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Autore: Echoes of a VOice    17/08/2010    3 recensioni
Con Harry Potter e i Doni della Morte si è chiuso il sipario su una storia, o meglio...su un intero mondo.
Molte storie, però, giacciono ancora dietro le quinte, nascoste dalle cortine di velluto rosse ma pronte ad essere raccontate.
Apriamo, dunque, il sipario e addentriamoci tra i vari personaggi e tra le loro vite che, solo in parte, ci sono state rivelate.
Che la magia abbia inizio!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Freedom

Il buio vuoto della cella non poteva di certo celare, così come faceva con le umide pareti, l'odore putrido del muschio marcescente che ne ricopriva le mura da chissà quanti anni; per non parlare degli squittii di alcuni roditori che, di sicuro, convolavano a nozze con quell'aria fetida.
Non era certo questo che Bellatrix Black si era immaginata quando, giovane e determinata, aveva deciso di affidarsi completamente e indissolubilmente al volere di Lord Voldemort, il suo Oscuro Signore. A ricordarle quel legame incancellabile -semmai ce ne fosse stato bisogno, cosa di cui si può facilmente dubitare, dato il soggetto-, un tatuaggio, marchiato a fuoco sulla sua pelle candida, pulsava pallido al ritmo del suo sangue, lento e irregolare.
Tuttavia, erano anni, troppi anni, che il Marchio Nero non appariva in vivido contrasto sull'avambraccio della Mangiamorte: il contorno appena visibile del teschio spettrale sembrava farsi beffe di un passato di glorie e di orrori, di tempi in cui il Signore Oscuro, prima della sua irreparabile sconfitta, richiamava i suoi temibili seguaci facendo palpitare sulle loro braccia quel segno inestirpabile.
E ogni chiamata significava torture, e morti soprattutto, che davano un piacere immenso alla Torturatrice per eccellenza, un piacere alquanto ambiguo, irrazionale.
Ma quel piacere era svanito: al suo posto, ora, solo la sensazione di sentirsi in gabbia, oppressa, immobilizzata da pesanti catene che erano, per così dire, il marchio concreto della sua condizione. Uno status che durava da ben quattordici anni.

Black, toujours pur recitava lo stemma di famiglia dei Black.
Nei suoi momenti di profondo sconforto, Bellatrix indirizzava i suoi pensieri a quell'arazzo di Grimmauld Place per compiacersi silenziosamente di essere stata una dei migliori elementi di quella nobile e antica casata. Sicuramente, lo era più del dannato cugino Sirius, sporco traditore del suo sangue, macchia che infangava il solo concetto di Purosangue, scarto della società magica.
Ti ucciderò, ti ucciderò, ti ucciderò... Sirius Black, ripeteva nei suoi deliri notturni, quando sogni malati le annebbiavano la mente, e di giorno, durante i suoi attacchi di pazzia, seguita da una sinistra risata acuta da bambina.
Tuttavia, al solo sentir pronunciare dalla sua stessa voce il nome del suo ripudiato parente, qualcosa in lei, nel suo vuoto oblio di sentimenti sbiaditi, si risvegliava: un indefinito senso di invidia (questo, Bellatrix non l'avrebbe mai ammesso neanche se sottoposta al Veritaserum) misto a rabbia e desiderio di rivalsa nei confronti di colui che, contro ogni previsione, era riuscito ad evadere da quel carcere di sofferenze.
«Ti farò fuori, caro Sirius! Stanne certo!». E dopo minacce del genere, urlate al buio della cella, la Mangiamorte scoppiava nella sua solita risata da far accapponare la pelle.
Non sapeva, però, che il momento tanto agognato in cui avrebbe finalmente messo fine al sangue del suo sangue si stava pericolosamente avvicinando: strisciava sinuosamente giorno dopo giorno, come scandito da una pendola; potevi quasi sentirlo, ad Azkaban, il lento scorrere del tempo.

