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Autore: Maggie_Lullaby    18/08/2010    10 recensioni
- Ti sei mai chiesto quanto sia bella la luna, Nick? - domandò Maggie, gli occhi verdi rivolti verso il cielo. - Io, oramai, la guardo tutte le sere, ed è incredibile le cose che possono succedere semplicemente guardandola.
Fra lacrime, litigi, ritorni e relazioni sul filo di un rasoio l'unica cosa che può resistere, forse, è l'amore.
Sequel di Brothers and Sisters
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Kevin Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Brothers&Sisters'
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Epilogo.


Un'affascinante ventinovenne si legò i capelli lunghi e biondi in una coda ordinata, sbattendo gli occhi color ambra mentre lanciava un'occhiata all'orologio a muro posto nella spaziosa cucina. Sarebbero arrivati a minuti e lei doveva ancora vestirsi.

Sbuffò e spense il fuoco sotto le verdure che bollivano, poi aprì il forno e controllò se la carne stesse cuocendo bene; ancora qualche minuto e avrebbe potuto spegnerlo.

Si diresse a passi veloci verso la propria camera da letto, aprendo il grosso armadio di sua proprietà, quello di suo marito era un altro, i vestiti di entrambi non ci stavano in uno solo.

- Amore? - la chiamò la voce di Kevin Jonas da sotto la doccia, l'acqua che la copriva.

- Mi sto vestendo, stanno arrivando – rispose Maryl, guardando tra i tanti vestiti che invadevano il suo guardaroba, indecisa tra quale mettere. - Ti prego, guarda tu Jeremy, mi devo vestire.

Il trentenne annuì e uscì dalla doccia, avvolgendosi in un accappatoio e andando nella camera del figlio di quattro anni, assicurandosi che non combinasse una delle sue malefatte mentre la madre si vestiva.

Maryl stava affrontando una scelta epocale: il vestito rosso con lo spacco o quello verde con la scollatura? Optò per quello verde e lo indossò in fretta, calzando anche un paio si scarpe col tacco nonostante sarebbero rimasti a casa.

- Kev, amore, vai a vestirti tu, siamo in ritardo – gli disse la donna, affacciandosi nella camera di Jeremy, senza prima sorridere alla vista del marito che teneva in braccio un bambino biondo, riccio, dai profondi occhi verdi, come quelli del padre.

- Mamma! - strillò felice il bambino, agitandosi tra le braccia di Kevin.

Il cantante si alzò, con Jeremy in braccio, e lo consegnò tra le mani trepidanti di Maryl, che lo avvolse in un abbraccio protettivo e dolce. Il loro unico bambino. Quando era nato c'erano state delle complicanze, e i dottori avevano riferito alla giovane coppia di sposi che sarebbe stato meglio se non avessero avuto altri figli, in futuro, per evitare di mettere in pericolo la vita sia di Maryl che del nascituro. Nonostante la notizia li avesse sconvolti, all'inizio, si erano ripresi, pronti a dedicarsi nelle loro attività di genitori per il loro piccolo, al settimo cielo per quel miracolo.

Kevin e Maryl si scambiarono un bacio a fior di labbra, poi lui le strizzò l'occhio e si andò a cambiare in fretta.

La bionda, sempre tenendo Jeremy in braccio, andò in cucina, spegnendo il forno e lasciando però la carne al suo interno, per non farla raffreddare nell'attesa che gli ospiti arrivassero.

- C'è la carne questa sera, Jay. – disse Maryl al figlio, posandolo a terra.

- Buona! - esultò il bambino, correndo con le sue piccole gambe fuori dalla cucina e andandosi a sedere sul divano, con qualche difficoltà a salirci.

La giovane donna osservò la scena con un sorriso, ma era già pronta a scattare nel caso fosse caduto. Forse era troppo apprensiva, se lo diceva lei stessa, ma non riusciva ad evitarlo, non con la sua unica creatura.

Le braccia muscolose di Kevin le avvolsero la vita di sorpresa, poi le sue labbra morbide si posarono sulla sua guancia.

- Tutto bene, mamma Jonas?

Nonostante fosse sposata con Kevin da sei anni e madre da quattro sentirsi chiamare così la faceva sempre rabbrividire. Di gioia.

- Ovviamente, papà Jonas – sorrise, voltandosi e stringendo le braccia intorno al suo collo in un dolce abbraccio. - Tu?

