giornale e guardò verso l'alto. 
Annunciò, laconico: -arriva la pioggia-
-Dopo queste splendide previsioni del tempo, perché non ci dai una mano con la tenda?- lo riprese piccato il rosso; il bonzo lo fulminò con lo sguardo -bada a come parli, kappa-
-Sarà una notte lunga...- osservò serafica Serina, ridacchiando appena nascosta dal suo libro; nessuno dei ragazzi sapeva come, ma riusciva a leggere con una semplice torcia che non faceva neanche tanta luce.
Hakkai le sorrise -spero non ti dispiaccia, dividere la tenda con noi...-
-Ma figurati! Non preoccuparti, anzi, visto che non avevate progettato un viaggiatore in più nella compagnia, dovrei dormire di fuori...-
-Adesso non esagerare- la riprese gentilmente il ragazzo, e i due si sorrisero, mentre gli altri tre li guardavano un pò stupiti.
Era come se i due fossero circondati da un aureola luminosa, cosparsa di fiorellini.

Molto, *molto* inquietante.

-Ehi...- fece piano Gojyo -... Non è che fra quei due c'è qualcosa?-
-Bé, Serina è una signorina molto bella e gentile...- cominciò Goku -... E Hakkai è sempre così bravo con noi...- ma il mezzo demone gli aveva tappato la bocca e cercava di strozzarlo -non fare congetture a vuoto, scimmia!-
-Smettetela di agitarvi come degli animali in gabbia!-
Serina e Hakkai guardarono i tre ragazzi incuriositi.
-Ma... State bene?-

Qualche minuto dopo che Hakkai era riuscito, finalmente, ad accendere un fuoco, aveva cominciato a piovere a dirotto, tuonando. I cinque ragazzi erano entrati nella tenda e da lì guardavano il bosco abbattuto dal temporale.
Gojyo e Sanzo fumavano in silenzio, mentre Goku si asciugava i capelli bagnati; Hakkai, che era entrato per ultimo nella tenda ed era bagnato fradicio, si tolse la maglia e restò a torso nudo. Fu allora che Serina notò la lunga e grossa cicatrice che gli sfregiava l' addome.
-Come... Te la sei fatta?- domandò a mezza voce la donna; il demone moro fu il solo che la sentì, gli altri non la degnarono neppure di uno sguardo. L' interpellato scrollò le spalle.
-E' stato qualche anno fa... Una ferita... Combattendo, diciamo...- fece Hakkai, cercando di troncare il discorso, ma Serina sembrava non sentirlo; si alzò da dov' era seduta, si avvicinò al demone sfiorò con le dita gelide e umide la pelle ferita del demone, che per un attimo s' irrigidì.
La donna avvertì come una scossa bloccarle i movimenti: la vista le si annebbiò, mentre non riusciva a staccare le dita dalla cicatrice; le sembrò che bruciasse, bruciasse da impazzire, e fosse aperte, sanguinante fra le sue mani; sangue caldo che colava, colava nel fuoco, e poi la vista si tingeva di rosso...

... Il puzzo del sangue era così forte che le dava la nausea...

C' era puzza di sangue, interiora, morte...

Da un momento all' altro avrebbe vomitato...

E la ferita perdeva sangue... Tanto, tanto... Tanto...

Fu certa che davanti a lei ci fosse una donna con gli occhi verdi...

Vide calare un coltello...

Le sue mani affondarono nel sangue...

