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Autore: DasIstGelogen    17/08/2010    5 recensioni
Sabina sa che prima o poi succederà, ma cercher. di rendere Federica, sua sorella, la ragazza più felice al mondo.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo so, è orribile.

Federica non era con me. Era da sola in sala di rianimazione, mentre io e la mamma eravamo sedute su quelle scomodissime sedie di plastica. Sentii dei passi provenire dalla mia destra. La porta antipanico venne violentemente aperta e intravidi mia zia dal vetro poco oscurato.

-Sabi, come sta? Vi hanno detto qualcosa?-

Si rivolse a me perchè lei non parlava con mia madre, sua sorella. Avevano litigato più o meno dopo la morte di mio padre e da allora non si erano più parlate. Non riuscivo a capire perchè fossero così ostili, ma zia con me e Federica era fantastica.

Mi alzai e l'abbracciai. -No, zia, non ci hanno ancora detto nulla.- Sciolsi l'abbraccio e, imbarazzata, infilai le mani nei miei jeans scoloriti. Non erano così perchè andavano di moda... erano solo vecchi. -Zia, potrei andare a casa tua per vedere una cosa su internet?-

Annuì e mi diede le chiavi della mia auto. -Vai con questa. Attenta e vai piano.- Le sorrisi e l'abbracciai ancora.

-Grazie. Ti voglio bene.- Mi voltai verso mamma e presi il 'mio' mp3. Infilai una cuffia nell'orecchio destro lasciando che l'altra dondolasse sul mio stomaco. Cercai la BMW X6 bianca nel parcheggio. La trovai e sorrisi guardando la targa: BK 483 TK. Aprii la vettura con la chiave automatica ed entrai sedendomi al posto di guida. Ero parecchio brava a guidare. Quando Federica era a scuola zia mi insegnava a guidare. Mi piaceva correre con l'auto, ma zia non mi permetteva mai di superare il limite di velocità. Guidai verso casa di zia con la musica ancora nelle orecchie. La voce di Bill risuonava nella mia testa come se fosse impressa nei miei pensieri, come se fosse la mia stessa mente a produrre quei suoni e quei pensieri, invece era lui. Ogni volta che sentivo le loro voci mi sembravano familiari, come se fossero parte della mia stessa famiglia.

Continuavo a ripetermi che se fossi stata una ragazza normale, quindi senza mia sorella, sarei andata a mille concerti e sarei stata stupida come le altre fan...quelle che conoscono solo 'Monsoon' e 'Automatic'. Io non avevo uno stereo quindi neanche i cd originali; non avevo i dvd e nemmeno i libri. La mia camera non era tappezzata dei loro volti. Non avevo tatuato i loro nomi sulla mia pelle...eppure ero una loro fan comunque.

Parcheggiai l'auto nel giardino di zia. Scesi e chiusi l'auto con la chiave elettronica. Mi diressi verso la porta e la cameriera di servizio mi aprì stampandosi sul volto uno di quei sorrisi finti.

-Salve signorina Sabina. Come sta sua sorella?- Poggiò una mano sulla mia guancia sorridendomi. Era la più anziana, quella che reputavo quasi come una nonna. Ma non lo era e non parlavamo molto. Zia odiava che parlassi con lei.

Feci spallucce e la guardia. -Sta uno schifo.-

Andai direttamente verso il computer. Lo accesi, con la speranza che ormai era andata a farsi fottere.

Avevo deciso di scrivere che ormai era tutto finito e che non sarebbe servito più a niente, ma invece, nella posta del mio account, trovai una e-mail. Me la spediva la Universal dicendomi che la mia storia aveva colpito i Tokio Hotel che accettavano la mia proposta. Gratuitamennte sarebbero venuti in Italia per incontrare Federica, mia sorella. Mi chiedevano anche dove potevano trovarmi e io scrissi solamente:

"Ospedale Gemelli. Roma. Reparto rianimazione. Federica sta male. Non so se arriveranno in tempo."

Inviai il messaggio e tornai in ospedale lasciando la BMW di zia nel parcheggio coperto.

Zia aveva tanti soldi, era ricca. Noi stavamo quasi sul lastrico. Mamma non voleva mai che ci aiutasse. Vivevamo in un monolocale al terzo piano e per il suo orgoglio Federica usciva di casa solo per andare a scuola. Odiavo mia madre. Davvero.

Salii correndo le scale. L'ascensore era troppo lento per i miei gusti. Arrivai al piano di Federica e notai che non c'era più nessuno in sala d'aspetto. Fermai un dottore e chiesi dov'era mia sorella. Mi accompagnarono da lei e io rimasi alla porta.

-Fede...- Mi avvicinai a lei e l'abbracciai piano, stando attenta ai tubicini infilati delle sue vene per via di aghi. -Ho una notizia fantastica. Sai chi verrà a trovarti nei prossimi giorni?- Le accarezzai i capelli ancora e sorrisi. -Ich will da nich' allein sein, lass uns gemeinsam in die Nacht. Vengono i Tokio Hotel. Li ho contattati e hanno deciso di venire qui, a Roma. Solo per te.-

Le sue labbra si distesero in un piccolo sorriso. Poi chiuse gli occhi stando sotto effetto di tranquillanti.

-Sabina, non voglio che la vedano.-

-Mamma, è il mio ultimo regalo per lei. Per favore, non ti intromettere.-

  
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