~This is the story of a girl~

Premessa-16.O7.10

…California girls we're unforgettable,daisy,dukes,bikinis on top,sun-kissed skin So hot…

-Sakura! Abbassa quella radio!- Gridò mia madre,per contrastare l’insieme della mia voce a quello della radio. Sbuffai,allungando la mano fino al tasto “meno” per moderare il volume della canzone trasmessa. Mia madre sembrò rasserenarsi e allentò la stretta sul volante,era costantemente nervosa quella donna. Scossi la testa e sorrisi,tornando a guardare fuori dal finestrino il paesaggio a me sconosciuto.

Sakura Haruno,sedici anni,americana. Cognome e nome Giapponesi,tagli di occhi tipicamente occidentale,di un bel verde foglia,capelli di un rosa orribile,neanche rosso chiaro come la madre,solo ROSA,lunghi fino a metà schiena,motivo delle continue prese in giro da parte dei compagni americani. Alta nella norma per la sua età,pelle chiarissima,non diafana,ma abbastanza bianca;silenziosa e aggressiva allo stesso tempo,non ha mai avuto amici veri,o sul quale contare. Carattere strano,silenziosa e pacifica,romantica,ma allo stesso tempo aggressiva e antipatica. Ragazza bilingue,aveva imparato il giapponese grazie al padre,morto due anni prima per cancro. Per questo la madre,americana,aveva deciso di trasferirsi nel villaggio natale del marito,a cui prima di morire aveva promesso di visitare almeno una volta la piccola Konoha,con il non acconsentimento della figlia,che si immaginava i nuovi nomignoli a lei dati una volta arrivata lì.

La nostra meta non era una grande città,quelle a cui ero abituata,dove se passeggiavi per il centro anche due volte di seguito lo stesso giorno nessuno ti avrebbe mai riconosciuto. Questo villaggio invece,a quanto sembrava dalla descrizione di mia madre contava appena cinquecento abitanti,tutti conoscenti. Un’unica scuola contenente elementari,medie e superiori. La classe più numerosa contava all’incirca diciassette alunni,e cioè la classe superiore,dove avrei passato i miei ultimi due anni da studente. L’unica cosa bella che attirava la mia attenzione era la spiaggia dalla sabbia bianca,che si affacciava alle acque limpide del pacifico. Mio padre ripeteva in continuazione che quello era il posto più bello in assoluto,quello dove da ragazzo si rilassava dopo scuola,dove organizzava i festini con i suoi amici. Era un posto isolato,conosciuto da tutti ma che nessuno osava modificare,era il posto naturale più visitato dai coetanei di mio padre al loro tempo. Aveva disegnato per me una piantina del luogo,perché per arrivarci bisognava passare attraverso un bosco fitto,dove era facile perdersi. Forse il ricordo di mio padre era ciò che mi faceva pesare di meno la partenza,quella vecchia casa riportava a galla troppi ricordi,ogni stanza riportava una piccola parte di lui,e mia mamma ne soffriva. Vederla così mi faceva stare male e la mancanza di amici mi faceva sentire ancora più sola.

Ormai eravamo quasi arrivati,si poteva sentire la brezza fresca e marina che caratterizzava il paesaggio circostante,fatto di boschi e stradine sabbiose,senza una vera e propria in cemento. La nostra casa era nel centro,davanti alla piazza centrale. Era una casa bifamiliare,cioè divisa da due famiglie: Noi avevamo la parte destra,mentre loro quella sinistra. L’unica cosa che speravo era che fossero degli anziani,o almeno gente con bambini piccoli,così da propormi come babysitter per guadagnare e aiutare mia madre. Sfilai il cellulare dalla tasca dei pantaloni e cliccai il tasto verde per verificare se qualcuno si fosse interessato a me,ma io e mio padre sorridiamo felici in quello schermo troppo ampio.

-Qualcuno ti ha chiamato?- La voce di mia madre si fa spazio tra l’ennesima canzone trasmessa alla radio.

-No,nessuno.– Risposi,riponendo il cellulare nella tasca stretta dei jeans. Non proferì parola fino a quando non raggiungemmo una stradina ciottolata,che portava ad una lunga fila di case con giardino.

-Siamo arrivati-Esclamò,sospirando.

-Ma non doveva essere di fronte a una piazza?- Chiesi,mostrando con la mano il bosco di fronte alle case. Diede un’occhiata anche lei,poi scosse la testa.

-Evidentemente l’agenzia viaggi si è sbagliata- Rispose con un sorriso leggero sulle labbra.

-A me sembra più una truffa – Borbottai,aprendo lo sportello della macchina,ancora prima che mia madre si parcheggiasse bene davanti a una casetta non male,con un giardino recintato e ben curato. 

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Hi!

Eccomi qui per la prima volta sul fandom di Naruto :D

Non sono bravissima a scrivere,quindi non so quanto sia uscita bene questa premessa,spero di avervi almeno incuriosito un pò °-°

Gradirei almeno un pò di recensioni,per capire se devo o non devo continuare questa storia. 

Per ora Sakura non conosce nessuno,però non disperate,tra un paio di capitoli verranno introdotti tutti ^^

Beh,non so che altro dirvi!Spero di aver accesso la vostra curiosità per continuar a leggere questo scempio!

A presto,

Nyuu Evans