-SERINA!!- l' urlo di Hakkai fece voltare tutti; il demone teneva saldamente fra le braccia la donna che, pallida come un cencio, era quasi caduta a terra, non riuscendo a reggersi sulle gambe, una mano sulla bocca mentre sussultava come se stesse per vomitare.
-Serina, stai bene?!-
-Che ti succede?!-
L' interpellata, riacquistato il controllo di sé, scosse appena il capo, come per tranquillizzare i ragazzi -perdonatemi... La mia empatia...- alzò gli occhi verso Hakkai, e senza rendersene conto mormorò, le lacrime agli occhi:
-Perché si è uccisa quella donna?-
Il ragazzo si bloccò e s' irrigidì come se l'avessero colpito in pieno con un coltello. Serina si scostò i capelli dal viso, rivelando anche l' occhio sinistro, ed entrambi si soffermarono sul viso del moro, le pupille dilatate a dismisura, come se lei fosse stata sotto ipnosi. Parlava senza rendersene conto.
-Perché? Tu non l' avresti amato... Il bambino?-
Hakkai sbarrò gli occhi, il respiro mozzo, mentre Sanzo si avvicinava e gli faceva cenno di allontanarsi. Il ragazzo, come in trance, indietreggiò e s' infilò in fretta una maglia asciutta, mentre il bonzo si rivolgeva gelido a Serina:
-Prendi un ombrello e vieni fuori-
Goku e Gojyo non fiatavano, guardavano la scena da semplici spettatori: il biondo prese un ombrello e uscì, senza aspettare Serina che, tremante, si mise in piedi; vacillò, e il mezzo demone le fu subito accanto.
-Grazie- sussurrò la donna; guardò verso l' esterno -cosa... Vorrà dirmi?-
-Non lo so, ma sembrava il maestro che aspetta fuori dalla classe lo studente monello per sgridarlo-
Serina fece un sorrisino tirato -non è un bel paragone- si sistemò la maglia traforata, prese un ombrello verde e s' incamminò; poco prima di uscire lanciò un' occhiata ad Hakkai che, lontano da Goku e Gojyo, la guardava ancora in silenzio, un' espressione quasi spaventata.
Gli occhi di Serina luccicarono.
-Perdonami- sussurrò appena la ragazza. Poi uscì all' esterno, pronta ad affrontare il bonzo.


" All i know

Is everything is not as it's sold

But the more i grow the less i know... "

(Tutto ciò che so
E' che nulla è come te lo vogliono vendere.
Ma più cresco, meno so...)


La pioggia era fine ma forte, piegava i rami degli alberi, appannava la vista; il bosco sembrava un miscuglio di chiazze verde spento e nero. Serina aveva seguito Sanzo per qualche metro, sotto l' ombrello, sentendo le scarpe che si bagnavano e affondavano nel terriccio fradicio.
Il bonzo non aveva detto una parola, non si era neanche voltato quando la donna era inciampata; la vista alle volte le si annebbiava, e la testa le girava, tanta era stata forte e dolorosa la visione che aveva avuto sfiorando la cicatrice di Hakkai; era stato come se avesse ricevuto un fortissimo colpo alla testa, e il sangue avesse abbandonato il suo corpo, lasciandola spossata e debole.
Cos' era mai accaduto nel passato del giovane demone?
Aveva visto una donna... Una donna molto bella e simile ad Hakkai... E aveva visto qualcos'altro, ma tutte le altre immagini erano state cancellate dal sangue. Tanto, tanto sangue, di un rosso forte e vivo.
Un passato di dolore...

"Credevo di sapere cosa aspettarmi da questa vita...
Come se tutto fosse già predisposto...
Poi qualcosa era cambiato, che io l' avessi voluto o meno..."

Sacrificatasi per il Maestro...
Abbracciato una vita che non credeva potesse essere *davvero* sua...
E poi...
Tutto si era rivelato una farsa...
Il mondo non è come te lo vogliono far credere...
Ed era cresciuta con quella consapevolezza...

"Hakkai...
Ha imparato a caro prezzo questa realtà?
Ha dovuto perdere qualcosa per scoprire che nel mondo, chiunque e qualunque cosa,
ha sempre una doppia faccia? Una maschera?
Sono andata avanti pensando che ormai potevo aspettarmi di tutto dalla vita...
... Ma quando incontrai
loro...
... Electra e Turibo...
Riprecipitai nell' illusione che, una volta trovato un luogo in cui poter vivere, tutto si sarebbe ripresentato per com' era realmente..."

