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Autore: Night Sins    17/08/2010    4 recensioni
La fine di una festa, di una festa in onore della promozione di Dumbledore a preside di Hogwarts, e un ballo. Pensieri, riflessioni sul passato e su quello che potrà o non potrà essere.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Minerva McGranitt
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Il tempo di un ballo
Fandom: Harry Potter
Personaggi: Albus Dumbledore, Minerva McGonagall (apparizione, più o meno, di Geller Grindewald)
Pairing: Albus/Minerva
Rating: G
Genere: angst, introspettivo
Avvertimenti: oneshot
Timeline pre-serie 
Spoiler oh, beh, dettagli sulla vita di Silente scoperti tra il settimo libro e le interviste della Rowling... niente di rilevante per la saga, comunque
Prompt: Albus Dumbledore/Minerva McGonagall, Il Bacco, Caravaggio per il Contest Artistico - Storie, coppie e colori, di MaBra e lilyblack, su EFP.
Interpretazione -personale- del dipinto: Non sono stata molto ad “analizzarlo” per trovare qualche significato nascosto, l’ho preso per quel che è: un “uomo” davanti ad un banchetto di frutta e vino che sta festeggiando a qualcosa. (Forse avrei potuto mettere proprio l’atto del brindisi, o di un passaggio di bicchieri, ma me lo son perso nella trama che s’è sviluppata per conto suo…)
Sembra sereno, ma non tanto lucido, e un po’ di malinconia traspare dalla sua espressione.

Betareader: nessie_sun  ♥
Conteggio Parole: 1060 (FDP)
Disclaimer: "Io scherzo... forse." (cit. A.Costa) // I personaggi non sono miei, ma degli autori e di chiunque ne abbia diritto; tanto meno sono utilizzati a fini di lucro, ma solo per mero piacere personale.
Note: mi ero quasi scordata di dover postare questa fic. XD Ma dovevo, è una delle cose più difficili che mi sia mai capitato di scrivere (dubito scriverò ancora di Minerva, anche se è una vita che ho un'AU/What if? in testa che la riguarda XD), ma tutto sommato ne sono contenta, perché nonostante la ship sono riuscita a mantenere Albus IC! *__* (Minerva credo anche, ma come mi hanno fatto notar le signorine giudicesse -?- ha un po' minor caratterizzazione... ma proprio meglio non son riuscita a fare XD)
Ah, sì, e son arrivata seconda a suddetto contest! Non lo avrei creduto! **


Fiumi di vino.
Frutta e dolci a volontà.
(Cibo in generale a volontà.)
In una villetta dallo stile rinascimentale.
Sola con Albus Dumbledore, il quale aveva indubbiamente bevuto troppo o non si spiegherebbe l'eccessiva vivacità. Veramente eccessiva, anche per uno come lui.
E come si era trovata in quella situazione, Minerva non era sicura di ricordarlo.
Il mago aveva deciso di festeggiare la sua nomina a preside di Hogwarts, anche se un anno dopo la data effettiva.
Non gli pareva giusto festeggiare subito dopo la scomparsa di Dippet, aveva detto.
C'erano anche i loro colleghi, all'inizio, poi piano piano erano andati a casa loro, mentre Minerva era rimasta lì; probabilmente aveva bevuto troppo anche lei.
E dire che all'inizio quasi non voleva andarci. La scuola sarebbe iniziata meno di una settimana dopo e lei aveva ancora così tante cose da sistemare e decidere che nemmeno la magia le sarebbe stata utile a sufficienza.
Ma dire di no ad Albus Dumbledore era quasi impossibile. C'era qualcosa in quegli occhi limpidi e chiari che spingeva a fidarsi di lui e a dargliele tutte vinte. Sempre.
Sul serio, Minerva McGonagall non riusciva a ricordare una sola volta in cui non avesse ceduto ai voleri di quell'eccentrico e saggio mago. Nonostante la propria età, si sentiva una scolaretta davanti a lui e ogni traccia di forza di volontà andava via con un sospiro rassegnato.
"E quindi, Minerva cara," stava dicendo il preside "dovresti essere meno rigida, non fa bene alla salute essere sempre così impettiti e austeri. Non vorrai finire come il Barone Sanguinario, vero?" domandò osservandola con un'aria che forse avrebbe voluto esser truce e ragguardevole, ma che i fumi dell'alcool rendevano solo vagamente comica e allucinata.
"Albus, ti ringrazio della preoccupazione, ma sul serio-"
'- non ce n'è bisogno', avrebbe voluto dire, se il mago non l'avesse interrotta prendendola per un braccio e tirandola in piedi, trascinandola quindi fino al centro della sala.
"Balliamo?" domandò Dumbledore e, come se le sue parole fossero state l'incantesimo, un valzer si spanse per tutto l'etere.
Minerva sorrise specchiandosi nei suoi occhi azzurri e abbassò il capo, vergognosa, lasciando che lui la guidasse. Conosceva quell'uomo da molti anni, era stato un suo insegnante prima ancora che suo collega e caro amico, ma ogni volta era come se non fosse passato molto tempo da quando era una quattordicenne con una cotta per il proprio professore.
Soprattutto ora che le era così vicino e avevano bevuto.
Mentre volteggiava tra le sue braccia riusciva quasi ad illudersi che quella era la normalità, che era una cosa quotidiana ritrovarsi così vicino, sentire il suo calore e il suo respiro sulla propria pelle e ridere alle battute sciocche che le mormorava all'orecchio.
Sì, ci si sarebbe potuta abituare con fin troppa facilità, forse già lo stava facendo, anche se sapeva che era solo per il tempo di un ballo.
"Ah, ti prego, basta, Albus," disse tra le risa quando si fermarono, "non credo che la stanza si sia messa a ruotare, quindi è meglio se mi fermi un po'", terminò; era instabile sulle gambe e quasi voleva aggiungere di non tenerla così stretta a sé, che non era salutare per lei, che mantenere le distanze era la cosa migliore anche a costo di diventare come il Barone Sanguinario.
Ma quella volta lui non le lesse nella mente, o non aveva voluto farlo, dato che continuava a sorreggerla mentre la guidava fino al divanetto.