- Benissimo, come sempre – rispose Kevin, prendendole il viso con le mani e baciandola con delicatezza.

Maryl sospirò felice e si lasciò coccolare, socchiudendo gli occhi. In effetti, forse, era un po' stanca, la sera prima aveva lavorato fino a tarda notte per un progetto che doveva assolutamente consegnare il prima possibile, e Jeremy si era stranamente svegliato presto, lasciandole poche ore di sonno.

Kevin parve capirlo, perchè le sussurrò nell'orecchio che non appena sarebbero andati via gli ospiti avrebbe pensato lui a sistemare a casa, lasciandola andare a dormire.

Lei lo ringraziò con un bacio.

Il campanello suonò pochi attimi dopo, facendo separare dal loro abbraccio la coppia e sorridere d'emozione Jeremy, che scese in fretta dal divano e accorse verso la porta sgambettando.

- Zio! Zia! - gridò, indipendentemente da quale zio e zia fosse arrivato.

Kevin sorrise, scuotendo il capo divertito mentre ascoltava il figlio che si metteva a cantare in mezzo al salotto per la gioia. Nonostante l'età, aveva già una bella voce; Nicholas continuava a dire che Broadway lo stava aspettando.

Andò ad aprire la porta, dopo aver controllato dallo spioncino chi fosse arrivato.

- Buonasera famiglia! - esclamò Joe, a mo' di saluto, non appena la porta fu aperta. Abbracciò di slancio il fratello e si catapultò a salutare la cognata.

- Zio! - strillò Jeremy, interrompendo la sua canzone, lanciandosi verso Joe per farsi prendere in braccio ed abbracciare.

- Eccolo, il mio nipotino preferito! - disse il ventottenne, baciandolo su una guancia.

- Sarà che è l'unico – sorrise Lexi, scuotendo la lunga chioma rossa con aria divertita. - Ciao Kevin. - disse, abbracciandolo.

- Ciao – ricambiò il trentenne, osservandola con circospezione e attenzione, inarcando un sopracciglio. - Wow, Lexi, sei... enorme.

Non la vedeva da due settimane ma le sembrava essere diventata ancora più grossa.

La venticinquenne sorrise raggiante, appoggiando una mano sul ventre gonfio.

- Il mio piccolo combattente – disse, accarezzandosi lo stomaco.

- Lexi – disse la sorella maggiore, guardando la sua sorellina che, ormai, era in procinto anche lei di diventare madre e la strinse in un tenero abbraccio.

- Ciao – disse la rossa, allegra. - Come stai?

- Alla grande – rispose la bionda. - Tu? Tutto bene? E il piccolo?

- Benissimo entrambi, oggi siamo andati a fare l'ecografia. Joe era tutto trepidante! - la ragazza scoccò un'occhiata al marito, che alzò le mani in segno di resa.

- È un mio diritto come futuro padre assicurarsi che vada tutto bene – si difese, allegramente.

- È pure un mio diritto, come madre, ma io non chiedo continuamente all'ecografista se va tutto bene, se c'è qualche problema, se ci dovrebbe essere qualche complicanza, fino a farle venire una crisi isterica – gli ricordò Lexi, con una punta di acidità.

Vedendo che Joe stava per ribattere Kevin fece un segno con la mano, come per zittirlo.

- Joe, aspetta che arrivino Nick e Maggie prima di iniziare ad elencare i tuoi diritti e i tuoi doveri – lo pregò, quasi con una supplica, perfettamente conscio che con altre due persone nella stanza gli sarebbe stato più semplice svignarsela con una scusa stupida.

- Ah, i nostri ritardatari – sospirò Joe, passando un braccio intorno alle spalle della moglie. - Sono stati via due settimane, potrebbero almeno essere puntuali.

- Joe – esalò Maryl, - Lexi e te dovete attraversare la strada per venire qui, loro devono prendere la macchina.

- Ma sono dettagli – sbuffò il ventottenne. - Avete visto Seventeen di questo mese? Dato che hanno visto Nick e Maggie nella stessa via in cui c'è uno studio medico pensano che Nicholas sia stato male. Sono così a scarso di notizie?