Serina si portò una mano gelata alla tempia, respirando forte l' aria umida di pioggia. Finalmente il bonzo si fermò, voltandosi a guardare la donna.
-E' il tuo potere?- chiese semplicemente; l' interpellata annuì, piano -la mia empatia... E' qualcosa di più di quello che v' ho raccontato....-
-Cos'hai visto?- la domanda la colse impreparata; era certa che il monaco le avrebbe detto di tutto perché aveva mentito, oppure che l'avrebbe cacciata dalla compagnia... Ma
questo...
-Ecco...- prima ancora che potesse rispondere, però, Sanzo l'interruppe: 
-Vediamo di essere chiari. Tu non dovrai
mai fare un commento su ciò che hai visto, qualunque cosa sia stata. Hai capito?-
Serina annuì in fretta.
-E un' altra cosa- quegli occhi viola sembrarono fulminarla; fu come se la donna avesse ricevuto un colpo secco in viso, mentre l' uomo concludeva, gelido: -non provare a violare le nostre menti-
Serina rimase per un attimo in silenzio, poi si rese conto di una cosa:
-Venerabile Sanzo...- disse allora, mentre cercava di mascherare un sorrisetto -voi... M
i temete?-


" And i lived so many lives

Though i'm not old

And the more i see, the less i grow

The fewer the seeds the more i sow "

(E ho vissuto così tante vite,
anche se non sono vecchia.
e più cose vedo, meno cresco
meno sono i semi, più ne semino)


" Ho passato la mia vita a fuggire.
Fuggire da ciò che ero diventata...
Fuggire dal mio passato..
Fuggo tutt' ora da
loro... Che sono sia la mia coscienza, sia ciò che potrei diventare...
Ho perduto e riacquistato la mia anima tante e tante volte...
... Tante che non so neppure se, ora come ora, quello che mi tiene in vita è *davvero* un' anima...
Il cammino di redenzione che porto avanti mi ha mostrato cose, persone, vite e luoghi, recessi dell' anima che potrebbero costituire vite su vite...
Sono ancora giovane, ma sono cresciuta così in fretta, sotto il peso di ciò che sono divenuta, sotto il mio Potere, che mi assoggetta, mi controlla e dirige le mie azioni e la mia vita, che è come se avessi più di mille anni. Ma nella mia perpetua fuga, non faccio che tremare e avere paura come una bambina...
Eppure..."

... Eppure non poté trattenere l' ombra di un sorriso, nel pensare che in fondo c' era davvero qualcuno che poteva avere timore, o quantomeno... Rispetto, per lei...
Un rispetto che lei non aveva mai ricevuto... Perché debole, perché priva della forza tale che l' avrebbe resa temibile...

"Divenire temibile...
Avrebbe significato abbracciare quella parte della mia personalità che ho seppellito in fondo al cuore..."

Calò il silenzio fra i due, mentre il monaco la guardava immobile. Poi andò verso di lei sino a superarla; i due ombrelli si scontrarono generando spruzzi.
-Non sperarci, donna. L' ultima mente che puoi sperare di sondare è proprio la mia-
Ed effettivamente aveva ragione. La prima e unica volta che aveva tentato, Serina aveva visto solo una nebbia scura. Nient'altro.
La donna aspettò finché il bonzo non si fu un pò allontanato, poi prese un profondo respiro.
-Il mio potere non è un dono- disse piano -è una
maledizione. E sono ventitrè anni che tento di combatterla. Voi siete la prima persona che il mio potere non voluto non è riuscito a piegare-
Si voltò di scatto verso di lui, fissandolo con un unico occhio che ardeva come una brace. -Ritenetevi fortunato-
Sanzo rimase a fissarla per qualche istante, poi le voltò le spalle -torniamo alla tenda; non vorrei che quelli imbecilli ci venissero a cercare- fece qualche passo -e comunque... Dono o maledizione, in entrambi i casi sei tu che comandi il potere. Non viceversa-


" Then I see you standing there
Wanting more from me
And all I can do is try...
"

(E poi ti vedo lì, Che vuoi di più da me, 
E tutto ciò che posso fare è tentare...)


