Capitolo 9
«No,
no, no. Me lo sento,
sarà un disastro», sussurrai, nascosta dietro un
albero poco distante dal cancello in ferro battuto
dell’immensa villa dei Jonas Brothers.
Ale,
accanto a me, mi spinse, irritata. «La vuoi smettere di
essere così pessimista? Devi almeno provarci, fallo per
Nick!»
Possibile
che avesse sempre ragione?
«Ok», feci un respiro profondo. «Siamo
sempre in tempo a tornare indietro, sai?»
«Per
favore!», sbuffò e mi trascinò con
sé fino al cancello, al quale si appoggiò per
guardare all’interno.
«Hai intenzione di restare imbambolata lì per
molto? Tra un po’ fa notte, dai!», mi
gridò, indicandomi il pulsante con il quale citofonare.
Deglutii
e pigiai il pulsante, guardando nervosamente le due telecamere che
sovrastavano il cancello e la terza che avevo di fronte.
Calma, Ary, calma. Non
può succederti niente.
Ero fottutamente nervosa, non sarei riuscita a spiccicar parola di quel
passo!
«Chi
è?», rispose una voce di donna un po’
gracchiante, dall’altra parte del citofono.
Probabilmente mi stava guardando grazie a quella telecamera, ma io non
potevo vedere lei.
«Ehm…
salve, mi chiamo Arianna e sono un’amica di… di
Nick, Joe e Kevin.»
Ci
fu un attimo di silenzio e poi la voce gracchiante disse:
«Non ti conosco, vattene.»
«Signora,
signora la prego, aspetti!» Feci un respiro profondo,
riordinando le idee. «Lei non mi conosce, è vero,
ma le posso giurare che io conosco i suoi figli e
so…»
«Rob,
c’è una ragazza che si ostina a dire di conoscere
i miei piccoli», sentii dire dalla donna che doveva essere
proprio la madre dei Jonas; un’altra voce, da uomo, rispose:
«Vuoi che la mandi via?»
Non udii alcuna risposta e pensai: chi
tace acconsente…
Infatti, qualche minuto dopo, un omaccione dalla carnagione scura, alto
e muscoloso, una specie di armadio, quello che identificai come Rob,
uscì dalla porta e camminò a passo svelto sul
vialetto, poi uscì dal cancello prendendoci per le magliette
e dicendoci di andarcene o sarebbero stati guai grossi.
«Ehi,
metti giù le mani!», gridò Ale,
scalciando e dimenandosi, fino a quando non riuscì a toccare
il suolo con i piedi.
Si voltò verso il bodyguard, fulminandolo con lo sguardo, e
gli puntò un dito sul petto, con un’aria che
doveva sembrare minacciosa. Beh, io mi sarei spaventata, ma lui non
so…
«Senti
un po’, se siamo qui c’è un motivo e non
è carino mandarci via così! Vorremmo solo parlare
con i genitori dei Jonas e –»
«Non
è possibile», disse lui impassibile.
«Questo
lo dici tu!», gridò. «Noi sappiamo
tutto, che i Jonas non si sono ritirati, ma che sono
scomparsi!»
Rob, a quelle parole, si irrigidì e sperai che anche la
madre dei ragazzi avesse sentito tutto. La mia amica ci stava dando
dentro!
«E la mia amica», mi indicò,
«potrebbe sapere dove sono! Quindi, se potessimo entrare un
attimo solo per spiegarvi come stanno le cose… Non ti
preoccupare, non siamo né fans né giornaliste,
ok?! Siamo qui solo per aiutarvi! Giusto, Ary?» Io la fissai
sbalordita. «Giusto, ARY?!»
«Ah,
sì! Sì, sì!», annuii.
L’armadio
esitò ancora un po’, ma la voce gracchiante disse,
dal citofono: «Lasciale entrare, Rob.»
Lui
ci scrutò severamente e ci puntò le dita tozze
contro, assottigliando gli occhi: «Se è una presa
in giro la pagherete cara.»
Io deglutii, spaventata; Ale invece sollevò il naso
all’insù, fiera, e mi prese per mano trascinandomi
dentro l’enorme giardino di casa Jonas.
Appena
entrammo in casa ci guardammo intorno, sbalordite. Era immensa, quella
casa! Sembrava una reggia!
«Wow», squittì Ale. Io non ebbi la forza
di fiatare.
Poco
prima di entrare nell’ampio salotto, vidi un ragazzino,
appoggiato al corrimano delle scale che portavano al piano superiore,
che sbirciava nella nostra direzione senza farsi notare.
