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Autore: Mia_hp    17/08/2010    6 recensioni
Appartenere alla famiglia Weasley è una delle sfortune peggiori che possano capitare a un gufo, ve lo posso assicurare.
Come faccio a parlare così? Io sono Errol, il gufo di questa numerosissima e, parlo per esperienza personale, insopportabile famiglia dai capelli rossi.
Storia classificatasi quarta al contest "Maghi e animali, animagus e licantropi" indetto da Fabi_Fabi
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Durante l'infanzia di Harry
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Storia classificatasi quarta al contest "Maghi e animali, animagus e licantropi" indetto da Fabi_Fabi

 

Autore: Erigre
Personaggi principali: Famiglia Weasley, Errol
Genere: Sentimentale
Rating: Verde
Avvertimenti:One-shot
Introduzione: Errol, il gufo della Famiglia Weasley, è stanco della sua faticosa vita, perciò decide di lasciare tutti e di andarsene…ma qualcuno gli farà capire quanto sbagliata sia la sua scelta.
Coppia/personaggio scelto: Altri Weasley/Errol
Traccia: Cosa ho mangiato?
Note dell'autore: Se la storia ti sembra un po’ demenziale, aggiungerò il genere.

 

 

 

Felice Di Essere Un Weasley

 

 

Appartenere alla famiglia Weasley è una delle sfortune peggiori che possano capitare a un gufo, ve lo posso assicurare.

Come faccio a parlare così? Io sono Errol, il gufo di questa numerosissima e, parlo per esperienza personale, insopportabile famiglia dai capelli rossi.

A capo della famiglia c’è Molly Weasley ed è un po’ la capa della situazione. E’ una casalinga che si occupa egregiamente della casa e cucina squisitamente per tutti, tranne che per il sottoscritto.

Io sono costretto a mangiare, il più delle volte, degli schifosi e insapori biscotti per gufi di dubbia provenienza. Adesso è naturale che io mi ponga una domanda: perché al ragazzino con quell’orribile cicatrice sulla fronte e alla sua permalosa civetta bianca è permesso mangiare tutto? E’ un’ingiustizia bella e buona! Per di più loro non fanno né parte della famiglia né volano per tutto il Regno Unito a recapitare lettere e qualche volte grossi pacchi, come è mio compito.

Una volta –ah, quanto sono stato ingenuo!- mi sono stupidamente fidato dei due gemelli Fred e George, che – credetemi- molto probabilmente sono imparentati con Satana.

Stavo tranquillamente sonnecchiando sull’armadio della loro camera, quando mi sentii chiamare da una delle terribili pesti.

Aprii piano un occhio, spiando la situazione. La stanza era a soqquadro: il pavimento era pieno di fogli di pergamena bruciacchiata mentre la finestra era aperta per far uscire un fumo denso e grigiastro; George stringeva in mano una caramella rosa dalla’aria innocua e l’espressione del volto lentigginoso era vittoriosa.

-Pensi che avrà lo stesso effetto anche sugli animali?- chiese George.

-C’è un solo modo per scoprirlo!- rispose Fred sorridendo furbescamente.

Salendo su una poltrona, si puntellò sulla punta dei piedi per raggiungermi e afferrarmi con una mano.

-Errol- disse dolcemente George avvicinandosi a me. –Guarda cosa ti regalo!- esclamò.

Li osservai, ma non feci in tempo a meravigliarmi della loro gentilezza che Fred mi aprì con forza il becco, mentre il gemello mi infilava a tradimento quella caramella su per la gola.

Emisi un suono acuto per poi cominciare a dimenarmi con l’unica intenzione di fuggire da lì attraverso la finestra, mia unica via di fuga.

-Che cosa ho mangiato?- mi domandai.

Quell’orribile dolciume aveva un sapore pessimo! Superava di gran lunga i biscotti che oro solito mangiare!

-Sui gufi non ha nessun’effetto, George- comunicò Fred lasciandomi andare.

-Mmm…- George si portò una mano sotto il mento, fingendo di pensare. –E sui prefetti?-

I due si scambiarono un sorrisino.

–Sono sicurissimo che Perce il Prefettuccio sarà contentissimo di farci da cavia- rispose Fred malandrino.

E insieme lasciarono la loro camera lanciandosi sguardi d’intesa.

Percy è il terzo figlio dei Signori Weasley.

E’ un ragazzo pignolo e estremamente petulante. Lui non mi usa mai, lui ha il suo Hermes! Un giovane allocco insopportabile e presuntuoso che va a caccia tutte le sere.