- Su di noi sicuramente – fece Kevin, prendendo Jeremy per mano e andandosi a sedere sull'ampio divano del salotto. - A quanto pare le nostre vite sentimentali sono troppo normali che devono per forza inserirci un dramma.

- Adesso che il bambino sta per nascere immagino che rimarcheranno tantissimo su questo – borbottò Lexi, imitando Kevin, camminando ondulata e lasciandosi cadere tra i cuscini, con un sospiro di sollievo dopo aver fatto una smorfia di dolore.

- Tutto bene? - chiese, apprensivo, Joe, avvicinandosi immediatamente a lei e accarezzando il ventre.

- Sì, sì – rispose la venticinquenne, con un sorrisetto, - è soltanto faticoso fare anche pochi passi, ormai.

- Quanto manca? - si informò Kevin, preoccupato quanto il fratello.

- Tre settimane – fece, orgogliosa, la futura mamma, tamburellando le dita.

Maryl le sorrise, felice, sarebbe diventata zia tra sole tre settimane.

- Sei felice, Jay, di avere un cuginetto? - domandò al figlio, passandosi una mano tra i capelli.

- Sì! - fece il piccolo, tutto entusiasta, annuendo con il capo con forza.

Joe guardò la scena sorridendo, gli sembrava impossibile che fra poco tempo sarebbe diventato papà. Gli suonava strano anche soltanto pensarlo: papà Joe. Era una strana sensazione, una strana, bellissima, sensazione.

Incrociò le dita con quelle di Lexi e si scambiarono un'occhiata adorante, stracolma d'amore; interruppero il contatto soltanto quando sentirono il campanello suonare.

- Vado io – propose Maryl, alzandosi, lasciando Jeremy sul divano seduto accanto a Kevin.

- Sì? - fece, alla porta.

- Noi – dissero insieme le voci di Maggie e Nick.

La bionda aprì la porta, e vide di fronte a sé sua sorella minore e suo cognato, mano nella mano.

- Ciao! - salutò Maggie, staccandosi dal marito per abbracciare forte la sorella. Non si vedevano da due settimane, e le era mancata tanto, aveva tante cose da dirle, da raccontarle.

Maryl la strinse forte, dondolandosi insieme sui piedi, poi quando si separarono baciò Nick sulle guance.

- Come stai? - gli chiese, guardandolo.

- Benissimo, grazie. Tu? - fece il venticinquenne, ricambiando il saluto.

- Bene – sorrise la bionda. - Gli altri sono in salotto.

Nick e Maggie tornarono a tenersi per mano, le fedi che brillavano ai loro anulari. Erano sposati da due anni, eppure, come per quando la chiamavano “mamma” o “signora Jonas”, a Maryl faceva una strana impressione vederle. La sua piccola Maggie era una signora.

Le lanciò un'occhiata indagatrice. Sbagliava o era più tonda? Le pareva strano che in sole due settimane avesse preso così tanti chili da poter essere ingrassata in quel modo. Inclinò il capo, come per osservarla meglio: era sempre bellissima nel suo abito porpora, sempre raggiante, eppure sembrava in qualche modo diversa.

Scosse il capo, probabilmente era l'abito che l'arrotondava un po'.

- Ciao – disse Nick, salutando il resto della famiglia una volta arrivati in salotto.

- Zio, zia! - strillò Jeremy di gioia, correndo ad abbracciare sia Maggie che Nicholas.

- Il mio campione! - esclamò il cantante, prendendolo in braccio una volta separata la propria mano da quella di Maggie. - Come ti senti?

- Bene! - rispose Jeremy, poi abbassò la voce e avvicinò la bocca a un orecchio di Nick - Zio, ho deciso che voglio scrivere una canzone per mamma e papà, mi aiuti?

Nick sorrise a annuì.

- Quando vuoi – gli assicurò, sempre a bassa voce, sorridendo per la dolcezza di quel bambino.

Jay ritornò a terra e andò ad abbracciare Maggie, che si era abbassata per abbracciarlo.

- Il mio piccolo Jeremy – sussurrò quasi commossa, sentendo le manine calde del nipote appoggiate sulla sua schiena.

- Mi sei mancata, zia – mormorò lui, con tono dolce.

- Pure tu, tesoro, pure tu – gli assicurò, dandogli poi un bacio su una guancia e rimettendosi in piedi.