I nostri sguardi si incrociarono per un istante e mi dissi che non
poteva essere nessun altro a parte Frankie, il fratellino
più piccolo di Nick, Joe e Kevin.
Accennai un sorriso amaro, capendo perfettamente come si dovesse
sentire visto che anche io avevo passato mesi senza sapere nulla di mio
fratello. Lui distolse lo sguardo e si strinse nel suo stesso abbraccio.
«Accomodatevi»,
disse la donna, la madre dei Jonas, già seduta su una
poltrona di pelle bianca.
Sia
io che Ale annuimmo e ci mettemmo sedute vicine sul divano, strette per
farci forza a vicenda, mentre Rob stava alle nostre spalle, sulla
soglia del salotto, con le braccia incrociate e il viso corrucciato.
Metteva soggezione.
«Come
fate a sapere che sono scomparsi?», chiese grevemente.
Ale
mi tirò uno schiaffettino sul braccio, ad informarmi che ero
io che dovevo parlare. E non aveva tutti i torti, dopotutto…
ero io quella con i superpoteri!
«Io…
io li ho conosciuti, so dove sono», balbettai e alle mie
parole la donna si sporse in avanti, gli occhi sgranati.
«Dove!?
Dimmi dove sono!», gridò.
Chiusi
gli occhi, stringendo i denti. «In una… dimensione
parallela.»
Calò
un silenzio che mi fece rabbrividire dalla testa ai piedi, tanto che
non osai immediatamente aprire gli occhi.
Passarono diversi secondi, ma nulla mutò, fino a quando non
sentii uno strepitio di gabbiani e il tipico rumore delle onde che si
infrangevano sugli scogli.
Aprii di scatto di gli occhi, trovandomi seduta su uno scoglio, con le
gambe a penzoloni sopra il mare. Sgranai gli occhi, mentre la testa
iniziava a girarmi a causa dell’altezza, e poi, con cautela,
mi tirai indietro, in modo da essere completamente sulla terra ferma.
Poi, dopo essermi calmata un attimo, mi guardai intorno e poco lontano
da lì, su un precipizio a picco sul mare, nascosta dalla
vegetazione, scorsi la villa dei Jonas in cui avevo trascorso
settimane, nell’altra dimensione.
«Oh
no, mi sono catapultata qui un’altra volta!»,
sbraitai, alzandomi in piedi e portandomi le mani nei capelli.
«Ma porca miseria, non ho desiderato di scomparire! O forse
sì, ma… uffa!»
Sbuffai pesantemente, calciando un sassolino che rotolò
sullo scoglio e cadde giù, nel mare.
«Devo… devo tornare indietro, ho lasciato Ale
là da sola!»
Ora, ciò che mi preoccupava maggiormente era lei, che per la
prima volta mi aveva vista scomparire.
«EHI!
ARY!»
Mi
pietrificai sul posto, quando udii la voce di Joe chiamare il mio nome.
Mi voltai e, coprendomi gli occhi con un braccio per non venire
accecata dal sole del primo pomeriggio, lo vidi appoggiato al parapetto
della terrazza che dava proprio sugli scogli: aveva gli occhi e la
bocca spalancati, incredulo di vedermi lì.
Non feci in tempo a dire e/o a fare niente che con una corsetta
rientrò nella villa. Era andato ad avvisare qualcuno?
Sgranai
gli occhi, pensando a Nick, e mi portai le mani sulle tempie.
«Dai, dai, dai! Devo andarmene da qui!»
E per la prima volta ci riuscii a comando.
Mi
ritrovai immersa nell’acqua di una piscina, da quello che
potevo vedere. Salii in superficie e, scostandomi i capelli bagnati dal
viso, vidi Ale, la mamma dei Jonas e Rob sul bordo della piscina, con
gli occhi sgranati e delle facce che più sconvolte di
così non potevano essere.
«A-A-Ary,
s-s-stai bene?», mi chiese Ale, porgendomi timidamente una
mano.
«Sì,
più o meno», tossii, sputacchiando un
po’ d’acqua al sapore di cloro ed afferrando la
mano che mi aveva offerto.
Uscii fuori dalla vasca e mi strizzai i capelli e la maglietta,
fradici. Come aveva detti mio fratello, avevo ancora molto da imparare
sugli “atterraggi”!
«Che
cosa diamine è successo?», chiese la signora
Jonas, guardandomi.
«Ecco…
diciamo che sono andata nell’altra dimensione»,
spiegai, senza sollevare lo sguardo dal bordo della maglietta che stavo
ancora stringendo fra le mani.