Serina sgranò gli occhi, fissando la schiena del bonzo. Credette per un attimo di essersi sbagliata.

Ma non poteva aver commesso errori.

Quelle parole...
Erano state pronunciate da un uomo molti anni prima....


*-" -Bambina, non devi essere così triste- il monaco posò la mano sulla testa di Kohai, in una gentile carezza. Il sole brillava forte dietro la schiena del bonzo, mettendolo contro luce, e rendendolo un'ombra indistinta; l' unica cosa riconoscibile, era la lunga treccia che s' agitava trascinata dal vento; la bambina avvertì una profonda dolcezza e serenità provenire dall' uomo. Grazie alla sua empatia, raggiunse la sua mente e vide solo una grande luce; chiarezza, gentilezza.

Bontà.

-Dono o maledizione, in entrambi i casi sei tu che comandi il potere. Non viceversa... Ricordalo sempre, d' accordo?-
-Sì, Venerabile Sanzo- "-*


Serina venne scossa da un brivido.
-Voi....- fece piano; Sanzo le dava ancora la schiena, ma si era fermato.
-... Siete il discepolo di Komyo Sanzo, vero?-
Il monaco si bloccò di colpo e si voltò verso di lei, guardandola senza parole.


***


-Secondo voi le dirà di tutto? La manderà via?- Goku scrutava al di fuori della tenda con aria apprensiva.
-Ma và!- esclamò Gojyo -che non ci pensi neanche, quel bonzo! Altrimenti dovrà passare sul mio cadavere!-
-Cosa che farebbe senza alcun problema- commentò tranquillo Hakkai, soffiando sulla sua tazza di the; il rosso lo guardò con un sopracciglio alzato -è sempre bello avere il conforto di un amico...- poi il suo sguardo si fece serio -di un pò, per caso Serina ha visto..?- capendo a cosa stava alludendo, il moro annuì.
Goku invece guardava i due senza capire.
-Ma di cosa state parlando?
-Lascia perdere scimmia-
-No, voglio sapere! Se riguarda Serina...-
-Lei ha visto parte del mio passato- lo interruppe gentilmente Hakkai, che guardava fisso il proprio riflesso sulla sua tazza. -ha visto... L' ultima parte della mia vita prima che diventassi un demone...-
Il demone eretico tacque, chinando appena lo sguardo -ah... Capisco...-
Anche se in realtà capiva a stento; erano pochi quelli che conoscevano per intero il passato di Hakkai, e uno era in quella tenda e l' altro sotto la pioggia, in quel bosco.
Goku sapeva poco del passato dell' amico: aveva scoperto frammenti di passato del giovane demone carpendoli dalle conversazioni fra gli amici, o a volte chiedendo al diretto interessato. Sapeva che aveva ucciso più di mille demoni per vendetta, sapeva che anni prima aveva avuto una fidanzata; quale che fosse il legame che univa quelle due cose, Goku non lo sapeva.
Così come non avrebbe mai potuto notare come i due fidanzati si fossero assomigliati, nell' aspetto, così tanto, né sapere il perché.
Fissò in silenzio Gojyo e Hakkai, il rosso che si era voltato verso l'amico -stai bene?-
-Sì, certo- Hakkai fece un debole sorriso -non devo prendermela con Serina. Neanche lei voleva ricevere quelle immagini... E' stato qualcosa di inaspettato per entrambi.
I due ragazzi rimasero in silenzio, aspettando che il loro amico continuasse, ma tacque. La pioggia di fuori era l' unico rumore che si sentiva.
Poi, all' improvviso, avvertirono un rumore di passi; erano passi frettolosi, di chi sta scappando, di chi è in fuga. Sentirono che la persona era inciampata, rialzata in fretta, e aveva continuato a correre. Si stava avvicinando...
-Aiuto!-
I tre ragazzi uscirono in fretta dalla tenda, sfoderando le armi.
-Dite che saranno i soliti demoni?- chiese Goku.
-Se non è così offro da bere a tutti- commentò per nulla allegro Gojyo; fece qualche passo in avanti, superando dei cespugli di rosmarino che, con la pioggia, andavano liberando il loro odore, e procedette. Il rumore di passi si fece ancora più vicino, e prima che il rosso se ne rendesse conto, una donna gli era finita addosso con violenza, buttandolo a terra. Il ragazzo la tirò in piedi a forza, mentre Goku e Hakkai li raggiungevano, cercando eventuali assalitori.
Ma il bosco era deserto e silenzioso, anche la pioggia stava finendo.
Gojyo guardò la donna che aveva accanto. -stai bene?-
Piano, l' interpellata annuì. Era una giovane donna poco più che ventenne, i capelli biondi che scendevano, bagnati e in disordine per la lunga fuga, fino alle spalle. Pioggia, terra e lacrime avevano sporcato un viso affilato dalla curva dura della guancia; i jeans chiari e il maglione verde che indossava erano sporchi e strappati in più punti. Ciò che però attirava l' attenzione erano gli occhi, uno azzurro ghiaccio e l'altro verde smeraldo; la donna abbozzò un sorriso un pò timido. 
-Perdonatemi se vi ho spaventato... Con questa pioggia mi sono persa, e all' improvviso dei banditi mi hanno circondata...-
-Gojyo, ci devi offrire da bere- fece Goku, allontanando il mezzo demone dalla ragazza e sorridendole -non preoccuparti, l' importante è che stia bene! Quei banditi ti hanno forse fatto qualcosa?-
L' interpellata scosse il capo -No. Solo... Hanno rubato il mio bagaglio...-
Hakkai le passò protettivo un braccio attorno alle spalle -stia tranquilla, signorina; se mai dovessero giungere fin qui quei banditi, la proteggeremo noi- la donna gli sorrise.
-Grazie- mentre il suo sguardo correva alla tenda domandò -ma voi... Siete solo in tre?-
-No, due nostri compagni di viaggio sono fuori; ormai dovrebbero essere tornati....- la bionda annuì piano, e starnutì.
Hakkai riprese: -la ragazza che è con noi magari ha qualcosa di asciutto da prestarvi- facendosi caldo con le braccia, la ragazza rabbrividì -siete... Davvero molto gentili...-
Poco prima che rientrassero nella tenda, la donna lanciò un'occhiata al folto della boscaglia, da dov' era spuntato il muso di uno scoiattolo; la bionda fece un veloce gesto delle dita, senza essere notata, e qualcosa d' invisibile colpì in pieno l' animaletto, che cadde fra il verde senza emettere un solo verso.