Lexi fece cenno alla sorella di avvicinarsi, troppo stanca anche solo per alzarsi, aveva l'impressione che il bambino sarebbe nato prima delle tre settimane stabilite.

- Come stai? - le chiese la mora, preoccupata di non vederla vitale come al solito.

Lexi le fece cenno di stare tranquilla.

- Sono solo stanca – spiegò, - questo piccolo brontolone non fa altro che scalciare.

Nonostante la stanchezza che riusciva a percepire negli occhi verdi della gemella Maggie riconobbe anche un altro sentimento: la felicità. Felicità smisurata.

- Sbaglio o anche tu sei stanca? - chiese la rossa, mentre Maggie salutava gli altri e lei abbracciava Nick.

La mora cercò l'abbraccio di Nick e rispose solo quando lo trovò.

- È il fuso orario – spiegò, con uno sbadiglio. - Non mi sono ancora abituata.

- Il nostro volo è stato rimandato – disse Nicholas, trovando uno spazio libero su un secondo divano e guidando la moglie a sedersi accanto a lui, - e siamo tornati oggi. Siamo un po' stanchi.

- Oh, ma avremmo spostato la cena se ce l'aveste detto! - disse Maryl.

- Non importa, solo non ci tratterremo troppo a lungo – fece Maggie, stringendosi tra le braccia di Nick. Il venticinquenne l'accolse con dolcezza, accarezzandole i capelli.

Joe e Kevin annuirono, osservando la scena.

- Volete aspettare ancora un po' a mangiare? - domandò a tutti la padrona di casa, curiosa.

- Non ho fretta – assicurò Joe, mano nella mano con Lexi, la quale dichiarò che avrebbe preferito aspettare.

- Io aspetterei – dichiarò Maggie, che improvvisamente aveva assunto una tonalità verdognola e pallida.

- Stai bene? - chiese Nick, prendendole il viso tra le mani.

La venticinquenne annuì.

- Ho solo un po' di nausea – biascicò, stancamente. - Dev'essere stato il cibo sull'aereo, amore, sai che mi da fastidio.

Il ragazzo annuì, con l'aria di chi la sapeva lunga, mentre gli altri aggrottavano le sopracciglia.

- Vuoi che ti dia qualcosa, Maggie? - fece Maryl, alzandosi.

- No, stai tranquilla, ora mi passa. È tutto il giorno che va e viene – la rassicurò. Stava già riprendendo colore.

- Va bene... - Maryl si risedette, spostando la sua attenzione su Lexi e Joe.

- Quindi tre settimane, eh?

- Già – assicurò Joe.

- Scommetto quello che volete che mi ricoverano tra una settimana – disse la rossa, scostandosi i capelli dagli occhi. - Scalcia troppo, per me ha fretta.

- Se nasce in anticipo sarà il mio opposto – notò Joe. - Io non sono mai stato puntuale.

- E, caro mio, sarebbe solo un bene! Ti immagini un Joe Due? Poverino! - rise Lexi, divertita.

- Ma come, se mi hai sposato vuol dire che il mio carattere ti piace!

- Amore, lo sanno tutti che io sono strana, se nostro figlio, o figlia, sarà come te sarà difficile trovare un'altra persona disposta a sopportare il vostro carattere!

- Stai deliberatamente prendendo in giro me e tuo figlio, Lexi! - grugnì Joe, nascondendo un sorrisetto.

- Oh, quindi non sapete ancora se è maschio o femmina – si stupì Kevin.

Joe annuì.

- Vogliamo sia una sorpresa.

- Surprise, surprise – canticchiò la rossa.

- Ma secondo me sarà maschio – dichiarò il ventottenne, e lanciò un'occhiata a Lexi, piena di compassione.

Lexi sbuffò, scrollando le spalle.

- Ti ho già detto che nostro figlio non si chiamerà Joseph Adam Jonas II! - disse, vagamente irritata.

- Ma perché no? - si lamentò Joe.

- Suvvia, un po' di originalità! Senza offesa, Kev – strizzò l'occhio al cognato che fece cenno che non c'erano problemi. - E se fosse femmina come la chiameresti? Alexandra Lucy II?!

- No, certo che no!

- E come, sentiamo.

- Josephine!

Lexi si batté una mano contro la fronte, mentre gli altri scoppiavano in una risata.

- Che c'è? Io sono serissimo!