Ridere.
Scherzare.
Festeggiare.
Era diventato il suo stile di vita.
Non più solo un piacere, ma una auto-imposizione; un modo per riuscire ad andare avanti senza venire schiacciato da tutti i pesi opprimenti che si portava dentro, perché nessuno doveva sapere cosa nascondeva dietro quegli occhiali a mezzaluna e il sorriso affabile. Nessuno poteva conoscere i segreti e le maledizioni che custodiva dentro di sé; se così non fosse stato, nessuno, nemmeno la dolce e cara Minerva, l'avrebbe guardato come faceva.
Chi avrebbe provato ammirazione per una persona come lui?
Chi avrebbe provato rispetto per una persona come lui?
Non si ammirava nemmeno lui, a stento riusciva a rispettarsi quel minimo sindacale per essere coerente con sé stesso e sopportare tutto il dolore e il Male che il Bene Superiore aveva diffuso attraverso lui, anche a lui.
Quindi doveva ridere e scherzare per non far capire agli altri che qualcosa non andava, per convincere sé stesso che era tutto come doveva essere.
Buffo come nemmeno l'alcool riuscisse a distoglierlo del tutto dalla propria coscienza, ma ballare lo rilassava in qualche modo - o forse era solo la musica, e seguirne l'armonia l'unica cosa possibile.
Apprezzava Minerva. Le piaceva seriamente e, magari, in un'altra vita avrebbe potuto perfino innamorarsi di lei. Sembrava essere tutto quello che lui non era riuscito ad essere; aveva una morale e un'etica invidiabile, riusciva a seguire i propri scopi con grande perseveranza e serietà. La invidiava e la adorava insieme senza chiedersi come fosse possibile provare per una persona due sentimenti così discostanti.
"Grazie", mormorò la strega dopo che si furono seduti.
Albus sorrise, sarebbe stato inutile e controproducente dirle di non farlo, che non meritava i suoi ringraziamenti. Avrebbe dovuto spiegarle troppe cose, o più probabilmente sarebbe finito a mentirle.

"E questo è Albus Dumbledore, il famoso Griffyndor. Che coraggio, signori e signore, che coraggio! Notate che autentico esempio di impavido mago ci troviamo di fronte; perfino il grande Godric tremerebbe al suo confronto!"

Una voce fin troppo conosciuta lo stava prendendo in giro, decisa a non lasciargli dimenticare del comportamento codardo che stava tenendo oramai da più di trent'anni.
"Qualcosa non va?"
La voce preoccupata di Minerva riuscì a scacciare quella del suo spettro personale, le sorrise grato della momentanea tregua che gli aveva concesso.
"È tutto a posto", mentì, tacendo le parole che volevano sottolineare la nuova sconfitta dei suoi propositi.
"Bene, meno male", replicò lei, sorridendogli a sua volta e carezzandogli il volto.

{ In un'altra vita avrebbe potuto perfino innamorarsi di lei. }

{ Perché non in questa? }

È una donna.

{ E allora? Chi ha deciso che non posso innamorarmi di una donna? }

Tu?

{ Tu. Io. È il passato. }

Non è una cosa che puoi decidere di cancellare, con un colpo di bacchetta. Non è una cosa che scegli.

{ Voglio scegliere. }

Illuso. Volere non è potere, non per noi.

{ Cambierò le cose. }

Sei troppo vecchio per farlo.

{ Non importa. }

"Cosa hai detto?" domandò ancora la strega, confusa.
"Non importa", rispose scostandole una ciocca di capelli che era sfuggita dalla sua acconciatura e interrompendo con un bacio qualsiasi altra cosa volesse dire.
In testa gli martellava un'unica parola: bugiardo, in un marcato accento tedesco.



Risposte ai commenti, qui sotto.

@PinkMoonlightPrincess Grazie mille per i complimenti. Purtroppo, però, devo deluderti. Questa fic è nata solo perché la coppia mi è capitata nel contest. Non la disprezzo come ship, anzi, continuo ad apprezzarla molto, ma scriverne ancora... oh, no, mi spiace, è troppo complicato per me! XD Sulla palesità della coppia o sul fatto che Dumbledore non potrebbe stare con altri uomini... potremmo discuterne a lungo senza giungere a nulla di fatto, quindi restiamo così. ^^; Grazie, comunque. :)

@liliblack Oh. Di parte, tu? Naaaaaaaaah, perché avrei dovuto dire una cosa simile? Tsk, non mi sarebbe passato nemmeno per la mente. ù_ù
Grazie ancora mille per tutti i complimenti (di parte :P), però, dovrò dirti, come forse s'è notato, a me è venuto più facile scrivere di Dumbledore! xD (Perché nessuno lo chiama Albus? Abitudine, credo, e oramai il fatto che -almeno a me- a leggere "Albus" viene in mente il nuovo Potter jr. XD)
GRAZIE. Tua madre. :****

@Cruel Angel Grazie. :)
   
 
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