Perdonami
«Ne ho abbastanza! Questa casa è diventata peggio
di un cimitero!» Per fortuna erano tutti a caccia e nessuno mi poteva
sentire.
Non ne potevo più! Quell’imbecille di mio fratello aveva rovinato
questa famiglia.
Nessuno sorrideva più. Era scesa la depressione in questa famiglia.
Sarebbe stato meglio che lui non l’avesse
incontrata. A quest’ora la mia famiglia sarebbe ancora
unita.
Alice in quel momento mi lasciò sola. Dopo
aver avuto la visione del tuffo dalla scogliera di Bella, si era
precipitata a Forks, ignorando gli ordini di
Edward.
Se lo veniva a sapere…
Forse era meglio chiamarlo, Alice aveva detto
che non l'aveva vista riemergere. In questo modo lui sarebbe tornato da
noi e la nostra vita avrebbe ripreso il suo naturale corso come facevamo
dapprima che lui la incontrasse.
Ricordavo ancora i primi giorni, quando era sempre
scorbutico; non sapeva come comportarsi con lei e le aveva salvato la vita
senza capirne il motivo.
Era ovvio. Solo un uomo
poteva essere talmente superficiale da non accorgersi del cambiamento avvenuto
dentro di sé.
Quello stupido si era preso una stupida cotta
per lei. La amava. Come se
lui sapesse qualcosa dell’amore.
Forse aveva trovato la sua anima gemella o
forse un nuovo giocattolo, in fondo lei lo incuriosiva.
Non poteva leggerle nel pensiero e questo la
rendeva affascinante, a detta
sua.
Che razza di bellezza era? Io
ero mille volte meglio!
Credevo che la prima volta che ci incontrammo
sarebbe caduto ai miei piedi, invece era rimasto il solito ghiacciolo!
Per lui non esisteva una bellezza tale da farlo
capitolare. Invece
quella ragazza banale era riuscita a conquistarlo.
Neanche Tanya ci era riuscita. Anche lei era molto
bella, ma per lui non contava molto. Quei due si erano proprio trovati.
Soffrivano di manie di
vittimismo. E sensi di colpa che avrebbero fatto invidia
alla bontà del papa.
Era tempo di mettere fine a questo tormento.
Carlisle era sempre amareggiato. Diceva di aver
perso due figli, invece di uno.
Anche Esme la pensava così: lei amava Edward più
di tutti noi altri. Aveva sempre nutrito un affetto speciale per lui.
Come se fosse davvero suo figlio. Ora non faceva altro che singhiozzare.
Jasper era divorato letteralmente dai sensi di
colpa. Poteva fare concorrenza ad Edward. Sapeva di averlo distrutto, e di
questo se ne rammaricava.
Voleva andarsene, si sentiva deluso da se stesso.
Solo grazie all'intervento di Alice non aveva mollato tutti e tutto.
Emmett… lui non era più quello di un tempo. Il mio scimmione non faceva più battute, non
sorrideva più.
Era giunto il momento di far tornare Edward.
Era tempo che si comportava
da uomo e smetteva di far soffrire tutti. Persino me.
Anche a me mancava mio
fratello.
Composi il suo numero, sperando che
rispondesse. Ormai chiamava raramente per non far preoccupare tutti.
Come se bastasse ad alleviare il dolore che
permeava i nostri cuori di pietra.
«Rose, perché hai chiamato? È successo qualcosa?» la sua voce era spenta, meccanica, quella
di un morto.
Prima o poi sarebbe venuto saperlo, perciò...
«Si. Alice è a Forks, pensavo volessi saperlo»
dall’altro capo, silenzio. I vampiri non svenivano, vero?
«Le avevo detto di non tornare da lei! Perché l’ha
fatto?» ruggì. Almeno si era ripreso; adesso veniva la parte difficile.
«Alice ha avuto una visione: Bella si è lanciata
da una scogliera» passarono minuti, ma lui non rispose; il vuoto dall’altra
parte.
Un ultimo sforzo…
«È morta Edward, è finita» ora doveva
tornare! Le sue crisi se le poteva far passare con il tempo.
Troverà - in un futuro non molto lontano - una
vampira con cui passare il resto della sua eternità.
Sapeva che sarebbe morta prima o poi, perciò non
vedevo alcun senso logico nel suo allontanamento da tutti noi.
Non doveva punire anche noi!
La linea cadde. Aveva bisogno di un po’ di
tempo per metabolizzare la cosa; gli sarebbe passata.
Il cellulare squillò e richiamò la mia
attenzione: era Alice.
«Allora, novità?» ero un po’ più sollevata dopo la
telefonata ad Edward.
«Rose, devo parlare con Carlisle subito» perché
era così agitata?
Ormai era tutto passato.
«Non c’è. È a caccia, gli dirò che hai chiamato»
dissi con un po’ di allegria.
«Bene, appena torna»
«Ti farò richiamare» non capivo questa urgenza
improvvisa. Era morta, e i morti potevano aspettare.
«No, sarò in aereo. Senti, hai notizie di Edward?»
non capivo.
Non voleva che lo chiamassi?
«Si, certo! L’ho appena chiamato, informandolo
della morte di Bella» ammisi tranquilla.
«Perché? Come hai potuto, Rosalie?» adesso cosa
avevo fatto? Avevo detto la verità. Qualcuno doveva informarlo!
«Be’? È morta. Prima o poi lo avrebbe scoperto,
perciò ho fatto un favore a tutti. Adesso tornerà!» ribattei con voce
dura. Io avevo fatto il lavoro sporco e non si ringraziava il mio sforzo?
«Be’, entrambe le tue conclusioni sono sbagliate,
Rosalie, il che è un bel problema, non trovi?» non era morta?
Forse avrei dovuto aspettare che Alice
chiamasse.
«Allora è viva?» le chiesi con tono
perplesso.
«Sì. Sta benissimo» Ma, allora...
«Ma non avevi avuto una visione sul suo tuffo?»
«Mi sono sbagliata»
«Come ti sei sbagliata?» domandai
arrabbiata. Lei non
sbagliava mai!
«È una storia lunga» Già, lunga! Come glielo spiegavo a quel tonto
di Edward!?
«Allora hai sbagliato tu, non io!» Adesso la colpa era mia?
«Ma qui sei tu che ti sbagli, per questo ho chiamato» Non capisco.
«Se hai avuto quella visione…»
«Si, è esattamente ciò che ho visto» Mi ero
stancata. Era viva? Buon per lei!
«Mi dispiace, lo richiamerò. Non vorrà uccidersi,
spero? Sapeva che sarebbe morta prima o poi» sperai che non volesse andare dai Volturi. Cominciai ad aver paura.
«Troppo tardi, Rose. Il tuo rimorso vai a
sventolarlo di fronte a chi ancora ti crede» detto questo, riattaccò. Cosa avevo fatto?
Voleva morire e la colpa era solo mia. La amava davvero.
Era disposto a morire per non continuare questa
vita senza di lei.
Lui non avrebbe più fatto ritorno. Questo,
significava l’isolamento.
Quando aveva detto addio a Bella, l’aveva detto
anche a noi.
Perdonami, fratello.