- Faresti meglio a dire il contrario – grugnì Lexi. - Ma comunque è escluso, non si chiamerà mai Joseph Adam II... e nemmeno Josephine! - aggiunse, vedendo che il marito stava per interromperla.

Il ventottenne incrociò le braccia al petto, offeso.

- Beh, sapete, Maryl ed io il nome per Jay l'abbiamo scelto solo quando l'abbiamo visto – spiegò Kevin, il bambino in braccio e la mano della moglie intrecciata con la sua. - Prima pensavamo di chiamarlo Josh, ma una volta che è nato non ci sembrava adatto. Abbiamo pensato al nome Jeremy immediatamente.

Lexi annuì, pensierosa.

- Milano com'era? - si informò Joe, rivolgendosi verso Nick e Maggie.

Il venticinquenne sorrise.

- Bellissima come sempre – spiegò, allegramente. Da un anno lui e la mora avevano comprato una piccola villetta nella provincia di Milano, in un paesino chiamato San Bovio, dove passavano spesso le vacanze dalla band e dalle promozioni di Maggie. - Il clima in questa stagione, poi, è perfetto.

- La prossima volta potreste venire anche voi – disse la ragazza, scostandosi i capelli dal viso. - Staremo un po' stretti, ma di spazio ce n'è.

- Uh, volentieri! - sorrise la bionda.

Maggie fece un cenno col capo, spostando lo sguardo sulla libreria in salotto e scoppiò in una risata riconoscendo una copertina a lei fin troppo familiare.

- Non ci credo! - rise, alzandosi e afferrando il libro, accarezzandolo con le mani morbide. Si voltò verso Kevin e Maryl. - Ce l'avete ancora?

- Beh, è stato il tuo primo libro, certo che ce l'abbiamo! - esclamò Kevin.

La mora lesse il titolo, sfogliando le prime pagine: Brothers&Sisters di Maggie Campbell.

- Quanto tempo è passato... - mormoro, tra se e se. - L'ho pubblicato al primo anno di università...

Maggie era diventata un'affermata scrittrice dai tempi dell'università, pubblicando prima storie più romantiche, principalmente la storia sua, delle sue sorelle e dei Jonas, con i libri Brothers&Sisters e il seguito Under the Moonlight, poi aveva proseguito trattando temi più drammatici e complessi, con Melissa e L'impossibilità di volare.

- Sette anni fa – sospirò Lexi, pensierosa. - Quasi non ci credo, è passato davvero così tanto tempo? Mi sembra ieri!

- Eh, il tempo, passa senza che tu possa prenderlo e fermarlo – fece Joe, con aria filosofica, massaggiandosi il mento, scherzoso, facendo sorridere tutti e scoppiare in una risata cristallina Jeremy.

- Hai già consegnato il nuovo manoscritto? - domandò Kevin, dopo aver tirato una pacca fraterna alla spalla di Joe.

- Mmh, sì, sì, iniziano la stampa tra qualche settimana mentre alla copertina ci stanno già pensando – spiegò la mora, tornando a sedersi accanto a Nick.

- Oddio, a proposito di copertine! - esclamò Lexi, battendosi il palmo della mano sulla fronte. - Ragazzi, oggi mi ha chiamata Kate, ha detto che vi hanno proposto di andare sulla copertina di People, di nuovo, il prossimo mese. In occasione del vostro album.

- Oh, beh, sarebbe una buona idea, mi chiedevo se... - disse Nicholas, pensieroso, sporgendosi verso la rossa come per parlarle da più vicino.

- Ragazzi, per favore, non parliamo di lavoro – li supplicò Maryl, levando gli occhi ambrati al cielo. - Ne ho fin sopra i capelli.

Nick si lasciò di nuovo cadere tra i cuscini con la schiena, annuendo appena, mentre Lexi faceva un gesto scocciato con la mano.

- Come se la cava Kate? - osò chiedere Maggie alla gemella.

La venticinquenne si grattò la guancia con un dito.

- Bene, devo dire, non male. Certo, non sarà mai brava quanto me in questo genere di lavoro ma non si può chiedere troppo dalla vita – vaneggiò, ridacchiando.

Da ormai tre anni Alexandra era diventata la manager dei Jonas Brothers, che nonostante non fossero più esattamente dei ragazzini rimanevano gli idoli delle adolescenti e anche di un pubblico più adulto, dovuto a qualche cambiamento nel loro genere di musica.