*

" Then I see you standing there
Wanting more from me
And all I can do is try...
" 

(E poi ti vedo lì, Che vuoi di più da me,
E tutto ciò che posso fare è tentare...)


Sanzo si voltò verso Serina, non riuscendo a credere alle proprie orecchie; la donna, dal canto suo, sembrava stravolta dalla domanda che lei stessa aveva posto; l'unico occhio visibile era sgranato, luminoso nella boscaglia notturna. Prendendo fiato, Serina ripeté: -voi siete il discepolo di Ko...-
-Come conosci quel nome?- il tono del monaco era freddo; fece qualche passo verso la donna, guardandola senza sbattere le palpebre; quanto tempo era che non sentiva quel nome ripetuto ad alta voce? Da quanto qualcuno non gli chiedeva una cosa simile? Il ricordo del maestro gli balenò davanti; l' immagine rasserenante e luminosa dell' anziano monaco, il lieve odore di pipa che aleggiava nelle sue stanze... La pioggia, che come in quel momento gli cadeva addosso...
Il ricordo più terribile della sua vita... Che la donna davanti a lui aveva cercato di profanare giorni prima...
E ora...
Pronunciava proprio quel nome...
-Come lo conosci?- ripeté ancora più duramente, mentre Serina lo guardava a lungo negli occhi viola, cercando di capire cosa provasse il giovane monaco in quel momento....
Come un fulmine a ciel sereno, le parve di vedere qualcosa...

"Il più giovane Sanzo mai esistito....

Tredici anni...

La pioggia..."

