LUCKYgirl♥
Credo di non
essere mai stata quel tipo di ragazza
che vuole attirare l'attenzione... eppure avevo come l'impressione che
oggi mi
avrebbero fissato tutti.
Apro l'ombrello e mi avvio verso la scuola.
Se non altro mi posso definire fortunata visto che
a causa della pioggia nessuno mi noterà.
La cerata gialla mi sembra molto più chiara del
solito, quasi come se volesse lampeggiare.
I miei stivaletti neri sono tutti zuppi mentre le
auto sfrecciano per la strada.
Mi nascondo di più sotto l'ombrello e tiro su il
cappuccio della mia felpa lasciando fuori solo qualche ciocca corvina.
Odiavo la mia nuova casa e il lungo tragitto per
andare a scuola: l'idea di traslocare in campagna di certo non era
stata mia!
Di solito lungo la strada ascoltavo un po' di
musica, ma oggi non mi andava.
L'ombrello mi blocca la visuale perciò fisso lo
sguardo sui miei piedi.
Adesso era tutto molto più nitido e riuscivo a
distinguere perfettamente le gocce di pioggia che si infrangevano nelle
pozzanghere, le macchie sui miei stivaletti neri e anche le loro forme:
ce
n'era una a forma di cuore proprio sopra l'alluce. Certo avere messo
gli
occhiali era stato un bene ma ancora non riuscivo a metterli se non con
ribrezzo.
Mi concentro sui miei passi e incomincio a
contarli...
duecentosessantatre passi dopo alzo l'ombrello per
vedere quanto manca ad arrivare a scuola.
A pochi metri si ergeva quella struttura che si
ostinavano a chiamarla “scuola” ma che di
scolastico aveva ben poco se non per
i muri imbrattati di graffiti e scritte.
All'apparenza sembra che non ci sia nessuno
fuori... forse quella era veramente la mia giornata fortunata.
Incomincio a correre per arrivare il più presto
possibile al portone.
Mi accorgo della presenza di qualcuno alle mie
spalle ma non faccio in tempo a capire chi è: se la mia
vista era migliorata,il
mio precario equilibrio era rimasto sempre lo stesso!
Mi ritrovo a terra con le mani sporche di fango e
gli occhiali persi chissà dove.
Potrei lasciarli là e scappare ma non potevo visto
che oggi ci sarebbe stato il compito di Matematica e io ne
avevo bisogno.
Mi metto alla ricerca degli occhiali quando
qualcuno me li porge: non riesco a metterlo a fuoco ma sembrava un
ragazzo, poco
più grande di me, forse del quinto anno.
"Gr-grazie" balbetto e rimetto gli
occhiali al suo posto.
"Di niente Hinata" riconosco quella voce
ma alzo lo sguardo per verificare.
"N-Naruto"
No di certo quella non era proprio la mia giornata
ideale!
Tiro su ancora di più il cappuccio fino a
ricoprirmi gli occhi, prendo l'ombrello e scappo via.
Non mi sono ancora presentata? Hyuga Hinata, studentessa
liceale, 17 anni e totalmente cotta di Naruto Uzumaki.
Finalmente entro in classe e mi sento addosso lo
sguardo di ventiquattro studenti.
A testa bassa raggiungo il mio banco. Sento la
testa ribollire, il sangue pizzicare negli zigomi e le gambe vacillare
ma per
fortuna sono in classe, i miei compagni raramente si accorgono di me,
perciò
per un po' sarei rimasta tranquilla.
Pensando questo non mi accorgevo che tra gli
appunti di latino scrivevo un nome, e lo ripetevo all'infinito: Naruto..
13:00
Ora di Pranzo
A causa
dell'umidità i miei capelli si sono
annodati, ma almeno per quello c'era un rimedio.
Mi sono fatta prestare il cappello da Shino, mio
compagno di classe con cui andavo d'accordo.
Shino era sempre di poche parole perciò mi trovavo
bene con lui.
il cappello si intonava perfettamente con la mia
felpa lilla...i miei occhiali neri invece no.
La cosa peggiore di tutti volete sapere qual è?
A Naruto non piacciono le ragazze con gli occhiali.
E' per questo motivo che li odio così tanto.
Mi siedo nelle scale. Do qualche morso al panino ma
non ho fame.
"ehi Hinata tutto bene?"
Per poco non mi strozzo con il cibo.
Si era seduto accanto a me e mi guardava con aria
interrogativa.
"oh Naruto..io..si certo"
balbetto come una povera demente ma è questo l'effetto
che mi fa...da sempre.
"Vedo che hai messo gli occhiali"
Bingo!
"umh..si"
la nostra conversazione è interrotta dal gorgoglio
della sua pancia: deve proprio avere fame.
Si gratta la testa imbarazzato.
Fisso il panino che avevo lasciato a metà e glielo
offro con mani tremanti: almeno questo potrebbe sistemare le cose.
"A me? " Annuisco, sembrava un gesto
normale che non lasciava trapelare nessuna emozione.
"E tu? " faccio spallucce, anche quello
andava bene.
"Grazie mille Hina-chan"
Mentre addentava il panino mi limitai a fissarlo
senza farmi accorgere: era molto più bello visto con gli
occhiali e il suo viso
non mostrava la ben che minima impurità, era perfetto, lui
era perfetto.
D'un tratto smette di mangiare e si gira a
guardarmi: l'espressione tra il pensieroso e il divertito.
Mi stringo ancora di più il cappello di lana sulla
testa, completamente rossa in volto.
"Hinata posso fare una cosa? "
Il cuore incomincia a martellarmi nel petto e credo
di trattenere il respiro.
Hinata
stai calma non c’è bisogno di agitarsi
Mi
concentro sull'azione di
inspirazione-espirazione e poi mi concedo di rispondergli.
"C-cosa?"
Allunga le mani in direzione del mio viso e piano
toglie gli occhiali.
All'improvviso la stupenda figura che avevo davanti
si annebbia.
Strizzo gli occhi per riuscire a vedere meglio.
"Perchè non metti gli occhiali solo per
studiare?"
"Perchè poi non ci vedo... non riesco a vedere
te"
Non so come ma quella frase che poteva sembrare
banale per me era carica di significato.
La mia mente ancora prima di aver formulato la
risposta aveva ordinato al sangue di ricomparire sotto le mie guance.
Cosa stavo combinando? Ormai il danno era fatto e
non potevo certo tirarmi indietro: avrei dovuto tenere gli occhiali e
di
conseguenza non avere più possibilità con Naruto.
Mentre ragionavo sul mio triste futuro due mani
cingono la mia testa e mi avvicinano a quella sua.
Le nostre fronti si scontrano e ci ritroviamo
faccia a faccia.
"E adesso così?"
Da vicino i suoi occhi sembravano ancora più
azzurri e il suo profumo dolce mi stordiva.
Avvicina le mie labbra alle sue, e fu come se quel
giorno di pioggia non fosse mai esistito.
C'era il sole e splendeva da ogni angolazione.
Quando si staccò mi guardò per un secondo
"sai che gli occhiali non ti stanno poi così
male? "
Me li rimise sul naso e continuammo a baciarci, dimenticandomi
di riaprire gli occhi.
Credo di non essere mai stata quel tipo di ragazza
che si ritiene essere fortunata...
Ma quel giorno sembrava proprio che la fortuna
fosse dalla mia parte.
E poi come dice il detto l’Amore
è cieco
Spero che sia di vostro
gradimento.Alla prossima storia...
dreem