Ora che lavorare le risultava difficile a causa della gravidanza aveva lasciato l'arduo compito di amministrare la band e tutti i suoi impegni a una ragazza fresca di laurea che tentava di destreggiarsi con le decine di proposte che arrivavano al gruppo ogni giorno, e quando proprio non sapeva che fare chiamava Lexi, che le dava qualche consiglio.

- Basta così, basta lavoro, basta accenni al lavoro, ho passato la notte a lavorare ad un abito per Dolce&Gabbana, non ce la faccio più! - esclamò Maryl, lanciando un'occhiataccia a Kevin, come a chiedergli di intervenire in qualche modo.

Il trentenne la guardò amorevolmente e la bionda sospirò sfinita, passando una mano tra i ricci del figlio che si stava appisolando sul suo braccio.

- Forse è meglio se lo fai mangiare e poi lo metti a letto – rifletté Kevin, osservando il figlio. - Oggi si è svegliato presto.

La ventinovenne annuì e, facendo segno con la testa come per scusarsi, si alzò con Jay in braccio, il quale aveva riaperto i vispi occhi verdi e salutava con la mano il resto della famiglia rimasto in salotto.

A quella vista Maggie guardò Nick fisso negli occhi, mordendosi il labbro inferiore con forza, come per non farsi sfuggire un segreto.

Nick le sorrise e le baciò i capelli.

- Non appena Maryl torna – le mormorò in un orecchio, con così tanta disinvoltura che né Lexi, né Joe o Kevin se n'erano accorti, troppo impegnati ad approfittare della lontananza di Maryl per discutere della proposta di People.

La mora e il riccio continuavano a intrecciare e separare le mani, presi dal nervosismo. Il ragazzo era abbastanza sicuro di essere arrossito in viso e fece di tutto per distogliere l'attenzione da quello che avrebbe detto a breve insieme a sua moglie.

Non se lo aspettava, era stata Maggie a dirglielo, cogliendolo del tutto di sorpresa, un mesetto prima. Qualche giorno prima ne avevano avuto la più totale certezza.

Restarono in silenzio, fingendo di interessarsi al discorso di Lexi, Joe e Kevin e prendendo parte alla conversazione con monosillabi e cenni d'assenso.

Tutti si zittirono solo quando videro Maryl tornare da sola dalla camera da letto di Jeremy, scoccando loro un'occhiataccia.

- Kev, amore, ti chiama – disse solamente, sedendosi sul divano. - Sta già crollando dal sonno...

L'uomo annuì e si alzò, camminando veloce.

La stanza di Jeremy era grande, dipinta di azzurro, accanto al letto dalla trapunta blu, sopra al comodino, c'era una luce che piroettava delle immagini sui muri.

Il piccolo era completamente nascosto sotto le coperte, la testolina riccia l'unica cosa che si riusciva a vedere.

Aveva già gli occhi chiusi e dormiva placido, il respiro regolare, la manina stretta intorno a un lembo del lenzuolo bianco.

- Buonanotte, campione – mormorò Kevin, chinandosi sul figlio e baciandogli la fronte, per poi accarezzargli i capelli e uscire dalla stanza, accostando la porta.

- Già dorme – disse, riunendosi al resto della sua famiglia.

Maryl annuì, rilassandosi completamente e sospirando dalla stanchezza.

Maggie e Nick si fissarono un secondo, scambiandosi un'occhiata profonda.

- Dunque, noi avremmo un annuncio da fare – disse Nick, raccogliendo tutto il coraggio che aveva, mentre all'improvviso quattro paia di occhi si voltarono a guardare lui e sua moglie, che era prontamente arrossita, abbassando lo sguardo di smeraldo.

Lexi inarcò un sopracciglio, guardando la gemella e Nicholas, che non sembrava sapere come continuare.

- Sì? - fece Joe, per come per incitarlo ad andare avanti.

Il riccio strinse più forte che poteva la mano di Maggie, accennando a un sorrisetto.

Maryl sorrise a quella vista, non era niente di preoccupante quello che li stavano per dire.

- Nick... - osò Kevin, pacato. - Maggie?

La mora, più rossa in viso che mai, aprì la bocca, balbettando parole sconnesse.