-Due.... Sutra....- sussurrò appena la donna, gli occhi dilatati a dismisura -il sangue... Piove... Forte...- si bloccò mentre la gola le si chiudeva e non riusciva a respirare; le pupille si dilatarono sino a farla sembrare inumana.
Ebbe come un brivido, mentre cadeva in ginocchio a peso morto sull' erba bagnata, portandosi le mani alla gola; Sanzo l' afferrò saldamente per le spalle, scrollandola con forza, senza capire che stava succedendo.
-Accidenti a te, donna! Riprenditi!- le tirò un sonoro ceffone, che risuonò per il bosco; solo allora Serina scosse con forza la testa, e prese a tossire con forza, sporgendosi verso l' erba, il corpo scosso dagli spasmi.
Quando, all' ultimo colpo di tosse, macchiò di sangue l' erba sotto di lei, il bonzo l' aiutò a rimettersi in piedi, e la donna si appoggiò senza forze a lui, prima di rimettersi dritta.
Sanzo la guardò; Serina era alta quanto lui, e non era di ossatura debole, né era troppo minuta, eppure dava l' idea di essere fragilissima, eterea e quasi irreale; l' unico occhio visibile era grande e splendeva in un viso ancora da bambina, una mano piccola e fredda correva alla bocca per dare gli ultimi colpi di tosse.
Dopo il kappa e la scimmia, ora ci mancava una così a cui badare...
-Come conosci il nome del mio maestro?- domandò alla fine Sanzo, a voce leggermente più bassa; Serina lo fissò, accorgendosi di come il bonzo sembrava spazientito, quasi come se gli costasse parlare di Komyo Sanzo.
Al pensiero, la donna sorrise amaramente; perché criticare quel cinico monaco?
In fondo neanche a lei piaceva ricordare Katsuro Shirogawa...
-Komyo Sanzo... Incontrò il mio maestro alcune volte, durante la mia infanzia...- prese fiato, sentendosi ancora la gola chiusa -... Una volta sola lo incontrai, e mi disse le stesse parole che voi avete pronunciato qualche minuto fa:
Dono o maledizione, in entrambi i casi sei tu che comandi il potere. Non viceversa. E' per questo, che vi ho chiesto se eravate voi il giovane discepolo di quel monaco. Ricordo che aveva parlato di voi col mio maestro...-
Serina si pulì i jeans sporchi di terra, scrollando le spalle: -tutto qui. Perdonatemi se ve lo chiesto, forse non vi piace parlare del vostro...-
-Chi era il tuo maestro?- la interruppe velocemente il biondo; la donna fece qualche passo in avanti, dirigendosi verso la tenda, torcendosi le mani.
Dire quel nome, ad alta voce...
Dopo tanti anni...
-Allora?-
Prese fiato, voltandosi poi verso Sanzo.

"... Try"

(Tentare)

-Katsuro Kohai Shirogawa- sorrise appena, e dei ricordi le balenarono veloci nella mente...


*-" -Te l' ha dato Shirogawa questo nome, vero?-
-Sì- bisbigliò in risposta la piccola. L' uomo annuì -me l' aspettavo- "-*

*-" -Il nome dei diretti discendenti del Dio, il marchio e il kanji che contraddistingue i successori di ogni Custode... "-*

*-" -Solo in quell' attimo mi resi conto dell' importanza del nome che portavo...
... Ora... Non ne sono più degna...- "-*


" I wish I hadn't seen all of the realness
And all the real people are really not real at all

(Avrei voluto non vedere che tutta la realtà... 
E tutte le persone reali che in realtà non sono reali affatto....)


... Il sorriso non svanì dalle labbra di Serina, mentre diceva semplicemente:
-Molto spesso i grandi uomini restano nell' ombra, e sono in pochi a ricordarli-
E s' incamminò.
Sanzo alzò per un attimo gli occhi verso il cielo, le nuvole nere gonfie di pioggia sopra di lui, poi seguì la donna verso la tenda.
I due procedettero in silenzio, l' uno accanto a l' altra, senza neanche guardarsi in viso; la donna sentì la pioggia che ricominciava a battere sul suo ombrello, e per un attimo desiderò davvero sapere che significato avevano quelle parole che aveva pronunciato prima, in trance, cercando di leggere la mente del monaco.
Ma non doveva farlo. Violare la mente è come violare il corpo, andava contro a tutto ciò per cui aveva combattuto in quegli anni....

