QUARTO CAPITOLO: Don't you start to fight.
Quell'idiota di
un cuoco, perché non
riusciva mai a tapparsi quella boccaccia? Una semplice frase, parole
tenute insieme da una rabbia sempre più pressante, uno
stupidissimo
movimento d'aria e tutto era stato messo a rischio. Certo, non si
era pentito nemmeno per un secondo di aver salvato le sue compagne,
ma a quale prezzo; in un istante era accaduto proprio ciò
che sin
dall'inizio aveva temuto maggiormente. Davanti a se, la figura di
Sanji occupava tutti i suoi pensieri e la sua attenzione: non
l'avrebbe colpito, su questo era più che certo, si sarebbe
fatto
uccidere piuttosto, ponendo così fine a quella tortura.
Decise di
concentrarsi unicamente su di lui, scivolando sui capelli ancora
rilucenti seppur impastati di sangue e sporcizia a quel freddo sole
del mattino e seguendo la linea morbida del collo. Più lo
fissava,
più sentiva la propria fronte aggrottarsi per lo sforzo di
non
cedere sotto quegli occhi che dall'alto cercavano di calamitare i
suoi per privarli del senno. Per pochi, interminabili minuti entrambi
si squadrarono centimetro per centimetro, le fronti si imperlavano di
sudore per lo sforzo, quando ecco che, con un impercettibile
movimento del biondo, l'incantesimo si ruppe: le sue mani affusolate
si rifugiarono nelle profondità delle tasche e lo sullo
sguardo,
cadde una pesante ombra che, nonostante le resistenze, si fece largo
tra il volto etereo e spossato di Sanji. Fu in quel momento che Zoro,
dopo tante battaglie, sentì prepotente un brivido risalire
la spina
dorsale e per la prima volta volta seppe di avere paura: la sagoma
davanti a sé svanì veloce e, colto da uno stupore
fittizio, non
riuscì a schivare il potente calcio laterale che lo
sbalzò contro
le mura dell'arena.
Tutto divenne nero e anche le sue
difese mentali alla fine cedettero, violate da un ordine a cui mai
avrebbe pensato di dover obbedire. Si alzò quindi piano da
terra
liberandosi dalla polvere con lenti movimenti della mano,
osservò se
stesso raccogliere le Katane precedentemente accatastate insieme alle
altre armi e sguainarle in direzione del cuoco: la battaglia era
cominciata.
I due avversari
si muovevano
circolarmente in posizione d'attacco, sarebbe bastata una semplice
vibrazione ostile e si sarebbero avventanti l'uno contro l'altro
senza alcuna forma di inibizione, eppure uno strano quanto precario
equilibrio li univa con un filo invisibile che nessuno, pubblico
compreso, aveva avuto il coraggio di spezzare.
Quella scena, quel momento, l'avevano
vissuto così tante volte che spesso nemmeno ci facevano
più caso
considerandolo semplicemente un inevitabile frammento di vita
destinato a ripetersi all'infinito. La loro competizione, la loro
ambizione e il loro orgoglio li avevano sempre schierati l'uno contro
l'altro in una non sempre tacita guerra senza fine che ormai,
così
stretti nel loro strano legame, portavano avanti più che
altro per
abitudine.
Questa volta, certo era diverso, non
avevano cercato nessun pretesto, nemmeno si erano rivolti la parola
né Rufy era prorotto nella sua rassicurante risata o Nami
nei suoi
rimproveri, questa volta sarebbe stata diversa lo sapevano tutti ma,
in fondo nessuno era ancora disposto a credere che quella follia non
fosse solo il vecchio remake al quale erano abituati. Di nuovo
però
bastò un cenno per far volare il castello di carte e lo
spadaccino
prese a correre verso il compagno tentanto un affondo di destra,
schivato però con facilità disarmante da Sanji il
quale tentò un
attacco laterale che, come unico risultato, diede il tempo a Zoro di
scagliare un nuovo colpo che questa volta andò a segno. Il
cuoco
arretrò di qualche passo, l'unico occhio visibile sgranato
dal
dolore al riaprisi della profonda ferita, il respiro irregolare e lo
sguardo perso nel vuoto: pochi secondi e si rigettò con
rinnovato
vigore in quella pioggia di lame e calci.
