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Autore: DarkElectra    13/10/2005    1 recensioni
…Ciò che sto per dire non è facile da credere, ed ancor meno da capire, ma se vorrete ascoltarmi, se vorrete aver fiducia, allora forse, alla fine, vedrete la bellezza in una storia estremamente triste…
La mia prima storia lunga non tradotta. La mia prima storia romantica. La mia prima prova su me stessa. Non garantisco il risultato, ma ho bisogno in ogni caso dei vostri pareri, negativi o positivi che siano. Non vi dirò niente adesso, saprete solo leggendo.
la storia è dedicata dalla prima all’ultima sillaba AI MIEI LETTORI, perchè se non ci fossero loro non avrebbe senso scrivere.^.^
Genere: Romantico, Commedia, Triste, Malinconico, Drammatico, Song-fic, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Svegliarsi

Svegliarsi

Giaccio accanto a te

                                                                                           Ascoltandoti respirare

La luce che scorre in te brucia dentro di me

(understanding – evanescence)

 

 

Non voleva svegliarsi.

Stava sognando, ed era per giunta un bel sogno, cosa che non le capitava …oh, da mesi ormai. Era un sogno che profumava di pergamena, aveva il sapore dolce del cioccolato e regalava il tepore morbido del muschio. Sorrise lievemente al ricordo, sospirando. Era decisamente un gran bel sogno…ma era un sogno. E se si fosse svegliata sarebbe svanito. Nelle sue narici sarebbe entrato prepotentemente l’odore forte del caffè nero, odiato ma indispensabile; i piedi nudi avrebbero poggiato sul marmo freddo e duro…e accanto a lei non ci sarebbe stato nessuno. Strinse più forte le palpebre, mugugnando qualcosa senza senso, e stringendosi di più al corpo steso nel letto con lei.

Ma…un momento. Corrugò le sopracciglia, tastando ciò che sentiva sotto le dita senza osare aprire gli occhi, mentre i suoi pensieri cercavano di uscire da quella palude che era la fase REM. Lei aveva sognato. Aveva sognato ciò che più desiderava avere al mondo, e che, come le era ormai chiaro, non avrebbe avuto mai se non appunto nei sogni. E quello della notte scorsa era stato un bel sogno. Molto vivido e realistico, ma solo un sogno.

…O no?

Non osava sperare, sapeva che una volta completamente lucida avrebbe realizzato di star stringendo un cuscino o qualcosa del genere, e che si sarebbe sentita un’emerita idiota illusa.

Sospirò pesantemente, meglio che affronti subito la realtà e basta…

Aprì gli occhi. Molto lentamente.

E allora morì e risorse.

Ciò a cui era stretta non era riempito di piume, ma di ossa e sangue, e di quest’ultimo poteva sentire lo scorrere che si condensava in un punto centrale, proprio sotto il suo orecchio… Il battito di un cuore.

Il battito del suo cuore.

Tum, tum, tum, colpi regolari, tranquilli, dannatamente reali.

Sollevò la testa quel tanto che bastava da posizionare un lieve bacio lì dove il battito era più forte, mentre un sorriso le esplodeva incontenibile sul volto.

Mai risveglio era stato così perfetto.

Si sollevò un altro po’, avvicinando il proprio viso a quello di lui, per contemplarne i lineamenti, e…Dio, quanto era bello. I capelli castani sparsi sul cuscino, stravolti dalla nottata; la bocca appena dischiusa, il respiro…oh, non avrebbe mai dimenticato quel suono…il respiro così pacato e lieve, coronamento dell’espressione di serenità perfetta sul suo viso. L’espressione con cui lo aveva conosciuto tempo addietro, ma che gli affanni degli ultimi tempi sembravano avergli strappato. Un momento dopo, realizzò che era per lei, per il suo amore, per ciò che era successo quella notte, che lui adesso dormiva così lieto; ed il suo cuore si riempì e traboccò di una gioia pura e forte, come non ne aveva mai provata prima.

Cercò di sollevarsi in posizione seduta, per accarezzargli i capelli, e forse lo avrebbe anche svegliato, ma c’era qualcosa che la teneva così saldamente ancorata al materasso...

Voltò la testa e solo allora notò il braccio di lui, stretto intorno al suo bacino, come per legarla a sé, per non lasciarla allontanare di un soffio.

E se quello era il suo volere, perché contraddirlo?

Lo baciò ancora una volta sulle labbra, poi riappoggiò la testa sul suo petto, lasciandosi cullare dal suono di quel cuore che adesso batteva per lei. Felice di una felicità indistruttibile…

...

……

 

Mi rincresce dire che questo non è l’inizio della storia che state per leggere.Se doveste chiedervi allora perché sia stato messo lì,non ho la facoltà di rispondervi.Forse è l’inizio di un’altra storia, raccontata da qualcun altro… Ma la storia che IO sto per narrarvi è estremamente triste. E per favore, non chiedetemi chi sia quell’“io”. Il mio nome non deve interessarvi, sono il Narratore, e nulla più. E in qualità di Narratore, è mio triste compito avvertirvi che in questa storia non ci saranno dolci sorprese al risveglio, né sogni di felicità realizzati all’improvviso, né suggestioni da fiaba… Perciò, se è questo ciò che cercate, abbandonate adesso il racconto. Ce ne sarà sicuramente un altro di vostro gradimento sullo scaffale accanto. Tuttavia, se vi piacciono le storie di ragazze caparbie e ragionevolmente piacevoli, di uomini troppo nobili per ammettere un amore, di lunghi

pomeriggi di pioggia, e di tragicomiche liti, allora restate. Riflettete bene, adesso…

Siete ancora qui?

Allora prestate attenzione, poiché ciò che sto per dire non è facile da credere, e ancor meno da capire, ma se vorrete ascoltarmi, se vorrete avere fiducia, allora forse, alla fine, vedrete la bellezza in questa storia estremamente triste.

E questa volta, si inizia da dove la conosco io.

 

 

  
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