"La prima volta che riuscii a leggere nella mente, mi parve di sfiorare con le dita uno specchio d' acqua immobile e freddo, che a un semplice cenno prendeva a muoversi, a ribollire, a proiettare riflessi e immagini di vite e persone diverse...
Sentii che avevo... Del potere... Qualcosa che nessun altro aveva, e che mi rendeva speciale.
Ma quando, leggendo nella mente del Maestro, ne provai il medesimo dolore...
Quando percepii gli stessi, identici sentimenti che anche lui aveva provato... Credetti di morire.
Credetti di perdermi nel ricordo stesso dell' uomo che veneravo più di tutti.
Quando il Maestro morì, mi ritrovai sola, con una responsabilità e un potere che con le mie sole forze non ero in grado di affrontare.
Affidarmi al mondo...
Era qualcosa di cui avevo paura.
E credere alle persone...
Temevo si rivelasse la scelta sbagliata...
Ho provato ugualmente, rendendomi poi conto che le persone che sono attorno a noi molto spesso non sono come vogliono sembrare...
L'ho imparato quando avevo sedici anni... Come me, Genjo Sanzo ha imparato questo quand' era ancora giovane..."

Si sentì all' improvviso molto vicina al monaco, che come lei aveva perduto il suo mentore, la sua guida, in tenera età e con grande dolore. Ma prima che potesse voltarsi verso il biondo e pronunciare quelle parole, erano giunti alla tenda; la spalancarono, e Goku si precipitò dai due.
-Finalmente! Ma dove siete stati?- guardò la donna -Serina, ma sei bianchissima! Che ti è successo? Un' altra visione? Ha ricominciato a piovere? Cos' è successo?-
-E dacci un taglio scimmia!- l' urlo di Gojyo era provenuto da un' angolo della tenda, e Serina e Sanzo lo guardarono; era seduto a fianco a una giovane donna, le mani giunte in grembo, che teneva pudicamente la testa abbassata, i capelli biondi che ne celavano il volto.
-E ora questa chi è?- fece laconico il bonzo, seccato oltre ogni limite; Hakkai sorrise tranquillissimo e lo informò: -stava scappando da dei banditi, ed è giunta sin qui. Direi che può restare per la notte, che dici?-
-Non si lascia una bella fanciulla da sola e in pericolo!- rincarò la dose Gojyo, sorridendo sornione; lanciò una veloce occhiata a Serina, quasi sperando che quest' ultima s' ingelosisse, vedendolo vicino a un'altra; ma la donna li guardò in silenzio per qualche istante, poi raggiunse la bionda e tese gentile una mano.
-Dovrei avere qualcosa di asciutto; vuoi cambiarti?-
La bionda non si mosse, e allora Hakkai aggiunse: -ovviamente noi usciamo dalla tenda e la chiudiamo, se dite di sì...-
Allora la ragazza annuì con forza e mormorò: -grazie... Signorina...- alzò di scatto il volto e fissò Serina in pieno viso.
La donna non ebbe alcuna reazione, mentre incrociava gli occhi spaiati, ma un brivido corse velocissimo lungo la schiena; non mosse un muscolo, mentre il cuore batteva più veloce, e un improvviso fischio le invase le orecchie; l' occhio verde sembrava non avere vita, da esso non s' alzava alcuna emozione....
Ma quello azzurro....
Azzurro ghiaccio....

*-" Rimase sconvolta dalla bellezza di quegli occhi, così grandi e belli, eppure freddi. Azzurro ghiaccio, che rilucevano nel viso color ebano... "-*

E per un attimo Serina si sentì morire.

"Electra".

- Fine Prima Parte -

  
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