«È…
è assurdo!», gridò e Ale
annuì. Da che parte stava?!
«Lo
so», sospirai. «Fin troppo bene, ma non
è stata una mia scelta avere questo potere.»
«Ed
è stata una scelta dei miei figli, finire in
un’altra dimensione?!»
«No,
assolutamente no. Per quanto riguarda l’andata non so niente,
non conosco il motivo per il quale si viene teletrasportati di
là… però so come farli tornare
indietro.»
«Tutto
questo è illogico», si portò le dita
sulle tempie, lasciandosi cadere su uno sdraio dietro di sé.
«Però ti ho anche vista sparire nel mio salotto e
ricomparire dopo alcuni minuti nella mia piscina… quindi, ci
crederò. Se questo serve a riavere i miei
figli…» Aveva gli occhi lucidi, preoccupata come
solo una mamma poteva essere.
Chissà se anche la mia aveva sofferto in quel modo, quando
io e Davide eravamo finiti nell’altra dimensione…
«Questo
basta», sorrisi.
***
«Beh,
non è
andata tanto male», mi sussurrò Ale.
«No»,
mugugnai, guardandomi intorno con circospezione.
Tutti, nel treno, mi lanciavano occhiate curiose: ero ancora bagnata
dopo il tuffo in piscina.
«Ma
quindi basta che qualcuno creda a questa cosa della dimensione
parallela e può tornare indietro?»
«Non
hai capito un cavolo, come al solito», sospirai.
«Io posso far tornare di qua Nick, Joe e Kevin, a patto che
qualcuno in questa dimensione sappia e creda alla dimensione parallela.
Ora che loro madre ci crede, dovrei riuscirci.»
«E
se avessi provato a portarli di qua senza che loro madre ci
credesse?», chiese, incuriosita.
Io
chiusi gli occhi, portando lo sguardo fuori dal finestrino.
«Li avrei persi.»
Per sempre.
***
«Nick,
Nick,
Nick!», gridò Joe, il fiato corto dopo aver fatto
un’intera scalinata di corsa.
«Che
hai?», gli chiese annoiato, senza distogliere lo sguardo
dalla tv, stravaccato sul divano.
«Io…
Sullo scoglio… Ary!»
A
quel nome Nick si voltò di scatto e Joe gli
indicò di seguirlo.
Salirono di corsa nella camera del mezzano e si sporsero sulla terrazza
che dava sugli scogli.
«Allora?»,
chiese Nick, con un leggero fiatone.
«Dov’è? Io non vedo nessuno!»
«Era…
era là, te lo posso giurare!», gridò,
indicando uno scoglio un po’ più in basso.
«Non so dove sia finita!»
«Non
importa», biascicò e rientrò dentro.
«Fratello…»
Nick, richiamato, si voltò verso di lui.
«Mi dispiace.»
«Anche
a me, anche a me.»
«Dove
vai?», gli domandò ancora Joe.
«A
preparami: ho un appuntamento con Charlotte», rispose con una
smorfia sul viso e si sbattè la porta alle spalle.
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Ciao
a tutti! :)
È passata un’infinità dal mio ultimo
aggiornamento o.o Un po' per la mia pigrizia, un po' per le vacanze...
Insomma, spero mi perdoniate ;) E che perdoniate anche la
“cortezza” di questo capitolo xD Beh, quello che
conta è che vi sia piaciuto *-*
Ho una bella notizia da darvi. Durante questo periodo in cui sono
sparita non ho pettinato le bambole, bensì ho scritto dei
capitoli di questa storia! :D Quindi, essendo già pronti, ci
metterò poco a postare. Siete felici? *-* Però,
si da il caso che sia in vacanza e quindi fino a inizio settembre non
so se avrò di nuovo internet -.- Beh, sicuramente a
settembre avrete un nuovo capitolo! ;)
Bene, detto questo, non mi resta che ringraziare chi, diligentemente,
ha lasciato una recensione allo scorso capitolo:
miusic__dreamer
: Ciao! Mi fa davvero piacere che questa storia ti piaccia tanto da
aspettare ogni morte di papa xD Inseparable era davvero perfetta per
quelle due e piace molto anche a me! :) Spero che questo capitolo sia
stato di tuo gradimento! Grazie, alla
prossima, baci! *-*
nes95
: No, non è morta la rossa xD Mi dispiace ahahah xDD Il mio
fratellino *-* Nick in questo capitolo è tornato, spero ti
sia piaciuto! Grazie e alla prossima! :)
Grazie
mille anche a chi ha letto
soltanto! :)
Alla prossima! Vostra,
_Pulse_