Agili e veloci i due combattenti
proseguivano ostinati in quella danza e ben presto, come loro si
erano isolati dal mondo circostante anche il mondo smise di vederli
riservando quello spettacolo solo a occhi più esperti tale
era la
velocità con cui veniva messo in atto. Spade, calci, sangue
e
sudore, sovrastavano sguardo e mente di entrambi, alternato solamente
da fugaci visioni di un pubblico in visibilio in una sempre crescente
convinzione che ormai si insinuava anche tra i pensieri dei nakama:
quel poderoso scontro si sarebbe protratto in eterno. Di certo
sarebbe stato cosi non fosse stato proprio per l'ennesimo attacco di
Zoro che, sviato dal piede di Sanji, andò a schiantarsi, tra
la
sorpresa generale, contro gli spalti.
A quell'inusuale sibilio dovuto al
colpo, l'arena cadde in una silente attesa alla quale, accompagnata da
un grande rombo, seguì una forte scossa: evidentemente, come
intuì l'archeologa, nel punto colpito si trovava una delle
colonne
portanti della struttura che ora tremava pericolosamente minacciando
il peggio.
Non ci volle molto che, sotto gli
sguardi attoniti del pubblico, apparvero grosse crepe tra le
scalinate intromettendosi fino al campo di battaglia, mentre massi di
grandi e medie dimensioni, assecondando quella legge di
gravità che
nella loro imponenza avevano sempre sfidato: piovevano da ogni lato,
fu il panico. La massa urlante, nel poco biasimabile tentativo di
trovare una via di fuga, cercava di allontanarsi a spintoni il
più
velocemente possibile, le guardie dal canto loro, si affannavano
cercando di contenere i danni, senza avere in realtà alcuna
idea sul
da farsi; lo stesso Do Flamingo vedendo anche il suo rialzo crollare
si era dovuto rassegnare ad una fuga ben poco dignitosa.
E fu in quel
caos che Usop trovò il
momento buono per fuggire. In fondo nessuno badava a loro e certo non
gli fu difficile allungare la mano verso un filo di ferro appena
piovuto dal cielo poco distante da lui e utilizzarlo per aprire ogni
serratura che gli capitava per le mani. Liberò tutti i
prigionieri
presenti pur dubitando, date le condizioni in cui si trovavano, delle
possibilità di fuga di molti di loro, poi alla testa del
gruppo, si
mise a correre più veloce che poteva buttando ogni tanto un
occhio
dietro per vedere Franky e Rufy trasportare con estrema cura
rispettivamente Robin e Nami tra le braccia mentre Chopper e Brook si
davano da fare per sgombrare il passaggio dalle guardie.
Arrivato in cima si voltò un'ultima
volta verso lo stadio ormai semi vuoto e, vagando a lungo con lo
sguardo, cercò disperatamente le figure dei due compagni
assenti
senza successo, sperò con tutto il cuore che fossero
sfuggiti a
quell'inferno e se così non fosse stato sarebbero tornati a
prenderli. Avrebbero combattuto per loro e li avrebbero salvati, ma
non ora. Ora era l'ultima occasione di fuga e l'unica cosa a cui
poteva pensare era quella di mettere in salvo almeno i superstiti e
così fece: si voltò e riprese a correre verso la
stessa porta
dalla quale erano entrati in catene.