E una notte, forse la peggiore di tutte quelle che Azkaban avesse mai visto, accadde l'irreparabile.
Fuori, la fortezza continuava a ergersi sinistra, colpita dalle onde che, altissime, si frangevano contro la scogliera, ma al suo interno qualcosa non andava...
Improvvisamente, nell'ala dove erano rinchiusi i più temibili tra i Mangiamorte, i prigionieri iniziarono a sentirsi diversi dal solito, come se un alito di aria calda stesse riempiendo le fredde celle del carcere.
Qualcuno di loro, tra cui Bellatrix, si trascinò fino alla grata per vedere che cosa stava succedendo...
Quando tutti videro che il lungo corridoio era vuoto e privo dello spettrale rantolio dei Dissennatori, la situazione fu subito chiara.
Fu Bellatrix la prima ad esultare, a comprendere che quell'assenza significava molto probabilmente libertà: la donna rideva istericamente, a più non posso, quasi a lasciarsi senza fiato, così tanto che il corridoio risuonò delle risate della Black e delle urla e delle imprecazioni degli altri Mangiamorte.
Fra tutte le cose che accaddero quella notte, però, solo una rimase davvero vivida nella memoria della spietata seguace dell'Oscuro Signore: quest'ultimo, infatti, quella notte aveva premuto un suo lungo e bianco dito sopra il Marchio di Codaliscia, cosicché tutti i Marchi dei Mangiamorte più intimi sarebbero riapparsi, più nitidi che mai dopo anni, per annunciare che egli necessitava della loro fatale presenza.
E fu così che Azkaban si squarciò da un lato, quella notte, lasciando ai Mangiamorte la possibilità di evaderne: costoro erano così euforici all'idea di ritornare in libertà -sempre che potesse essere definita tale la condizione che li legava Lord Voldemort- che non erano minimamente intimoriti dal mare in tempesta che infuriava sotto di loro.
E tantomeno Bellatrix lo era, essendo invasa da una potente scarica di adrenalina e dall'insensato desiderio di poter finalmente tornare a servire Lord Voldemort, l'Oscuro Signore, il più grande e terribile mago di tutti i tempi, con tutta la più profonda devozione che poteva offrirgli.

Ancora una volta quella notte, e per l'ultima volta, attutita soltanto dal fragore della tempesta, risuonò ad Azkaban la temibile risata di Bellatrix Black, la Mangiamorte per eccellenza, che ora sarebbe ritornata più spietata che mai.



* * * *

Ciao a tutti!
 Sono Manuel ma, in confidenza, chiamatemi Manu (cosi siamo tutti contenti e evitiamo di digitare troppo sulla tastiera!!).
 Scemenze a parte...Non è la prima volta che pubblico, o almeno ci provo, però questa volta mi sento davvero ispirato.
Sapete...pochi giorni fa, complice la noia di chi sta a casa ad agosto, io e i miei amici abbiamo fatto una maratona di Harry Potter: da matti quali siamo, ci siamo visti tutti e sei i film di seguito.
Beh, credetemi...penso che ogni vero fan di HP che si rispetti debba farlo, almeno una volta nella vita!
E mentre, con gli occhi sbarrati tentando di resistere al sonno, ripensando alla Burrobirra che abbiamo provato a fare (ehm...i risultati sono stati a dir poco orrendi, ma questa storia magari ve la racconterò un'altra volta!), guardavo tutti i film, mi è venuto in mente che sono davvero tante le storie, i momenti, gli episodi che Zia Row (sempre sia venerata, santa donna!) ha deciso di non raccontarci.
Intendiamoci, nessuna presunzione nel scriverli, eh...è solo che mi piace troppo!

Per quanto riguarda questo primo racconto, ho deciso di iniziare con Bellatrix, uno dei miei personaggi preferiti che, però, nel libro non è esplorato a fondo!!
 Volevo immaginarmi la sua fuga da Azkaban e...ecco fatto!!

Bene, spero di leggere qualche recensione...critiche, suggerimenti, complimenti sempre ben accetti!!

A presto, gente!! :)

edit del 10-08-11: dopo un anno dalla pubblicazione, "Freedom" si è classificata 11/20 al concorso "Cosa sceglierò? Fast Contest (PER EDITE)" indetto da Medusa Noir

giudzio: 

Grammatica e punteggiatura: 9.5/10 
Forma e stile: 9.4/10 
Originalità: 9/10 
Caratterizzazione: 10/10 
Gradimento personale: 9.5/10 

Totale: 47.4/50 

Prima di tutto, complimenti per lo stile! Hai una proprietà di linguaggio ottima, utilizzi termini che rendono la lettura piacevole, creando intorno al lettore l’ambiente descritto e riuscendo a caratterizzare un personaggio anche solo grazie alla scelta delle parole. 
Mi è dispiaciuto, quindi, averti dovuto togliere alcuni punti a causa delle ripetizioni: “vedere… videro”, “Bellatrix lo era, invasata com’era”, “di tutti i tempi, con tutta”. 
Per quanto riguarda la grammatica, ho tolto 0.20 per un punto e virgola che credo fosse una virgola, ma non sono sicura che sia un errore di distrazione (“al ritmo del suo sangue; lento e irregolare”), 0.10 per “cosicchè” scritto con l’accento sbagliato (di solito non faccio storie per questo tipo di errori, ma mi rendo conto che Word corregge) e 0.30 per “agoniato” invece di “agognato”; invece ho considerato errori di distrazione (che ti segno per correggerli, ma non ti ho tolto punti) “solo uno rimase davvero vivida” e “tantomento”. 
Non è originale parlare dell’evasione di Bellatrix, ma lo è come hai fatto tu, complimenti!


 
   
 
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