Un altro componente della famiglia Rossa che odio è senza dubbio il topo Crosta. Non capisco perché Ron, un altro Rosso, non se ne sbarazzi. E’ l’essere più superfluo che la terra abbia mai ospitato!  Non fa altro che dormire, mangiare, dormire, mangiare, dormire.

Per questo motivo mi sono chiesto: e se mi facesse da cena? Rendendosi così utile per la prima volta nella sua lunga vita da ratto.

Cerco di acchiapparlo ogni giorno, per me ormai è diventata una questione personale, ma quella vecchia ciabatta puzzolente sembra quasi più intelligente di me; così si nasconde nella tasca di Ron o in qualche vaso e rimane lì fino a quando io, a causa della stanchezza, non smetto di cercarlo.

Ah! Una volta, però, quel sorcio se l’è vista brutta! Finalmente ero riuscito a coglierlo di sorpresa! Lui era sul davanzale della finestra al sole, la sua testa era completamente infilata in una confezione di Scarafaggi a Grappoli; volandogli vicino e studiando perfettamente i centimetri che ci separavano, lo intrappolai nel mio becco. Ma la fortuna mi aveva voltato le spalle troppo presto: proprio in quel momento Ron entrò nella sua camera e lanciando un grido di parecchi decibel sopra la media, attirò l’attenzione della madre che riuscì a salvare Crosta. Ma almeno una soddisfazione quel giorno l’ho avuta: ero riuscito a staccargli un dito! Però non sono riuscito a mangiarmelo, peccato!

Ad Arthur invece volevo bene. Si, avete letto bene! Il mio affetto per lui è andato pian pian scomparendo con il passare del tempo. Gli sono stato regalato alla fine dei suoi sette anni a Hogwarts; quando eravamo soltanto io e lui me la spassavo. Durante il giorno  recapitavo lettere al Ministero della Magia –in quel periodo Arthur cercava di essere assunto lì-, ma qualche volta consegnavo delle lunghe lettere d’amore all’attuale Signora Weasley. Quando finivo i miei compiti, andavo a caccia o se ero stanco mangiucchiavo il resto della cena di Arthur.

Poi, però, sono diventato il gufo di famiglia e Arthur troppo preso dal lavoro e dalle questioni famigliari non mi ha più calcolato.

-ERROL!-

Oh, cavolo! Ginny –l’unica figlia femmina della famiglia- si dirige speditamente da me. La Rossa stringe tra le mani a mo di arma una spazzola rosa; questa vuol dire soltanto una cosa: pericolo!

Non faccio in tempo a scappare perché la sua manina magra mi afferra. Mi stringe al petto ed esclama –Adesso giochiamo al salone di bellezza!-

Perché i suoi genitori non le comprano una bambola con la quale giocare?

-Oh, Errol! Non ti preoccupare, anche se non parli, i tuoi occhi così espressivi dicono tutto!-

Davvero? Quindi adesso mi lascerai andare, vero?

-Dopo ti farò anche il bagnetto!-

Merlino, aiutami tu!

Basta! Non ne posso più di questa vita!

Dopo che Molly mi ha salvato le penne togliendomi dalle grinfie di sua figlia, mi ha consegnato un grosso pacco da portare alla Zia Muriel: un’anziana signora grassa, maleducata e anche abbastanza sorda (ho dovuto bussare al vetro della sua finestra per più di dieci minuti prima che si accorgesse della mia presenza).

Entrato in casa di tutta fretta, sono caduto nella brocca del latte, sporcando sia il tavolo che l’acida Muriel. Beh, le sue urla farebbero concorrenza a quelle di Molly dopo uno scherzo dei terribili gemelli! Maledicendomi, mi ha tirato fuori dalla caraffa per poi prendersi quello che rimaneva del pacco.

Sono scappato in pochi secondi, non mi sono neanche riposato!

Questo episodio è la goccia che ha fatto traboccare il vaso!

Io me ne vado, famiglia Weasley!

La mia pazienza ha un limite, e questo limite ormai è stato superato da un bel pezzo.

Do un ultimo sguardo al mio trespolo in cucina e per un attimo desidero di tornare indietro nel tempo. Quando Arthur e Molly mi consideravano come un membro della famiglia, come un Weasley e i loro figli litigavano per chi dovesse darmi da mangiare o coccolare per primo.

Esco da La Tana e volo velocemente su uno degli alberi più alti del giardino; da qui posso osservare tutto e tutti.

Uhm…non si accorgeranno della mia scomparsa prima delle sei del pomeriggio, quando tutti insieme si uniranno in cucina per cenare e vedranno il posto che da sempre occupo vuoto.

-ERROL!-

Mi sveglio all’improvviso, tolgo la testa da sotto l’ala e guardo giù, verso la casa.