Scosso dal rombo provocato dal suo stesso colpo, Zoro posò gli occhi sul compagno che, immobile e tremante manteneva lo sguardo vacuo fisso sulle uniche vie di fuga, ancora bloccate dalle pesanti inferriate. Senza accorgersene si mosse tendendo una mano verso di lui quasi volesse saggiarne la presenza, ma ecco al brusco movimento giungere centinaia, migliaia di fitte in tutto il corpo, non riuscì a trattenere un gemito di dolore. Dubitava che anche un piccolo ossicino fosse rimasto integro dopo i tanti calci del cuoco e ora faticava persino a muoversi. Ma una lama è sempre una lama e per quanto ben contrastati, i suoi affondi lasceranno sempre segni ben più visibili delle ossa rotte, quali i profondi squarci che straziavano il corpo di Sanji. Con uno sforzo immane Zoro riuscì stringerlo a se annegando poco dopo la sua faccia tra capelli dorati sporchi di sangue senza ottenere alcuna reazione. Attorno a loro pietre si schiantavano al suolo evitandoli solo per un soffio e di certo una prima o poi li avrebbe presi non fosse che, mosso dal sussurro appena udibile del cuoco, lo spadaccino era miracolosamente riuscito a trascinare entrambi verso un pertugio venutosi a creare da un enorme masso che, cadendo, si era bloccato tra l'arena e l'inizio degli spalti creando un rifugio sufficiente per entrambi.
Delicatamente aiutò Sanji a entrarci e, dopo essersi seduto al fianco gli permise di sdraiarsi per quanto era possibile, poggiandogli la testa sulle sue gambe. Piano cercò di tamponare le ferite più gravi inferte dalla sua stessa spada, per le quali altrimenti sarebbe morto dissanguato entro poche ore e le fasciò con stracci delle maglie di entrambi. Una volta finito prese la mano destra del cuoco tra le sue e, notando uno squarcio rosso, la baciò e la fasciò con la sua bandana.
-Ce l'abbiamo fatta marimo, a non ucciderci intendo.-
A quelle parole lo spadaccino non potè che abbandonarsi a un sorriso, era vero: che importanza aveva se fuori il mondo crollava? Tutto ciò di cui aveva bisogno era accanto a lui e gli stava stringendo la mano incurante del dolore.
-Già ce l'abbiamo fatta- sussurrò.
Note dell'autrice:
Finalmente di ritorno dal mio stage, trovo il tempo da dedicare anche a voi. E quindi.. né vincitori né vinti ma aspettate a tirare un sospiro di sollievo, per i nostri amati pirati il peggio deve ancora venire !XDXD
Fatemi sapere che ne pensate ora, con permesso, me ne vò in spiaggia!
Cincos: Eccoti qua il proseguimento! Nella speranza che tu sia ancora lì a leggere e non ti sia stufata (e ne avresti tutte le ragioni!!) apprezzo moltissimo i tuoi complimenti e ti riservo un posto per la prossima puntata. A presto! ^.^
Annas: Giuro che ho fatto il prima possibile! Maledetto lavoro!! Comunque sono molto contenta che ti sia piaciuta, fa sempre piacere ricevere nuovi commenti! Per quanto riguarda le coppie non mi sono risparmiata... che posso dire, mi piacciono troppo! Spero di averti sorpresa anche questa volta. ;D
New _francysmile_live: Se la vedono veramente brutta ma se la cavano anche questa volta! La
storia continua anche se non ho ben chiaro come ce la faremo a vederne la
fine! Spero continuerai a seguirla. =)
QueenCamelia13: Non temere! Il cuoco per ora è sano e salvo anche se non so per quanto resterà
tale.. ho in mente per lui un po' di disgrazie poretto.. ma che ci posso fare se ho
una mente così distorta ?? Mi piace ficcarli in un mare di guai! XDXD
Biohazard: Erm... cos'era che non dovevo fare?? I'm so sorry ma il lavoro è lavoro e bisogna
sopportare XP Ma l'amore per quei due rimane vivo!! basta solo un po' di pazienza!
Ergo ci vediamo alla prossima era glaciale! Grazie di tutto!
Alla prossima!!
XOXO
Ely