- Io... beh, no... ecco... sarebbe che... sì... insomma, noi...- mugugnò, incapace di formulare una frase di senso compiuto.

Nessuno disse una parola, mentre anche Nick tentava di spiegare la situazione.

La mora fece un ultimo, lungo, profondo, respiro, prima di irrigidire la schiena, gli occhi sfavillanti di una luce completamente nuova.

- Sono incinta.

Le reazioni fra i presenti, ad eccezione di Nick il quale colorito assunse quello di un pomodoro maturo mentre un sorriso candido gli increspava le labbra, furono dissimili.

Lexi spalancò la bocca, senza riuscire ad emettere un singolo suono oltre a un verso strozzato che doveva essere un “Che cosa?!”; Kevin rimase immobile mentre sorrideva come un ebete, stessa reazione che aveva avuto quando erano stati Joe e la rossa ad annunciare che sarebbero diventati genitori; Maryl, insieme a Joe, saltò in piedi, urlando di gioia mentre inscenavano una specie di danza della pioggia.

- Ma è meraviglioso! - strillò la bionda, facendo alzare con la forza la sorella minore in dolce attesa e stringendola in un abbraccio mozzafiato. - Oddio, perché non ce l'hai detto non appena l'hai saputo?!

Maggie sorrise raggiante, ricambiando la stretta, senza saper rispondere.

- TU! - gridò Joe, prendendo Nick per le spalle e imitando la ventinovenne. - Sono felice per voi, macho! - gli diede una pacca sulla schiena così forte che gli fece fare una smorfia.

- Grazie, Joe – mormorò allegramente.

Kevin si era appena alzato e aveva iniziato a tentare di mostrarsi calmo e rilassato, al posto di iniziare a saltare di gioia come invece avrebbe voluto fare. Sarebbe diventato zio. Un'altra volta.

Lexi, con fatica e barcollando, raggiunse le sorelle e, senza bisogno di dire nulla, strinse Maggie dolcemente. La gemella ricambiò la stretta, trattenendo appena la lacrime di gioia.

Maryl passò a fare le sue congratulazioni a Nick, baciandolo sulle guance e stringendolo.

- Ora voi ci dite tutto – proferì Lexi, con tono fermo.

Nick e Maggie si risedettero, seguiti a ruota dagli altri.

- Da quanto ci stavate provando? - domandò Maryl, precedendo Kevin e Joe.

- Non ci stavamo provando – ammise Nick. - Semplicemente abbiamo deciso che era meglio... ecco, smettere di non provarci... Capito, no? - arrossì copiosamente. Fare argomenti simili davanti ai propri fratelli non era decisamente facile, per quanto fossero in affinità.

- Quando è la data? - aggiunse alla domanda della cognata Joe, curioso.

- Ad Agosto, il venti più o meno – rispose questa volta Maggie.

- Sei al terzo mese – sospirò sognante Lexi, continuando ad accarezzarsi la pancia.

La gemella annuì.

- Alla quattordicesima settimana con precisione – annuì, orgogliosa.

Kevin fece un breve calcolo.

- Sapete già se è maschio o femmina?

A quella domanda sia Maggie che Nick abbassarono lo sguardo, emozionati e rossi di felicità.

Lexi prese la loro reazione come una negazione.

- Beh, il nostro campione qui si è fatto vedere solo alla trentatreesima settimana – fece, tranquilla.

- Noi abbiamo saputo che era un Jeremy alla dodicesima – rifletté invece Maryl, - ma è rarissimo, davvero, il nostro ginecologo ce l'ha detto che bisognava essere dei maghi per scoprirlo solo al terzo mese. Manca di modestia quell'uomo, lasciatemelo dire...

Kevin invece fissava ancora Maggie e Nick, che avevano di nuovo intrecciato le dita.

- Allora? - domandò, senza desistere.

Nick si morse un labbro e alzò lo sguardo, trattenendo a stendo la felicità.

- Maschio e femmina – annunciò.

A Lexi e Maryl cadde la mascella.

- G... gemelli? - balbettò Joe, per la prima volta da tanto tempo senza parole.

Kevin sorrise, l'aveva immaginato dallo sguardo del fratello.

- Maschio e femmina – annuì Maggie, raggiante. - Il ginecologo, lo stesso che avevate te e Maryl, Kev, ci ha detto che è una visione approssimativa e potrebbero essere due maschi, ma... E' quasi sicuro al cento per cento che sia come dice ora.