-Mamma, dov’è Errol?- chiese Ginny

-Si, mamma dov’è Errol?- domandò George

-Lo stiamo cercando da un pezzo!- si unì Fred

-L’ho mandato da Muriel- rispose Molly

-L’ho visto in cucina poco fa- disse Ron –quindi è tornato!-

-Sarà a caccia in giardino-

-Andiamo a cercarlo!-

Non mi troverà mai nessuno quassù; così resto a guardare quei ragazzini che cominciano la mia ricerca, sicuramente non avranno niente da fare.

Toh, guarda! Anche la Signora Weasley –con ancora i guanti da cucina alle mani- si è unita ai figli.

Mi stanno cercando da più di un’ora e ancora non si sono stancati? Strano, davvero strano.

-PAPà!- esclama Ginny, sentendo il padre aprire la porta di casa. –Errol è scomparso!-

Arthur si avvicina velocemente al resto della famiglia –Errol? Scomparso? Ma dobbiamo trovarlo!-

Non riuscirete mai a vedermi! E io non ho nessun’intenzione di tornare a casa per essere usato e basta!

Oh no, Hermes sta volando nella mia direzione. Adesso cosa vuole quel piccione presuntuoso?!

-Torna dal tuo Percy-

-Non credi che sia ora di tornare a casa?- mi domanda posandosi sul mio stesso ramo.

-Non tornerò, mai più-

-Come mai?-

-Sono insopportabili, quei Weasley! Per loro io non sono nessuno! Soltanto un inutile animaletto porta-pacchi-

-Anche tu sei un Weasley!-

-No, io sono solo Errol il vecchio e inutile gufo-

-Guarda, ti stanno cercando tutti! Perfino Percy! Questo deve farti capire molte cose!-

-Staranno giocando a nascondino fra loro-

-Ma no! Cosa dici? Loro ti vogliono bene-

Forse, ma solo forse Hermes ha ragione…

-Perché non provi a farti vedere da loro? Se ti ignoreranno sarai libero di andartene-

-Va bene, ma lo faccio solo perché la tua presenza mi ha stufato-

Lui mi guarda attentamente per poi volare via.

-Guardate, guardate!- esclama Ginny. –E’ Errol!-

Arthur, che mi stava cercando in mezzo ai cespugli, alza lo sguardo nella mia direzione sorridendo.

Volo alla loro altezza, mentre la mia famiglia mi viene incontro.

-Errol! Ma dove sei stato?- chiede George

-Ci sei mancato!-

Vorrei parlare l’inglese per poter rispondere alle loro domande.

-Non andartene mai più, eh!-

Ma…allora… ci tengono davvero a me?

-Adesso che la famiglia Weasley è al completo, possiamo andare a cenare?- domanda Ron, mentre io svolazzo da una parte all’altra contento.

Ah, ma come sono felice di essere un Weasley!

 

 

 

 

 

 

Non avrei mai immaginato di classificarmi quarta con questa storiella! Ringrazio davvero tantissimo la giudicia per aver indetto questo contest così originale!

 

Quarta classificata: Felice di Essere un Weasley - Erigre -

Grammatica e sintassi: 9/10 punti
Stile: 9/10 punti
Originalità: 14.5/15 punti
Caratterizzazione dei personaggi: 15/15 punti
Sviluppo della trama: 12/12 punti
Gradimento personale: 9/10 punti
Attinenza alla traccia: 1/3 punti

Totale: 69.5/75 punti

Questo è esattamente ciò che mi aspettavo di leggere. Una storia vista dagli occhi di un animale da compagnia, o da lavoro nel caso di Errol.
Mi hai fatto divertire, mi sono anche sentita in pena per lui immaginando come potesse essere la vita con Fred e George ‘imparentati con Satana’, povero Errol, come non comprendere un suo esaurimento nervoso!
Dal punto di vista grammaticale, ho trovato qualche errore di battitura: ‘i centimetri che ci superavano’, errore di battitura,‘né vanno da una volano per tutto il Regno Unito’, qui hai dimenticato di togliere ‘vanno da una’, per il resto qualche altro errore di questo tipo, ma nulla di grave, rileggendo li troverai di sicuro.
Avevi una marea di personaggi da caratterizzare, e trovo che tu abbia fatto un ottimo lavoro, a partire dai gemelli, fino ad arrivare a Crosta. Nulla da dire, quindi.
Il tuo stile rispecchia bene il modo che potrebbe avere il vecchio Errol di esprimersi, non posso che farti i miei complimenti.
Unico problema, non ho trovato la citazione in alcun modo presente nella storia. Hai reso il senso della citazione con la storia, ma non l’hai inserita, peccato per i punti che ti ho dovuto togliere.

 

 

  
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