· To be
something to someone. ·
« Forse tutti voi lo
considererete uno scherzo
Se dico che mi
odio,
Ma ora e in futuro
Quando guardo nello
specchio
Tutto ciò che vedo è un
grande sbaglio.
E non è ciò che vedresti tu?
Beh, io voglio solo
essere divertente,
Voglio essere l'unico
A farti sorridere.
Beh, voglio solo credere
Che potrei essere qualcosa per qualcuno.
Sono l'unico qui
Che
non ha intenzione di vivere nella paura?
Beh, spero che qualcuno
mi chiamerà
E mi dirà che questa
notte è finita,
Perché voglio iniziare a vivere
la mia vita
Prima che io diventi sempre più vecchio. »
{The
ark, Tell me this night is over}
· 1 ·
~ Presa di coscienza. ~
Vorrei fare mio il suo calore.
Il
luccichio del sole sulle onde è così bello. Mi ricorda Water 7. Quel luogo apparentemente
tranquillo che una volta era la mia casa. Col proseguire degli eventi, la mia
testardaggine non è mai svanita. Mi ha sempre reso un tipo super, ma allo
stesso tempo essa ha fatto sì che io perdessi tutto ciò che era importante per
me.
Tom-san, perché sono condannato a
quest’esistenza? I miei compagni sono, certo, insostituibili. Li adoro. Mi
fanno sorridere. Ho costruito loro una nave a Don,
proprio come mi insegnasti tu, ed ho
inseguito il mio sogno su suggerimento di Bakaburg…
Ma ho l’impressione che mi manchi ancora qualcosa. Sto bene con loro questo è
sicuro, ma…
“Qualcosa non va, Cyborg-san?”.
Una voce alle spalle di Franky lo fece sobbalzare. I
suoi occhi, fissi sulle onde, si spostarono automaticamente alla sua destra,
dove a quasi due metri da lui stava Robin, i capelli corvini che sventolavano
leggermente al soffiare di un venticello di scirocco, i suoi occhi del colore
del mare che lo fissavano curiosi. Le guance del cyborg si colorarono
leggermente di rosa.
“Tu… Tutto a
meraviglia, Robin”, rispose lui in maniera un po’ goffa, cosa che fece ridere
di gusto l’archeologa. Franky si irritò leggermente
per il comportamento di lei. “Cosa c’è!?”, domandò diventando più rosso.
Robin rise più forte, seppur sempre con
molta compostezza. “Nulla, Cyborg-san. Cosa dovrebbe
esserci?” disse calma, dirigendosi lentamente verso la sua sdraio, sulla quale
stava poggiato uno dei suoi libri. Si sedette e tornò alla lettura che aveva
interrotto poco prima. Ultimamente Franky era sempre
pensieroso. Della sua distrazione l’archeologa si era accorta eccome, ma del
tassello mancante no.
Franky
tornò a ispezionare le onde luccicanti, mentre con un profondo sospiro
riprendeva il suo normale colorito.
Questa
storia va avanti da settimane ormai… Ogni volta che
quella donna si avvicina a me, mi si inceppano gli ingranaggi. In quei momenti
– assai frequenti, devo dire – consumo più cola del previsto. Ha davvero un
brutto effetto su di me. Ammetto che sia attraente, ma questo è troppo!
Sottomettermi alla bellezza di una donna è contro il mio essere super… Ma a pensarci bene è questo che mi affligge di più.
Ogni volta che mi è davanti, ho l’impulso di abbracciarla. Mi fermo a stento.
Non capisco cosa io voglia. Voglio una figura femminile al mio fianco, oppure… voglio lei?
Il sole era calato un po’ rispetto a poco
prima. Franky si riscosse per un attimo da quei
ragionamenti assurdi e con la coda dell’occhio sbirciò alle sue spalle. Il
riflesso dei raggi color arancio faceva sembrare l’archeologa ancora più bella.
Il cyborg deglutì, tornando lentamente e senza farsi notare a fissare
l’orizzonte.
Con
la gatta ladra non mi sento così impotente… E’ solo
Nico Robin a farmi quest’effetto. E questo significa solo una cosa…
Ma
nonostante abbia le idee chiare, resta il fatto che io sia per metà cyborg… Non esiste donna al mondo che voglia abbracciare un
ammasso d’acciaio. L’acciaio è freddo…
Del tepore sulla sua grande mano lo indusse
di nuovo a distogliere lo sguardo dalle onde. L’esule mano di Robin stava su
quella di Franky. “Cosa…?”
tentò di domandare lui, stupito dal gesto della mora.
Robin lo guardò con un sopracciglio
inarcato. “Non hai sentito? Sanji ci sta chiamando
per la cena”, lo avvisò con una voce tranquilla e dolce.
Franky
sbarrò gli occhi e tornò di nuovo imbarazzato. “Ah… V… Vai! Io… Arrivo subito”.
Il sorriso di lei si allargò. “Va bene”,
disse e successivamente si allontanò, rendendo nullo il contatto tra le loro
mani. Franky allungò la sua mano verso di lei come
per raggiungerla, e intanto la guardò incantato dirigersi con passo sinuoso
verso la sala da pranzo.
Il
calore che emana, lo vorrei fare mio. Mi sarebbe piaciuto che le nostre mani fossero
rimaste l’una nell’altra, senza mai più separarsi.
To be continued…
Angolino dell’autrice
Buon
pomeriggio a tutti. La sottoscritta ha deciso di riapparire, seppure senza aver
concluso fan fiction vecchie (tra cui una che va avanti ormai da due anni), ma
sorvoliamo. Ebbene sì, le mie sadiche mani hanno deciso che era ora di tornare
a scrivere… E niente di meno sul pairing
Robin X Franky. In tutto ciò, ho avuto una piccola
discussione con una persona, che diceva che Franky è
solo un cyborg… Franky può
amare e lo dimostreremo! Chi è con me? Okay, finiamola qui che non mi pare il
caso di prenderla così sul serio.
Vorrei
dire due paroline ai lettori delle vecchie fic, se
mai si troveranno a passare di qui. Non abbandonerò le mie pargole. E’ solo che
al momento sono fuori forma e non ho ispirazione.
Detto
questo, vi lascio ai vostri affarucci (mi mancava
questa frase). Lasciate un commentino, un segno di vita, qualsiasi cosa, cosicché
io sappia quanto fuori di testa sia stata l’idea di scrivere questa Franky X Robin. Un bacio. A presto!