- I nomi? - chiese Lexi, meravigliata dalla splendida notizia.

- Beh, avevamo pensato a Emily Denise per la bambina e Adam per il maschio – spiegò il futuro padre.

Gli occhi cioccolata di Joe si illuminarono.

- Ooh! Adam! Lo volete chiamare come me! O almeno una parte del mio nome! Vi sarò eterno debitore. Vedi, Lexi, il nome Adam è bello! - scimmiottò, rivolgendosi prima al riccio e a sua moglie e poi alla rossa, che gli scoccò un'occhiataccia.

- Adam è un bel nome, ma voglio un po' di originalità – gracchiò.

- E comunque, Joe, non lo chiameremo così per te – aggiunse Nick, - ci piace solamente il nome, tutto qui.

Maggie gli diede una gomitata tra le costole.

- Potevamo tenercelo per noi! Ha detto che ci sarebbe stato eterno debitore! Potevamo far svegliare lui nel bel mezzo della notte per cambiare i bambini – rise, allegramente.

Joe fece una smorfia, offeso.

A quella faccia scoppiarono tutti in una risata, scambiandosi delle occhiate tra di loro.

Potevano stare sicuri che la vita li avrebbe riservato molte sorprese. Non potevano sapere se sarebbero state belle, o brutte, se li avrebbero cambiato la vita o l'avrebbero lasciata come sempre. Sapevano solo che ormai erano una famiglia, in ogni senso, sapevano che nulla li avrebbe potuti dividere; e questo sarebbe rimasto immutabile, per sempre.


The End...

...or maybe not...


È ufficialmente finita, tra 4/5 giorni pubblicherò i ringraziamenti generali per chi mi ha aiutato/sostenuto/consigliato durante la durata di queste due fanfic.

Dopotutto quello che li ho fatto passare finalmente i Jonas e le Campbell hanno avuto il loro lieto fine, il loro happy ending...


Con il “...or maybe not...” non intendo che a questa fic seguirà un terzo capitolo, ma piuttosto che non è mai finita, in ogni occasione, ci sarà sempre qualcosa dopo, da un litigio, a un altro figlio, ad altre serate romantiche. C'è sempre un dopo, niente ha una fine.


Non so davvero che dire, non sono brava con i finali ma credo si sia capito...

Vi dico solo che, tempo di finire qui e posterò il primo capitolo della sorpresa a cui accennavo qualche tempo fa. Sarà una sottospecie di finale alternativo a questa storia, un capitolo per ognuna delle protagoniste. Infatti la trama parlerà di cosa sarebbe accaduto se Maggie, Lexi e Maryl avessero preso delle decisioni diverse e, di conseguenza, non si fossero mai rappacificate con Nick, Joe e Kevin. Non sarà esattamente una storia allegra, si capisce, e vi capirò perfettamente se non la vorrete leggere, magari anche per non volervi rovinare il finale, boh (: Se vi interessa leggerla il titolo sarà What If...? (letteralmente “E se...?”).

Vi spiego perché lo pubblico così in fretta: sono una persona terribilmente testarda quando mi ci metto e mi sono ripromessa di pubblicare la mia nuova long (sotto metterò qualche piccola informazione a riguardo) a Settembre e dopo lo spin-off vorrei prendermi una piccola pausa, e se pubblicassi What If... tra una settimana o più mi sarebbe impossibile attenermi a quanto specificato prima. In poche parole, sono testarda (:

Spero non vi dia fastidio questo mio aggiornamento continuo <3

La mia prossima long si chiamerà I'm Only Me When I'm With You, e ci tengo davvero, ma davvero tanto. Vi avverto che, inizialmente, due delle protagoniste vi potranno sembrare una simile a Lexi e un'altra a Maggie ma in realtà sono completamente diverse; è proprio il succo della storia il fatto di avere una maschera per piacere agli altri o nascondere dei sentimenti. Spero con tutta me stessa che vi piaccia e che mi facciate sapere che ne pensate (: Come vi ho già scritto pubblicherò il primo capitolo in Settembre, immagino verso il 7 o il 10... boh! <3

Grazie a tutte voi per avermi seguito, sostenuta e incoraggiata.

Vi voglio bene <3

  
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